[Mostly Weekly ~182]

‌Infotainment e guerre di religione


A cura di Antonio Dini
Numero 182 ~ 28 agosto 2022

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Una società che si occupa di cybersecurity per fare i suoi corsi e video di security awareness ha prodotto un musical (opens new window). È l'infotainment della cybersicurezza.

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Intanto, buona lettura.


La cotidianeidad tiene estos lazos, el entrañamiento del aire que se respira a dos, del sudor que se mezcla, la ternura animal de lo irremediable
— Rosa Montero



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Editoriale

C'è una guerra di religione in corso in America, fate attenzione. Due messaggi molto chiari. Le scuole del Texas hanno iniziato a ricevere manifesti con il motto nazionale "In God We Trust" che dovranno esporre in conformità con una nuova legge statale (opens new window). Nel frattempo, un consiglio scolastico del Wisconsin ha votato qualche giorno fa (opens new window) per vietare agli insegnanti di esporre le bandiere di Black Lives Matter e del gay pride nelle loro classi, affermando che tali esposizioni "sono messaggi politici".

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Cargo, more cargo
Cargo, more cargo ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Alcuni particolari riguardo alla storia dei documenti sequestrati a Mar-a-Lago a Donald Trump, che è sempre interessante sapere. Ma soprattutto incapsulata nell'articolo (opens new window) c'è una gallery di immagini molto interessante (che non riesco a "spacchettare"). È una serie di foto e commenti fatti dal giornalista Daniel Samuelsohn che per Politico nel 2007, quando Trump era presidente, potè seguire alcuni eventi a Mar-a-Lago (opens new window). Si vede il dentro della tenuta, che era un ex club (ma in realtà è nata come villa per gli ospiti di Marjorie Merriweather Post (opens new window) negli anni Venti (opens new window), che sperava peraltro di trasformarla in una Winter White House (opens new window)). Samuelsohn ci mostra sia l'interno della tenuta (curiosità per molti) ma soprattutto aveva già indicato tutta una serie di problematiche di sicurezza nazionale per gli Usa che adesso stanno tornando fuori con la storia dei documenti.

Si sta preparando una vera e propria guerra culturale sul posto di lavoro, negli Usa e in misura minore anche da noi in Europa. È la guerra relativa al ritorno in ufficio (opens new window) dopo una lunghissima pandemia. Anche Apple ci prova (opens new window). La gente però non vuol tornare, neanche per la settimana corta.


Yamato

Rangaku (蘭學)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è rangaku (蘭學), che vuol dire letteralmente "studio dell'olandese" ma per estensione significa "imparare dall'Occidente". Questo perché originariamente il Giappone, nonostante avesse già abbondantemente avuto a che fare con i portoghesi, dal 1641 al 1853 a causa della politica di isolamento nazionale dello shogunato Tokugawa (sakoku 鎖国, letteralmente "Paese incatenato"), avevano comunque dei contatti con l'enclave olandese di Dejima. È tramite questi rapporti che il Giappone si è tenuto al passo con la medicina e la tecnologia occidentale, e quel blocco di conoscenze è considerato fondamentale per lo sviluppo iniziale del Paese nei tempi moderni.

In realtà si parla spesso del periodo di chiusura del Giappone e di come alla fine venne riaperto "a forza" dal commodoro Perry. Si evita di raccontare però cosa avvenne prima del 1641: il "Paese incatenato" fu preceduto da un periodo di commercio molto libero e poco regolato, e soprattutto di pirateria diffusa. I marinai e i mercanti giapponesi viaggiavano per l'Asia, talvolta formando comunità in alcune città straniere, mentre le ambasciate e gli inviati ufficiali visitavano gli Stati asiatici, la Nuova Spagna (che poi sarebbe diventato il Messico nell'Ottocento) e l'Europa. Questo periodo fu anche caratterizzato da un gran numero di commercianti e pirati stranieri residenti in Giappone e attivi nelle acque giapponesi. Insomma, un discreto casino. La politica del sakoku aveva l'obiettivo di riorganizzare e ordinare il Paese, eliminando il fattore di complessità e instabilità che questa apertura anarcoide portava.

Invece, il termine rangaku, la conoscenza olandese, è simpatico perché contiene anche un pizzico di spiegazione su come il giapponese crei parole nuove e che metodo segua per "sezionare" quelle straniere. I due caratteri 蘭 (ran) e 學 (gaku) giocano due partite molto diverse. Gaku significa studio, conoscenza, apprendimento. Invece ran è preso solo per il suo suono, e perché è l'abbreviazione di o-ran-da (阿蘭陀), dove ran è la sillaba con l'enfasi e quindi quella prescelta per l'abbreviazione. Ran dal punto di vista sintattico è un ateji (当て字, "carattere assegnato") cioè si riferisce ai kanji utilizzati per rappresentare foneticamente parole native o prese in prestito, senza tenere conto del significato sottostante dei caratteri. Funziona anche con le parole nuove in giapponese: la parola "sushi" viene spesso scritta con il suo ateji "寿司". Sebbene i due caratteri abbiano rispettivamente la lettura su e shi", il carattere "寿" significa "la durata naturale della vita di una persona" e "司" significa "somministrare", e nessuno dei due ha a che fare con il cibo.

L'ateji come mezzo per rappresentare le parole in prestito è stato ampiamente sostituito nel giapponese moderno dall'uso dei katakana. Tuttavia, molti ateji coniati in epoche precedenti sono ancora in vigore e questo è un modo per capire se una nuova parola in giapponese è "antica" o no.


Italiana

Il Post argomenta (opens new window), basandosi sugli studi fatti da uno storico svizzero pubblicati da Politico (opens new window), che una "mega-siccità" come questa l'abbiamo vista solo nel 1.500. Insomma, potrebbe essere la peggiore degli ultimi cinquecento anni (dobbiamo aspettare l'autunno per tirare le somme) ma le premesse sono quelle. Cita anche gli ultimi rilevamenti del servizio europeo Copernicus Emergency Management Service (opens new window) per avere dei dati concreti sui quali ragionare.

La questione della centrale nucleare di Zaporizhia è piuttosto spinosa, come sappiamo tutti, e la politica fa di tutto per renderla ancora più complicata e paurosa: apparentemente è parte del suo lavoro. Poi c'è il consueto "gap" tra politica e tecnica, che serve per pilotare l'opinione pubblica. Poi ci sono i tecnici che intervengono e dicono pianamente "come stanno le cose" (anche se semplifico io e purtroppo semplificano anche loro). Poi ci sono quelli che li leggi (opens new window) e, nonostante siano da vent'anni professori ordinari di impianti nucleari, ringrazi la Madonna che non possano nuocere alla società. L'intelligenza è articolata, ne esistono vari tipi, ed evidentemente qui sono presenti solo alcuni.

Uno sport che molti hanno praticato per anni senza sapere che avesse un nome: Il Post (tanto per cambiare9 ci spiega (opens new window) cos'è e come funziona l'air guitar, che "per lungo tempo però rimase un comportamento privato perché ritenuto comunemente poco appropriato o addirittura connotato negativamente come sintomo di malattia mentale".

Non riesco ancora a smettere di ridere e manca solo l'affiliazione con Amazon o Zara per rendere ancora più assurdo questo articolo del Corriere, ma comunque, eccolo, con le foto "rubate" dagli account Instagram perché non so se ve ne siete accorti ma i giornali non hanno più i soldi per pagarsi le immagini: Ritorno in ufficio: capi e abbinamenti su cui puntare per non rinunciare all’eleganza (opens new window)


Eventuali

Una bella scarica elettrica e l'anziano torna arzillo. Sembra una battuta, ma a quanto pare è dimostrato scientificamente (opens new window) che alcune scariche nel cervello delle persone anziane hanno la capacità di migliorare la memoria a breve e lungo termine.

I ricercatori stanno ancora cercando di capire esattamente cosa succede all'interno del muscolo per creare i nodi, conosciuti anche come trigger points miofasciali. Ma conoscono alcuni modi per evitarli o alleviarli. Vale la pena (opens new window), per quelli di noi che hanno il collo incordato e le spalle dure come assi di legno.

L'incredibile [storia di OneTaste, una società di educazione al benessere incentrata sulla sessualità con sede nella Bay Area. È nota soprattutto per i corsi sulla "meditazione orgasmica", una procedura coperta da copyright che prevede che un uomo usi un polpastrello guantato e lubrificato per accarezzare il clitoride di una donna per 15 minuti. Per molti, che cedono al programma e si trasformano in altre persone sposandosi sulla base delle indicazioni aziendali, OneTaste è molto più di una serie di workshop. È un'azienda che, in brevissimo, è capace di prendere il sopravvento su ogni aspetto della loro vita. Secondo alcuni, è una moderna setta tecnologica (opens new window).


Multimedia

Tecnicamente non è un video (sta incapsulato dentro twitter), comunque il modello educativo di questa maestra (opens new window) mi piace da impazzire. Avrei voluto averlo io, alle elementari.

Lourdes Leon è la figlia di Madonna ed è entrata nel business di famiglia con un nome d'arte, una canzone e un video: Lock and Key (opens new window), di Lolahol. La canzone è stata coprodotta da Eartheater con Samuel Burgess e Hara Kiri. Eartheater ha anche diretto il video.

Un podcast ante litteram. Venticinque puntate trasmesse da Radio Rai nel 1994 in cui lo scrittore Giuseppe Pontiggia discorre sul tema dello scrivere. Si intitola, non a caso, Dentro la sera. Conversazioni sullo scrivere (opens new window).

Central Luanda è una di quelle bolle di ordine, benessere e ricchezza che ti fa venire in mente che forse c'è qualcosa che non va. Questo documentario (opens new window) parte dalla parte ricca della capitale dell'Angola per porsi molte domande e raccontare la storia del Paese, compreso il colonialismo portoghese e trent'anni di guerra civile. Sino ad arrivare agli "Angola papers" e alla famiglia Dos Santos che si è approfittata di tutto quello che poteva fare (e ancora sta facendo) dividendo il paese tra pochi ricchissimi e moltissimi molto poveri.

Elvis Presley con Suspicious Minds, cantata e ballata live in Las Vegas (opens new window). È un piacere vedere come la continua a tirare, neanche fosse una corda.

Il tunnel sotto la Manica: la storia raccontata da Geopop (opens new window). L'Eurotunnel è una delle realizzazioni di ingegneria sottomarina più notevole al mondo: 39 Km sott'acqua.

Ci sono due linee di lettura di questo documentario intervista a Ermanno Cuoghi (opens new window): la storia di una persona che ha lavorato dagli anni Sessanta al 2008 nel mondo delle corse come meccanico, al fianco dei grandi (Niki Lauda e gli altri) per "pasteggiare" un po' con la passione delle gare. E l'altra è leggere com'è lavorare con gusto, amando quello che si fa, e anche divertendosi ma nel senso di fatica e gusto. Una lezione che negli anni ho sempre ascoltato raccontare dagli americani e che oggi in Italia sembra che sia un sapore importato. Invece, è un piacere anche nostro. A corollario, c'è questa intervista di Enzo Biagi a Enzo Ferrari (opens new window) che è notevole e questa a Niki Lauda (opens new window) (e a Montezemolo) che vale la pena. E poi il film Rush (opens new window), ammettiamolo: non ci ha azzeccato molto. Guardate questa doppia intervista (opens new window) a James Hunt e Niki Lauda e scoprite che è un altro mondo.


Tsundoku

Ho un ricordo piuttosto vivido di Fred Lyon, il fotografo americano nato nel 1924 e scomparso pochi giorni fa (opens new window) che è stato definito "il Brassaï di San Francisco". Il 22 ottobre del 2019 ero a San Francisco per lavoro e alle 18 sono andato all'apertura della piccola mostra "Fred Lyons Vineyard" che era stata organizzata da Alex Ramos, direttore del negozio Leica della città (opens new window), all'interno della sua galleria. Tra un gruppetto di appassionati e in un contesto molto informale mi sono fatto avanti, cosa che di solito non capita, e mi sono presentato, spiegando che ero in visita dall'Italia e avevo colto l'occasione per conoscerlo e stringergli la mano. Ora, non lo sapevo all'epoca ma Lyon era una persona estremamente concreta e alla mano (opens new window) ma soprattutto dalle emozioni semplici e dirette: si è preso bene che fossi venduto dall'Italia a conoscerlo e per dieci lunghissimi minuti (con mio grandissimo imbarazzo) ha trasformato la serata in un evento in onore dell'ospite straniero. È stato bello, è stato intenso, è durato un attimo e per una volta incontrare uno dei miei eroi si è rivelato ancora meglio di quello che pensassi. Ho scoperto un artista che era in realtà uno straordinario artigiano (opens new window) e che "lo faceva per campare", con un gusto, almeno nel suo modo di raccontarlo, che mi ricorda molto quello che provo nel mio lavoro. Lo facciamo (mi permetto di dire metterci assieme, per un attimo) per vendere una foto o un articolo in più. Poi, a lui veniva particolarmente bene, a me mica tanto, però ci sta. Invece, le sue foto erano un delizioso mix di mistero, umorismo, glamour e vita quotidiana. Aveva un occhio e un cuore enormi, pari forse solo all'amore per San Francisco, la città che ha fotografato per tutta la vita. Una nota finale: Lyon ha chiarito più volte di aver abbandonato l'analogico da tempo, di non capire per quale motivo la gente vuole ancora infilarsi nel processo scomodo, impreciso e puzzolente dello scatto e dello sviluppo della pellicola, e si rammaricava solo di non avere altri 50 anni di fotografia davanti per inventarsi immagini straordinarie con le macchine digitali. Sono contento di averlo conosciuto. Se volete vedere il suo lavoro, i tre libri di riferimento sono San Francisco Portrait of a City 1940-1960 (opens new window), San Francisco Noir (opens new window), e Vineyards (opens new window). O semplicemente Google Immagini (opens new window).

Ricordate l'apertura di Mostly Weekly della settimana scorsa? Beh, l'idea The Good-Enough Life (opens new window) è quella. Anzi, di più. Nel 1953, il pediatra e psicoanalista britannico D. W. Winnicott iniziò a scrivere sull'idea di genitorialità "sufficientemente buona", termine da lui coniato e per il quale è ancora oggi famoso. Secondo Winnicott, dopo l'infanzia i bambini non hanno bisogno di genitori instancabilmente reattivi o auto-sacrificanti. Anzi, scriveva, è fondamentale per lo sviluppo che i genitori diminuiscano nel tempo il loro "adattamento attivo" ai bisogni dei figli. Così facendo, insegnano ai figli a "mettere in conto il fallimento" e a "tollerare i risultati della frustrazione", due abilità necessarie fin da piccoli, come sa chiunque abbia visto un bambino imparare a gattonare. Nel suo libro The Good-Enough Life (opens new window), lo studioso e docente di scrittura Avram Alpert amplia radicalmente l'idea di Winnicott di sufficienza, trasformandola in un'idea di ampio respiro. Alpert vede la sufficienza come un'alternativa necessaria al "pensiero della grandezza", ovvero alla duplice convinzione che tutti abbiano il diritto di intraprendere "ricerche personali di grandezza" e che i pochi grandi possano elevare i molti mediocri. Alpert non chiede ai suoi lettori di abbandonare completamente i loro obiettivi, ma ci chiede di riconoscere l'improbabilità di diventare la prossima Kim Kardashian o di creare un paradiso per i lavoratori. Sostiene inoltre che aggrapparsi troppo strettamente a questi sogni, a scapito di quelli più piccoli o parziali, ci espone a un fallimento sia pratico che morale: secondo lui è egoistico, soprattutto a livello politico, aspirare esclusivamente a cambiamenti così grandi da risultare irraggiungibili. Piuttosto che puntare alla grandezza, quindi, Alpert ci chiede di accettare che la frustrazione e la limitazione sono parti ineludibili, e talvolta benefiche o belle, della vita umana.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Molti sviluppatori e in generale molti appassionati hanno un rapporto feticistico con la tecnologia, lo sappiamo. Computer, monitor, tastiera e tutti gli altri accessori. Alcuni ne fanno una professione. È il caso di Mark Ellis, che è tutt'altro che inutile, anzi. Prova, recensisce, pubblica, e ci si fa la paga. In questo caso dà consigli mostrando la sua configurazione per iPad mini (opens new window). A me questo fa sempre pensare un po' di cose: innanzitutto, il bisogno di mostrare che è la "propria" configurazione, cioè propri computer e propria configurazione, anche se è super pettinato e poi cambia dopo poco tempo (di solito un paio di mesi). E poi alla buona fede: non credo che uno venga pagato dalle aziende (al limite gli regalano la tastiera, ma mica ci campi), quanto che cerchino configurazioni molto SEO like. Configurazioni acchiappaclick. Configurazioni furbe e fotogeniche, insomma. Solo un dubbio, eh.

I software che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale per fare cose che sono computazionalmente possibili solo da sistemi complessi sta introducendo dei cambiamenti incredibili e tremendi. Una startup della Silicon Valley (opens new window) offre tecnologia per alterare la voce ai dipendenti dei call center di tutto il mondo: "Sì, è sbagliato... (opens new window) ma esistono molte cose sbagliate al mondo". Sanas (opens new window) sta costruendo una tecnologia di alterazione della voce in tempo reale che mira ad aiutare i lavoratori dei call center di tutto il mondo a parlare come degli occidentali.

L'ossessione per le tastiere meccaniche, una cosa un po' da nerd lo ammetto, è diventata mainstream con questo articolo del New Yorker (opens new window). Che avesse ragione Riccardo? (opens new window)


Yet more cargo
Yet more cargo ~ Foto © Antonio Dini

Certezze nella vita

Il culto dell'American Express è una cosa notevole: i motivi per i quali possederla (opens new window), quale scegliere (opens new window) e persino le campagne pubblicitarie epiche, come quella il cui slogan è Don’t leave home without it e ha avuto testimonial degli spot con Robert De Niro, Stephen King, Martin Scorsese, Josè Mourinho, Kate Winslet e altri attori, sportivi, registi e personaggi dello spettacolo. Questo breve mini-documentario spiega il motivo del suo successo commerciale (opens new window) dell'Amex, mentre questo è uno spot con Batman e Robin (opens new window) e questo con Luciano Benetton (opens new window). Per citare un mio amico: "Ce l'ho dal 1985 e rappresenta una delle poche certezze della vita. Mi dà la sicurezza che posso fare spese importanti se sono nei guai". Ecco: una delle poche certezze della vita.



I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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