[Mostly Weekly ~181]

La vita vista nello specchietto retrovisore


A cura di Antonio Dini
Numero 181 ~ 21 agosto 2022

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Cose su cui meditare: quando AirBnB è nato, c'erano padroni di casa "veri" che affittavano le loro case spesso belle e dicevano: "C'è della birra artigianale per te nel frigo!". Ora è l'ottantesima proprietà in affitto di qualcuno con mobili di plastica dell'Ikea ed è anche senza sapone.

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Intanto, buona lettura.


We’re driving faster and faster into the future, trying to steer by using only the rear-view mirror
–– Marshall McLuhan



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Editoriale

Il discorso di Bill Watterson al Kenyon College nel 1990: "Creare una vita che rifletta i vostri valori e soddisfi la vostra anima è un risultato raro. In una cultura che promuove senza sosta l'avarizia e l'eccesso come la bella vita, una persona felice di fare il proprio lavoro è di solito considerata eccentrica, se non sovversiva. L'ambizione è compresa solo se si tratta di salire in cima a una scala immaginaria del successo. Chi accetta un lavoro poco impegnativo perché gli permette di avere il tempo di perseguire altri interessi e attività, è considerato un fallito. Una persona che abbandona la carriera per stare a casa e crescere i figli è considerata non all'altezza del suo potenziale, come se il titolo di lavoro e lo stipendio fossero l'unica misura del valore umano. Vi verrà detto in centinaia di modi, alcuni sottili e altri no, di continuare a salire e di non essere mai soddisfatti di dove siete, di chi siete e di cosa state facendo. Ci sono milioni di modi per svendersi, e vi garantisco che ne sentirete parlare. Inventare il senso della propria vita non è facile, ma è comunque consentito e credo che sarete più felici per il disturbo".

Aggiungo, Edward Abbey: "Un ultimo consiglio: non bruciatevi. Siate come me: un entusiasta riluttante, un crociato part-time, un fanatico a metà. Conservate l'altra metà di voi stessi e delle vostre vite per il piacere e l'avventura. Non basta lottare per la terra, è ancora più importante godersela. Finché si può. Finché è ancora qui. Quindi uscite e andate a caccia, a pesca e a divertirvi con i vostri amici, andate a esplorare le foreste, a scalare le montagne, a scalare le vette, a correre i fiumi, a respirare a fondo quell'aria dolce e brillante, a sedervi in silenzio per un po' e a contemplare la preziosa quiete, lo spazio incantevole, misterioso e fantastico. Divertitevi, tenete il vostro cervello nella testa e la vostra testa saldamente attaccata al corpo, il corpo attivo e vivo, e vi prometto questo: vi prometto questa dolce vittoria sui nostri nemici, su quegli uomini e quelle donne legati alla scrivania con il cuore in una cassetta di sicurezza e gli occhi ipnotizzati da calcolatrici da tavolo. Vi prometto questo: sopravvivrete a quei bastardi".

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Pausa pranzo
Pausa pranzo ~ Foto © Antonio Dini

Importante

La maggior parte delle persone probabilmente non ha mai sentito parlare di Three Arrows Capital. Ma l'ascesa e la caduta dell'hedge fund con sede a Singapore è una delle saghe finanziarie più folli di questo secolo. 3AC, come è chiamato di solito, è stato uno degli attori principali del nuovo (e spesso piuttosto strano) mondo degli investimenti in criptovalute. I due fondatori, Su Zhu e Kyle Davies, erano considerati da tutti come le persone più intelligenti del settore: scriverlo è un luogo comune, ovviamente, ma è anche un fenomeno del mondo reale, la gente ci crede. Hanno studiato insieme alla scuola d'élite Andover, poi di nuovo alla Columbia University, e hanno avviato 3AC una decina di anni fa, con sede nel loro appartamento condiviso. Quando Three Arrows è diventata un fondo da 10 miliardi di dollari, nel 2021, il mondo finanziario li ha consacrati come due geni e due visionari. Nella disordinata e non regolamentata industria delle criptovalute, ciò si è tradotto in un'enorme quantità di fiducia (bene immateriale) spendibile (attività molto materiale), che Zhu e Davies hanno sfruttato chiedendo prestiti per miliardi di dollari, senza il normale livello di garanzia o divulgazione delle attività aziendali. Come racconta questo reportage di Jen Wieczner del New York Magazine (opens new window), le cose si sono poi fatte davvero folli e oggi i due (probabilmente ancora molto ricchi) sono sostanzialmente due latitanti a livello internazionale e potrebbero nascondersi in un complesso residenziale a Dubai. Storie come queste bisogna leggerle per crederci.

Il Giappone sta lavorando tantissimo (opens new window) sullo studio e la realizzazione di vaccini per una serie di malattie virali tropicali semisconosciute e micidiali. La ragione è che queste malattie stanno saltando fuori una dopo l'altra (opens new window) come le cavallette. Le ragioni sono multiple e quello che si prepara è una tempesta perfetta, altro che Covid-19.

La costa della California sta facendo conoscenza con l'inizio del Big One (opens new window), solo che non si tratta del terremoto, bensì di una serie di crescenti tempeste portate dal cambiamento climatico.

Molti Paesi stanno guardando all'energia nucleare in seguito all'aumento della richiesta di indipendenza energetica e della necessità di energia senza emissioni di carbonio. L'energia derivante con una tecnologia o un'altra dalla fusione nucleare ha attirato molti fondi da parte di grandi investitori, venture capital e grandi aziende. La Fusion Industry Association prevede che sistemi a fusione di nuovo tipo saranno collegati alla rete energetica nel 2030. Questo articolo presenta 10 aziende (opens new window) che lavorano a progetti con università e laboratori nazionali. Sono contrario ma non lo ignoro.

Google ha capito che il suo motore di ricerca ha un problema potenziale. Anzi, più che potenziale. I suoi risultati sono talmente imbottiti di pubblicità e di manovre seo che non sono più rilevanti. Per questo sta pensando di fare una piccola rivoluzione (opens new window). Ma potrebbe non bastare. È difficile da credere, ma uno dei problemi principali di Google, una volta avviato, era che non c'era molto da vedere online. Avere un ottimo motore di ricerca è inutile se qualcuno digita "come coltivare un giardino di erbe aromatiche" e la risposta non esiste online. Con l'avvento di Google AdWords, è diventato redditizio pubblicare contenuti di bassa qualità che passavano per informativi e riempivano i risultati del motore di ricerca di Google. Il risultato finale è che i siti web in cima a Google non sono necessariamente quelli di qualità più elevata, ma piuttosto quelli che si sono impegnati di più nella SEO. Quello che era nato come un modo ben intenzionato di organizzare le informazioni del mondo si è trasformato in un'azienda che concentra la maggior parte delle sue risorse sulla monetizzazione dei clic per sostenere gli inserzionisti, piuttosto che concentrarsi sulla fornitura di risultati di ricerca affidabili per le persone. Il problema, oggi, è drasticamente diverso rispetto a un decennio fa: non è cosa leggere/comprare/mangiare/guardare/ecc. ma capire quale sia la cosa migliore da leggere/comprare/mangiare/guardare/ecc. con il nostro tempo e attenzione così limitati. È un casino (opens new window).


Yamato

Kaizen (改善) La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è kaizen (改善), composta dai termini kai (改) "cambiamento", e zen (善), "migliore". Si tratta di un neologismo, coniato nel 1986 dall'economista giapponese Masaaki Imai e vuol dire letteralmente "cambiamento in meglio" ma ha preso nel tempo il significato di "miglioramento continuo" perché definisce una filosofia in ambito lavorativo e soprattutto industriale che è stata applicata per prima dall'azienda Toyota. Per questo kaizen è considerato un sinonimo di "toyotismo" ed è la parola chiave di interi manuali di strategia in ambito economico, per la gestione della qualità e anche di tipo comportamentale.

L'idea di fondo del kaizen è legata a quella del miglioramento continuo a piccoli passi da parte di tutti ed è contrapposta frontalmente all'idea di innovazione radicale e rivoluzionaria che parte da un piccolo gruppo di innovatori. Il kaizen è nato per aiutare l'industria giapponese del dopoguerra a migliorare la qualità dei propri prodotti industriali realizzati a partire dagli anni Cinquanta, percepiti come alquanto scadenti. Il Giappone è stato il primo di quei Paesi, seguito da Corea del Sud, Taiwan e infine dalla Cina continentale, ad avviare attività manifatturiere che producevano a prezzi più bassi di quelle occidentali ma con una qualità peggiore. Uno dopo l'altro tutti hanno costantemente migliorato e superato la loro controparte occidentale.

Al centro del kaizen ci sono una serie di regole e di suddivisioni degli sforzi produttivi articolate di solito in gruppi di cinque o sei regole, che servono per segmentare i processi e individuare le attività che devono essere pianificate e poste in essere. La cosa è complessa e contiene anche molte idee che in realtà non sono spiegate scientificamente ma rimandano ad assunti culturali e in parte esoterici, cioè non sono spiegate se non agli "iniziati", i consulenti di più alto livello e i dirigenti.

La cosa paradossale è che il termine kaizen venne introdotto prendendo a prestito una parola inglese. Uno dei primi strumenti educativi realizzato da consulenti americani per aiutare i dirigenti giapponesi a introdurre il controllo di gestione nelle fabbriche (il Giappone è stato militarmente occupato soprattutto dagli americani ma anche dai britannici fino al 1952) fu un filmato intitolato Miglioramento in 4 Passi realizzato dalla Training Within Industry (TWI). Questo filmato in giapponese venne tradotto kaizen eno yon dankai e il termine kaizen rimase come chiave per intendere un'idea appunto di miglioramento continuo.

Se le radici del kaizen sono nell'approccio scientifico di tipo statistico e nella standardizzazione della produzione di tipo fordista, l'implementazione è completamente giapponese e tale è anche il suo sviluppo nel tempo, nonostante sia poi stato riportato in Occidente negli primi anni Novanta. E questo mix è fenomenale, a mio avviso: a partire da quel periodo, visti i successi di Toyota e altre aziende, c'è stata una continua scoperta dell'idea del kaizen, con manager che studiavano e cercavano di interpretare principi giapponesi di lavoro caricandoli di misticismo e virilità da samurai. I nostri guerrieri in doppiopetto si ergevano a silenziosi studiosi delle tecniche esoteriche di gestione della qualità per trasformarle in armi contundenti nei meeting e nelle convention aziendali. Uno spettacolo, insomma.

In effetti, parte di quello che abbiamo metabolizzato del kaizen è l'idea che occorra cambiare la mente di chi lavora nell'azienda per coinvolgerlo sempre più profondamente. Un approccio paradossale oltre che profondamente manipolativo, perché va in continuo conflitto con altre teorie e pratiche manageriali, con l'esternalizzazione di buona parte delle risorse chiave e di molte funzioni; infatti, sia con i contractor che con i consulenti strategici, che in realtà assorbono al loro interno molte attività di ricerca e sviluppo. L'idea invece è che l'operaio o l'impiegato ci debba "credere", debba cioè avere un forte senso di identificazione con l'azienda e la sua visione, anche un costante addestramento, per poter contribuire non solo con il lavoro ma anche con le idee e i suggerimenti.

Assieme a kaizen c'è anche un altro termine giapponese che si è diffuso nella cultura manageriale esoterica degli anni Novanta: il kanban (カンバ), letteralmente "insegna" o "cartello", ma meglio conosciuto in Occidente con la locuzione inglese "just in time" ed è parte organica della metodologia kaizen.

Il termine inglese indica il metodo della produzione (la reintegrazione delle scorte a mano a mano che vengono consumate, senza accumulo in magazzino, quindi spreco di valore immobilizzato) ma la parola giapponese indica il modo: il cartello è posta sopra il contenitore e riporta la tipologia di materiale che viene usato per la lavorazione, che viene rifornito quando è stato vuotato. Questo approccio, fatto crescere su scala enorme come ha fatto Toyota (e decine di altre aziende giapponesi) permette di vedere lo scorrere dei cartellini tra produttore e fornitori, e gestire in maniera più efficiente la filiera dei fornitori. È un metodo visivo che permette di gestire processi complessi in maniera più semplice e diretta.

Il Kanban è diventato anche un approccio allo sviluppo del software, ma con caratteristiche diverse. È stato infatti ripensato come sistema di atomizzazione delle attività di un singolo programmatore per suddividere attività complesse in pezzetti più facilmente gestibili e rapidamente eseguibili. Dal momento che i guru della gestione aziendale e della consulenza utilizzano gli slogan come forme di preghiera laica e richiamo al divino produttivo, anche il Kanban informatico ha un suo motto: Stop starting, start finishing!, cioè "Smettila di iniziare, comincia a finire!". Un motto apparentemente paradossale e profondo, ma il cui significato è decisamente elusivo. Ma di questo uno si accorge solo dopo aver comprato e letto il libro o pagata la consulenza.


Italiana

Frozen Hell! Simone Cosimi scrive su Wired (opens new window) del primo ministro finlandese Sanna Marin e degli attacchi che le vengono fatti per aver partecipato a una festicciola a casa di amici e (orrore!) aver ballato, e mi trova completamente d'accordo: "Alcuni video, circolati non si capisce bene come nelle scorse ore, hanno riacceso un surreale dibattito sia in patria che all’estero. Siamo alla follia totale". In rete un po' di donne mostrano un minimo di supporto (opens new window), ma è veramente un dibattito da medio evo profondo.

Parlando di politica: Il Post pubblica i programmi dei partiti politici (opens new window) per le prossime elezioni, che si terranno a settembre. Di certo ci sarà modo di vedere dei cambiamenti, però è già un buon punto di partenza.

L'ambiente (non la politica industriale o i sussidi di Stato, proprio l'ambiente, invece) è di fatto il grande assente in queste elezioni: Greta Thunberg ha sollevato il problema quattro anni fa (opens new window) ma da allora passi in avanti reali non se ne sono fatti. Le elezioni politiche in Italia sarebbero il momento perfetto in cui avere un partito ambientalista, quelli che una volta si chiamavano "verdi": trasversale e moderno, che metta al centro il tema dell'ambiente e non quello delle agende politiche di destra, sinistra o populista. Peccato che non esiste (opens new window). Anzi, i temi verdi oggi sono in mano alla politica tradizionale o populista (due realtà che si sono già saldate da tempo, a nostra colpevole insaputa).

In cima al Monte Rosa (4.556 metri), al rifugio Capanna Margherita, un tale posta una foto in calzoncini e scarpe da ginnastica. Lo insultano (opens new window): "alpinista della domenica", "l’ennesimo merendero pantaloncini corti e scarpe da ginnastica per salire fino a capanna Margherita. Io mi chiedo se sta gente abbia un minimo senso di cosa voglia dire essere in montagna su un ghiacciaio". Lui però è Nirmal Purja, il re degli ottomila nepalese, noto "per aver scalato tutte le quattordici montagne di ottomila metri nel giro di poco più di sei mesi". Non solo, "insieme con altri nove, è stato il primo a raggiungere la vetta del K2 in inverno". A questo punto non so più veramente in che mondo sto vivendo né di che cosa stiamo parlando. Rivoglio questi cinque minuti della mia vita indietro.

Ci vuole una giornalista dal nome straniero e Internazionale per pubblicare in lingua italiana un articolo sensato su Jovanotti e i suoi party di spiaggia: I costi sociali del Jova Beach Party (opens new window).

Apple, ecco perché bisogna aggiornare subito iPhone, iPad e Mac (nel mio piccolo ci sono andato in prima pagina su (opens new window) Repubblica e La Stampa). Consiglio: fatelo, e fatelo subito.


Altre

La nuova musica che viene da New York City è il drill rap. Vulture ci spiega (opens new window) di cosa si tratta. Se si elimina il rumore che circonda il drill rap newyorkese (le diss track, le preoccupazioni per la sicurezza, la demonizzazione da parte dei politici locali) si trova un gruppo di ragazzi giovani e ambiziosi che cercano di dare la propria impronta a una delle forme d'arte più eccitanti emerse negli ultimi decenni. Nato nelle strade di Chicago all'inizio degli anni 2010 e maturato nel Regno Unito prima di arrivare a Brooklyn, il drill è diventato rapidamente il cuore pulsante della scena musicale della città. Ma ha anche attirato le ire del sindaco Eric Adams, che una volta ha denigrato il genere dopo l'omicidio di due delle sue stelle nascenti. Sebbene Adams abbia poi ritrattato i suoi commenti, questi hanno reso ancora più difficile parlare del drill. Ecco perché Vulture ha deciso di riportare l'attenzione sugli artisti. L'articolo fa parte di uno speciale più ampio che la testata dedica al drill c'è una dissezione del suo sound (opens new window), una panoramica dei suoi guai legali (opens new window) che il drill deve affrontare attualmente, una playlist di brani essenziali (opens new window) e un profilo del defunto Jayquan McKenley a.k.a. CHI WTTZ (opens new window). Nell'articolo principale ben 19 artisti (opens new window) locali raccontano alla scrittrice Camille Squires cosa significa essere un rapper drill a New York nel 2022, quando la loro musica è sottoposta al controllo più intenso di sempre. Come racconta Sheff G, una delle prime star del drill di Brooklyn, attualmente in carcere: "La gente parla del drill, ma non si prende il tempo per capire davvero cosa passiamo. Non vogliono farlo".

Jean-Jacques Sempé (opens new window) è stato un impareggiabile osservatore della condizione umana (opens new window). Il famoso vignettista e illustratore francese, creatore di copertine del New Yorker per tre decenni, è morto l'11 agosto all'età di 89 anni (opens new window).

Certo, c'è il gps, le mappe sul telefono, la ricerca istantanea di qualsiasi cosa. Certo. Però ci sono almeno due o tre cose che dovremmo tutti saper fare, giusto in caso non ci fossero telefoni con il gps a portata di mano. Questo articolo spiega (opens new window) come usare la bussola e fare tre cose semplici ma importanti. Consiglio di impararle, non occorre essere Giovani Marmotte.

Come ci spiega il New Yorker (opens new window), è abbastanza inquietante e ansiogeno che sia una macchina a dirci cosa desideriamo, oppure no?

Una storia straordinaria. Il frutto più nutriente che si conosca, l'avocado, un membro per lo più sempreverde della famiglia dell'alloro, è un fantasma dell'evoluzione che avrebbe dovuto estinguersi quando lo fecero gli animali che se ne nutrivano e ne diffondevano gli enormi semi. Fortunatamente, non è successo. Diffuso in Europa e in Nord America durante l'era glaciale, è riuscito in qualche modo a sopravvivere in Messico e a diffondersi da lì. La sua storia è semplicemente incredibile (opens new window), sia dal punto di vista botanico che da quello antropologico, cioè del suo impatto con gli esseri umani.

Ci sono i rivoluzionari della sintassi e i grammarnazi. Ci sono le regole di stile ma ci sono anche un sacco di casini che derivano dal fatto che stiamo sempre più assimilando "modi d'uso" e convenzioni che vengono da altre lingue. Segnatamente, l'inglese americano. Ad esempio, i maledetti trattini. Comunque, una convenzione che è davvero difficile da rendere automatica è quella del paragrafo. Quand'è che un blocco di testo si può dividere in maniera corretta da un altro? Qui, in inglese, cercano una spiegazione (opens new window).

Sembra passato un secolo da quando la gente faceva la coda e si menava davanti ai negozi della Swatch per mettere le mani su uno dei nuovi MoonSwatch. Potrebbe essere stata una delle ultime grandi isterie capitaliste per un luuuungo periodo di tempo. Comunque, la storia la racconta Wired (opens new window).

A quanto pare i giovani che vogliono divertirsi e trovare partner non amano più Tinder (opens new window). Invece, ci sono altre app che stanno attirando più allupati. Ottimo.

Se c'è una cosa che non sopporto è fare la spesa al supermercato e andare al checkout automatico, quello con il lettore di codice a barre con cui devi litigare tutte le volte per qualunque motivo. Anche voi lo odiate? Tutto il mondo lo odia. Però c'è un motivo se è sempre più diffuso (opens new window).

Noi uno come Steve Martin non ce l'abbiamo. Dopo oltre 60 anni di attività, la leggenda della commedia americana era pronta a chiudere i battenti. Poi sono arrivati "Only Murders in the Building" e le sue tre nomination agli Emmy. E un nuovo spettacolo teatrale. E un nuovo libro. E un nuovo documentario. Ma dopo questo, è finita. Martin ne è convinto. O no? (opens new window)


Multimedia

La mia compagnia aerea preferita è Cathay Pacific (opens new window), penso che dovrebbe bastare questo (opens new window) o questo (opens new window). Comunque, per andare al punto, trovo la storia di Hong Kong affascinante. Sia quella moderna (opens new window), a partire dalla dominazione britannica ai giorni nostri, che quella più arcaica (opens new window), che fa capire molte cose di quanto la Cina sia in realtà molto meno unita di quanto non si pensi da fuori (e quindi si capisce perché verrà sempre gestita con il pugno di ferro dalla élite del momento). Segnalo Tai-pan (opens new window) di James Clavell per chi volesse approfondire.

Visto che parliamo di aerei, com'è volare dentro un C-130 (opens new window), uno dei grandi trasporti militari? Una volta un amico che faceva l'ufficiale addetto alle relazioni con la stampa dell'aeronautica militare mi aveva detto che, quando non ce l'ha fatta a qualificarsi per pilotare i caccia, ha preferito fare altro "anziché fare il camionista in cielo" con G.222.

E ogni tanto anche una bella stroncatura, perché no. In questo caso, della business class di Lufthansa (opens new window), fatta da una cosa rara ma interessante come fenomeno: uno youtuber self-funded (opens new window). Si paga da solo i biglietti aerei (cioè ha altri giri e altre sponsorizzazioni, e in più utilizza le miglia fatte con le carte di credito e cose così) e si può permettere di dire tutto quel che vuole. Un ragazzo da tenere d'occhio.

La pubblicità di Excel (opens new window) nel 1990. L'inizio del male.

L'ho trovato solo adesso: uno spettacolo australiano (opens new window) con Olivia Newton-John (la stella), gli ospiti stranieri (Abba) e Andy Gibb (il "bello" dei Bee Gees). Bello.

Nel 1975 John Carson, uno dei più importanti personaggi della televisione americana (e indirettamente internazionale) fece una storica intervista all'allora presidente degli Usa, Ronald Reagan. La prima parte (opens new window) e la seconda parte (opens new window). Da studiare per capire come si fa comunicazione e politica.

E infine, giusto il tempo per il brano più straordinario (opens new window) mai registrato: Jon Anderson & Todmobile eseguono Awaken, dal vivo nella sala concerti Harpa di Reykjavík il 15 novembre 2013.


Tsundoku

La London Review of Books propone una piccola serie di quattro libri (opens new window) accomunati dalla stessa idea di fondo: perseguire la crescita economica in modo da non peggiorare la situazione del pianeta e dei suoi abitanti. È possibile? Se lo sono chiesto Per Espen Stoknes con Tomorrow’s Economy: A Guide to Creating Healthy Green Growth (opens new window), Jason Hickel con Less Is More: How Degrowth Will Save the World (opens new window), Tim Jackson con Post Growth: Life after Capitalism (opens new window) e il gruppo composto da Giorgos Kallis, Susan Paulson, Giacomo D’Alisa e Federico Demaria con The Case for Degrowth (opens new window). Questa settimana mi sento di consigliare solo questa lettura.

Non so (e non credo) che compriate a man bassa i libri che suggerisco, però leggete l'articolo introduttivo della London Review perché è un piccolo saggio che vi farà capire come dovremmo effettivamente riflettere al di fuori da degli schemi oramai mortali per noi come specie. Infatti, la questione centrale è se l'attuale concatenazione di crisi una sull'altra sia un prodotto dell'attuale modalità di crescita economica o della crescita economica in sé. È possibile perseguire la crescita economica in modo da non peggiorare le cose per il pianeta e i suoi abitanti: possiamo, come si dice, "disaccoppiare" la crescita dalle emissioni di gas serra, dal declino della biodiversità e dalla distruzione degli habitat? Oppure siamo condannati perché è proprio l'idea di crescita economica che non va, a prescindere dalla strada e dal modo scelto? E in questo secondo caso, quali alternative abbiamo?


Coffee break

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Al-Khwarizmi

È una vecchia storia che da qualche parte ho già trattato su Mostly Weekly ma non la ritrovo più. Comunque, questo è un interessante aggiornamento. In pratica, l'uomo che ha costruito un micro-fornitore di connessione (un Isp localissimo) invece di pagare 50mila dollari a Comcast, si sta espandendo a centinaia di case. Per i principali ISP quest'uomo è poco più di una seccatura (opens new window). Per noialtri che leggiamo Ralph Waldo Emerson (e per buona parte di Reddit, a quanto pare) è un eroe. Perché, quando Comcast ha chiesto 50mila dollari per espandere i propri servizi nella sua città e quando AT&T ha potuto fornire solo una frazione di ciò che lui ha costruito, Jared Mauch si è preso la responsabilità di costruire una rete Internet accessibile e incredibilmente veloce per sé e per i suoi vicini del paesino in Michigan in cui vive. E adesso è il simbolo di qualcosa che in molti si sono dimenticati: l'autonomia.

A quanto pare il 7 settembre potrebbe tenersi l'appuntamento per il lancio dei nuovi iPhone (opens new window) (che poi verrebbero commercializzati dal successivo 14 settembre). A me sembra troppo presto di una settimana, ma vedremo. Invece, quest'anno nuovi iPad, il nuovo iPadOS e macOS Ventura (con qualche nuovo Mac) verranno tutti presentati il mese dopo e lanciati il mese dopo. Al centro c'è il cambiamento che Apple sta spingendo con il nuovo iPadOS 16 e in particolare Stage Manager (che va anche su Ventura). Per capire l'importanza di questa mossa suggerisco di tornare a leggere l'articolo di Federico Viticci (opens new window), che fa seguito alla sua recensione del MacBook Pro 14 (opens new window) dalla prospettiva di un utente iPad e le valutazioni sull'iPad Pro 2021 (opens new window) (al centro c'è sempre lo stesso discorso che c'è da anni: l'iPad ha un hardware straordinario ma il suo sistema operativo non è all'altezza).

A proposito di macOS Ventura, che effettivamente verrà commercializzato tra due mesi ma è già in beta pubblica (lo sto usando anche io, per dire), ci sono varie osservazioni da fare. La qualità della grafica dell'interfaccia realizzata con SwiftUI è molto deficitaria (opens new window) e John Gruber questa volta ci va giù pesante (opens new window).

Un cyberdeck è una specie di computer all-in-one molto retrostyle, fatto in casa. Per esempio, questo fantastico framedeck (opens new window) che ricorda tantissimo un TRS-80 model 100 (opens new window) (ve lo ricordate? In Italia anche Olivetti aveva clonato l'originale giapponese della Kiyocera e l'aveva battezzato M-10). Ce ne sono anche altri sul mercato: questo Raspberry Pi Recovery Kit (opens new window), per esempio, oppure DevTerm (opens new window) di Clockwork. O anche questa Mainboard Terminal (opens new window) parecchio retrò.

HogBay Software se n'è uscita, un po' di tempo fa, con una app carina per Mac: si può comprare, ci si può abbonare, o si può usare per sempre gratuitamente con alcune funzionalità, sufficienti per fare cose. È un outliner fatto bene: una bicicletta per la mente, uno strumento per pensare. Si chiama Bike (opens new window). Già che ci siete, se sentite la mancanza di un browser per andare a zonzo con Gopher, il vecchio protocollo ve lo ricordate? Beh, c'è Gophie (opens new window), che in Java è per tutte le piattaforme.

Il nuovo generatore basato sull'intelligenza artificiale di TikTok utilizza il testo per creare opere illustrazioni astratte. Fantastico, vero? TikTok sta mettendo online in sordina un generatore di immagini basato su AI (opens new window) che produce illustrazioni a partire dal testo descrittivo inserito dall'utente. Al momento è disponibile solo per alcuni account privilegiati. Agli utenti viene richiesto di digitare un testo, che viene trasformato in una illustrazione generata artificialmente dalla AI. I creatori possono quindi utilizzare l'illustrazione come sfondo dei loro video. Per esempio, quando si ha bisogno di uno sfondo sintetico fico per migliorare un video di danza su TikTok.

Questo tizio si chiama Reggie Fils-Aimé, è famoso perché nei suoi dieci anni come presidente di Nintendo America ha reso possibile buona parte del successo di Nintendo DS, Wii e Switch. Adesso che dal 2019 è in pensione ragionevolmente pieno di soldi si è convinto di una cosa: il Metaverso sarà fantastico. Sentiamo cos'ha da dire questo straordinario venditore da spiaggia di tappeti (opens new window).

In pratica, ravynOS (opens new window) è un sistema operativo il cui obiettivo è di fare qualcosa di fico come ad esempio macOS e potente e libero come FreeBSD. Insomma, tanta ambizione. Ma somiglia un sacco a macOS, in effetti.

Non ho nulla contro emacs, a parte che non lo so usare. Ma il fatto che esistano tutorial (opens new window) su come fare in modo che si avvii in tempi più accettabili me lo rende un po' sospetto.

Il libro di quelli che odiano Unix (opens new window).


Colazione in ufficio
Colazione in ufficio ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Siamo dei parassiti di noi stessi? Ammorbo ogni anno i miei studenti alla Civica con una lezione sulla coscienza, cioè su quello che ci rende consapevoli, e cosa vuol dire esserlo. Cosa vuol dire "Cogito ergo sum". Adesso, con l'uscita di questo romanzo di fantascienza, Blindsight (opens new window), mi rendo conto che non sono l'unico (opens new window) a pormi il problema. E voi, la sentite la vostra voce interiore, quel monologo che dà coesione alla vostra esistenza psichica?




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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