[Mostly Weekly ~199]

A Natale, senza ali e senza rete, voleremo via


A cura di Antonio Dini
Numero 199 ~ 25 dicembre 2022

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Internet Archive Scholar (opens new window): 25 milioni di articoli e libri scientifici. Buon Natale anche a voi. Ovviamente atarassico.

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La Mostly Happy New Year 2023 Card ha già ottenuto un successo insperato. Siamo in ristampa (che sta velocemente andando esaurita). Oltre a ringraziare chi ha partecipato (sul serio, di cuore!), invito i ritardatari a sbrigarsi, perché tra qui e Capodanno si finisce.

Non dimenticate, poi, che oggi è uscita anche la nuova puntata di Tilde (opens new window), il mio podcast con Riccardo: l'ideale per crogiolarsi sulla poltrona dopo il pranzo di Natale.

Invece, ricordate che potete pescare l'archivio di Mostly Weekly qui.

Intanto, buona lettura. E auguri di un buon proseguimento atarassico.


The further a society drifts from the truth, the more it will hate those that speak it
–– George Orwell



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Editoriale

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'. Cominciava così una delle canzoni più famose di Lucio Dalla. E riascoltarne il testo oggi regala momenti di déjà-vu notevoli, a partire da quel ‌sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno. Ricorda un po' un'altra canzone di tanto tempo fa, che dichiarava l'idea sovversiva, pazza, di far l'amore con lui pensando di stare ancora insieme a te. C'è così tanto che si somma e si accavalla quando arriva Natale prima e la fine dell'anno dopo. L'idea di smettere, andare via, certo: ‌E con le mani amore, per le mani ti prenderò. E senza dire parole nel mio cuore ti porterò. Oppure di chiedere aiuto a chi aiuto può dispensarlo, per salvare quel che non si può più salvare. E ti vedi già vecchio e cadente raccontare a tutta la gente del tuo falso incidente. Le emozioni, le passioni, le delusioni. Tutto insieme, anche l'anno prossimo. Come sempre, finche si può. C'è da augurarselo.

E senza fame e senza sete. E senza ali e senza rete. Voleremo via.

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Merry Xmas
Merry Xmas ~ Foto © Antonio Dini

Importante

"Nessuna azienda è invincibile, tutte sono vulnerabili", ha detto Margaret O'Mara, docente dell'Università di Washington specializzata nella storia della Silicon Valley. "Per le aziende che hanno ottenuto un successo straordinario facendo una cosa che definisce il mercato, è difficile avere un secondo atto con qualcosa di completamente diverso". Ad Apple è riuscito. Vedremo come andrà con Google e la ricerca, adesso che è arrivata l'intelligenza artificiale su larga scala. E infatti Google ha paura (opens new window). Decisamente molta paura (opens new window).

C'è talmente tanta roba per le AI che ho la sensazione che sia partita una vera e propria bolla. Ne avrete letto e sentito parlare fino alla nausea, a meno che non stiate scoprendo adesso il fenomeno, e allora siete ancora nella fase che non vi basta nulla e volete riempirvi gli occhi. Comunque sia, ecco la puntata di 2 Minute Paper dedicata a ChatGPT (opens new window), le dieci previsioni (opens new window) di cosa faranno le AI nel 2023 (sito fichissimo) e infine la storia di un uomo che ha simulato di aver viaggiato nel tempo (opens new window) usando Stable Diffusion. Cosa quest'ultima che mi fa immaginare un tipo di intrattenimento futuro (molto futuro) basato sullo studio automatico dei gusti e comportamenti di una persona, che poi vive sogni in un ambiente tridimensionale immersivo (opens new window) generati in tempo reale dalle intelligenze artificiali. Una specie di Nirvana definitivo (ma prima usciranno i fumetti in cui saremo noi il supereroe di turno). Tutto fatto senza che umano ci metta mano (perdonate la rima).

Se vi serve, comunque, qui c'è una lista curata di risorse (opens new window) per lavorare con ChatGPT e GPT-3.

Giorni fa è scoppiata la polemica (opens new window) sulla proposta governativa di "chiudere" lo Spid (opens new window) (il sistema di autenticazione ai servizi della PA usato da 33,3 milioni di italiani) e passare a uno basato sulla Carta di Identità Elettronica (la CIE). Intanto, c'è qualche novità dal punto di vista del sistema informatico nazionale, che poi è il motivo per cui è stata fatta quella proposta mal posta e mal spiegata: è stato acceso il cloud nazionale (opens new window).

MacKenzie Scott ha detto di aver donato 14 miliardi di dollari (opens new window) a 1.600 entità non-profit. La metà di quanto ricevuto dopo la separazione da Jeff Bezos. È una montagna di soldi e anche lei avrà conseguenze nel modo con il quale si fanno attività di beneficienza.

La fatica, la Great Resignation, il burnout, tutto quel che volete. Non sono solo gli impiegati e i programmatori (opens new window) a non farcela più. Anche il management e i quadri sono in grossa difficoltà (opens new window). Potete non crederci, ma sta succedendo. Ed è un problema.

Gli storici considerano l'"età dell'oro" del volo il periodo compreso tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l'avvento dei jet commerciali negli anni Sessanta. A quel tempo, il viaggio aereo era considerato un'esperienza elitaria ed esclusiva. Non era raro che durante il volo venisse servita l'aragosta, e compagnie aeree come TWA e Pan Am hanno introdotto un'esperienza da hotel a cinque stelle su una scatola di latta pressurizzata che volava a 10mila metri. I viaggi aerei erano uno spettacolo tale che a volte l'arrivo di un volo finiva sulla prima pagina del giornale locale. Volare a quel tempo era un evento, quasi un evento sociale. E bisognava vestirsi per l'occasione (opens new window), soprattutto in business class.

Avete sete ma non c'è niente di adatto da bere? Ecco posca (opens new window), il Gatorade delle legioni romane.


Yamato

Kiri (霧)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è kiri (霧), nebbia. La nebbia ha un significato simbolico in molte culture, e anche in Giappone viene spesso associata all'incertezza, alla confusione e alla mancanza di chiarezza. Da noi la nebbia è lo stato della coscienza dal quale bisogna allontanarsi ("snebbiare la mente") e qualcosa del genere si dice anche in giapponese. Ma non c'è solo questo.

Infatti, kiri, la nebbia, sia in Giappone che in Italia può essere vista come una sorta di limite o barriera che separa il mondo visibile da quello invisibile, e può essere utilizzata come un modo per rappresentare l'ignoto o l'inesplorato. Nella letteratura giapponese, la nebbia è spesso utilizzata come uno sfondo o un elemento della trama per creare un'atmosfera misteriosa o evocare un senso di isolamento. Un esempio? Ne prendo cinque.

Nel romanzo "Kokoro" di Natsume Sōseki la nebbia è utilizzata come simbolo della confusione mentale e della solitudine dei personaggi. La nebbia appare spesso quando i personaggi si trovano in momenti di incertezza o in preda ai loro demoni interiori. Invece, nel racconto breve "Il ponte di Arima" di Yasunari Kawabata la nebbia è presente come elemento della trama, poiché il protagonista si trova a dover attraversare un ponte sospeso nella nebbia, senza essere in grado di vedere dove sta andando. La nebbia rappresenta qui l'incertezza del futuro e il senso di solitudine del protagonista.

In un altro romanzo, "Il signore dei cigni" di Yasunari Kawabata, la nebbia è utilizzata come sfondo per creare un'atmosfera misteriosa e evocare un senso di incertezza. La nebbia appare spesso durante i momenti più importanti della storia, creando un'atmosfera di tensione e di ambiguità. Anche nei "Diari di uno yoji" di Jun'ichirō Tanizaki, la nebbia è utilizzata come elemento della trama per creare un'atmosfera misteriosa e ambigua. La nebbia appare spesso durante i momenti in cui il protagonista si trova a dover affrontare sfide o prendere decisioni difficili, creando un senso di incertezza e di confusione.

Infine, nel famoso testo del teatro kabuki "Il mistero di Yotsuya" di Tsuruya Nanboku IV, la nebbia è utilizzata come elemento della trama per creare un'atmosfera misteriosa e spaventosa. La nebbia appare spesso durante i momenti più oscuri e drammatici della storia, creando un senso di suspense e di incertezza.

Queste sono forse le letture più classiche tra quelle possibili della nebbia all'interno della letteratura giapponese. In Italia potremmo fare un elenco simile, con delle differenze, o allargarlo anche ad altri paesi e culture. Ma non serve, già c'è. Purtroppo è poco noto ma nel 2009 Umberto Eco, assieme a Remo Ceserani, ha curato una antologia oggi introvabile (pubblicata da Einaudi (opens new window)) e intitolata semplicemente Nebbia (opens new window). È una specie di catalogo delle meraviglie della bruma: quando e dove compare il termine e cosa evoca e perché: "La nebbia è uterina. Ti protegge. Legioni di esseri umani desidererebbero tornare nell'utero (di chiunque, come diceva Woody Allen). La nebbia ti realizza questo sogno impossibile. Ti concede una felicità amniotica". Ci sono poi centinaia di pagine, testi, poesie, frammenti dalla letteratura di moltissimi paesi e secoli diversi. Meraviglioso.

A me la nebbia piace, soprattutto associandola a San Francisco e a Parigi, alla fotografia dei grandi della street e del reportage umanistico. La nebbia soprattutto in bianco e nero e come elemento chiave per leggere la realtà avvolta nell'incertezza e nell'indefinibile. Da questo punto di vista accosto la nebbia soprattutto al saggio di Antonio Costa, Vedere nella nebbia: per un repertorio di film brumosi che chiude l'antologia di Eco e Cesarani. E la rivedo nei miei ricordi di una mattina sul lago Biwako. Dalle finestre di un hotel di Ōtsu si può vedere il lago più grande del Giappone, circondato di montagne, con surreali pedalò colorati e lungolaghi abbandonati nella stagione più fredda; e una nebbia leggera, perfida, che si muove come neve in una serie di righe orizzontali affogate di bianco, creando un'immagine del mondo in bianco e nero, fluttuante.


Italiana

L'intervista un po' strappalacrime (opens new window) a Eros Ramazzotti che fa da testimonial di una tendenza sempre più diffusa: essere single di mezza età. Poi questa è disegnata con toni da gossip, l'amore eterno e intramontabile per la Hunziker (la quale invece sta benissimo come sta), la profondità della solitudine. Però è sempre una specie di racconto pop, quello del Corriere, uno sceneggiato antico.

Per alleggerire un po', la storia della famiglia che ha inventato le palle di vetro con la neve dentro. Quelle del Babbo Natale, del Duomo di Milano e via dicendo. Spiegata bene sul Post (opens new window). E sempre dal Post lo spiegone del film Una poltrona per due (opens new window), il classico televisivo di Natale, che si trova anche su Paramount+.

Le religioni sono tra loro incompatibili? Visto che siamo a Natale, vale la pena chiederselo. La risposta è che forse no (opens new window), non lo sono. Sempre L'Indiscreto, che si autodefinisce "un magazine inattuale", offre la sua lista di libri da leggere durante le vacanze. Quella di quest'anno basta per varie vite (opens new window).


Multimedia

Che Natale è senza musica? Ecco il Christmas Special del 1979 (opens new window) di Kate Bush (ospite speciale Peter Gabriel) in versione restaurata. Gentile omaggio del poeta Roberto R. Corsi. Thank You, Bob!

La qualità forse non è eccelsa, ma anche questo speciale dei Toto, Live From Cleveland nel 1978 (opens new window) vale la pena, eccome.

In tempi relativamente più recenti, per rispondere a una scommessa ("Se crolla il muro vado a suonare a Berlino"), Roger Waters ha tenuto un concerto epico: questa playlist documenta quel che successe più di trent'anni fa a Berlino: The Wall Concert 1990 (opens new window). Poco prima, nel 1989, i suoi ex soci avevano fatto un altro epico concerto a Venezia: Live in Venice (opens new window).

Un sorriso per concludere: il Pacco (opens new window) con Totò e Nino Taranto. Un momento di grande teatro al cinema.

E per quelli della mia generazione, gli auguri della Coca Cola (opens new window) degli anni Ottanta. Non è solo perché eravamo giovani. L'originale in americano è precedente, degli anni Settanta: Christmas Hilltop Commercial (opens new window)

Chiudiamo in bellezza con Candle on the Water (opens new window), la più bella canzone dei film Disney classici.


Tsundoku

Un editor e uno scrittore non sono sempre sulla stessa lunghezza d'onda. I loro talenti e le loro intenzioni sono collegati ma spesso in conflitto. Prendiamo Bob Gottlieb, 91 anni, uno dei più famosi e affermati editor di libri dell'ultimo mezzo secolo (che è stato per un certo periodo redattore del New Yorker). Sostiene di trovare la fama che ha un po' sconveniente. Ma ha lasciato che sua figlia, Lizzie, girasse un documentario, Turn Every Page (opens new window), su di lui e su uno dei suoi scrittori più famosi, Bob Caro, 87 anni, che ha curato da quando Caro scrisse The Power Broker (opens new window) (libro fenomenale su Robert Moses e il modo con il quale ha modellato a sua immagine e somiglianza New York City) nel 1974; Gottlieb sta ora aspettando il volume finale dell'epopea di Lyndon Johnson di Caro. Matthew Schneier è andato a trovare Gottlieb a casa sua, dove si è dimostrato irritabile con lui quasi quanto lo è con Caro nel film. Fenomenale, c'è tantissimo da leggere, qui.

Come progettare un universo bello e crudele: il romanzo di Gabrielle Zevin "Tomorrow, and Tomorrow, and Tomorrow" (opens new window) è una lettera d'amore al gamer letterario e la dimostrazione che siamo entrati nell'età della maturità dell'intrattenimento videoludico. Avevo già citato il romanzo ma sta crescendo l'apprezzamento del pubblico di tutto il mondo e, insomma, è un gran bel romanzo.

C'è un'arte che si è perduta. È quella della scrittura dei thriller, i romanzi d'azione. A me piaceva uno degli ultimi grandi mestieranti del genere, purtroppo scomparso tragicamente, cioè l'italianissimo Stefano Di Marino (opens new window) alias Stephen Gunn. Ma c'è uno dei grandi maestri che ha spiegato decenni fa come si scrive un thriller (opens new window): Ian Fleming, il papà di 007.

Cheri (opens new window) non è un libro nuovo: Colette pubblicò il romanzo nel 1920 e il suo seguito sei anni dopo. Ma Rachel Careau lo trasforma in un testo diverso (opens new window) da tutti quelli che abbiamo visto in inglese. L'arguzia sovversiva di Colette, le sue osservazioni decisamente dirette sul sesso e sulle dinamiche di potere e la sua sconfinata umanità fanno sì che il libro risulti fresco e attuale come uno di quelli che abbiamo letto quest'anno: commovente, divertente, persino scioccante.

Non è mai il momento sbagliato per leggere un romanzo di Guido Morselli. L'autore che ha conosciuto il successo solo dopo la sua dipartita, e che ha amaramente speso la vita in odio all'establishment critico e letterario italiano, con questo Contro-passato prossimo (opens new window) si supera e di gran lunga. Il puntiglioso accanimento nell’inseguire il dettaglio – di cui si ha una prova sbalorditiva nella prima parte, dedicata alla descrizione della Edelweiss Expedition –, la trascinante vena ironica e polemica, la lucidità nel percepire i rapporti fra le forze politiche ed economiche e nell’inserirvi l’azione dei singoli, da Rathenau a Hindenburg, da Giolitti a Lenin, rendono continuamente provocante la lettura di questo romanzo, che è insieme una macchina fantastica nutrita da un sottile estro teatrale e un rovente pamphlet contro la superstiziosa ossequienza alla Storia, che tanto spesso ha impedito e impedisce di vedere come la storia di fatto avviene.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

La storia trentennale di una piccola e umile app: PCalc (opens new window). Creata da James Thomson quando era ancora studente, è un po' il sogno di chi voglia avere un "pet project" di successo. E che successo! Comunque, in ogni caso è una bella storia di come si sviluppa software nel mondo Mac e non solo. E del rapporto di uno sviluppatore di software con Douglas Adams oltre a Steve Jobs.

Dopo due anni di sviluppo, SvelteKit ha finalmente raggiunto la versione 1.0 (opens new window). Da oggi è il modo consigliato per costruire applicazioni Svelte di ogni forma e dimensione.

Ma forse non vi piace javascript, vero? Altra proposta, allora. Htmx in breve: è una libreria (opens new window) che consente di accedere alle moderne funzioni del browser direttamente dall'HTML, anziché utilizzare javascript.

Infine, regali di Natale di iA.net (opens new window). Un tema per chi fa lettere dedicato al sistema di videoscrittura basata su markdown iA Writer (il mio editor di testo quotidiano, lo uso anche per questa newsletter) e una pagina per costruire i temi dei lucidi per iA Presenter, la nuova app per le presentazioni di cui abbiamo solo accennato ma della quale parleremo in futuro.

Questo articolo (opens new window) tratta i meccanismo di funzionamento interno di Copilot di GitHub. Viene esaminata una versione del codice di Copilot grazie a un bell'esercizio di reverse engineering, il modo in cui è stata creata l'ingegnerizzazione dei prompt, l'estrazione di snippet, l'invocazione di modelli, la telemetria e molto altro ancora. Nell'articolo (opens new window) sono disponibili un link al codice e uno strumento per esplorare la base di codice recuperata.

Starship (opens new window) è un prompt infinitamente personalizzabile per qualsiasi shell. È compatibile con le shell dei sistemi operativi più comuni. Starship può essere minimale o ricco di funzioni a seconda delle esigenze. Non male.


Piccole passioni
Piccole passioni ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Avete voglia di aspettare a lungo? Nel caso, ecco una buona notizia. Le nuove tecnologie alimentari potrebbero restituire alla natura l'80% dei terreni agricoli del mondo. È infatti in fase di sviluppo una serie di nuove tecnologie (opens new window) che rendono possibile una rivoluzione sistemica della produzione alimentare. Secondo una recente ricerca, questa trasformazione potrebbe soddisfare l'aumento della domanda alimentare globale da parte di una popolazione umana in crescita con meno del 20% dei terreni agricoli esistenti. In altre parole, queste tecnologie potrebbero liberare dall'agricoltura almeno l'80% dei terreni agricoli esistenti. Solo che lo farebbero nel giro di un secolo. Ottimo, no?




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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