[Mostly Weekly ~123]

Nuove e vecchie distopie


A cura di Antonio Dini
Numero 123 ~ 11 luglio 2021

Buona domenica! Io sono Antonio Dini e voi vi siete davvero iscritti a Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta. Mostly Weekly non si ferma: va avanti tutta l'estate (oh yeah) anche se magari in formato un po' più ridotto). Casomai, tenetela da parte e leggetela con calma a settembre.

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Intanto, buona lettura


When I think about it, if I had to choose, I’d rather be happy than write.
—Jean Rhys



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Editorialogica

La scrittura come terapia
Sembra veramente la scoperta dell'acqua calda, almeno a casa mia. Ma scrivere ci può veramente aiutare a curare un trauma. Ci sono i soliti fantastici ricercatori, scrive la Harvard Business Review (opens new window), che ipotizzano che i traumi danneggino il tessuto del cervello e che le persone che scrivono le proprie emozioni e le proprie esperienze riescano a curare le ferite riorganizzando le sinapsi. Per me adesso tessere la trama di uno scritto acquista un sapore completamente differente: diventa un rammendo dell'anima.

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Fish bowl
Fish bowl ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

George Orwell chi?
Avete presente le distopie? Non arrivano tutte di colpo. Sono come l'acqua della pentola della rana: si scalda pian piano sino a che la rana non muore bollita senza accorgersene. Ad esempio: il dipartimento di polizia di Chicago sta utilizzando un algoritmo per prevedere se i cittadini saranno coinvolti in una sparatoria (opens new window). Mentre il sistema identifica le persone che potrebbero essere coinvolte in un incidente, non dice da che parte potrebbe essere coinvolto il cittadino: vittima o autore (sembra la premessa di Person of Interest (opens new window). Questo ha portato una persona senza precedenti di violenza a venir contattata e controllata continuamente dalla polizia. La persona è stata poi indagata due volte per altrettanti crimini violenti. Il sistema utilizza i dati dei fermi e degli arresti della polizia per formulare ipotesi plausibili su ciò che potrebbe accadere. L'uso di questo tipo di sistema potrebbe mettere intere popolazioni a rischio di un eccesso di controllo. Che dire: Philip K. Dick è morto troppo presto.

Il benessere privato
La nostra società di individualisti patologici ha molte carenze (opens new window). Il capitalismo ci spinge verso il benessere privato. Aspiriamo ad acquistare tutti quanti gli oggetti di cui pensiamo di avere bisogno, e anche di più. È un'economia che mescola l'accesso al possesso. Le cose condivise sono viste come una seconda scelta, una specie di inconveniente. La politica risponde di conseguenza, privilegiando la crescita economica e "più soldi in tasca", piuttosto che beni e servizi condivisi. Quindi, ognuno ha il proprio tosaerba mentre l'erba del parco cresce in maniera incontrollata e sgradevole. Le persone acquistano le proprie cyclette o vogatori e la palestra del centro ricreativo locale inizia a sembrare datata e con fondi insufficienti. I ricchi pagano per l'assistenza all'infanzia o assumono una tata, ma l'asilo nido del quartiere chiude. Queste cose qui (opens new window), insomma.

Extreme Tom Hanks
Parecchi anni fa dovevo prendere un aereo da Malpensa la mattina prestissimo. Era un volo internazionale e bisognava arrivare in aeroporto alle quattro e mezzo del mattino. Il piano era di uscire la sera a cena con un amico, stare fuori a far baldoria e poi farmi accompagnare verso le tre all'aeroporto, fare colazione e poi andare a prendere l'aereo. Ovviamente uscimmo alle sette di sera, alle otto e mezzo avevamo finito di magiare e alle dieci e mezzo stavamo crollando per il sonno. Alle undici e mezzo ero a Malpensa e l'amico era già sulla strada per tornare a casa. Ho passato cinque ore da incubo, stravolto dal sonno, cercando di dormire sulle seggiole della biglietteria e check-in che sono costruite per impedire di sdraiarcisi sopra, con il tipo delle pulizie che girava con la lucidatrice rumorosissima, il bisogno frustrato ma potentissimo di addormentarmi e il terrore di farlo e che mi fregassero il trolley o lo zainetto con il computer. Quando finalmente sono arrivato al gate per imbarcarmi ricordo che mi sembrava di aver passato più tempo in aeroporto di quanto fosse umanamente sopportabile. Beh, questo ragazzo siriano (opens new window) è rimasto bloccato in aeroporto per sette mesi, vivendo malissimo. L'aeroporto era quello di Kuala Lumpur in Malaysia e la storia è spettacolare ma in realtà è una di quelle che di solito non arrivano sui giornali, perché si tratta di rifugiati, richiedenti asilo, esuli, migranti. Le definizioni sono fluide e scivolose, le persone no.


Yamatologica

Sumi-e (墨絵)
Questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese c'è una parola interessante: Sumi-e (墨絵). Vuol dire "immagini (fatte) con inchiostro cinese" ed è uno stile di pittura che è stato fortemente influenzato dallo shodō (書道) la "via della scrittura", quella a cui facciamo riferimento come "arte della calligrafia" quando vediamo questi enormi ideogrammi pennellati apparentemente a casaccio su foglio giganteschi di carta bianca.

Il sumi-e è un tipo di acquerello fatto con inchiostro nero di china e ricalca lo stile cinese nato durante la dinastia Tang (618-907 dopo Cristo) e fiorito durante la dinastia Song (970-1279) per poi arrivare nel quattordicesimo secolo, grazie ai soliti monaci buddisti zen itineranti, in Giappone. Dalla nostra prospettiva di occidentali bisogna però fare una piccola distinzione, prima.

In Occidente l'impatto dell'immaginario visivo giapponese, a parte la componente della scrittura, è stato al principio quello dell'ukiyo-e (浮世絵), lo stile artistico realizzato con stampe con blocchi di legno (e anche pittura) che ha ravvivato l'arte giapponese tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo. Guardiamo a quello, agli artisti, a Hokusai (1760-1849), alle vedute del monte Fuji, alla Grande onda di Kanagawa (1831) e più o meno riassumiamo tutto l'immaginario giapponese classico, con l'eccezione di qualche disegno in bianco e nero di diavoletti un po' sbocconcellati e con le facce che sembrano mascheroni teatrali. Questo perché l'impatto dell'arte giapponese che è arrivata in occidente è stato mediato dagli impressionisti come Edgar Degas, Édouard Manet e Claude Monet, i post-impressionisti (Vincent van Gogh) e l'Art Nouveau (Henri de Toulouse-Lautrec). Tutti affascinati dai fogli brillanti e colorati dell'ukiyo-e.

Tuttavia, bisogna essere realisti a un occhio non educato (che a scuola non ha studiato storia dell'arte giapponese, per intenderci) è difficile seguire e riconoscere gli elementi caratterizzanti i diversi stili, le mani degli artisti, le esigenze poetiche e politiche dietro le varie scelte. Si guardano dipinti in stile Yamato-e (大和絵), lo stile classico del periodo Heian (794-1195) e si decide di far andare d'accordo la scuola di Tosa (Tosa-ha, 土佐派) con la scuola di Torii (Torii-ha, 鳥居派) che tanto facevano entrambe lavorare dei bravi vedutisti. Peccato ci sia qualche secolo di differenza.

Le cose insomma sono più complicate di così, anche perché la storia dell'arte giapponese procede per strade diverse e con moduli mentali differenti da quelli della pittura occidentale (non c'è Raffaello e non c'è la prospettiva rinascimentale, per dirne una) in un territorio più ampio (il gioco di influenze tra Cina, Corea, Vietnam e Giappone). I nostri canoni e modelli culturali occidentali ci possono facilmente trarre in inganno.

Come cercare di immergersi in questa pluralità? Bisogna fare delle distinzioni. E secondo me si comincia bene guardando i lavori degli artisti che si esprimono attraverso gli acquerelli ad inchiostro, o pittura a inchiostro e acqua (come si dovrebbe più correttamente descrivere) perché consentono di fare una distinzione più istruttiva e comprensibile. Si apre così la porta alla scoperta di un materiale artistico notevole.

Quella della pittura a inchiostro e acqua è una tecnica basata non solo sull'inchiostro da calligrafia (cinese, come abbiamo detto) e l'acqua, ma è anche fortemente ritualizzata. Con una pietra per inchiostro il pittore prepara la mistura del proprio nero frammentando un bastone d'inchiostro e diluendolo. Con pennelli di grossezze diverse con la punta assottigliata e con differenti densità di pelo (scelto tra diversi animali) e usando l'acqua e la pressione della mano, l'artista costruisce la sua palette di tratti: linee sottili o effetti sfumati. Lo fa in modo simile ai nostri acquerellisti, che nelle tecniche canoniche utilizzano una mezza dozzina di pennelli e gli sfumini, ma anche spugne di differente consistenza e densità e alcuni tessuti o pelli (o il dito).

La maggiore difficoltà tecnica? Non si può sbagliare. Le linee fondamentali non possono essere corrette. È l'idea centrale di lavorare con l'inchiostro di china, il sumi (墨) che è un tipo d'inchiostro solidificato, composto da un impasto di colla e fuliggine ricavata dalla combustione di resina vegetale, estratta da alberi di camelia, di pino e di lacca. Una cosa nera e densa che crea una materia la quale, per quanto diluita, non si fa piegare facilmente alla volontà dell'artista. Ma che è capace di rendere quello che altre tecniche di pittura non sanno fare. C'è, nei tratti ad esempio dei paesaggi di artisti come Sesshū Tōyō (雪舟 等楊, 1420-1506), il sapore umido della nebbia, oppure strati sovrapposti di ombre e foschie che sembrano i classici retini dei manga.

Una cifra stilistica caratteristica di questa tecnica di acquerello, rispettata degli artisti che la praticano, è quella che si ispira all'idea di semplicità e armonia con la natura. I tratti mirano non tanto a riprodurre oggetti veri o verosimili, ma a riprodurne l'essenza. La pennellata coglie con semplicità una forma, una intensità del nero, che rappresenta lo spirito del soggetto: il temperamento di un cavallo più che la sua struttura e i suoi muscoli. Questo richiede una tecnica incredibile, che si fonde con quella della calligrafia, in parte perché gli strumenti e i materiali (pennelli, inchiostro, carta) sono simili o gli stessi, in parte perché i movimenti sono essenzialmente i medesimi.

Le tonalità di nero e la densità delle ombre si raggiunge variando la densità dell'inchiostro: più o meno acqua, più o meno pressione, più o meno carico di materia in una singola pennellata. La pratica per arrivare al controllo di questa tecnica è di tipo zen: consiste nella ripetizione quasi infinita, portata avanti per decenni, di gesti che diventano una seconda natura, senza alcuna spiegazione formale strutturata sul perché fare una certa cosa, un certo gesto.

La semplicità del tratto non è solo una forma di minimalismo ma anche una forma di astrazione: come per la scrittura degli ideogrammi, anche il tratto dell'acquerello non è tanto una disposizione di chiari e di scuri, di luci e di ombre del mondo fisico, quanto la base per una forma di intenzione espressiva che si riverbera e si fonde nella triade disegno, carattere e significato. Da un lato l'ideogramma e il suo significato. Dall'altro il disegno e il suo significato. Sono due coppie di concetti, due entità duali inseparabili che si fondono in una cosa sola, sintesi di forma e significato.

Made in Chinologica

Ci manca LeCarré?
Lunedì a Monaco di Baviera hanno arrestato un politologo di 75 anni, Klaus Lange, con la moglie. Faceva la spia e anche il doppio gioco: informatore dei Servizi tedeschi (il Bnd) e spia del governo cinese (insieme alla moglie: quando si dice una coppia che condivide tutto). Qui (opens new window) ne parlano su Formiche (così ogni tanto si legge qualcosa in italiano) perché il caso da noi è stato rivelato dal sottosegretario con delega all'intelligence, Franco Gabrielli.

I Big Data cinesi
L'Impero di mezzo è un attore potentissimo nel mercato della tecnologia, come sappiamo bene. Pensiamo al blocco voluto da Donald Trump (cioè dettatogli dai suoi burattinai e grandi sponsor) per alcune aziende cinesi "scomode" per altre aziende americane (Huawei vs Qualcomm). Adesso però Reuters scopre che in Cina una società che fa test prenatali alle mamme in gravidanza ha raccolto e venduto (opens new window) i dati genetici di milioni di donne per fare "ricerca scientifica" (e l'esercito cinese era informato e complice). Bloomberg alza il tiro e pennella uno scenario che sembra un affresco (opens new window) (a tinte decisamente fosche) dello scontro sui big data tra America e Cina. I motivi per lo scontro diretto Usa-Cina stanno diventando sempre più tangibili.

L'Elon Musk del Tonchino?
La Cina ha fondato un'azienda per costruire una megacostellazione satellitare che serve a trasmettere dati a banda larga È il China Satellite Network Group (opens new window) è una nuova società creata dal governo cinese dedicata alla creazione e alla gestione di una costellazione di 13mla satelliti per le trasmissioni a banda larga. La società lavora indipendentemente e parallelamente ai principali appaltatori spaziali cinesi. Altre imprese statali e società spaziali del settore commerciale potrebbero essere coinvolte i questo progetto. A cosa serve? Dovrà contribuire allo sviluppo economico nazionale consentendo al tempo stesso le esigenze di connettività domestica in aree dove non arriva la connessione tradizionale via terra. Non si sa quando la costruzione della costellazione sarà completata. Sembra esattamente quello che Elon Musk sta facendo in America e nel resto del mondo.


Variologica ed eventualogica

Strumenti per la scrittura
L'ho rivista l'altro ieri sera dopocena in un negozio della Lego a Milano e mi è venuto il dubbio: ne ho mai parlato qui? Perché la Lego, che dopo aver rischiato di chiudere (opens new window) invece è ripartita alla grande (opens new window) e sta facendo da tempo cose interessanti con il suo approccio "adulto" ai mattoncini (e secondo me anche con il Bonsai (opens new window), il lego perfetto per la pandemia) da poco ha creato una macchina per scrivere in lego (opens new window). È un set costoso ma intrigante. Segnalo anche Brickit (opens new window), l'app che "legge" i vostri mattoncini e vi propone oggetti da realizzare (a me sembrava già un miracolo il primo software per la progettazione di oggetti Lego virtuali, questa sembra fantascienza).

Il rito obbligatorio del caffè
La caffeina dà dipendenza: ci rende più energici, efficienti e veloci ma siamo diventati talmente dipendenti che abbiamo bisogno del caffè anche solo per raggiungere il livello base, non per il guizzo ulteriore. Questo articolo del Guardian (opens new window) spiega un po' di cose su questa pandemia: attenzione, lo so che da noi il caffè è una cosa diversa dai paesi nordeuropei in cui viene bevuto "americano", "lungo", "francese" e simili. L'espresso è un'altra cosa (e nelle grandi città è più simile a una forma di gioco d'azzardo in cui c'è la compulsione a donare un euro e dieci più volte al giorno e vincere solo uno sputo nero in una tazzina) però i problemi di fondo ci sono sempre.

L'evoluzione delle linee guida sugli esperimenti su embrioni umani
Negli ultimi decenni agli scienziati è stato proibito di mantenere in vita nei loro laboratori embrioni umani per più di 14 giorni, per evitare problemi etici che potrebbero essere sollevati dalla sperimentazione mentre continuano a svilupparsi. La società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali ha pubblicato nuove linee guida (opens new window) che affermano che il periodo di due settimane potrebbe essere esteso in determinate circostanze. L'estensione del periodo in cui gli embrioni possono essere studiati aiuterebbe gli scienziati a risolvere molti problemi medici. Le linee guida sottolineano che ogni Paese dovrebbe consentire tali esperimenti solo dopo che l'argomento è stato discusso a lungo in pubblico e con un accordo di maggioranza. I critici delle nuove linee guida dicono che sono troppo permissive.

La supermappa 3D dell'universo
Il supercomputer Perlmutter di Nvidia è il più veloce al mondo per i carichi di lavoro AI. Il suo primo compito (opens new window) sarà quello di costruire una mappa 3D dell'universo. La mappa aiuterà gli scienziati a saperne di più sulla dark energy e altro. Con oltre 6mila GPU Tensor Core Nvidia A100 integrate, Perlmutter è in grado di fornire quasi quattro exaFLOPS di prestazioni AI. Le sue prestazioni saranno ulteriormente rafforzate nella fase due del suo sviluppo. Quando sarà completato, Perlmutter sarà uno dei primi cinque supercomputer al mondo.

Piccolissima risoluzione
Quella pubblicata in questo articolo (opens new window) è l'immagine di atomi a più alta risoluzione mai vista. È un'immagine degli atomi in un cristallo di ortoscandato di praseodimio, ingrandita 100 milioni di volte. La risoluzione è stata ottenuta utilizzando una tecnica basata su algoritmi chiamata "ptychografia". La sfocatura nell'immagine è causata dal tremolio degli atomi. L'uso della tecnica consentirà agli scienziati di localizzare singoli atomi in tutte e tre le dimensioni.

E grazie per tutto il pesce
Usare l'intelligenza artificiale per decodificare il linguaggio delle balene (opens new window). Il progetto CETI (Cetacean Translation Initiative) è nato con l'obiettivo di utilizzare l'apprendimento automatico per comprendere meglio il linguaggio dei capodogli. I capodogli comunicano attraverso una serie di clic molto rumorosi chiamati "code". I clic possono raggiungere fino a 230 decibel, consentendo ai mammiferi marini di comunicare tra loro per centinaia di miglia. I capodogli hanno un cervello sei volte il cervello umano che contiene anche le aree responsabili dell'empatia, dell'organizzazione sociale e della parola. CETI prevede di raccogliere quanti più dati possibile per vedere se l'intelligenza artificiale può elaborare "code" in qualcosa che possiamo capire.


Multimediologica

Centuries of Sound è una cosa surreale: un esperimento low-fi per creare un mix tape (una "compilation") per ogni anno da quando si registra la musica, ed è uno straordinario ed efficace podcast fatto di suoni e di atmosfere e nostalgia e senso del pittoresco e avremmo tutti davvero bisogno di Susan Sontag e di Roland Barthes che ci spiegassero cosa sta succedendo e cosa siamo diventati. Questo è l'anno 1936 (opens new window) (la parte free). Che bello.

Se andassimo a suonare la musica classica, chessò la sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, anche nota come Sinfonia corale di Beethoven, seguendo le indicazioni sull'esecuzione come volute dal maestro, cioè Beethoven, avremmo una sorpresa: andrebbe eseguita assai più veloce (opens new window). Fu così che la sentirono alla prima, quando venne suonata al Teatro di Porta Carinzia a Vienna il 7 maggio del 1824. Tuttavia, diciamoci la verità, a parte chi si occupa di musica classica (appassionati "seri" e musicisti) chi pensate che si accorgerebbe della differenza rispetto a una esecuzione moderna (opens new window)? È il dramma della musica: pensiamo sia magia (ricordate Il Mostro di Frankenstein Junior (opens new window) che cerca di acchiappare le note suonate dal violinista cieco Aberardo?) ma richiede cultura per essere compresa. Anche le semplici note e scale. La commozione dell'animo è socialmente connotata e fa parte della trama che tiene assieme il tessuto di una determinata epoca.

Natasha Romanoff è la Vedova Nera protagonista dei fumetti Marvel e più di recente dei film del Marvel Cinematic Universe. Il suo film, interpretato come sempre da Scarlett Johansson, non è riuscito molto bene, nonostante la simpatia per il personaggio e l'attrice. Qui l'Atlantic (opens new window) spiega quali sono i problemi e qui ci provo anche io per Fumettologica (opens new window) (secondo me c'entra anche il test di Bechdel al contrario).

Ehi, volete scattare foto come... Cartier-Bresson? How to Take Photos Like Henri Cartier-Bresson (opens new window) non è male.


Tsundokulogica

Marco Del Corona (opens new window), giornalista e corrispondente dall'Asia di lungo corso, ha scritto Asiatica (opens new window), "un libro che attraversa Corea, Giappone, Cina, Vietnam, Cambogia, Taiwan disegnando una mappa geografica e culturale per orientarsi tra i sommovimenti dell’Asia orientale". Reportage culturale e letterario, vi fa venire voglia di leggere molti altri libri.

"Una mattina, scrive Giulia Pompili (opens new window), ci siamo svegliati e il Secolo asiatico era diventato il Secolo cinese". Il suo libro Sotto lo stesso cielo (opens new window) è un cambiamento di prospettiva: anziché vedere l'Asia come se fosse solo la Cina, ci fa vedere e conoscere l'Asia dal punto di vista di Giappone, Corea del Sud e Taiwan. Giulia è una fenomenale giornalista di esteri del Foglio, specializzata sull'Asia e il suo libro è fatto bene, scritto bene e molto, molto intelligente (che per i libri che fanno i giornalisti dovrebbe essere la cosa più importante). «L'Asia orientale è un posto complicato, dove il passato torna costantemente nelle cronache contemporanee, dove anche mangiare un gamberetto può essere un atto politico. Ma è l'unico luogo da cui partire per capire lo scontro globale tra America e Cina, e magari trovare una terza via tra due modelli distantissimi».

È stato pubblicato originariamente nel 2000, è stato rivisto nel 2005 e nel 2013, e ha venduto più di 300mila copie. Don't Make Me Think (opens new window) è un libro di Steve Krug (opens new window) sull'interazione uomo-computer e sull'usabilità del web. La premessa del libro è che un buon programma software o un buon sito Web dovrebbe consentire agli utenti di svolgere i compiti previsti nel modo più semplice e diretto possibile. Krug sottolinea che le persone sono brave a soddisfare, o a prendere la prima soluzione disponibile al loro problema, quindi il design dovrebbe trarne vantaggio. Cita spesso il sito di Amazon come esempio di un sito web ben progettato che riesce a consentire interazione di qualità, anche se diventa ogni giorno più grande e complesso. Il libro intende esemplificare la concisione quasi laconica che è richiesta. L'obiettivo, secondo l'introduzione del libro, era quella di creare un testo che potesse essere letto da un dirigente su un volo di due ore in aereo. Oggi è un classico.

Due libri di due grandi attori purtroppo scomparsi. Il primo è Kiss Me Like a Stranger (opens new window) di Gene Wilder (opens new window) (ne parla in questa intervista (opens new window) con Conan O'Brian) che è stato un autore di sceneggiature, libri e anche autobiografie notevole oltre che attore e regista. Visto che in questo numero di Mostly Weekly cito Frankenstein Junior, ci sta ricordarlo nello straordinario film diretto da Mel Brooks (opens new window) che i due hanno scritto assieme (qui Brooks parla di Wilder da Jimmy Fallon (opens new window): tanta roba). L'altro è Just One More Thing (opens new window) di Peter Falk (opens new window), universalmente conosciuto per il suo ruolo iconico del Tenente Colombo e la sua frase altrettanto iconica ("Un'ultima cosa") prologo a una bordata incredibile contro il sospetto/colpevole, che per un americano suona alla grande. Tanto che è probabilmente ispirazione anche di quel modo un po' da brigante di Steve Jobs di fare una "One more thing" alla fine di alcuni dei suoi keynote, per lanciare a sorpresa qualcosa di nuovo.


Algoritmologica

Una sicurezza migliore di basso è possibile
Il nuovo design della cpu "Morpheus" ha sconfitto centinaia di hacker nei test fatti da Darpa. Il risultato si deve al nuovo processore con il nome in codice Morpheus che riscrive continuamente la propria architettura (opens new window), rendendo impossibile per gli aggressori utilizzare attacchi side-channel che colpiscono i processori x86 convenzionali. Morpheus è stato in grado di respingere 580 esperti che hanno trascorso complessivamente 13mila ore cercando di hackerare il sistema che gestiva. Con Morpheus anche se un hacker trova una vulnerabilità, le informazioni necessarie per sfruttarla scompaiono 50 millisecondi dopo. L'approccio non blocca ogni tipo di attacco, ma dimostra che è possibile una migliore protezione dagli attacchi di tipo side-channel, che non so se ve ne siete accorti ma hanno praticamente ammazzato il poco vantaggio che Intel ancora conservava con i suoi processori.

Come funziona una blockchain
Parliamo sempre di cose molto sofisticate e poi si scopre che magari non conosciamo i fondamentali. Ad esempio, cosa sono le blockchain e come funzionano (opens new window). Le blockchain sono un tipo di libro mastro digitale. I minatori (miner) fanno calcoli e aggiungono messaggi alla blockchain. I messaggi vengono sottoposti ad hashing per proteggere l'ordine e il contenuto dei messaggi. Questi registri hash sono a prova di manomissione poiché il contenuto delle voci successive dipende dal contenuto delle voci precedenti. Bitcoin utilizza un sistema distribuito senza che ci sia un proprietario unico. Invece di un'autorità centrale, molti minatori competono per scrivere un nuovo messaggio sulla blockchain, ognuno con la propria copia del libro mastro.

Storie di refactoring
Nel 2016 Uber ha deciso di riscrivere tutta la app per i rider, Helix. I programmatori hanno avuto meno di tre mesi per riscrivere oltre 1 milione di righe di codice per la piattaforma. Questo articolo (opens new window) segue l'esperienza di un ingegnere durante il processo, da quando il progetto è stato proposto per la prima volta al lancio dell'app riscritta e a cosa è successo dopo. Spiega in che modo l'esperienza ha avuto un impatto su coloro che hanno lavorato da Uber in quel periodo e in che modo il progetto ha cambiato il modo in cui l'azienda ha sviluppato le app future.

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

Fig
Io sono scappato a gambe levate, però per qualcuno può avere senso. Fig è un progetto open (opens new window) che funziona su iTerm2 e su Terminale (quella di Apple), le due applicazioni per il terminale più diffuse su macOS. In pratica aggiunge nuove scorciatoie e un completamento automatico ai terminali. Durante la digitazione vengono visualizzati vari sottocomandi, opzioni e argomenti contestualmente rilevanti. Una demo GIF è disponibile nel repository (opens new window). Sembra una IDE e dopo un po' mi manda in confusione, però funziona. Vi segnalo anche, in corsa, bpytop (opens new window), una console da riga di comando per il monitoraggio della macchina (top con gli steroidi) che va anche su Mac con chip M1.

Cose utili per il CSS
CSS :is (opens new window) è un metodo per evitare le duplicazioni all'interno delle strutture del CSS. Può trasformare ripetizioni CSS insensate in codice leggibile, compatto e facilmente gestibile. Un esempio è fornito nell'articolo (opens new window).


Evil Twins
Evil Twins ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

Scrive Lee

Una delle cose migliori dell'utilizzo della mia macchina da scrivere elettrica Adler Satellite III è che Microsoft non può installare un cosiddetto "aggiornamento" indesiderato che, spesso, farà smettere di funzionare qualcosa che ho usato per anni. E non riceverò mai un messaggio dalla mia macchina da scrivere che dice che ciò che voglio fare, come cambiare i margini, richiede un'autorizzazione aggiuntiva e che dovrei contattare il mio amministratore di sistema.

Scrive Phil:

Uso una macchina da scrivere meno di una volta al mese, quando voglio una registrazione permanente di quel che avevo da dire. Di solito è una Electra 12, con ritorno del carrello manuale. Se sono fortemente interessato a un problema locale, scrivo ai miei funzionari locali, come il consiglio comunale, la commissione per la pianificazione o la State Highway Commission, utilizzando una Brother Electronic con testina a margherita. Se scrivo più di 6 o 8 pagine, provo a utilizzare la funzione di stampa unione.

Sento che una lettera dattiloscritta riceve molta più attenzione di un'e-mail. Uso di solito la posta elettronica per la corrispondenza personale, invece con i funzionari eletti solo per questioni urgenti poiché è troppo facile ignorare le e-mail o eliminarle.

Di tanto in tanto, se voglio davvero attirare l'attenzione, tiro fuori la mia Corona pieghevole con il suo allineamento irregolare e la occasionale comparsa di lettere rosse, ma le mie dita non sono più abbastanza forti per scriverci a lungo. Invece, quando scrivo a funzionari eletti, a volte commetto errori deliberati o annullo una lettera a caso, per richiamare l'attenzione sul fatto che il testo è stato scritto a mano da una persona e non generato dal computer.

Scrive Scott, un loro conoscente:

Sono Scott. Ho trovato la mia macchina da scrivere attuale, una Olympia SM9, in un negozio dell'usato di Tucson e l'ho portata a casa per 6 dollari, sapendo che il nastro non si sarebbe invertito. Dopo settimane che ci ho armeggiato, ho risolto il problema. Anche se ho avuto una miriade di altre macchine, questa è quella da tenere. L'ho usato tutti i giorni negli ultimi tre anni.

Le complicazioni sono iniziate dopo l'infarto di mia moglie, che alla fine è andata in una casa di cura con l'Alzheimer. Un'unione di 59 anni ci ha lasciato molta storia personale. Nel febbraio 2019 la macchina da scrivere è diventata uno strumento fondamentale per generare documenti quotidiani, per lei, del nostro comune passato. Le chiamo "Questioni del giorno". La lunghezza varia da due pagine a quattro, a seconda delle mie capacità in un dato giorno. Finora ho digitato più di 480 numeri (ho perso il conto) molti dei quali ripetuti.

La macchina da scrivere regge meglio di me




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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