[Mostly Weekly ~191]

Mojibake, manga e AI


A cura di Antonio Dini
Numero 191 ~ 30 ottobre 2022

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

‌Una curiosità: Chiara Ferragni è finita sul blog Rolex Magazine (opens new window) per via del suo Rolex Submariner. Così, tanto per saperlo.

Se volete, potete leggere questo numero di Mostly Weekly anche sul web, dove si trova anche l'archivio dei vecchi numeri.

Sto per far partire una campagna di finanziamento (una cosa spero carina, tra un po' vi dico) ma vi ricordo sempre che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni grazie alle donazioni che state facendo qui su PayPal (opens new window). Grazie a chi ha già dato. Voi sapete chi siete!

Intanto, buona lettura.

The true logic of this world is in the calculus of probabilities
—James Clerk Maxwell



~~~


Editoriale

Le intelligenze artificiali generative potrebbero sono la "nuova mania" della Silicon Valley, ma al di là della Valley, l'ostilità e lo scetticismo stanno già aumentando tra una base di utenti inaspettata: gli artisti di anime e manga. Nelle ultime settimane, una serie di controversie sull'arte generata dall'AI (soprattutto in Giappone, ma anche in Corea del Sud) ha spinto esponenti del settore e fan a denunciare la tecnologia, insieme agli artisti che la utilizzano. Sebbene esista una cultura consolidata della creazione di fan art da manga e anime protetti da copyright, molti stanno tracciando una linea di demarcazione (opens new window) quando l'AI crea un'opera d'arte simile. La mia sensazione è che questa sia una risposta collettiva molto sana e che permetterà a questo settore di guadagnare tempo e addirittura di potercela fare. Da altre parti potrebbe andare peggio perché non se ne occupano. È già successo con l'avvento della rete, della diffusione di contenuti, della nascita di "walled garden" e ora della automatizzazione nella creazione grazie alle AI. Non c'è pensiero, solo una economia speculativa basata sulle startup e poca o nessuna riflessione sul senso di quello che viene fatto dal punto di vista degli effetti sul medio e lungo termine.

~ ~ ~

No show
No show ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Avrete capito che sono allergico a qualsiasi stereotipo soprattutto nella politica internazionale, e che penso che il rispetto dei Paesi e delle persone deve prevalere sulle generalizzazioni (i russi cattivi, gli americani buoni etc) però devo dire che il governo iraniano sta dando del filo da torcere (opens new window) a qualsiasi persona di buon senso, quasi più di quello russo (opens new window). La mia sensazione è che siamo davanti a un possibile imminente doppio crollo.

Il diavolo entra da lì. Mentre noi ci focalizziamo sulla rete come strumento di distrazione planetaria, di tracking, di condivisione di fake news, al limite di criminalità e cybercriminalità, il Papa indica l'elefante al centro della stanza: la pornografia. ""Non dirò: 'alzi la mano chi ha avuto almeno un'esperienza di questo'", ha detto il Papa. "Ma se ognuno di voi pensa di averne avuto l'esperienza o la tentazione. È un vizio che hanno tante persone. Tanti laici, tante donne laiche, e anche preti e suore. Il diavolo entra da lì. E non parlo solo della pornografia digitale come quella degli abusi sui minori, questa è già degenerazione. Cari fratelli, prestate attenzione a questo"."

Il tema della Great Resignation mi pare di averlo esplorato lungamente. Adesso, devo dire, sta quasi passando di moda. Il punto però è che il conflitto che genera è alimentato da una problematica di fondo seria: il workism (opens new window), cioè l'idea, tutta delle élite istruite all'università, che il lavoro sia in pratica un'identità religiosa che promette trascendenza e comunità. Che poi, ovviamente, non riesce a mantenere.


Yamato

Mojibake (文字化け)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è mojibake (文字化け). È un neologismo per indicare quando si rompe o si ingarbuglia (cioè si trasforma, bake) la rappresentazione dei caratteri che compongono un testo (moji) ovviamente elettronico. In pratica, è la parola con cui chiamare uno dei simboli ASCII più visti dagli utenti Apple nei decenni: il carattere di sostituzione generico "�". Ma anche altro. Infatti il mojibake è il testo ingarbugliato e incomprensibile che risulta dalla decodifica di un testo con una codifica di caratteri non voluta. Il risultato è la sostituzione sistematica di simboli con altri completamente estranei, spesso appartenenti a un sistema di scrittura diverso.

A parte il carattere di sostituzione "�", le ragioni delle sostituzioni e i modi con cui queste avvengono hanno spiegazioni diverse. Una sostituzione può anche riguardare più simboli consecutivi, visti in una codifica, quando lo stesso codice binario costituisce un simbolo nell'altra codifica. Ciò è dovuto a una diversa codifica a lunghezza costante (come nelle codifiche asiatiche a 16 bit rispetto a quelle europee a 8 bit) o all'uso di codifiche a lunghezza variabile (in particolare UTF-8 e UTF-16). Il problema non è che un testo contiene indicazioni sbagliate sulla sua codifica: tutt'altro. Molto spesso un documento di testo è privo di qualsiasi etichetta e viene generato su un computer che ha una codifica di default diversa da quella che viene usata sul computer in cui viene letto o modificato. I risultati alle volte sono tremendi.

Quello dei codici che codificano le lettere e i simboli è un mondo molto più complesso e articolato di quel che non si possa credere, e con molte nuances. Adesso siamo in un periodo di relativa pace e standardizzazione universale, venuta fuori anche grazie a Internet che ha "de-isolato" molti sistemi proprietari. Tuttavia, se la codifica degli elementi che compongono un testo elettronico sembra "facile", in realtà non lo è per niente.

Ad esempio, non bisogna confondere il mojibake con il mancato rendering dei glifi dovuto a font mancanti o a glifi mancanti in un font. I sintomi di questa mancata resa includono blocchi con il punto di codice visualizzato in esadecimale o utilizzando il carattere sostitutivo generico. È importante notare che queste sostituzioni sono valide e sono il risultato di una corretta gestione degli errori da parte del software.

La parola mojibake (文字化け) è composta da moji (文字) che vuol dire "carattere", e da bake (化け) che vuol dire "trasformare". La prima parte è in comune con un'altra parola alquanto popolare che viene sempre dal Giappone, e cioè emoji (絵文字), cioè quello che in inglese si dice "emoticon", crasi di "emotion icon". La somiglianza tra i due termini è del tutto casuale. Oltretutto, emoji è composto da e (絵) che vuol dire disegno (non "elettronico", per sembrare più digitale), oltre a moji (文字, "carattere").

Gli emoji sono nati e si sono evoluti in Giappone: nel 1997 per essere precisi, durante la prima esplosione di telefoni cellulari e della relativa cultura (keitai denwa 携帯電話, letteralmente "telefoni portatili") che in Giappone ha precorso quel che poi sarebbe accaduto nel resto del mondo. Dopo qualche anno di codifiche tra loro incompatibili gli emoji si sono consolidati in standard che sono poi stati adottati anche nel resto del mondo. Apple è stata la prima azienda a inserirli di default sia in iPhone OS nel 2008 che nel sistema operativo dei suoi computer macOS.


Italiana

Tre articoli che mi hanno colpito del Post: che cos'è la massoneria (opens new window) è il primo. perché Tolkien piace tanto alla destra (opens new window) (il Corriere ovviamente la butta in caciara su Giorgia Meloni (opens new window)) il secondo e infine perché il concetto di meritocrazia è controverso (opens new window) (che anche solo quest'ultimo è tanta roba, al giorno d'oggi).

Pezzetti di cronaca che rimangono attaccati alla storia: la giornata di Giorgia Meloni (opens new window) è stata un successo personale prima ancora che politico.

Ve li ricordate i nudisti? Ci sono ancora, ovviamente. Ma che senso ha il naturismo? Un articolo molto interessante (opens new window).

Che differenza c'è fra una babysitter, una tata e un educatore? Le signore dei salotti bene milanesi (o le snob, cioè le aspiranti tali) cianciano di queste creature a seconda dell'esotismo o dei richiami agresti e arcadici dei relativi nomi. In realtà, la differenza è molto semplice (opens new window) e anche rilevante (opens new window). Mah.

Poco più di 15 anni fa gli scienziati dell'Università di Kyoto in Giappone hanno fatto una scoperta straordinaria (opens new window). Quando hanno aggiunto solo quattro proteine a una cellula della pelle e hanno aspettato circa due settimane, alcune cellule hanno subito una trasformazione inaspettata e sbalorditiva: sono tornate giovani. Si sono trasformati in cellule staminali quasi identiche a quelle che si trovano in un embrione vecchio di giorni, appena all'inizio del viaggio della vita. Almeno in una capsula di Petri, i ricercatori che utilizzano la procedura possono prelevare le cellule della pelle appassite da una persona di 101 anni e resettarle in modo che si comportino come se non fossero mai invecchiate. È l'idea che conosciamo come "eterna giovinezza".

A Lucca è in corso Lucca Comics & Games. I fumetti da non perdere secondo Fumettologica (opens new window) (che sta coprendo l'evento alla grande anche su Instagram (opens new window)). E i vincitori dei Lucca Comics Awards (opens new window) di quest'anno.


Multimedia

Jakidale è andato a Tolosa (opens new window) (assieme a Otto e altri amici) per partecipare a un'asta che vendeva parti di un A380 (smembrato) di Emirates. Fantastico.

Yutaka Takanashi (opens new window) è un fotografo giapponese che ha fotografato la moda, il design urbano e la vita cittadina, ed è noto soprattutto per la sua rappresentazione di Tokyo. Takanashi è nato il 6 febbraio 1935 a Shirogane-chō, Ushigome-ku (oggi Shinjuku), Tokyo. Nel 1943 è stato evacuato a Saitama. Nel 1953 si è diplomato alla Tokyo Metropolitan Aoyama High School ed è entrato nel dipartimento di fotografia della Nihon University. La sua prima macchina fotografica è stata una Canon IVSb a telemetro da 35 mm. Nel 1956 le fotografie di Takanashi furono premiate dalla rivista Sankei Camera. Si è diplomato nel 1957 e ha tentato, senza riuscirci, di entrare in diverse agenzie di stampa, accontentandosi di lavorare in camera oscura a Ginza per il fotografo Osamu Yagi. Il suo lavoro di laurea è stato pubblicato nel numero di settembre di Sankei Camera. Dopo l'incontro con Kiyoji Ōtsuji, si è iscritto alla Kuwasawa Design School nel 1959, diplomandosi nel 1961. Nel maggio 1960 ha tenuto la sua prima mostra personale, con opere della serie "Somethin' Else", a Ginza Garō. La sua seconda mostra ha presentato lavori della stessa serie, immagini di edifici a faccia in su scattate con una macchina fotografica 4×5 di grande formato.

Con l'iPhone X del 2017 Apple ha aperto una nuova era nella sua genealogia di smartphone. L'iPhone X (si legge come un numero ordinale: "decimo") è il modello più vecchio che supporta l'ultima versione del sistema operativo iOS 16. Beh, è stato messo a confronto con un iPhone 14 Pro (l'ultimo, con il processore più recente) in una prova di velocità "su strada" e funziona alla grande (opens new window) senza alcun motivo particolare di critica. Alla fine vengono fatti anche dei benchmark che invece segnano dei punteggi completamente diversi (in media più del doppio), cosa che rafforza la mia idea che in realtà i benchmark siano abbastanza inutili.

Nel 1993, AT&T lanciò una campagna pubblicitaria diretta da David Fincher (opens new window) che in qualche modo è riuscita a predire praticamente tutto ciò che riguarda il modo in cui lavoriamo e viviamo oggi: tablet, orologi intelligenti, GPS, intrattenimento on-demand e molto altro ancora. Affascinante.


Tsundoku

Greta Thunberg ha pubblicato (opens new window) il libro che serve a fare rumore e muovere le persone attorno all'idea dell'emergenza climatica. Ma è più di questo. The Climate Book (opens new window) raccoglie opinioni diverse. Secondo il Guardian (opens new window) è "Un appello sul clima potente ma diseguale, da parte dei migliori e dei più buoni nell'attivismo ambientale".

Visto che mi passa davanti in questa edizione di Adelphi, perché non ripescare il Simposio (opens new window) di Platone? È forse il più importante libro della nostra civiltà che esplora che cosa sia l'amore: sapienza ed enigma, malattia ed esaltazione, dolcezza e dolore, morbidezza e asprezza. Il mito di "fare di due uno" per guarire la natura umana. Cos'altro vorreste leggere?

Frieren è un manga di Kanehito Yamada e Tsukasa Abe. La maga elfa Frieren e i suoi compagni d'avventura hanno sconfitto il Re Demone, portando finalmente la pace nella loro terra. Ora gli eroi possono intraprendere strade diverse, ma accomunati dall'obiettivo di vivere una vita tranquilla. Questa è la storia di cosa succede dopo che finisce la storia (opens new window). Se non è meta e postmoderno questo, non so cosa possa esserlo.


Coffee break

Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo offrendomi un caffè alla settimana su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

Apple ha presentato due iPad, ma è quello più economico che è diventato più interessante. La migliore recensione è quella del Guardian (opens new window), seguita da quella di John Gruber (opens new window). Modestamente, la mia (opens new window).

È un po' che non ne parliamo, ma ci sono vari motivi per cui vale la pena usare Vim. Ho ritrovato questo articolo del 2020 (opens new window) che spiega come mai è meglio imparare a usare Vim che non VSCode che "lo usano tutti quanti ormai, no?". Beh, no: le applicazioni Electron sono passate di moda, VSCode anche, si usa altro, e insomma, Vim è ancora qui che lotta insieme a noi. Vorrà dire qualcosa.

C'è una dinamica della pubblicità online che non è chiara a tutti. Anzi, diciamo pure che è conosciuta da pochissime persone. Ed è kafkiana, decisamente kafkiana. In pratica: i Signori dei Bot hanno trovato il modo di fare milioni e milioni di dollari/euro portando le aziende a pagare un sacco di soldi per far vedere la pubblicità online dei loro prodotti ai bot creati dai Signori dei Bot. E a quanto pare, dice Wired, la cosa va bene così (opens new window).

Vi ricordate quando i siti web erano ospitati in casa vostra? Quando bastava un Pc sempre acceso connesso alle prime reti Adsl (o cable, negli Usa) per far girare un sito? Praticamente una BBS 2.0. Beh, come racconta questo ragazzo (opens new window), c'è ancora chi lo fa: l'artista honor ash fa girare il suo sito (opens new window) e il suo blog (opens new window) su un Raspberry Pi parcheggiato probabilmente su una mensola di un mobile a casa sua. (Tra l'altro, ho aggiornato una coppia dei miei Raspberry a Bullseye (opens new window). Divertente)

Con il rumore della corrente elettrica (il "buzz" provocato dalla frequenza di 60 o 50 Hz) si possono fare tante cose. Anche utilizzarlo come strumento di sorveglianza per un decennio. Accade nel Regno Unito (opens new window). Con molto meno Brian Eno ha fatto la sua Ambient 1: Music for Airports (opens new window).

Lo sviluppo di Mutt (opens new window) va avanti ma non è l'unica alternativa per chi vuole gestire la propria posta dalla riga di comando: benvenuto aerc (opens new window). Impostazioni un po' più moderne e terminale stile tmux, comandi ovviamente stile Vim e soprattutto gestisce più account.

Se invece dovete prendere degli appunti e volete uno strumento strutturato, che si integra con un sacco di altre cose, ricordatevi che c'è sempre nb (opens new window). Non è lo strumento adatto a me perché preferisco non chiudermi in ambienti con troppe funzioni ad hoc. Tuttavia, è lo stesso molto valido.

Helix (opens new window) l'avevo già citato in passato: è un editor simile a NeoVim, scritto in Rust (dannatamente veloce). Per me aggiunge solo complessità cognitiva e non ne vedo l'uso.

Una delle risorse per chi deve usare Windows ma non ha Windows (o non lo vuole) è usare una macchina virtuale. Oppure Wine (opens new window) (Wine Is Not an Emulator), geniale piccolo pezzetto di software Posix (BSD, macOS, Linux). Qui viene spiegato tutto ma proprio tutto (opens new window) sul suo funzionamento.


Vario-Elmar
Vario-Elmar ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Sono stato a Wetzlar, la scorsa settimana. La sede di Leica. Sapete che mi piacciono le macchine fotografiche, oltre alla fotografia. Loro ne hanno presentata una a pellicola (nel 2022!), la nuova/vecchia M6, e io l'ho raccontata (opens new window) e poi ho approfondito (opens new window) il tema (che già avevo toccato). Ma quel che mi ha colpito è che un altro esemplare di quell'obiettivo che non esiste (lo vedete qui sopra) con cui ho scattato due foto a pellicola in realtà è andato in asta ed è stato comprato per 240mila euro (opens new window). Questo ridimensiona notevolmente le mie aspirazioni per il Natale che viene. Mi sa che non mi posso permettere di comprarlo. La domanda così diventa: perché non vi mettete anche voi a fare fotografie con la pellicola nel 2022? Basta imparare cose come la Sunny 16 (opens new window) e si va via lisci.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Se vuoi contribuire al futuro di Mostly Weekly, puoi pagare un piccolo contributo equivalente a un caffè alla settimana usando PayPal (opens new window)
Buona domenica!