[Mostly Weekly ~168]

Pensare con le dita e il ritorno del Believer


A cura di Antonio Dini
Numero 168 ~ 22 maggio 2022

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Intanto, buona lettura.


They aren’t a record of my thinking process. They are my thinking process
– Richard Feynman, on his notebooks



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Editoriale

Pensare con le dita
Un amico mi ha chiesto perché scrivo questa newsletter, che è bella lunga e sostanzialmente non produttiva da un punto di vista economico. La risposta è che per essere centrato ho bisogno di pensare e la newsletter è uno strumento molto utile per la disciplina mentale che introduce nella mia routine settimanale. Soprattutto in questa fase storica così frammentata e imprevedibile. La scrittura per me è una forma (o strumento per) pensare; se sto pensando ma non scrivendo, vuol dire che sto solo pensando che sto pensando. Quando scrivo, invece, penso sul serio.

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Old and new
Old and new ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Gatti di vicolo Miracoli
Quanto è bella la vita dei vicoli (opens new window). "Tenuto nascosto dietro la scena principale, il vicolo è il mondo dell'innominabile, se non dell'indesiderato".

Il Believer torna a casa
Dunque, la notizia della settimana (opens new window), nel mio microcosmo, è che The Believer (opens new window) dopo cinque anni torna a casa. E fa addirittura una campagna Kickstarter (opens new window) per finanziare il primo anno di uscite. Ho scoperto questa rivista letteraria americana per caso, grazie a Luca che mi ha chiesto di comprargli un paio di numeri una volta che andavo negli Usa attorno al 2005, e mi pare incredibile che siano passati 19 anni (e cinque da quando è stato venduto). Ma facciamo un passo indietro.

Il Believer è una rivista letteraria dodici volte finalista ai National Magazine Awards, fondata nel 2003 da Heidi Julavits, Ed Park e Vendela Vida (la moglie di Dave Eggers e scrittrice di notevole talento a sua volta) con McSweeney's come editore, che edita anche un'altra rivista fenomenale (opens new window), vera fucina di un genere da noi a lungo non praticato.

Nel 2017, durante un periodo difficile dal punto di vista finanziario, McSweeney's ha venduto The Believer all'Università di Las Vegas-Nevada, che lo ha preso sotto l'ala del Black Mountain Institute (opens new window) (costo dell'operazione: 650mila dollari). Ero stato a trovarli a San Francisco dove avevano la prima redazione e altre attività (opens new window), e sono andato a Las Vegas dopo il cambio di proprietà. E posso dire con un certo orgoglio di avere tutti i numeri (139) pubblicati sinora. Il Black Mountain Institute per ragioni varie non ce l'ha più fatta (opens new window) (incluso un direttore piuttosto criticabile (opens new window)) e l'ha improvvidamente venduto per 225mila dollari a Paradise Media (opens new window), una società che compra siti con archivi di contenuti per indicizzarli in maniera aggressiva e monetizzare i visitatori che provengono dai motori di ricerca.

L'affare è durato poco. C'è stata una mezza rivolta in rete (visto anche quale sito tra le proprietà online (opens new window) di Paradise Media ha rivendicato l'acquisto), così McSweeney's, con l'aiuto di due anonimi donatori, nel giro di due giorni (da un venerdì a un sabato della primavera del 2022) è stato in grado di riacquistare The Believer, inclusi il suo archivio e tutti i suoi asset. Adesso, forse, ricominceranno a pubblicarlo (se trovano i soldi per pianificare un anno di numeri). La speranza che la storia continui c'è. Lo spazio libero sulla mensola in camera un po' meno, ma si può provare.

crypto e web3
Molly White, sviluppatrice software e attivista (opens new window), mette in guardia su quel che sta succedendo nel mondo delle crypto e delle blockchain: molte aziende, sostiene, non hanno riflettuto abbastanza sul potenziale abuso della tecnologia. «Sono sorpresa – dice – di quanto spesso lo sollevo e la persona con cui sto parlando ammette che non gli è mai passato per la mente. Quando viene riconosciuto il potenziale di abuso, c'è un sentimento molto comune in cui si occupa di web3 che questi problemi fondamentali siano solo problemi minori che possono essere risolti in seguito, senza alcun riconoscimento che siano caratteristiche intrinseche della tecnologia che non possono essere facilmente modificate dopo averla creata e messa in produzione». Un potenziale di abusi viene fuori anche pensando ad altre storie provenienti dal web3 (opens new window). Qui invece, un riassuntone in italiano (opens new window).

Matti da legare
Il ‌New York Times Magazine racconta la storia (opens new window) di una donna alla quale i medici hanno somministrato degli antipsicotici ma che ha deciso invece di vivere con le sue voci. È esemplificativa di un nuovo movimento che vuole spostare il pensiero mainstream lontano dai farmaci e verso una maggiore accettazione di sé. Ricordo che, a parte le problematiche di tipo mentale con i farmaci psicoattivi, la cura del dolore negli Usa avviene somministrando in maniera piuttosto indiscriminata farmaci oppioidi che danno dipendenza (opens new window).

Robot e lavoro
Il problema di incolpare i robot per aver preso i nostri lavori, scrive il New Yorker (opens new window), è che sbagliamo prospettiva. Per decenni, gli effetti dell'automazione sono stati dibattuti ferocemente. Quello che ci manca è il quadro più ampio. Stiamo sbagliando i termini del dibattito perché non ci siamo resi conto dell'impatto complessivo di quel che sta succedendo.

Il regolatore europeo.
John Gruber ce l’ha da un po’ di tempo (opens new window) con l’Unione europea e in particolare la Commissione, che sta andando avanti nella creazione di una serie di normative (il Digital Markets Act) che stabiliscono con un dettaglio straniante e a tratti kafkiano cosa devono fare i produttori di telefonini, in particolare Apple. Anche perché le decisioni Ue sono dettate con un intento politico ma profondamente sbagliate nei risultati tecnologici e pratici: in buona sostanza fraintendono cose come la sicurezza, la privacy, l’accessibilità. Aprire come una scatoletta di tonno gli iPhone, lasciando il controllo della piattaforma alle terze parti e togliendolo di fatto ad Apple che la produce, non fa bene ai consumatori e non va nel loro interesse.

Oh no, it's a Bluetooth
Seguiamo lo standard pensato (male, come la Usb, del resto) per scopi diversi da quelli usati adesso. Il suo unico pregio è la universalità, ma anche molte malattie sono universali. Comunque, il Bluetooth è il cavetto senza cavetto. Peccato abbia notevoli pecche di sicurezza nelle applicazioni degli apparecchi connessi. Un ricercatore ha escogitato un hack (opens new window) che gli consente di sbloccare milioni di dispositivi connessi anche quando il telefono di autenticazione o il telecomando Bluetooth si trovano a centinaia di metri o miglia di distanza. L'hack, che sfrutta i punti deboli dello standard Bluetooth Low Energy a cui aderiscono migliaia di produttori di dispositivi, può essere utilizzato per sbloccare porte, aprire e azionare veicoli e ottenere l'accesso non autorizzato a una serie di laptop e altri dispositivi sensibili alla sicurezza. È un relay attack (opens new window), non banale da portare a termine (richiede due punti di attacco e praticamente intercetta e clona la chiave Bluetooth) ma è pur sempre possibile.


Yamato

Shodō (書道)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è shodō (書道), letteralmente "la via della scrittura". L'avevamo incrociata in maniera tangente nel numero 123 di Mostly Weekly, parlando dello stile pittorico sumi-e (墨絵), cioè "immagini (fatte) con inchiostro cinese". Quando parliamo di shodō usiamo anche la locuzione "arte della calligrafia" riferendoci all'aspetto estetico-funzionale della scrittura giapponese fatta con pennello e inchiostro tradizionali. Scrivere a mano, in Giappone, è molto più che non semplicemente vergare delle parole sulla pagina.

Introdotta per la prima volta dalla Cina in Giappone nel V secolo, la calligrafia shodō è una delle forme di espressione artistica più profonde e celebrate nella cultura giapponese. Sin dai tempi antichi i giapponesi ritenevano e pensano ancora che gli ideogrammi messi su carta riflettano lo spirito, l'emozione, la disciplina e la raffinatezza del calligrafo. La padronanza reale, profonda e completa della calligrafia è una ricerca che dura tutta la vita. Richiede una formazione rigorosa sotto l'istruzione di un maestro di calligrafia, una pratica infinita e una profonda comprensione di se stessi che, insieme all'inchiostro sumi (墨), viene imbevuta nella carta con ogni pennellata.


Eventuali

Brutalismo tropicale e modernismo californiano
Due belle gallerie di immagini da Domus. Sotto il sole dei Tropici, il Brutalismo, seppure in continuità con i principi fondativi del movimento, dismette la sua aura grave per abbracciare un linguaggio euforico e in sinergia con la natura (opens new window). Invece, sotto il sole della California meridionale, tra palme e piscine, le case moderniste realizzate nel ventennio del dopoguerra hanno rifondato il tradizionale approccio estetico e funzionale all’abitare (opens new window), divenendo pietre miliari dell’architettura contemporanea. Simmetrie interessanti.

Delitti imperfetti
Ha scritto il libro How to Murder Your Husband. E poi, sostiene l'accusa, l'ha fatto davvero (opens new window). O no? I pm americani stanno cercando di dimostrare che la scrittrice di romanzi Nancy Brophy ha ucciso suo marito con lo stesso tipo di astuzia brutale che ha pensava (e scritto) sia necessaria per eludere una condanna di uxoricidio.

Vecchi, ricchi e muscolosi
La terapia con testosterone sta trasformando l'invecchiamento. E, secondo Andrew Zaleski (opens new window) che scrive per GQ, questo è il motivo per cui i vecchi ricchi di oggi sembrano un po' più muscolosi.

Stadia sta andando
Le leggi della fisica sono difficili da sconfiggere. Anche il marketing prima o poi deve farci i conti. Così Stadia, il sistema di gioco in streaming creato da Google, sta miseramente affondando (opens new window). La ragione? Non funziona né tecnicamente né da un punto di vista economico (mancano gli incentivi per gli sviluppatori). È un problema per Google? Direi di no, visto l'abitudine a far fuori servizi e prodotti (opens new window) con una certa frequenza (opens new window).

La carica anarchica dell'erotismo
Il Corriere va avanti con le sue interviste, questa volta a Tinto Brass (opens new window): «Benché ci si racconti il contrario, siamo ancora bigotti. La morale rispetto al sesso è mutata pochissimo. E per alcuni aspetti stiamo tornando indietro. Basti pensare che ancora oggi se si vuole evitare di essere oggetto di scherno o violenza bisogna nascondere il proprio orientamento sessuale. Nell’immaginazione non c’è censura e la realtà virtuale è solo un’estensione dell’esperienza del sesso. Può essere coinvolgente e interessante, purché non determini un totale distacco dal sesso e dagli incontri reali. Nessuna tecnologia è in grado di offrire le emozioni di una vera relazione».

Ciao ciao iPod
Come sappiamo, l'iPod è definitivamente andato in pensione. Lanciato nel 2001, era ancora commercializzato ma Apple ha deciso di staccare la spina. Ovviamente l'assistenza per i modelli più recenti continua ancora per qualche anno. Al di là del valore simbolico (opens new window), è stato l'acceleratore principale dell'esplosione dell'azienda. Tant'è vero che se uno avesse comprato mille dollari di azioni Apple (opens new window) alla fine del 2001 oggi avrebbe in tasca 425.596,59 dollari, con un ritorno del 42,559,67% in 21 anno.

Multiverso degli scienziati
Il doctor Strange si avventura nel multiverso della follia (opens new window) cavalcando il termine più caldo del momento. Ma l'idea dei multiversi (The Witcher li chiama "sfere" (opens new window)) non è nata nel mondo della fantasia, bensì in quello della scienza (opens new window). Ed è un'idea piuttosto antica.

Ufo americani
Dopo il fastidio mostrato dai deputati Usa, il Pentagono ha mostrato (opens new window) nuovi video di UFO al Congresso durante la prima udienza pubblica su fenomeni aerei non identificati in più di 50 anni. Scott Bray, il vicedirettore dell'intelligence della Marina, ha anche affermato che i piloti militari ora hanno la possibilità di segnalare gli UFO direttamente dalla loro cabina di pilotaggio e ha affermato che lo sforzo per comprendere il fenomeno degli UFO è di tutto l'esecutivo.


Bond, James Bond Bond. Cognome? Bond

Il prossimo James Bond
Da ragazzino mi divertivo come un matto a guardare i film di James Bond: il mio periodo è quello di Roger Moore, invece mio padre preferiva Sean Connery, in ogni caso è sempre stato un affare di famiglia (secondo me è stata la serie cinematografica che ha inventato i videoclip (opens new window)). Poi, dopo un momento di pausa sia mio che del franchise, ho apprezzato la serie di Pierce Brosnan soprattutto perché mi piace molto l’attore (ricordate Remington Steele (opens new window)?) e il modo in cui ha reso un po’ più realistica la super-spia britannica. Infine Daniel Craig e contemporaneamente la lettura dei romanzi ritradotti da Adelphi (opens new window) (che sta meritoriamente andando avanti con il suo piano editoriale, anche se con tempi biblici) sono stati un intrattenimento piacevole. In famiglia abbiamo cominciato da un po’ di tempo a riguardare (o guardare per la prima volta, dal punto di vista dei miei figli) i film, partendo da Dr. No (opens new window), che è epico. Le “serate Bond” piacciono, i miei bambini hanno finalmente dato un senso alla baby-dance di un paio di estati fa (Il ballo dell’estate (opens new window) di Latte e i suoi derivati). Ecco, tutto questo per dire che, mentre ancora non si sa chi sarà il prossimo James Bond, l’uscita di scena di Daniel Craig è stata più lunga di quanto lui non avrebbe voluto (opens new window). Nell’articolo c’è anche la classifica dei film di 007 e la palma del peggiore ahimè tocca a Die Another Day (opens new window) con Pierce Brosnan. Il migliore? Goldfinger (opens new window).


Tic Tac

Zenith
Prendo due appunti qui per una cosa o due che volevo scrivere a tema orologi (un tema che ho trattato in passato e un po' tralasciato negli ultimi anni). È principalmente la storia di Zenith, marchio di orologeria svizzera innovativo che a un certo punto è praticamente morto, ma è tornato tra i vivi con tutto quel che serve a mantenere la tradizione e la manifattura grazie all’intuizione di un singolo tecnico, Charles Vermot (opens new window). Infatti, grazie a Vermot, Zenith ha mantenuto non solo la cultura ma soprattutto la tecnologia utilizzata per la produzione dei suoi movimenti più autorevoli (il calibro El Primero (opens new window)). Più di recente, però, la maison svizzera secondo me si è fatta un po’ prendere dallo storytelling con queste idee di quadranti colorati trovati in una scatolina della soffitta aziendale (opens new window) che sa un po’ di patacca, ma comunque è servita da base per rilanciare una variante del loro prodotto più bello (opens new window), cioè il Chronomaster Sport (opens new window), che ha linee classiche (opens new window) e come motore sempre una evoluzione del favoloso El Primero (che ha un nome spettacolare, vero?). Tra l’altro, e questa sarebbe l'altra cosa di cui vorrei scrivere sul mio sito, parlare di questo vuol dire parlare anche della fantastica gara (opens new window) per creare il primo cronografo automatico che nel 1969 vide correre in parallelo Zenith, Seiko e Heuer (oggi Tag Heuer) che si era alleata per l'occasione con Breitling e Hamilton. Un’altra super-storia, assieme a quella di come (opens new window) e perché è nato il tourbillon (opens new window) e di come sono fatti e a cosa servono le complicazioni Gmt (opens new window) e dei calendari perpetui (opens new window). Questa estate avrò parecchio da scrivere, mi sa.


Multimedia

Fatevi un bel giro nella Los Angeles degli anni Quaranta: un video ricolorato (opens new window) (non in maniera filologicamente corretta) e sonorizzato di un sobborgo residenziale, più un altro nel 1952 su e giù per il Sunset Boulevard (opens new window). La differenza la fa il remix a 60 fps.

Come ha fatto Woody Allen a diventare Woody Allen? Un documentario del 2021 integralmente disponibile su YouTube (opens new window) lo racconta piuttosto bene.

Copycats. Copioni. Ricordate quando Samsung si beccava le denunce di Apple perché i suoi primi Galaxy sembravano i gemelli degli iPhone? Poi sono arrivate altre aziende cinesi che clonano tutto, dagli aspirapolvere alle auto elettriche. Ma la passione per la "piccola tecnologia" non è mai passata, come in questo mix di "omaggi" (opens new window) che più che al Kindle mi sembra che provi a fare un mix tra i Kobo grandi e Remarkable 2 con un goccino di iPad, perché no. O forse è una cosa nuova, chissà.

Il Bazaar del falso. Istanbul, Turchia. Gran Bazaar. Ci sono tutti i falsi del mondo (opens new window). E questo tizio americano che gira con la GoPro a fare recensioni e segnalazioni. Ci sono posti che sono diversi dai posti ai quali sono abituato. La cosa bella è che all'inizio si lamenta che gli è stato bloccato l'account Instagram. Chissà perché. Manca poco ti dia anche il numero di cellulare dei vari gestori dei negozi pieni di falsi (orologi, borse, scarpe, vestiti, cappotti e tutto il resto).

Toto, Africa, un bel medley. Che altro dire? Un palazzetto bello pieno (opens new window), tanta roba.


Tsundoku

La Cina è già qui (opens new window) di Giada Messetti è un tentativo pop ma abbastanza riuscito di spiegare non soltanto cosa sta facendo il colosso cinese ma anche perché sia così diverso e parzialmente difficile da capire. Cambiano le coordinate mentali, il modo di parlare, di pensare, di intendere le cose. E questo si riflette nella vita, nel lavoro, nella politica e negli affari. Insomma, interessante.

Tra le pagine (opens new window) di Hugo Hamilton è candidato a seguire i fasti dei libri sui libri, che hanno reso famoso ad esempio Carlos Ruiz Zafon. Il protagonista del romanzo di Hamilton è una prima edizione de La ribellione di Joseph Roth, una novella che narra la storia del suonatore di organetto Andreas Pum. Quando nel 1933 la vecchia copia del libro viene tempestivamente salvata dai roghi nazisti a Berlino, la sua vita comincia a intrecciarsi con le esistenze di tante persone: da quella del suo stesso autore, scrittore ebreo-austriaco in fuga, a quella di David Glückstein, professore ebreo di Letteratura tedesca alla Humboldt. Fino alle avventure di una ragazza che trova sul retro del libro una piccola mappa disegnata che la condurrà a Berlino, dove tutto è iniziato.

Will Ferguson è un travel writer canadese, un autore di guide e di libri di viaggio che ho scoperto per caso ormai più di quindici anni fa. Riccardo mi ha ricordato di aver recuperato (su mia indicazione) e letto con gran gusto il libro che gli avevo segnalato: Autostop con Buddha - Viaggio attraverso il Giappone (opens new window).


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Pensiero computazionale
Il “computational thinking” non vuol dire “pensare come un computer” (quella sarebbe decisamente una lettura superficiale) e non è una fisima strana da informatici. Invece, c’è dietro un modo di ragionare (opens new window) molto più sottile che va fino a Seymour Papert (opens new window) anche se il termine è stato coniato da Jeannette Wing. Questo articolo (opens new window), nonostante un titolo assurdo, in realtà fa un lavoro interessante nel raccontare di cosa si tratta e a cosa serve. C’è di meglio (opens new window).

Celebrare le piccole cose.
Julia Evans, che è una fantastica informatica-divulgatrice (opens new window), ci ricorda una cosa molto importante: celebrare i piccoli traguardi (opens new window). Il contesto nel quale lo dice è quello del miglioramento come programmatrice, ma in realtà il concetto è più ampio. Qui vale come esempio ma se facciamo astrazione lo possiamo applicare in molti altri ambiti, sia lavorativi che scolastici o personali.

La solida formazione intellettuale di GPT-3
Gaia Giorgi fornisce una sua interpretazione letteraria e anche un po’ psicanalitica di come sia la scrittura di una intelligenza artificiale (opens new window) rispetto a quella di un essere umano (il solito GPT-3). Intrigante.

Malware e iPhone
Altre insicurezze interessanti. Gli iPhone funzionano in modalità a basso consumo per 24 ore dopo lo spegnimento. Ciò consente loro di agire come dispositivi di localizzazione in caso di furto o smarrimento. Un team di ricercatori ha scoperto un exploit (opens new window) che consente di eseguire malware che rimane attivo anche quando l'iPhone è spento. È un difetto hardware, quindi non può essere rimosso con un aggiornamento di sistema. L'attacco richiede un iPhone jailbroken, quindi ha un valore reale molto limitato.

Mac Studio M1 Ultra 20 Core
Non ho avuto la possibilità di testarlo di persona, ma questa recensione di Craig A. Hunter (ormai uscita da un po’ di tempo (opens new window)) a mio avviso è una delle migliori per mettere in risalto l’aspetto muscolare delle prestazioni del processore alto di gamma di Apple, cioè M1 Ultra con venti core. Si sta avvicinando la WWDC 2022 di Apple (opens new window) (la conferenza degli sviluppatori che si tiene a partire da lunedì 6 giugno prossimo) dove di solito ci sono annunci di piattaforma e non di prodotto se non qualcosa che potrebbe riguardare o sviluppi futuri dei quali gli sviluppatori devono essere messi al corrente per poter lavorare sulla creazione del software (gli occhiali per la realtà aumentata e virtuale (opens new window) che stanno cominciando (opens new window) a far rumore (opens new window)) oppure qualcosa pensato per loro, come un Mac Pro che sarebbe esplosivo, viste le premesse di MacBook Pro e Mac Studio). Questa WWDC dovrebbe anche segnare la fine della transizione ai processori Apple Silicon, ai quali mi sono convertito completamente anche io e con grande soddisfazione.

Alghe e computer
Non c'è niente da fare: impariamo dagli esempi concreti. Come questo computer alimentato per sei mesi (opens new window) da una capsula contenente delle alghe. L'idea? Che si possa utilizzare l'energia senza devastare la natura.

Videogame filosofici
Una introduzione (in italiano) a un sottogenere dell'intrattenimento videoludico piuttosto particolare: i video game filosofici (opens new window).


Ora pronobis
Ora pronobis ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Complessità
Sapete che dire che il mondo è una cosa complessa è un mio pallino e che non accetto per principio spiegazioni semplicistiche (cioè imprecise) a fenomeni che non conosco. L’incapacità di riconoscere, trattare e pensare la complessità è un risultato soprattutto del nostro sistema educativo. Questo breve saggio (opens new window) (in italiano) di Edgar Morin spiega qual è la sua prospettiva sulla complessità: "La parola “complessità” è una parola la cui troppa pienezza ne fa una parola vuota. Più essa viene utilizzata, più il suo vuoto aumenta. C’è quindi una sfida della complessità: essa si ritrova in ogni conoscenza, quotidiana, politica, filosofica e, in maniera ormai acuta, nella conoscenza scientifica. Essa si espande, come vedremo, anche sull’azione e sull’etica".




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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