[Mostly Weekly ~98]

Un pizzico di realismo capitalista


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A cura di Antonio Dini
Numero 98 ~ 17 gennaio 2021

You eat sausages and MacDonalds your whole life, but you refuse vaccine because you don’t know what’s in it
–– @julianpopov


Io sono Antonio Dini e voi vi siete davvero iscritti a questa newsletter. Mostly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni: una donazione su (Liberapay (opens new window) o via PayPal (opens new window)) è però molto apprezzata.


Ci siamo, e lo scrivo con un po' di emozione: il mio sito è pronto. Si chiama Mostly Here (opens new window) e ha un obiettivo per me molto importante e ambizioso (nel resto dell'universo non cambia niente, of course). Un po' alla volta (ma non ci vorrà molto, vedrete), man mano che rimetto ordine nell'oceano di cose che ho scritto nel corso degli anni, le sistemerò "perlopiù" sul sito, incluso l'archivio finale di Mostly Weekly. Lo scopo di questa operazione è raggruppare i miei scritti, adesso imboscati su vecchi hard disk e sparpagliati su piattaforme diverse, per dargli un punto di partenza (e di arrivo) unico. Ci sarà molto da leggere, e ci sarà anche un lungo articolo che spiegherà tutto, meglio di come abbia fatto qui ora. Un po' per volta, però. Adesso, con l'aiuto determinante di Carlo (e un po' di consigli di amici come Riccardo e Andrea, oltre a numerosi beta tester come Federico & C.), ci siamo! Grazie ragazzi. Intanto, anche questo numero di Mostly Weekly mi pare "bello denso": buona lettura a tutti.

psst: occhio che questo numero è lunghino, più o meno 40mila battute spazi inclusi. Ci sta che Gmail o altri client di posta "nascondano" il finale. Quando ci arrivate, cliccate su "mostra tutto", o come si dice dalle vostre parti, per arrivare sino in fondo. Se volete arrivare sino in fondo, ovviamente.

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Considerazioni per la cybersecurity di tutti noialtri dopo i fatti del Campidoglio
Le ramificazioni per la sicurezza informatica derivanti dell'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti di pochi giorni fa sono enormi. Sono nascoste molto bene dietro ai servizi sugli arresti, alla preoccupazione per la pulizia (fisica) dei saloni e degli uffici, al rischio di nuove violenze (per cui ci sono i militari della guardia nazionale che dormono nei corridoi). Dopo che la folla di rivoltosi ha preso d'assalto e occupato l'edificio, vandalizzandolo e arrivando quasi a metterlo a ferro e fuoco, quello che è rimasto davanti agli esperti è in realtà un altro tipo di preoccupazione, molto grande, per le conseguenze di sicurezza informatica che possono riguardare paradossalmente anche noi e le nostre case.

L'idea parte da un articolo di Lily Hay Newman su Wired (opens new window) che affronta implicazioni per la sicurezza informatica dell'invasione, spiegando alcune delle violazioni che si sono verificate e discutendo di altre che sarebbero potute accadere se agenti dell'intelligence straniera ne avessero saputo approfittare.

Infatti, secondo Jake Williams, fondatore di Rendition Infosec: «Bisogna avere una prospettiva più ampia per rendersi conto che l'intelligence straniera avrebbe potuto guardare alla preparazione dei tumulti e dire: 'Sì, questa sarà un'opportunità per noi'». Altri esperti hanno commentato l'enorme mole di lavoro necessario adesso per valutare il danno e riparare o monitorare eventuali account, dispositivi e reti potenzialmente compromessi.

È una sorpresa? Mica tanto. È stato spiegato più volte e per capire in sintesi cosa significa basta ricordare le parole di Kelvin Coleman, direttore esecutivo della National Cyber Security Alliance, che ha detto: «Ogni volta che si verifica una violazione fisica di uno spazio, presumo automaticamente che sia stato anche compromesso quello digitale ad esso collegato».

Qui arriviamo alle nostre vite e alle nostre case, perché dall'occupazione del Campidoglio deriva una lezione interessante anche per la nostra vita digitale di tutti i giorni. Se qualcuno entra in casa vostra, i dati esposti e le credenziali degli account potrebbero essere più preziosi dei vostri effetti personali.

I computer in casa (ad esempio, quelli fissi che hanno però accesso a tutti i dati via cloud) sono protetti? Ci sono password, crittografia, barriere fisiche all'accesso? Per la protezione dei dati, il sistema di crittografia dell'SSD di Apple si chiama FileVault e, in particolare quando viene eseguito su un Mac con un chip di sicurezza T2, garantisce che i dati non possano essere estratti (iPhone e iPad sono protetti in modo simile). Bisogna attivarlo in Preferenze di Sistema > Sicurezza e Privacy > FileVault. Inoltre, bisogna assicurarsi di utilizzare un gestore di password come 1Password o LastPass, invece di registrare le password in un bloc notes fisico, che potrebbe essere rubato, o su file di testo lasciati sul computer (la rubrica digitale, avete presente? Beh, non va bene).

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La fiera dell'inutile
Questa settimana si è tenuta l'edizione totalmente online di quello che la stampa ha battezzato Virtual CES (opens new window), il Computer Electronic Show che da parecchi anni si tiene a gennaio a Las Vegas, questa volta in versione "virtuale" causa pandemia. Nonostante sia un punto fisso per molti dei miei colleghi che si occupano di tecnologia, in venti anni credo di esserci andato solo tre volte e non perché me ne sia mancata l'occasione. Il problema (per me) è che questi eventi giganteschi, strapieni di aziende grandi e piccole che presentano la qualunque, sono sostanzialmente inutili, odorano di stantio e propongono cose che ormai sono molto lontane dall'essere innovative o anche solo interessanti. L'emergere dei canali online di Telegram, che vendono le peggio tamarrate in sconto e l'abitudine a ricevere tonnellate di press review, a vedere demo e unpacking su YouTube e simili, ha progressivamente svuotato di senso e di valore l'evento del CES e i suoi contenuti. Perdonatemi l'espressione, ma sempre più si vedono un sacco di cinesate e gadget inutili. L'edizione virtuale mette a nudo tutto questo, togliendo anche l'utilità sempre più marginale di poter incontrare dal vivo manager per fare delle interviste interessanti (cercano solo di venderti della roba) o la serendipity di scoprire un nuovo prodotto o una nuova tecnologia intrigante. Anche per la stampa, imbastardita dai referral e dalle vendite online con un utile diretto mascherate da recensioni o segnalazioni giornalistiche, il CES è diventato un suq nel quale andare a fare business di basso livello. La fiera della brugola, in cui cercano di regalarti il sacchetto di lucette led colorate se gli fai pubblicità. A me non interessa e, aggiungo, lo trovo non solo inutile ma anche un po' volgare.


Orizzonti di gloria
Orizzonti di gloria – Foto © Antonio Dini

Importantologica

L'apocalisse prossima ventura
Parto da questa notizia: le tecniche di manipolazione genetica CRISPR hanno il potenziale per risolvere alcuni dei più grandi problemi di sempre, dalle malattie alla malnutrizione. Sebbene la CRISPR sia uno strumento straordinario, ci sono varie preoccupazioni su cosa potrebbe accadere se qualcosa dovesse andare storto. Gli scienziati avevano bisogno di un modo per disattivare i cambiamenti introdotti dalla manipolazione genetica, se questi provocavano effetti indesiderati. Qual è la possibile risposta? (opens new window) I virus, che hanno un meccanismo che può fare proprio questo (disattivare la modifica). Per questo motivo i ricercatori stanno cercando di capire come utilizzare questo meccanismo per i nostri scopi. Secondo me però il problema è molto più grande. Perché capire il funzionamento di una cosa non vuol dire capirne gli effetti: se si studia una formica non si capisce niente del formicaio, di come viene fatto e del modo in cui viene usato. Il mio terrore (e non solo il mio) è che della genetica non abbiano in realtà capito niente e rischiamo di fare errori che ci portano dritti all'estinzione.

Il codice segreto
Con molto meno hanno scritto dei romanzi di fantascienza meravigliosi. La notizia è che il Dna potrebbe essere il futuro dell'archiviazione dei dati. Un singolo grammo di Dna infatti può memorizzare fino a 215 milioni di gigabyte di dati e mantenerlo stabile per periodi estremamente lunghi, soprattutto se memorizzato correttamente. Imparare a registrare i dati nel Dna potrebbe portare ad avanzamenti pazzeschi nel campo della biotecnologia. Uno studio ha dimostrato (opens new window) che è possibile convertire direttamente i segnali elettronici digitali in dati genetici memorizzati nei genomi delle cellule viventi. La tecnica finora può codificare solo piccole quantità di dati, ma funziona e, secondo i ricercatori, potrebbe essere facilmente migliorata di diversi ordini di grandezza. I dati memorizzati nelle celle sono rimasti stabili per un periodo compreso tra 60 e 80 generazioni di riproduzione.

Facebook è la Doomsday Machine
Adrienne LaFrance paragona la rete più grande del mondo, Facebook, alla Doomsday Machine (opens new window), un insieme di reazioni a catena che innescano il processo della "mega-morte" per tutti senza interferenze da parte degli esseri umani. «Dobbiamo adottare una prospettiva più ampia per scoprire quel che servirà per risolvere il problema dei social. Questo richiederà di rimettere in discussione la logica stessa delle piattaforme odierne e prima di tutto mettere in crisi il concetto stesso di "megascala" come veicolo per far sì che gli esseri umani si riuniscano. Se le megascale sono ciò che dà a Facebook il suo potere, e ciò che lo rende pericoloso, allora per arrivare a un cambiamento è necessaria una azione collettiva contro il web così com'è fatto oggi». Adoro quando un tranquillo articolo di politica e tecnologia all'improvviso svirgola e diventa un pippone radicale e a tratti anarcoide.

Programming Sucks
Intanto, ho appena riletto questo articolo sulla programmazione (opens new window) ed è ancora brillante ed esilarante come quando l'ho letto la prima volta (a parte che lavorare per Facebook è meno figo, adesso): «In questo momento preciso qualcuno che lavora per Facebook sta ricevendo decine di migliaia di messaggi di errore e cerca freneticamente di trovare il problema prima che l'intera struttura crolli. C'è un team in un ufficio di Google che non dorme da tre giorni. Da qualche parte c'è un programmatore di database circondato da bottiglie vuote di Mountain Dew il cui marito pensa che sia morto. E se queste persone si fermano, il mondo brucia. La maggior parte della gente non sa nemmeno cosa fanno gli amministratori di sistema, ma credetemi, se si prendessero tutti una pausa pranzo nello stesso momento non sarebbero arrivati neanche alla gastronomia all'angolo che noi già avremmo finito i proiettili per proteggere i nostri prodotti in scatola dalle bande itineranti di mutanti.»

Un anno tutt'altro che senza precedenti
Non potrei essere più d'accordo con lo scrittore, accademico e presentatore australiano Waleed Aly nella sua valutazione dell'anno 2020 e delle parole che usiamo per descriverlo (opens new window): «La cosa più spaventosa e demoralizzante di questo anno orribile è che se ascolti chi ne sa qualcosa, era estremamente prevedibile ed è molto probabile che si ripeta. Una parola migliore per descrivere quest'anno sarebbe "prevedibile" anziché "senza precedenti". Niente di quello che è successo quest'anno è venuto fuori dal nulla. Tutto era stato predetto negli avvertimenti degli esperti da decenni. Il problema è che questi avvertimenti provenivano principalmente da scienziati che si occupano di ambiente, che sono il tipo di esperti che siamo abituati a ignorare». L'unica sorpresa è che non sia successo prima. L'unica certezza è che moltissime cose si ripeteranno ancora e più volte.

L'1% a caccia del vaccino
Gli "uccelli delle nevi canadesi" sarebbero i ricconi di quel Paese che evitano i freddi inverni vivendo per qualche mese in climi più caldi. Ecco, questi volatili milionari dell'America del nord stanno volando in Florida (opens new window) per ottenere il vaccino covid-19, alcuni addirittura noleggiando jet privati, mentre la campagna vaccinale canadese continua il suo percorso lento e confuso.


Yamatologica

Le icone del bufalo (十牛図)
Rieccoci per il nostro corso tematico settimanale di giapponese. Sono dieci brevi poemi e dieci icone per illustrarli. Queste ultime vengono chiamate "icone del bue" ma il modo corretto per chiamarle è "icone del bufalo" (in cinese 十牛圖, Shíniú tú; in giapponese 十牛図, jūgyūzu) e adesso hanno un ruolo importante soprattutto nel buddismo zen, perché rappresentano le tappe nel cammino dell'illuminazione di un praticante: dal mondo al sublime e poi ritorno al mondo per manifestare la propria compassione e saggezza. Sono un simbolo molto antico, che ha a che fare con la nascita dell'idea stessa di meditazione. Originariamente erano cinque, ma nei secoli ne sono state aggiunte prima una, poi altre due e infine altre due, aggiungendo in realtà tappe filosofiche al percorso dell'illuminazione a partire dalla sesta, che supera il momento del vuoto assoluto, ritenuto a lungo il passaggio definitivo. Le icone sono conosciute anche in Occidente (è stato Alan Watts a "importarle", se non sbaglio) e spesso vengono richiamate o citate qua e là, ma non vengono molto apprezzate di per sé. A me piace molto l'interpretazione che ne ha dato Tokuriki Tomikichiro (徳力富吉郎), un intagliatore di Kyoto la cui vita (opens new window) è stata completamente contenuta nel 1900 (è nato nel 1902 e morto nel 1999) e che negli anni Quaranta ha fatto le sue trentasei viste del monte Fuji, opera di una modernità e bellezza (opens new window) secondo me colpevolmente sottovalutata. Se vi interessa, su Etsy qualcosa si trova (opens new window).


Variologica ed eventualogica

Esprimersi riducendosi
Bello! Questo saggio (opens new window) sul processo creativo di filtraggio e condensazione dell'input in una forma di output più chiara e sintetica, mi è piaciuto molto. È sia una caratteristica della buona scrittura quanto del buon design. «Il processo di raccolta delle idee e della loro distillazione in una forma più contenuta e compressa è l'essenza dell'eccellenza creativa», dice l'articolo. E continua: «Questo, però, è il paradosso della creatività: il tuo lavoro è finito quando sembra così semplice che il consumatore stesso pensa di poterlo fare, il che significa che in realtà non apprezzerà mai il tuo duro lavoro».

Il più pirla di tutti è quello verde
La moderna medicina aiuta a salvare anche quelli che la selezione naturale farebbe fuori per totale mancanza di neuroni. Cosa che indebolisce la specie ma è eticamente corretta. Ad esempio, questo tizio ha trascorso 22 giorni in ospedale (opens new window), di cui otto in terapia intensiva, dopo essersi iniettato nelle vene una miscela liquida prodotta con "funghi magici" spezzettati. L'uomo è stato ricoverato per insufficienza multisistemica ed è stato dimesso con un regime a lungo termine di farmaci antibiotici e funghicidi. Non è noto se l'uomo abbia sperimentato gli effetti psicoattivi solitamente associati all'ingestione del fungo per via orale. Il tizio si è iniettato i funghetti magici con la speranza di alleviare i sintomi di un disturbo bipolare e della dipendenza da oppioidi. Il suo sangue è risultato positivo a un'infezione provocata dalla presenza micotica. Il che significa, tradotto dal medichese, che gli stavano crescendo funghi nel sangue. Il tizio è diventato completamente verde, tra le altre cose: una roba da far sembrare ittero ed epatite una passeggiata sottocasa con il cane. I ricercatori suggeriscono da tempo che i funghi magici possano essere un trattamento promettente per diverse patologie, ma solo se presi in sicurezza. Cioè, uno non se li deve iniettare per via endovenosa.

I flussi e i riflussi
Spotify spinge (opens new window) verso il podcasting come un matto e cerca di farci uscire fuori dei soldi: oggi sono disponibili 2 milioni di podcast, rispetto ai 2.500 del 2017, e il 20% degli utenti dell'azienda svedese ascolta alcuni dei suoi podcast. Non ho dato per l'Italia, ma vedo che vari soggetti si stanno convertendo al podcast; vedi ad esempio Radio Popolare di Milano (opens new window) con il nuovo direttore Sandro Gilioli (opens new window), che ha deciso di mettere i podcast davanti alla all'onda. (Nel nostro piccolo, anche io e Riccardo con Tilde (opens new window)).

Via, più veloce della luce
I ricercatori della Southwest Jiaotong University in Cina hanno presentato (opens new window) un nuovo treno a levitazione magnetica progettato per viaggiare fino a 620 km/h. Fa parte del piano della Cina per creare collegamenti più veloci tra le varie città. Il nuovo treno a levitazione magnetica utilizza l'azoto liquido per ottenere la superconduttività, cosa che riduce i costi operativi a un cinquantesimo rispetto all'utilizzo dell'elio liquido. Il treno è in grado di levitare da fermo, cosa che non sapevo fosse rilevante ma che pare sia invece alquanto importante. Ci sono ancora problemi da risolvere prima che la nuova tecnologia diventi commercialmente valida, ma manca poco. Nell'articolo si può vedere il prototipo del treno.

Flat word per uomini bianchi con la barba lunga
L'esistenza di barbieri alla moda in Afghanistan è un segno che il regno degli hipster ha superato la sua pretesa di essere una sottocultura non conforme e adesso è diventata definitivamente mainstream. (opens new window) È lo stile "fatto da tavoli in legno grezzo, mattoni a vista e lampadine Edison appese", che lo scrittore americano Kyle Chayka ha definito 'AirSpace'. Invece, Sajith Pai, un venture capitalist di Delhi, lo descrive come "il figlio bastardo di Ikea, Starbucks e Apple" (una cosa a tre, nientemeno). Lo scopo di questo approccio è semplice: comunicare ai potenziali clienti che si possono aspettare certo livello di qualità; che il caffè o il taglio di capelli soddisfano alcuni standard globali. Insomma possiamo anche chiamarlo "design per rassicurare" e, quando sarà finito, sarà sempre troppo tardi. Dopotutto, la gente che prende come modello di eleganza il soggetto di qualche dagherrotipo ingiallito non sta troppo bene.

Meccanica quantistica senza la matematica (in sette, comode dispense)
La meccanica quantistica è entrata nella nostra esperienza quotidiana con la tecnologia moderna e l'importanza degli effetti quantistici non farà che crescere nei decenni a venire. Però non ne capiamo niente. Questo articolo fa parte di una serie in sette parti che introduce la meccanica quantistica e spiega come si applica al nostro mondo quotidiano. La serie promette di non usare neanche una formula matematica, ma solo ragionamenti di filosofia e informazioni verificate sperimentalmente. Questa prima parte della miniserie (opens new window) risponde alla domanda (apparentemente) semplice: "Come si muovono le particelle?" Io vado a comprare l'Aulin.

Più grande di così, probabilmente si muore
Man mano che la razza umana scopre nuove leggi che governano l'universo, inizia anche a scoprire quali sono i suoi limiti fisici e uelli che in realtà non sono (più) dei limiti. La scoperta di nuove tecnologie apre infatti alla possibilità di costruire cose sempre più grandi e complesse. Ogni volta che una legge fisica si rivela universale, il passo successivo più naturale è quello di ingrandirla ed esplorarne le conseguenze teoriche. Che sia o meno la cosa giusta da fare non lo so, ma è possibile ridisegnare il nostro pianeta (opens new window), un pezzo alla volta. Si chiama "ingegneria per strutture su mega-scala" ed è già stata attuata in alcune parti del Sud-est asiatico, in Europa e negli Stati Uniti. Progetti ancora più grandi richiederebbero un livello di coordinamento estremamente elevato, ma ci arriveremo. Ogni parte del progetto deve funzionare perfettamente, oltre che essere gestita e mantenuta.

AAA OFFRESI
Rent-a-person (opens new window), cioè affitta una persona ma attenzione: per non fare niente. Non ho idea di come si dica in giapponese, ma è semplicemente geniale e molto, molto nipponico. E pensare che io non ho fatto niente gratuitamente per decenni: che spreco! In Giappone il servizio a quanto pare sta andando a ruba: tutti vogliono affittare uno che la mattina si faccia trovare per accompagnarli (ma senza fare niente) al lavoro e magari si sorbisca anche le loro e le loro paranoie. Alcuni lo chiamerebbero matrimonio, ma questo genio dell'impero del Sol levante invece lo chiama "servizio". Benvenuti nell'economia dell'accesso.

Starlink trasmette anche sul Regno Unito
Continuo a seguire il percorso di Starlink, il servizio di internet via satellite di Elon Musk. Adesso Starlink è stato approvato dalle autorità per la regolamentazione nel Regno Unito (opens new window) e ora può fornire la connessione Internet in tutto il Paese. I primi clienti del beta test hanno già iniziato a ricevere i loro kit. I kit Starlink costano 439 sterline (485 euro, da pagare in anticipo) più altre 84 sterline (92 euro) per un abbonamento mensile. Gli utenti che partecipano al beta test dovrebbero aspettarsi velocità da 50 a 150 Mbps. Ci sono moltissime persone (inclusi i miei genitori) che vivono in aree da rural divide e che pagherebbero tranquillamente quella cifra per avere quelle prestazioni. Invece pagano poco meno e vanno a singhiozzo con l'equivalente asimmetrico di un modem da 56k.

Più veloci della fibra ottica
Pensavate di essere furbi ad esservi fatto installare la fibra a 1Gb al secondo, a Natale. Invece, alcuni ricercatori giapponesi (opens new window) hanno ottenuto la prima trasmissione al mondo superiore a un petabit al secondo in una fibra ottica multi-modalità single-core. A 125mila Gbps, l'esperimento ha superato di 2,5 volte l'attuale trasmissione record in una fibra multimodale. I ricercatori ora intendono aumentare la distanza di trasmissione e integrarla con la tecnologia multi-core e vedere se diventa commercializzabile. Insomma, la vostra fighissima fibra non è più la migliore del pianeta. Anzi.

Marte e ritorno (soprattutto il ritorno)
Buone notizie: non rimarremo impantanati su Marte. Infatti alcuni ricercatori hanno scoperto un nuovo metodo per convertire il metano in carburante per missili (opens new window), e soprattutto hanno trovato il modo per farlo direttamente Marte. Poiché il nuovo metodo per adesso ha avuto successo nei test di laboratorio, è necessaria ancora parecchia ricerca (anche sul campo) prima di poter essere utilizzato in missioni reali. Il nuovo metodo utilizza un catalizzatore di zinco a singolo atomo assieme a un procedimento già utilizzato per convertire l'acqua in ossigeno respirabile. I moderni razzi utilizzano combustibili a idrogeno liquido, ma ci sono molti vantaggi per i combustibili a base di metano e alcune aziende si stanno già orientando verso questa nuova soluzione.

Qui una volta erano tutte autostrade interstellari
Ne avevamo già diffusamente parlato l'anno scorso (a dicembre, intendo) però ci ritorno perché arrivano altri articoli sul tema. Il succo: gli esseri umani hanno passato secoli a chiedersi se ci fosse altra vita intelligente in questa galassia e decenni a cercarla attivamente. Si scopre adesso che una volta la Via Lattea è probabilmente stata piena di vivaci civiltà aliene. Sfortuna vuole che ora siano tutte morte. Questo è il risultato, molto deprimente, di un nuovo studio pubblicato il mese scorso nel database arXiv (opens new window). Se la notte vi sdraiate in un campo e ascoltate bene, vi sembrerà di sentirli ancora festeggiare qualche loro lontana festa di paese, con piccoli fuochi d'artificio e la banda che suona piano.

Ops, forse abbiamo fatto una cazzata
E non mi riferisco al fatto che ho appena scritto la prima parolaccia (in italiano) mai pubblicata su Mostly Weekly. Invece, il tema è un altro. L'espressione "sei solo umano" viene usata per scusare ogni sorta di peccato. Ma alcuni errori comportano conseguenze maggiori e più durature di altri. Negli anni '70 (opens new window), uno di questi errori di calcolo ha messo alla prova la capacità di carico e resistenza di un giacimento di petrolio, che in seguito si rivelò essere invece una grande sacca di gas naturale. Dopo aver messo tantissima attrezzatura sopra questa tasca, gli ingegneri si sono spaventati perché si è formato un enorme cratere pieno del gas naturale. Temendo che il gas potesse tracimare e colpire sia la fauna selvatica che le comunità vicine, fu avanzata una soluzione rapida e sbrigativa: accendere un fuoco per bruciare il gas nel giro di poche settimane. Sono passati cinquant'anni, tuttavia, e l'incendio continua a bruciare. Complimenti per la capacità di fare stime azzeccate.


Audiologica

Slow tv. A me queste cose devo dire che mi affascinano. Sono uno spreco di banda, di storage e di cicli di cpu, però sono anche ipnotici e fanno girare il mondo stando alla scrivania (mi sento molto Emilio Salgari di ritorno, in questi ultimi mesi). Qui c'è un'ottima selezione (opens new window) di canali Slow TV: video di passeggiate urbane, viaggi in treno, escursioni e scenari naturali. Lasciate che la magia della rete lenisca la vostra ansia. Una qualsiasi (di ansia).

Gente che su Internet si mette lì e fa cose ce n'è molta. L'estetica di questo tipo di video però sta maturando. Basta guardare questa ipnotica preparazione di un microscopico microfono fatto da un altro microfono: How to make a microphone from a microphone (opens new window) (la cosa è doppiamente surreale, in questo caso specifico: How to make a microphone: Step 1: Get a microphone). Fare cose su Internet usando mole e frese è comunque una tendenza.

L'Airglow, il bagliore dell'atmosfera, è la debole emissione di luce che viene dall'atmosfera del nostro pianeta. In questo timelapse (opens new window) dalla Stazione Spaziale Internazionale, il fenomeno può essere visto in maniera più dettagliata. È l'Airglow a far sì che il cielo notturno non sia mai completamente buio. Il video presenta anche una vista straordinaria della Via Lattea: serve un grande schermo, stanza buia, una comoda poltrona e molto relax, ma ne vale la pena.


Ludologica

Apple Arcade
Ci sono stagioni diverse della vita, che danno spazio a scoperte e incontri, oppure li negano. Qualche tempo fa ho attivato i tre mesi di prova di Apple Arcade, il servizio di gioco all-you-can-eat di Apple, che permette di scaricare e giocare con tutte le app (un centinaio o giù di lì) sui vari device registrati con il proprio account: Mac, iPhone, iPad, Apple TV. Sulla carta una grande opportunità, il problema è che non ho tempo neanche per guardare cosa c'è da giocare. Una volta avevo un profilo da gamer ma adesso, sarà il lockdown e le troppe ore passate davanti al computer, preferisco un libro. Giuro. Che vergogna. Anche la Switch prende la polvere, ma almeno quella, se non gioco, non la sto continuando a pagare. Mi sa che, finiti i tre mesi, non lo attivo.


Tsundoku-logica

Qualche lettura sparsa

Track changes: a literary history of word processing (opens new window) di Matthew Kirschenbaum. La storia della scrittura nell'era digitale è altrettanto disordinata quanto gli stracci macchiati di inchiostro che sporcano il pavimento della tipografia di Gutenberg o il piombo fuso della linotype. Durante il periodo dell'adozione diffusa degli elaboratori di testi come tecnologia di scrittura, alcuni autori l'hanno considerata una meraviglia mentre altri l'hanno denunciata come la morte della letteratura. Frutto di anni di ricerche d'archivio e di numerose interviste condotte dall'autore, Track Changes (opens new window) è la prima storia letteraria dell'elaborazione di testi. Matthew Kirschenbaum esamina come gli interessi e gli ideali dell'autorialità creativa siano arrivati ​​a coesistere con la rivoluzione informatica. Chi sono stati i primi ad adottarli? Che tipo di ansie condividevano? L'elaborazione di testi è stata percepita solo come una macchina da scrivere migliore o come qualcosa di più? Come ha cambiato la nostra comprensione della scrittura? Questo è un gran libro: io ce l'ho e orgogliosamente non l'ho mai letto.

Ho quasi iniziato un nuovo libro intitolato The City We Became (opens new window), di N.K. Jemisin (le è l'autrice di Broken Earth, ciclo per il quale ha vinto tre Hugo). È un fantasy urbano molto diverso da qualsiasi altro libro letto di recente, mi dicono. E Rothfuss, l'autore di Name of the Wind (opens new window), dice che questo è il futuro del fantasy urbano. Sfogliandolo capisco perché.

Sembrava che avessimo dimenticato tutti quanti come si fa ad avere delle buone conversazioni tra di noi. L'amministratore delegato globale (eh sì, pare sia un titolo che esiste davvero) della società di design Ideo Fred Dust crede che ci sia un modo per progettare l'arte della conversazione stessa con intenzione e scopo, ma comunque con un tono al tempo stesso abile e giocoso. Nel suo libro, Making Conversation (opens new window), mette assieme una serie di risorse che chiunque può utilizzare per essere più attivo e propositivo nel far funzionare una conversazione.

In un episodio di Stargate SG-1 (s04e19) Samantha Carter spiega come una situazione in cui apparentemente gli effetti precedono la causa possa essere in realtà l'effetto di una causa che accade in un altro universo tangente (e quindi, la causa torna a precedere l'effetto, solo in una cornice più ampia di quella di un singolo universo). Mi è tornato in mente leggendo questo articolo del New Yorker (opens new window) che racconta la storia di Mark Fisher (opens new window) presentando la raccolta dei suoi scritti k-punk: The Collected and Unpublished Writings of Mark Fisher (2004–2016) (opens new window). Fisher, che aveva un blog straordinario, in cui trattava temi troppo marginali per l'accademia ma troppo densi per le riviste generaliste. La sua elaborazione fondamentale è quella del concetto di "Realismo capitalista" del libro omonimo (opens new window) in cui spiega come mai siamo diventati incapaci di pensare al futuro se non in termini di continuità con il presente. E questo si ricollega anche alla costante rivalutazione di tutto quello che è "retro". Insomma, non lo conoscevo (è morto suicida nel 2017) ma credo che approfondirò.


Algoritmologica

Il vero valore del programmatore
Ogni volta che mi confronto con aziende italiane questo passaggio è sempre più evidente. Le aziende della Silicon Valley (opens new window) capiscono da sempre alcune cose che le loro controparti tradizionali non riescono a comprendere o a implementare nella pratica. Questa cosa che viene compresa si traduce in un'innovazione più rapida, una migliore crescita professionale e un migliore utilizzo. Di cosa parlo? Le aziende simili a quelle della Silicon Valley pensano che gli ingegneri del software siano generatori di valore e risolutori creativi di problemi, mentre le aziende tradizionali li considerano lavoratori tipo fabbrica. Gli ingegneri del software di aziende simili a quelle della Silicon Valley sono più autonomi, con gli strumenti e le informazioni adatte, e tutto questo consente loro di aggiungere valore quando vedono un'opportunità per farlo. Gli altri, no.

Ce l'ha più grosso Larry o Elon?
In generale, più parametri ha un modello di machine learning, meglio porta avanti il suo compito. GPT-3 di OpenAI, che può fare analogie primitive, generare ricette e persino completare codice sorgente "facile", ha 175 miliardi di parametri. I ricercatori di Google hanno addestrato un modello (opens new window) contenente 1.600 miliardi di parametri. Funziona quattro volte più velocemente rispetto al precedente modello sviluppato da Google. Per addestrare il nuovo modello è stata utilizzata una tecnica chiamata "Switch Transformer": è un elemento fondamentale perché l'addestramento della AI su così larga scala è estremamente intensivo dal punto di vista computazionale.

La somma degli imbarazzi porta al fallimento
Spesso i progetti software molto importanti e che hanno scadenze rigide si portano dietro anche dei difetti che sono alla base stessa del progetto. Il problema è che questi problemi fanno poi fallire tutta l'operazione. È una cosa molto più comune di quel che non si pensi: evidenziare il difetto vuol dire rischiare di bloccare tutto e spesso si va avanti lo stesso, facendo letteralmente finta di nulla. Questi difetti includono: prodotti non desiderati, non sufficientemente differenziati, confezionati in modo errato o a un prezzo errato. I team che seguono la metodologia agile possono evitare molto di questi ostacoli risolvendo i problemi scoperti dal cliente durante la messa a terra del progetto. Questo articolo affronta due strategie (opens new window) per evitare di lavorare su qualcosa che nessun cliente desidera, in modo che i team possano concentrarsi sulla creazione della cosa giusta.

Quel pasticciaccio brutto nell'hard disk tra le nuvole
Dropbox ha licenziato 315 dipendenti, circa l'11% della forza lavoro dell'azienda. Incluso il suo chief operating officer, che finisce di lavorare il 5 febbraio. La notizia non è buona (opens new window) e l'azienda ha perso il 6% in Borsa dopo aver annunciato i tagli. Dropbox era passata al lavoro da remoto in ottobre e prevede di continuare anche dopo la fine della pandemia. Tuttavia, aprirà lo stesso i Dropbox Studios a San Francisco, Seattle, Austin e Dublino per consentire ai suoi dipendenti di collaborare di persona quando è sicuro farlo. Secondo me il loro problema è che stanno perdendo di rilevanza e intanto non riescono a diventare una vera piattaforma.

Qualcuno ha detto "framework"?
È disponibile un'ampia gamma di framework per il frontend e ne spuntano sempre di nuovi. Questo articolo contiene un elenco di framework per il frontend (opens new window), inclusa una descrizione per ognuno di loro e anche alcuni pro e contro. Quando si decide se usare un framework è importante considerare anche il proprio livello di abilità, la compatibilità, i preprocessori CSS, l'aspetto, la prototipazione e come il framework semplifichi o acceleri il processo di progettazione e sviluppo del sito web.

Signal, what else?
Signal la conoscete: è un'app di messaggistica privata che non tiene traccia o memorizza i dati sui propri utenti. In questo thread, il team di sviluppo di Signal risponde alle domande degli utenti di Reddit (opens new window). Il team prevede di implementare in futuro un sistema di ID utente in modo che le persone possano aggiungersi a vicenda senza conoscere i rispettivi numeri di telefono. Signal è stato costruito da zero per non sapere nulla dei suoi utenti ed è di proprietà di un'entità senza scopo di lucro, quindi è improbabile che l'app finisca come WhatsApp. Una funzionalità di backup della chat è in lavorazione. Il team Signal sta assumendo persone nelle time zone degli Stati Uniti.

Pubblicità progresso
Un'altra di quelle idee geniali: una microscopica app per macOS si mette nel mezzo e intercetta tutte le vostre pubblicità su Twitter. Si chiama Hijack Your Feed (opens new window) e rimpiazza le pubblicità native con cose prese dalla vostra lista di cose da fare o degli appuntamenti, colorandole e rendendole più gradevoli. Il potenziale di questa app però è semplicemente enorme, secondo gli analisti. E anche gli scenari di conflitto (già me lo vedo Facebook che urla all'anatema e alla persecuzione delle Pmi. Sì, come no, Mark).

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

AAA: unloved, looking for a new love
Secondo me sarebbe un'idea intrigante, se solo funzionasse: un posto dove comprare abbonamenti a servizi tech usati. Su Unloved (opens new window) (bellissimo nome, peraltro) trovate già abbonamenti annuali per molte app o altri servizi web che le persone hanno comprato, hanno trovato inadatti ai loro bisogni e adesso vendono con uno sconto. Se la cosa non funziona, il sito dice che vi rimborsa.

Il web che non può essere censurato
Handshake è un server di nomi di dominio decentralizzato (opens new window) che può indirizzare i browser a siti web anche se i loro nomi di dominio sono stati rimossi. I proprietari dei siti possono rivendicare i loro nomi di dominio inserendoli sul marketplace Handshake e quindi facendo offerte per riscattarli. Servizi come questo sono un aiuto significativo nella lotta per il web decentralizzato. L'accesso a Internet è sempre più controllato da poche aziende che possono disattivare i loro servizi a piacimento. Sci-Hub, un sito che ospita un database piratato di documenti accademici, continuava a ricevere ripetute revoche per il suo nome di dominio. È ora accessibile tramite i portali di servizio di Handshake, nonché tramite NextDns.

Amzn nel 2000 e la bolla di internet
Su Twitter si trovano delle cose fantastiche. Prendete questo thread, ad esempio (opens new window). Nel 2000 è scoppiata la bolla di Internet. I mercati dei capitali si prosciugavano e Amazon bruciava un miliardo di dollari all'anno, con i server della Sun Microsystems costosissimi nei loro data center che cubavano il costo maggiore. L'azienda ha trascorso un anno a sostituire i server Sun con macchine HP molto più economiche basate su Linux, che hanno costituito la base per fare poi AWS. Il kernel Linux era stato rilasciato solo nel 1994, lo stesso anno in cui iniziò Amazon, quindi all'epoca fidarsi completamente di Linux era un approccio nuovo e rischioso. La transizione ha fatto sì che Amazon congelasse tutte le nuove funzionalità per oltre un anno, provocando una decelerazione nella crescita dei ricavi. In quel periodo Amazon si è avvicinata notevolmente alla soglia del fallimento tecnico. Con l'infrastruttura completata, invece, Amazon ha ridotto i costi di più dell'80% in un colpo solo e si è trovata talmente tanta capacità in eccesso che ha deciso di affittarla, creando di fatto il cloud. Un thread tutto da gustare.

Docker BuildKit
Docker BuildKit è un nuovo backend (opens new window) per la creazione di immagini di Docker. Permette build più veloci che utilizzano il parallelismo, supporto per il passaggio sicuro di segreti alla build, possibilità di upgrade e altro ancora. Ci sono ancora alcuni problemi qua e là, ma sono disponibili soluzioni temporanee che dicono siano molto buone. Una volta installato BuildKit è abilitato per impostazione predefinita sulle nuove installazioni di macOS e Windows, quindi gli sviluppatori dovrebbero prima sempre assicurarsi che funzioni correttamente.

Amplication
Amplication (opens new window) è uno strumento che aiuta gli sviluppatori di Node.js a creare applicazioni di qualità senza dover perdere tempo in attività di codifica ripetitive. Lo strumento genera automaticamente app completamente funzionali basate su TypeScript e Node.js. Inoltre, Amplication aiuta gli sviluppatori a creare applicazioni con modelli di dati gestiti visivamente, controllo degli accessi basato sui ruoli, codice sorgente generato automaticamente e altro ancora.


La Panda suona il rock
La mia Panda suona il rock, ed è un'eterna partenza – Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

L'economia dei poser: affittare lo stile di vita di uno ricco
Affittare invece di possedere ci viene venduto come un'alternativa più economica e sostenibile al consumismo tradizionale. Ma, come scrive Gaby Del Valle (opens new window), la maggior parte di queste piattaforme di noleggio, rifornite dal capitale di rischio del mondo tecnologico, alimentano l'illusione di una vita migliore e sono spesso aziende insostenibili. «La 'libertà' promessa da queste aziende non è la libertà di rinunciare al ciclo del consumo infinito. Quello che offrono veramente è il mimetismo, un'aspirazionale pantomima delle abitudini di persone che possono permettersi di cambiare il loro guardaroba ogni stagione o ridisegnare il loro soggiorno per un semplice capriccio. Ma coltivare un senso di unicità rimane intrinseco alla strategia di branding dell'economia del noleggio».



I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.

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“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


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