[Mostly Weekly ~322]

Tempi strani, di Conclavi, LaserDisc e Vibe Coding


A cura di Antonio Dini
Numero 322 ~ 4 maggio 2025

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Bentornati! E grazie per aver aperto questa mail! Questa è Mostly Weekly, una newsletter settimanale che esce quando è pronta, realizzata a mano, piena di refusi ma priva di algoritmi (almeno quello).

Andiamo un po' veloci, questa volta, che c'è tanto da leggere. Ma prima, se volete sostenere il mio lavoro, potete fare una donazione su PayPal in modalità Amici (opens new window) (è una donazione, dopotutto, non una compravendita) oppure su Ko-Fi (opens new window) per gli amanti delle carte di credito.

Intanto, buona lettura.


I guardiani
I guardiani ~ Foto © Antonio Dini

Vedo roba, dico roba, eseguo roba e faccio copia-incolla di roba, e più o meno funziona
– Andrej Karpathy






Editoriale

I tempi del Conclave
«Non prima di quindici giorni e non oltre venti dall’inizio della sede vacante, salvo eccezioni», e dopo l'ultima messa dei «Novendiali», mercoledì 7 maggio si apre il Conclave. Si svolgerà nella Cappella Sistina e il nuovo vescovo di Roma verrà annunciato dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti. Ma quanto tempo ci vorrà? Un paio di statistiche sull'elezione degli ultimi Papi potrebbe essere una buona indicazione.

I tempi dei conclavi precedenti.

1922 Pio XI: 5 giorni
1939 Pio XII: 2 giorni
1958 Giovanni XXIII: 4 giorni
1963 Paolo VI: 3 giorni
1978 Giovanni Paolo I : 2 giorni
1978 Giovanni Paolo II: 3 giorni
2005 Benedetto XVI: 2 giorni
2013 Francesco: 2 giorni

In particolare: quante votazioni ci sono volute? Quante fumate nere prima di quella bianca?

•⁠ ⁠1922 -- Pio XI: 14 scrutini
•⁠ ⁠1939 -- Pio XII: 3 scrutini
•⁠ ⁠1958 -- Giovanni XXIII: 11 scrutini
•⁠ ⁠1963 -- Paolo VI: 6 scrutini
•⁠ ⁠1978 -- Giovanni Paolo I: 4 scrutini
•⁠ ⁠1978 -- Giovanni Paolo II: 8 scrutini
•⁠ ⁠2005 -- Benedetto XVI: 4 scrutini
•⁠ ⁠2013 -- Francesco: 5 scrutini



La torre
La torre ~ Foto © Antonio Dini


Importante

Il disastro
E se Donald Trump avesse già perso? (opens new window) Già, ci avete pensato? Questo non vuol dire che negli Usa le andrebbero magicamente subito meglio. Anzi, il disastro (opens new window) è ancora davanti a noi.

Memoriali creativi
Com'era lavorare per Andy Warhol alla Factory (opens new window). Tanta roba, eppure devastante.

Ho cambiato idea
Un tatuaggio è per sempre. O forse no: c'è un sacco di gente che se li fa togliere (opens new window). Perché?

O tempora o moda
A quanto pare ci sono uomini che, per non sembrare effemminati, si depilano le ciglia degli occhi (opens new window). Già.

Gnam-gnam
A Parigi e soprattutto nella periferia parigina, la cucina portoghese sbanca (opens new window), tra piatti popolari e classici reinventati (archivio (opens new window)).


Italiana

Facili verità
L’automazione non ci ha reso liberi (opens new window) dal lavoro e dallo sfruttamento. Anzi.

Il Poltronauta
L'anonimo autore veneziano disquisisce (opens new window) di tsundoku, libri e playlist musicali.

Ai miei tempi
Il buon Tiziano Bonini spiega che lui era a New York nel 2003 e ha vissuto il più grande blackout della storia (opens new window). Non potete capire.

L'Eternauta
È uscita su Netflix la serie tv El Eternauta (opens new window). L'historieta argentina di Héctor Germán Oesterheld e Francisco Solano López è meravigliosa, un capolavoro (opens new window) della letteratura. La resa in video della serie prodotta da Netflix Argentina è sorprendentemente buona (almeno per queste sei puntate che costituiscono la prima stagione). Ho spiegato cosa ne penso (opens new window), mentre Time Out Buenos Aires (opens new window) fa un bel recap di che cosa stiamo parlando mentre Pagina12 dice (opens new window) che ci sarà la seconda stagione. E qui una intervista (opens new window), creduta perduta per decenni, a Oesterheld. Infine, il fenomenale programma televisivo argentino di José Pablo Feinmann, "Filosofia aqui y ahora", (opens new window) racconta la storia e il significato del fumetto con una grafica incredibile.

Chi era José Pablo Feinmann?
E a proposito di JPF. C'è un autore e filosofo argentino da riscoprire. Come ha detto in uno dei suoi elogi funebri Patricio Zunini, lui "era uno di quegli scrittori torrenziali che aveva bisogno di 35.000 caratteri solo per schiarirsi la gola". Torrenziale, proprio enorme, anche chiarissimo e articolato all'inverosimile. Un'energia incontenibile. Fino a che non è finito tutto. José Pablo Feinmann (opens new window) è morto il 17 dicembre 2021. Ha scritto, detto e fatto cose fenomenali (come il programma televisivo "Filosofía aquí y ahora" (opens new window) che fa capolino qui sopra in un link che me lo ha fatto scoprire) e secondo me conoscere la sua vita e la sua opera è obbligatorio. La racconta molto bene Raoul Precht (opens new window) spiegandoci perché dobbiamo riscoprirlo, anche e soprattutto in Italia.

Il futuro sostenibile Cosa succede in Giappone, adesso che è in corso l'Expo di Osaka? Ne ho parlato su Wired (opens new window).


Multimedia

Amour sacré de la Patrie
La Marsigliese (opens new window), cioè il Chant de guerre pour l'Armée du Rhin, in Casablanca (1942). Tanta roba.

Vecchie radio
Cercavo immagini di vecchie radio per il mio laboratorio a Bergamo, e ho trovato questo video in cui si fa vedere il restauro (e riparazione) di una vecchia radio Sony (opens new window), il modello TR-650 (opens new window) del 1962.

Lustratevi gli occhi
Probabilmente anche per rispondere allo scherzetto delle immagini della qualunque generate con ChatGPT, lo Studio Ghibli ha caricato (opens new window) centinaia di bellissime immagini (opens new window) di quasi tutti i suoi film, compresi tutti i principali e più noti (opens new window). Queste immagini, che più che fotogrammi sono singole opere d'arte, possono essere scaricate gratuitamente "dai singoli fan per godere ulteriormente dei film dello Studio Ghibli". Altro che le fantasie di OpenAI.

Una cosa divertente
Jacob Collier è stato sfidato a improvvisare un brano musicale con un'orchestra, la National Symphony Orchestra, senza un piano, senza spartiti, senza prove e senza discussioni precedenti. Ecco cosa è successo (opens new window).

Gossip
I LaserDisc (o DiscoVision) (opens new window) sono una di quelle tecnologie oggi super dimenticate ma fantastiche (opens new window): grandi come un 33 giri ma fatti come un CD, in produzione dal 1978 al 2001/2009. Per quanto mi riguarda, ho visto i primi film in lingua originale alla mediateca dell'università di Firenze proprio su quel supporto grazie alle tracce audio selezionabili (cosa impossibile con le videocassette). Tra le altre cose, uscirono anche tre film di 007 con Sean Connery per la Criterion Collection (opens new window) (Dr.No (opens new window), From Russia with Love (opens new window) e Goldfinger (opens new window)) e, visto che il formato digitale lo permetteva, avevano una traccia audio opzionale con il commento di alcune delle persone coinvolte nella produzione (registi, montatori, sceneggiatori) che parlavano alquanto liberamente. I loro commenti non fecero per niente piacere al boss di tutto, Cubby Broccoli, che si arrabbiò e fece sparire i LaserDisc dal mercato dopo pochissimo. Lunga introduzione per dire che l'audio con quei commenti è su Youtube (opens new window). Tanta roba.


Tsundoku

Torbido, torbido
Pubblicato nel 1951, Fine di una storia (opens new window) – da Greene definito il suo «Great Sex Novel» – è un romanzo lancinante, il resoconto di un amore carnale, immenso, crudele, in cui, per via dell’enormità della guerra, irrompe il divino. Ma è un divino diviso, tragicamente incerto, rischioso. Alla fine di questa storia, al di là dello scandalo e delle censure, resta – ha scritto Scott Spencer nella sua introduzione – la «convinzione che anche nelle circostanze più squallide ci sia qualcosa che non si vede, qualcosa che resiste e nobilita».

Città assai visibili
Viaggiare in verticale significa calarsi nel tempo profondo, abbandonare gli itinerari di superficie per dirigere il proprio sguardo oltre la forma delle cose finite. Partire dall’invisibile, allora, per vedere meglio: è questo che si propone Fernando Gentilini quando decide di farsi guidare, nel comporre questo suo Atlante delle città eterne (opens new window), dalle voci degli scrittori, degli artisti, dei santi e dei filosofi che le hanno abitate prima di noi.

Paghi due prendi due
Due Meridiani di Mondadori (la pubblicazione di eccellenza della casa editrice milanese) dedicati a Philip K. Dick. Quelli di Lucy sulla cultura hanno intervistato il curatore (opens new window) (parlandosi un po' addosso tra di loro, ma tra Millennials sulla cresta dell'onda ci sta) e ne ho pure scritto io, nel mio piccolo, ma non è ancora uscito l'articolo. Vi terrò aggiornati. Intanto, i due Meridiani (che insieme fanno 140 euro) intitolati "Opere Scelte" (opens new window) per riferimento agli 11 romanzi sui circa 50 scritti da Dick, più i saggi e l'apparato critico inclusi.

Vietnamese diaspora
Il prossimo numero della rivista McSweeney's Quarterly è il 78, è intitolato The Make Believers (opens new window), è curato da Thi Bui e Vu Tran, ed è scritto da dieci scrittori della diaspora vietnamita che pescano dal miscuglio eclettico che è la loro immaginazione condivisa di cosa significhi essere "vietnamiti". Ma l'altra cosa veramente favolosa è, per così dire, la forma del contenuto: la rivista è una scatola per sigari (con illustrazioni di Bui su ogni lato), e include due opuscoli, un menu e un glossario di pessimo vietnamita. Il contenuto in questo numero di McSweeney's spazia tra gli estremi: highbrow e lowbrow, da giusto a cattivo, da logico ad assurdo e da doloroso a divertente. Pubblicato in occasione del cinquantesimo anniversario della fine della guerra del Vietnam, i suoi autori lavorano attraverso più prospettive e più lingue. In questa antologia completamente folle, perché non esiste nient'altro nel suo genere, questi artisti scrivono (e illustrano) da una posizione di perdita e gioia collettive.


Coffee break

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Money quote

«Dobbiamo trovarle un nome! E io ho già un’idea: il nome che ha scelto lei stessa».
«In che senso?».
«Di che nome parli?».
«Quando l’avrebbe scelto?» lo incalzarono tutti.
Jeremy rispose lentamente: «Lo ha detto appena messa in moto: CHITTY-CHITTY, come due starnuti, e poi BANG-BANG! Quindi la chiameremo così, con il nome che lei stessa ha pensato».
Gli altri si guardarono e lentamente sorrisero; il comandante Caractacus Pott diede due buffetti sul naso della macchina verde e argento, e proclamò con voce stentorea e solenne: «Ascoltami, Paragon Panther a dodici cilindri, ottomila di cilindrata, con motore sovralimentato: noi qui ti battezziamo...» e tutti esclamarono in coro: «CHITTY-CHITTY-BANG-BANG!».

– Ian Fleming



D3C

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Al-Khwarizmi

Art and Craft
Perché un video su un film completamente analogico nella sezione relativa alla tecnologia? Semplicemente perché questa spiegazione molto da influencer (opens new window) delle ragioni per cui Lawrence of Arabia è tecnicamente oltre che artisti camente un film straordinario serve per ricordare a tutti che il cinema (e la televisione) sono arti in cui la tecnologia ha un ruolo espressivo fondamentale.

Censurare con il portafogli
I pagamenti elettronici avvengono tramite i circuiti delle carte di credito (Visa, soprattutto), che fanno parte di quello che si chiama FinTech. È una cosa parecchio complessa, dai risvolti discutibili, compresa una forma di censura su per che cosa si sta pagando (se non va bene, Visa rifiuta di collegare l'azienda al sistema di pagamento). Negli Usa sta iniziando un po' di dibattito dal basso (opens new window).

Rottamazione Made in USA
Un pickup, un furgone elettrico, tutto fatto negli Usa, finanziato tra gli altri da Jeff Bezos, "tutto escluso" (o, diciamo, "molto essenziale"), che grazie agli incentivi federali costa 20K. Che fine farà lo Slate Truck? (opens new window)

Tutto un altro audio
Google ha aggiunto un botto di lingue tra cui l'italiano (opens new window) ai podcast automatici che si generano automaticamente usando NotebookML, il suo servizio di Audio Overviews (opens new window).

Indovina indovinello
Mentre siamo sommersi da notizie di qualsiasi genere sulle AI (avete notato che cerco di contenermi? No? Be', io ci provo) ci sono cose che sono però interessanti da notare. Come l'ultima passione dei giochini sadici da fare con OpenAI: dargli una foto e fargli indovinare dove è stata scattata (opens new window). La parte sadica è che ci sono milioni di tizi che caricano le foto più improbabili per divertirsi a vedere le risposte più improbabili. Un grande divertimento. Secondo me verremo tutti giustiziati dalla super AI quando poi sarà diventata senziente (anche se, a dire il vero, si temeva due anni fa che lo sarebbe diventata a breve ma ancora non sa leggere per bene un pdf (opens new window)).


La fortezza
La fortezza ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

Vibe Coding
Il "vibe coding" non significa "utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per aiutare a scrivere il codice". Significa "generare codice con l'AI senza preoccuparsi del codice che viene prodotto". Cioè, non vi sbagliate: 1) il vibe coding non va bene in produzione; 2) non tutta la programmazione assistita dall'intelligenza artificiale è vibe coding. Anzi. Il termine "vibe coding" è stato coniato da Andrej Karpathy il 6 febbraio scorso su X (opens new window):

C'è un nuovo tipo di programmazione che chiamo vibe coding, dove ti lasci completamente trasportare dall'atmosfera, abbracci la crescita esponenziale degli LLM e ti dimentichi che il codice esiste. È possibile perché gli LLM (per esempio Cursor Composer con Sonnet) stanno diventando davvero bravi. Inoltre, io parlo direttamente con Composer usando SuperWhisper, quindi praticamente non tocco neanche la tastiera. Chiedo le cose più stupide come "diminuisci il padding sulla sidebar della metà" perché sono troppo pigro per cercarlo. Faccio sempre "Accept All", non leggo più le diff. Quando ricevo messaggi di errore li copio e incollo senza commenti, di solito questo risolve il problema. Il codice cresce oltre la mia normale comprensione, dovrei leggerlo con attenzione per un po' per capirlo. A volte gli LLM non riescono a sistemare un bug quindi ci giro intorno o chiedo modifiche a caso finché non sparisce. Non è male per progetti del weekend usa e getta, ma è comunque divertente. Sto costruendo un progetto o una webapp, ma non è veramente coding: vedo roba, dico roba, eseguo roba e faccio copia-incolla di roba, e più o meno funziona.


three-stars


Un uomo deve amare molto una cosa se la pratica senza alcuna speranza di fama o di denaro, ma anche se la pratica senza alcuna speranza di farla bene. Un uomo del genere deve amare le fatiche del lavoro più di quanto qualsiasi altro uomo possa amare le ricompense che ne derivano

– G.K. Chesterton


END



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