[Mostly Weekly ~120]

Relax (Don't Do It)


A cura di Antonio Dini
Numero 120 ~ 20 giugno 2021

Buona domenica! Come passa il tempo: è già estate e fa parecchio caldo. Io sono Antonio Dini e voi vi siete davvero iscritti a Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta. Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni: una donazione su (Liberapay (opens new window) o via PayPal (opens new window)) è però molto apprezzata.

Intanto, buona lettura


Behind every great fortune there is a great crime
-- H. Balzac



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Editorialogica

Mostly, I Write
So che lo sapete, o almeno so che alcuni di voi lo sanno. Ma Mostly Weekly (opens new window) (questa newsletter) e il mio sito Mostly Here (opens new window) fanno tutti parte dell'ecosistema nato quattro anni fa attorno al mio canale Telegram, Mostly, I Write (opens new window). Il canale è nato con l'obiettivo di pubblicare storie e pensieri che trovo interessanti, e nel tempo ha avuto un discreto successo anche perché va avanti in maniera indefessa tutti i giorni con una-due-tre notizie, curiosità, cose da leggere, articoli che scrivo e altro. Se volete iscrivervi, c'è ancora spazio. Parecchio spazio, direi. E una soglia magica da superare: mille e più mille.

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Eclissi
Eclissi ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

Il carattere e la personalità
Le categorie sono il modo con cui ordiniamo il mondo. Il mondo non è ordinato, le categorie sono nostre idee, non strutture del mondo. Le categorie non esistono. Le confondiamo con le leggi della fisica, che sono entità che esistono e che noi esprimiamo di solito con il linguaggio della matematica. Le leggi sono frutto di una nostra elaborazione, sono vere fino a prova contraria, ma l'idea è che esistano. Le categorie no, sono distinzioni più o meno arbitrarie, comunque arbitrarie. Per questo abbiamo fatto un po' di confusione per quanto riguarda la psicologia e la morale, immaginando che migliorare la nostra psicologia (opens new window) sia un dovere morale. Forse è solo una confusione di categorie, però. È rassicurante e seduttivo pensare che siamo obbligati a migliorare alcune aree della nostra personalità, mentre altri aspetti di chi siamo sono meno malleabili ma più moralmente neutri. Forse è vero, come ci chiedono l'imperativo morale e la religione, che dovremmo tutti quanti cercare di diventare più compassionevoli, onesti e indulgenti. Tuttavia, non esiste un imperativo morale paragonabile per le persone timide di diventare estroverse o per le persone eccitabili di essere più placide. Questa linea di pensiero sfrutta un divario tra quelli che potremmo chiamare tratti del "carattere", come la compassione, e i tratti fondamentali della "personalità", come la timidezza. La divisione si riflette nella ricerca psicologica, in cui lo studio della personalità per tutto il XX secolo si è deliberatamente concentrata su presunte caratteristiche non morali del sé. Molti psicologi oggi continuano a pensare che i cosiddetti Big Five (coscienziosità, gradevolezza, apertura, estroversione e stabilità emotiva, che costituiscono la spina dorsale dell'approccio dominante allo studio della personalità) non siano né buoni né cattivi. (La stabilità emotiva era originariamente chiamata "nevroticismo" e aveva un punteggio negativo). La ricerca odierna invece suggerisce che queste cinque caratteristiche possono classificare efficacemente le persone di tutto il mondo, a prescindere dal tessuto sociale in cui vivono. Ma da un punto di vista morale, cosa ci dicono? C'è un problema di categorie. Ed è un problema molto, molto interessante (opens new window).

Lavorare duro
Secondo la ventesima edizione dell'Edelman Trust Barometer (opens new window) (pdf), la maggior parte della gente non crede più (opens new window) che lavorare duro sia la chance per vivere una vita migliore. Attenzione, è sempre stato così, ma per pochi furbacchioni e freerider, oltre che per i ricconi di qualsiasi epoca che hanno sempre saputo che il gioco è truccato e che la dimensione politica e sociale modellata attorno alla borghesia mercantile e commerciale dalla fine del settecento in avanti ha un soffitto neanche tanto di cristallo. Solo che adesso il gioco è diventato troppo duro ed è insostenibile per troppe persone. Ma cosa succede ai Bill Gates e ai Jeff Bezos del pianeta quando i pezzi sulla scacchiera non vogliono più giocare?

Sono io o è il mondo ad essere sbagliato?
Avevo già scritto in passato di Bullshit Jobs (opens new window), il libro David Graeber (purtroppo scomparso recentemente) che postula l'esistenza di lavori privi di significato e ne analizza il danno sociale. È un libro fenomenale e rivelatorio nell'aprire una prospettiva diversa sulla struttura della nostra società. Ora c'è chi si chiede se tutti i lavori non siano cattivi. Perché in questo momento molte persone hanno perso completamente la speranza (opens new window) di trovare un lavoro che sia: 1) pagato bene (o almeno abbia una paga dignitosa), 2) non sia totalmente tossico e/o gestito da pagliacci totali, 3) permetta di avere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, e 4) non sia totalmente razzista/sessista e/o non stia attivamente rendendo il mondo un posto peggiore. Le nostre prospettive sembrano veramente desolanti. La versione sfigata di ragionamenti simili, in italiano (opens new window).

Amazon, dopo Apple
L'idea di Google di chiudere la porta in faccia a tutti i cookie e sostituirli con un suo sistema di fingerprinting chiamato Floc che la renderebbe monopolista di fatto della mietitura di informazioni di terze parti su Chrome non sta piacendo. Amazon a quanto pare ha deciso di bloccare Floc (opens new window) su tutte le sue piattaforme: potrebbe finire male per Floc.


Yamatologica

Shisa kanko (指差喚呼)
Per il nostro dizionario tematico di giapponese questa settimana ho trovato un termine particolare, che praticamente nessuno sa che esiste anche se quelli che hanno girato un minimo il Giappone e, in parte, l'Asia, indirettamente lo conoscono. Il termine è shisa kanko (指差喚呼, letteralmente "indicare e chiamare"). In cosa consiste è presto detto. Se salite su un treno delle JR East a Tokyo, ad esempio, andate nella prima carrozza e guardate attraverso il vetro cosa fa il manovratore, vedrete prima di tutto che indossa una inappuntabile divisa con tanto di cappello e guanti bianchi, e poi che indica gli strumenti che ha davanti a sé e parla ad alta voce prima di azionarli. È folle? Beh, se lo fanno anche tutti gli altri conducenti, allora no, non è folle: ci deve essere un motivo. Si tratta infatti della tecnica "indica e parla", cioè di un metodo per ridurre drasticamente gli errori puntando con la mano gli indicatori più importanti e chiamandoli ad alta voce. È l'equivalente di una checklist da cabina di pilotaggio di aeroplano, dove un pilota scorre un elenco di cose da fare e le chiede ad alta voce all'altro, che agisce e risponde di averle fatte. Il manovratore sui treni leggeri e le metropolitane è solo e quindi deve fare da solo: la "recita" serve per restare attento e non dare niente per scontato. Il metodo è stato inventato in Giappone per i macchinisti dei treni a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento: anche se erano due a manovrare, era spesso difficile sentirsi a bordo delle locomotive a vapore, particolarmente rumorose ed esposte agli elementi, oltre ad avere una scarsa visibilità che obbligava uno dei due manovratori a sporgersi e riferire all'altro cosa vedeva sulla via. Così l'uno chiamava lo stato del segnalamento, indicando le velocità e gli altri valori, mentre l'altro rispondeva con lo stato della macchina. A queste urla pochi decenni dopo vennero aggiunte anche le azioni di puntamento, per indicare manometri e misuratori vari, soprattutto quando il manovratore rimase da solo. Durante l'occupazione della Cina i giapponesi costituirono nel 1906 la Compagnia Ferroviaria della Manciuria meridionale (in giapponese abbreviata come Mantetsu, 滿鐵, passata poi ai russi e infine ai cinesi), e introdussero anche là lo standard shisa kanko, che è piaciuto ed è stato adottato non solo nel resto della Cina, ma anche in altre parti dell'Asia inclusa l'Indonesia. La principale differenza sta nel fatto che per i giapponesi è fermamente ritualizzato l'uso del solo dito indice, mentre in Cina si adoperano indice e medio uniti. Ma la pratica, che in Giappone è molto sentita come fatto culturale e simbolico che rappresenta l'ordine e la precisione nell'esecuzione (diremmo "il gesto plastico") è stata studiata e ripresa anche altrove. Ad esempio, la MTA della città di New York l'ha adottata a partire dal 1996, dopo una serie di incidenti in cui i treni della metropolitana aprivano le porte prima di essere fermi in banchina. Adesso, il conduttore prima di aprire deve fermare il treno, vedere il pannello zebrato con il nome della fermata fuori dal finestrino dall'altro lato rispetto a dove si trova la posizione di guida, e deve indicarla con il dito (ma non serve che parli). Se non lo fa o se non la vede, non è autorizzato ad aprire le porte. Gli americani lo chiamano "point and acknowledge". Anche in Canada, a Toronto soprattutto, si utilizza una strategia simile, sia sui treni che sui tram, anche qui come soluzione per mitigare le cause di alcuni incidenti dovuti all'errore umano, cioè alla distrazione del conducente. Da noi, invece, non si fa.

Linee zen
Naoki Urasawa, fumettista giapponese autore di serie come Monster, 20th Century Boys, Billy Bat, Asadora, ha dedicato un video sul suo canale YouTube (opens new window) a spiegare qual è secondo lui il metodo migliore per tracciare una linea usando pennino a china e righello. È ipnotico e al tempo stesso è uno spaccato della struttura lavorativa in uno studio di un autore manga (un mangaka) che vale più di un articolo sull'argomento. Infatti, dopo aver mostrato qual è il pennino che preferisce usare da ormai 40 anni, Urasawa illustra nel minimo dettaglio ogni passaggio necessario a tracciare la linea perfetta e soprattutto spiega che tipo di esercitazione serve per arrivare a padroneggiare la tecnica. L’autore afferma infatti che il processo esposto nel video, cioè ripetere su un foglio bianco linee a distanza di un millimetro l’una dall’altra, è lo stesso che fa eseguire i primi tre giorni di lavoro a ogni suo nuovo assistente. Passando dall’esercizio tecnico e meccanico, Urasawa illustra poi come utilizzare i tratti per realizzare le linee cinetiche. +

Variologica ed eventualogica

Per una dieta etica e sana
È vegano chi “limita la propria alimentazione a cibi di origine vegetale, escludendo, oltre alla carne, anche uova, latticini, miele”, dice il vocabolario della lingua italiana. Il nome è la trasposizione del termine che viene dalla lingua inglese e fa riferimento alla prima associazione vegana fondata Regno Unito nel 1944, ma il termine è stato usato fin dalla metà dell’Ottocento nei paesi anglosassoni per indicare un regime alimentare o una dieta basata su alimenti di origine vegetale. È un composto un po’ avventuroso di “vegetable” e dei suffissi “-arian” nel senso di persona che supporta, difende o crede in qualche cosa (come “humanitarian”, ad esempio).

Molto diffuso nell’antichità, il regime alimentare vegano non è solo una dieta sociale (come la nostra “cucina mediterranea” di un tempo) ma richiede una forma di pensiero che la costruisca e la spieghi. Nel tempo nell’antica India ci sono stati vari filosofi, poeti e imperatori che hanno spiegato perché fosse cosa buona e giusta essere vegani: da Mahavira (Vardhamāna Mahāvīra, fondatore del gianismo, 599 a.C. – 527 a.C.), a Kundakunda (Padmanandin, monaco e filosofo Jain della filosofia Śramaṇa), sino a Thiruvalluvar (poeta, autore del Tirukkuṟaḷ o Kural, classico della letteratura Tamil).

Tutti questi e molti altri pensatori occidentali (da Empedocle a Teofrasto, da Plutarco a Plotino fino ai romani Ovidio e Seneca) hanno praticato, concettualizzato e proposto uno stile di vita in armonia con la natura e basato su una dieta naturale. Come Percy Bysshe Shelley, il poeta del romanticismo inglese, che scrisse A Vindication of Natural Diet in cui raccoglie le sue esperienze su un regime alimentare vegetariano, che aveva iniziato a sperimentare sin dagli anni dell’università a Oxford.

Shelley era nemico di un’alimentazione basata sulle proteine animali perché, scriveva,

È solo ammorbidendo e mascherando la carne morta con la preparazione culinaria che viene resa praticabile per la masticazione o la digestione, e che la vista dei suoi succhi sanguinanti e del suo crudo orrore non suscita intollerabile disgusto.

Dopo essere diventato una società per l’alimentazione sana (e basata su vegetali) in Gran Bretagna e negli Stati Uniti verso la fine dell’Ottocento, è negli anni Sessanta del Novecento con le proteste sociali e la controcultura che il tema della dieta diventa “politico” e diventa mainstream. Oltre alla salute delle persone che la praticano e la difesa degli animali, la dieta vegana assume anche un significato sociale più ampio perché protegge l’intero pianeta: Frances Moore Lappé lo scrive chiaramente nel 1971 con il suo libro “Diet for a Small Planet”: per sfamare tutto il pianeta occorre cambiare regime alimentare ovunque. Da quel momento sono stati tantissimi gli artisti che si sono occupati del veganesimo: cito solo Jonathan Safran Foer con il suo Eating Animals e il film Forks over Knives del 2011

Da allora ci sono stati moltissimi autori e studiosi internazionali e italiani che hanno affrontato il tema della cucina vegana, sino a quando l’Economist ha dichiarato che il 2019 è “the year of the vegan” e l’Unione europea ha riconosciuto le varie categorie di alimenti vegetariani o vegan in un regolamento apposito, dando la base legale ai ristoranti di tutta l’Unione per poter contrassegnare gli articoli vegani nei loro menu e ai supermercati per evidenziare in maniera corretta la loro selezione di prodotti vegani.

Ci sono tre influencer italiane che stanno vendendo libri che insegnano a cucinare vegano: Carlotta Perego (opens new window), Silvia Goggi (opens new window) e Luciana Baroni (opens new window) (le ultime due sono nutrizioniste). L'estate è il momento migliore per provare una alimentazione diversa: chi si fa avanti?

Il grillino dentro di noi
Le teorie del complotto fanno parte da tempo delle nostre vita: Umberto Eco ne aveva fatto un tema di riflessione e anche racconto (‌Il pendolo di Foucault), per dire. Ma oggi sono diventate più presenti e pressanti che mai. Idee lunari ma sostanzialmente innocue come quella che lo sbarco sulla Luna sia una bufala sembrano un gioco da ragazzi rispetto a complotti molto più d'impatto, come quelle se i vaccini siano sicuri o no (lo sono) o se le elezioni americane del 2020 siano state rubate da Biden ai danni di Trump (non è vero). Quelli che credono nelle teorie della cospirazione non sono creature che vivono altrove: spesso sono nostri amici o parenti. E può essere facile liquidarli come pazzi, mattacchioni, pirla. Invece, la scienza mostra che (opens new window) le cose sono molto più sfumate di così. Ci sono tratti che probabilmente inducono le persone a essere più inclini ad abbracciare idee balzane, e potremmo scoprire che non siamo molto diversi da quel nostro cugino che è convinto che il mondo sia gestito da lucertole e piatto come una tavola. Come diceva Corrado Guzzanti, bisogna temere il grillino dentro di noi.

Paperless
La Oxford University Press chiude i battenti (opens new window). Stampava libri ufficialmente dal 1586, ma aveva iniziato in realtà nel 1478, due anni dopo che il primo telaio per la stampa a caratteri mobili era arrivato.

Riscaldamento locale
Il cambiamento climatico sta avendo un impatto piuttosto chiaro tra Arizona e Nevada: un'ondata di caldo sta facendo letteralmente esplodere la temperatura, che è salita sopra i 46 gradi. E non siamo ancora in estate. I medici avvertono che (opens new window) con queste temperature ci si può ustionare semplicemente camminando in strada per via del calore irraggiato dall'asfalto, mentre la Nasa spiega che la Terra sta accumulando calore a una velocità mai registrata prima (opens new window).

Organic Maps
Non so se ricomincerete a viaggiare. Non so se ricomincerò a viaggiare. Non so se questa estate andrò da qualche parte (non penso). Comunque, questa Organic Maps (opens new window) è un fork di maps.me disponibile sia per iOS che per Android, è basta su OpenStreetMap e permette di avere le mappe "fatte bene" offline, salvando privacy, batteria e connessione. Può essere utile anche per una girata fuori porta in zone poco coperte da segnale, a meno che non abbiate telefoni senza spazio (ma voi quando comprate lo smartphone non fate l'errore di risparmiare sullo storage, vero?)

La carica degli e-ink
A quanto pare stiamo arrivando al tipping point per quanto riguarda un genere di apparecchi che potrebbero essere piuttosto importanti (opens new window) per il mercato. Sono i tablet basati su schermo e-ink, con una batteria dalla durata epica, capaci di far scrivere con lo stilo e leggere o studiare un sacco di contenuti. Non ho alcuna esperienza né di reMarkable 2 né di Onyx Boox Note Air (o della sua variante a colori) e qui ci sono due differenti ipotesi. Sono strumenti davvero rivoluzionari, come il primo iPhone per intendersi, oppure sono solo trappole pompate dal marketing piuttosto spregiudicato di aziende che hanno capito che possono vendere molte cose a un pubblico credulone. Voi che ne pensate?


Multimediologica

Attenzione: rete neurale alla guida! Dunque, assieme a Riccardo Palombo quest'anno scolastico, per così dire, abbiamo fatto un podcast, tilde (opens new window) (sì, proprio la ~ (opens new window)). Sono diciassette puntate, finora (ce ne sarà un'altra prima dell'estate). La diciassettesima (opens new window), appena uscita, è particolare, però. Perché è stata progettata ed eseguita per dare voce al computer. La puntata è pensata e condotta da una istanza dell'intelligenza artificiale Gpt-3 a cui volevamo dare il nome di Iaia, ma non c'è stato verso perché a) il sistema automatico di lettura non riesce a pronunciare quel nome, b) non bisogna antropomorfizzare i computer perché sennò si arrabbiano. Comunque, siamo stati i primi e gli unici a far condurre la puntata di un podcast all'intelligenza artificiale, metterla alla guida. Ci ha persino intervistato.

Miles Davis (1926-1991) suonava la tromba, dirigeva la band e componeva la musica. Lo faceva in maniera spettacolare. Era un genio. La sua storia è anche una guida all'ascolto (opens new window) da leggere mentre si ascolta ad esempio questo concerto al Teatro dell'Arte a Milano (opens new window) nel 1964.

I colori che condividiamo, cioè The Colors We Share (opens new window): Angélica Dass, autrice e fotografa, spiega il suo ultimo progetto artistico.

Una piccola iniezione di leggerezza e felicità: Mar Egeo (opens new window) di Renzo Varetta (opens new window). Da ascoltare con calma, la sera o di notte, pensando alle vacanze estive. Ma anche da guardare: il video è stato girato tutto con iPhone 12 mini per le strade di Milano immaginando che fossero un'isola greca.

Al di fuori del Brasile, i risultati del gruppo di fotoamatori di San Paolo Foto-Cine Clube Bandeirante (opens new window) sono stati a lungo trascurati. Tra loro ci sono biologi, contabili, avvocati, giornalisti e ingegneri, tutti uniti nella loro passione per la stessa forma d'arte. Per incoraggiare l'innovazione, il club ha organizzato concorsi mensili, che spesso hanno portato a foto che sembrano irreali dal punto di vista odierno: ombre nitide di frequentatori di circo appollaiati su gradinate, grattacieli da incubo che sbandano sull'inquadratura, pedoni che vagano tra i binari del tram come se fossero in orbita. Presentando il lavoro del gruppo per la prima volta a livello internazionale, “Fotoclubismo” sarà in mostra al Museum of Modern Art di New York fino al 26 settembre. Di seguito una selezione di immagini della mostra (opens new window).

Apple sta facendo molto, molto sul serio con la privacy. Qualsiasi conversazione con i suoi dirigenti comincia con l'affermazione "noi crediamo che la privacy sia un diritto umano fondamentale". L'abuso dei dati da parte di terze parti, possibile perché tutta internet e l'informatica personale sono nate in un'epoca in cui nessuno si era posto il problema della riservatezza delle informazioni e dei comportamenti degli utenti, è visto da Apple in pratica come il malware del futuro. In questo video l'azienda spiega (opens new window) quali sono i pilastri della sua idea di privacy.


Tsundokulogica

Addio, commissario! Tra pochi giorni dovrebbe arrivarmi il ventunesimo e ultimo volume della raccolta stampata su carta fine dei romanzi di "San-Antonio", il commissario della polizia parigina creato da Frédéric Dard nell'immediato dopoguerra. Stampato solo parzialmente in Italia anche se in più edizioni (opens new window) e con traduzioni magistrali come quelle di Bruno Just Lazzarri (opens new window), Sanantonio è stata una delle letture più divertenti da bambino, nelle estati di mare che parevano infinite (e invece duravano tre settimane) e rileggerlo in francese è un'avventura divertente che mi piace, oltre che un omaggio a uno dei talenti più devastanti della lingua francese dai tempi di Céline e di quel modo di scrivere il parlato che costituisce uno dei registri più affascinanti non solo delle lettres françaises. Ora, il punto è che con il volume numero ventuno (opens new window) e gli ultimi 11 romanzi, incluso Céréales killer, abbiamo finito. Dard ha avuto una produzione folle, incredibile, mi affascina come mi hanno sempre affascinato gli scrittori popolari seriali (Gerard De Villiers (opens new window) con il suo SAS, Sua Altezza Spia), ma la littérature de gare con protagonista e autore Sanantonio l'ho anche letta e la continuo a leggere. È il mio piacere proibito.

Amin Maalouf è nato in Libano nel 1949 da una famiglia di letterati e giornalisti. Dopo gli studi universitari in Economia e Sociologia, si è trasferito a Parigi nel 1976. Il suo primo libro, Le crociate viste dagli arabi (opens new window) (1989, nuova edizione La nave di Teseo 2020), è ormai un classico tradotto in moltissime lingue. Ha scritto molti altri libri dopo, e sicuramente interessanti, ma se ne dovete leggere uno suo, è questo.


Algoritmologica

La mente aumentata
I possibili usi del computer sono rivolti al potenziamento delle capacità cognitive o alla comunicazione con altre persone e sistemi complessi (cmc). Questo lungo articolo (opens new window) si lancia un vari ragionamenti che servono a dire come sia il potenziamento della mente quello che abbiamo davanti adesso e che sta dando valore. Lo chiama Tempo artificiale (opens new window).

Ranking
La parte magica di come funzionano i sistemi di ranking (e raccomandazione) sta nel fatto che trovano magicamente le cose che ci interessano e al tempo stesso non sono prevedibili: da fuori non si capisce come fanno. Oggi c'è una grande enfasi sull'intelligenza artificiale, perché è la parola di moda e perché è una vera black box. In realtà, ci sono vari altri sistemi praticati da molto tempo. Adesso quelli di Instagram spiegano come funziona (opens new window) il loro meccanismo di ranking che permette loro di scegliere le cose da mostrare nei feed degli utenti. Capire questi meccanismi è importante perché aiuta ad avere una immagine mentale che spiega non solo quello che vediamo ma anche a comprendere perché i contenuti che carichiamo come utenti abbiano risultati di condivisione molto dissimili tra loro. Non dipende (sempre e solo) da noi. Ci sono gli algoritmi, numerosi, con pesi diversi, che lavorano su più livelli diversi per selezionare, ordinare e raccomandare i contenuti agli utenti.

La cura dei segreti nella riga di comando
La shell non è stata pensata per un'epoca in cui tenere dei segreti fosse così necessario. Ci vuole uno sforzo in più, rispetto alle interfacce grafiche, per riuscirci, ma si può fare tranquillamente. Questo articolo (opens new window) mostra tre metodi con i quali gestire i segreti dalla riga di comando, analizzando i rischi di ciascun approccio e indicando come usarli ciascuno nel modo più sicuro possibile. Tanta roba.

Linker fatto in casa
In informatica un linker o link editor è un programma che prende uno o più file oggetto (generati da un compilatore o da un assembler) e li combina assieme in un unico file eseguibile, in un file libreria o in un altro file oggetto. Questo tizio si è fatto da solo un linker (opens new window) "che chiunque può capire" dopo aver scritto il suo assembler (opens new window) e aver fatto le varie cose che servono a uno che vuole fare programmi in linguaggio macchina e renderli eseguibili per ambienti come Intel 8080 e Zilog Z80 per CP/M e Intel 8086 per MS-DOS.

Buona Gif a tutti
A me questa sterminata collezione di gif animate (opens new window) 88x31 pixel mi fa impazzire. Coprono un arco di tempo infinito, dal 1990 ai giorni nostri, e c'è dentro di tutto. E continua a crescere. Una meraviglia che fa parte di un progetto di web statico (opens new window) veramente d'altri tempi (altro che css! Frame come se non ci fosse un domani).

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

ripgrep
Cose utili da riga di comando, come la nuova versione 13 di ripgrep (opens new window), uno strumento che cerca in modo ricorsivo nella directory corrente un modello regex. Per impostazione predefinita, ripgrep rispetterà le regole di gitignore e salterà automaticamente file/directory nascosti e file binari. Se invece volete stare sui classici, ecco un corso introduttivo su awk (opens new window).

Zzz
Forse non ci avete mai fatto caso, ma la medicina migliore per una vita sana è il sonno. Perché dormire fa bene (opens new window). Non basta solo quello, ma se non si dorme bene il resto non funziona. Allora, perché la nostra società è costruita in maniera tale da contrastare il sonno in maniera così netta?

Nushell
Una nuova shell, nu (opens new window), costruita sull'idea della PowerShell, cioè l'idea che l'input e l'output anziché essere semplice testo siano strutturati. Tipo i linguaggi di programmazione funzionali. Lo spazio che può occupare è piccolo, però il progetto è interessante e dicono sia anche abbastanza maturo da essere usabile. Se non fosse eretico.

Utopia
Ecco la versione alfa di Utopia (opens new window), un ambiente di progettazione e codifica per progetti e componenti React che viene eseguito nel browser. Combina una interfaccia stile VSCode con uno strumento di progettazione e anteprima e la sincronizzazione bidirezionale completa: design e codice si aggiornano a vicenda, in tempo reale. E a differenza di qualsiasi altro strumento di progettazione, utilizza il codice React come source of truth (la base primaria dei dati).


La speculazione edilizia
La speculazione edilizia ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

Accettare
Se da un lato la filosofia di Keanu Reeves sembra sia quella del distacco che porta alla profonda tranquillità dell'animo (opens new window), quella che è fondamentale è l'accettazione radicale di tutto (opens new window) quel che accade, per quanto doloroso possa essere: tradimento (opens new window), fallimento (opens new window), lutti (opens new window). È l'invenzione di Keanu Reeves come l'uomo che verrà ricordato perché saggio, non per la sua fama di attore.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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