[Mostly Weekly ~298]
Perché l'arte ci salverà e un volo pindarico
A cura di Antonio Dini
Numero 298 ~ 17 novembre 2024
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Intanto, buona lettura.
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È solo nel qui e ora che possiamo fare il nostro dovere o accogliere un dono del destino
– C.S. Lewis
Editoriale
L'arte - prima parte
Andando a giro per il mondo, in questi ultimi anni, ho varcato le porte di più musei e mostre d'arte di quanti ne avessi visitati in tutta la mia vita precedente. Mi sono chiesto perché. Questo che segue è il mio tentativo di darmi una risposta, razionalizzando qualcosa che evidentemente è un istinto. L'idea è questa: quando il mondo cambia velocemente, quando le certezze si sgretolano e le vecchie mappe non servono più, è il momento in cui l'arte diventa più necessaria che mai.
Non come semplice decorazione o intrattenimento o consolazione, intendo dire, ma come strumento di comprensione profonda della realtà che ci circonda. Secondo me quando due epoche, culture o religioni si sovrappongono, la vita umana è ridotta a una sofferenza reale. In tempi di tal fatta, una generazione può trovarsi intrappolata tra due epoche, perdendo la capacità di comprendere se stessa e senza standard o sicurezze.
Invece, gli artisti sono degli esploratori emotivi: si avventurano nei territori sconosciuti del cambiamento prima degli altri. La loro sensibilità permette di captare le vibrazioni sottili delle trasformazioni in arrivo, traducendole in opere che aiutano a dare un senso al caos. Non sono profeti né guide spirituali, ma osservatori privilegiati che sanno leggere i segni dei tempi attraverso una lente particolare.
James Baldwin ha scritto che "una società deve presumere di essere stabile, ma l'artista deve sapere, e deve farci sapere, che non c'è nulla di stabile sotto il cielo". Durante periodi di transizione, gli artisti sentono queste instabilità più profondamente e, attraverso la loro inquietudine, creano opere che fungono da linee di salvezza per la società.
L'arte per me è diventata una specie di bussola per orientarmi nel mare agitato delle trasformazioni sociali e culturali. Non mi offre risposte preconfezionate, ideologiche (i "pensieri già pensati da altri"), bensì mi stimola domande nuove e cerca di suggerirmi prospettive altre. Sono convinto che attraverso la creatività anche i momenti più difficili possono trasformarsi in opportunità di crescita e rinnovamento. In un'epoca di cambiamento come quella attuale, l'arte secondo me non è un lusso ma una necessità. È lo strumento che permette di vedere oltre la superficie, di cogliere i significati nascosti, di immaginare nuove possibilità.
Quindi, vado nei musei e alle mostre d'arte.
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Importante
"Tutto questo è ridicolo"
È uscito il Gladiatore II. È del regista Ridley Scott, che ha 86 anni. Scott sta facendo uno o due film all'anno, e nel complesso va come un treno. Più di quando ne aveva 43, per dire. Alcuni film sono decisamente brutti (Napoleon) altri geniali, altri chissà. Questa intervista del New York Times (opens new window) (archivio (opens new window)) è fenomenale per capire che quest'uomo è completamente e lucidamente folle.
The Clock
Una opera d'arte molto particolare al Moma di New York. Incapsulando 100 anni di storia di immagini in movimento, The Clock (2010) (opens new window) di Christian Marclay è un montaggio di 24 ore composto da migliaia di filmati e clip televisive che raffigurano orologi e altri riferimenti al tempo. James Bond controlla il suo orologio alle 12:20; Meryl Streep spegne una sveglia alle 6:30 del mattino; un orologio da tasca spunta alle 11:53 mentre il Titanic parte. Con ogni clip sincronizzata con l'ora locale dello spettatore, l'esibizione fa combaciare il tempo immaginario presentato sullo schermo con l'ora effettiva di ogni minuto che passa. L'opera è sia un tour-de-force cinematografico che un vero orologio funzionante (per quanto molto particolare). Chissà come diavolo ha fatto a trovare tutte quelle micro sequenze.
Rabbit Hole e gli skateboard
Tony Hawk è il più famoso skater al mondo. Questo lo sappiamo. Poi ha indicato una donna in una foto. Anzi, per meglio dire: un fotografo ha scattato una foto di Shaunda Shane che pattina lungo la sua strada a Fayetteville quando aveva 10 anni (erano gli anni Settanta). Tony Hawk l'ha vista e voleva rintracciare quella misteriosa pattinatrice con l'ombrello. Incredibilmente è stato fatto (opens new window). Ma come mai lo skateboarder più famoso del mondo a vedere quella foto (opens new window) 45 anni dopo?
Cose sempre utili
Come perdonare (opens new window) (anche se non si sono pentiti).
Passatempi hip
Create la vostra versione della Nakaging Capsule Tower con questo set di blocchi di legno modulari.
Italiana
Processo al VAR
Come la tecnologia sta cambiando il calcio in profondità, di Emanuele Atturo (opens new window). (Bello lungo, eh. Casomai fatevi fare il riassunto da ChatGPT).
Impaginando
Come si fa a impaginare un testo per la rete? Questi sono i suggerimenti (opens new window) che si trovano nella nostra lingua. Mah.
Fastweb più Vodafone
A quanto pare Vodafone Italia viene inghiottita da Swisscom (opens new window) e diventa un pezzetto di Fastweb (che è già di Swisscom).
Diana (Milano)
Chiude l'hotel Sheraton Diana Majestic di Milano (opens new window). Struttura di lusso, nata sugli spazi dei Bagni Diana (spettacolare struttura e piscina pubblica di inizio Novecento). Diventerà un luogo di commercio: negozi e via dicendo.
Vivo, morto o X
Da una piattaforma all'altra (opens new window), come Super Mario, fino al Bar Mario: un bell'articolo di Enrico Gullo sulla fine (o no) di X.
Il solito fanalino di coda
Chi è che investe di più in ricerca e sviluppo tra i paesi Ocse? Suggerimento: non noi (opens new window).
Multimedia
Coppie
The Big Wait (opens new window) è un delizioso breve documentario su una coppia che vive da sola in mezzo al nulla nell'Australia occidentale, gestendo un aeroporto di emergenza e una piccola fila di cottage per gli ospiti (raramente occupati). Colossal (opens new window) definisce il film "poetico con un umoristico asciutto".
Legno
Microvideo (opens new window) di giapponesi che fanno cose con il legno. Altro che Ikea.
De gustibus
Con l'app i Character(ai), spiega Besneeh (opens new window), si fa sesso conversazionale online con degli llm.
Hip and Jazz
A 99 anni è morto Roy Haynes (opens new window), leggendario batterista jazz. Era uno degli ultimi collegamenti con l'era dello swing e del bebop. Haynes ha suonato con alcuni dei grandi, come Charlie Parker, Louis Armstrong, Sonny Rollins, Miles Davis, John Coltrane e molti altri. La sua carriera è iniziata a metà degli anni '40, lavorando sotto alcuni dei leader dell'era swing come Sabby Lewis e Frankie Newton. Il resto è leggenda. Questo è un concerto del 2009 del suo Roy Haynes Trio (opens new window).
Tsundoku
Abitare
Ci sono due libri che parlano della stessa cosa ma in modi (e in tempi) diametralmente opposti. Che più lontani non si potrebbero. Da un lato c'è il costoso Nelle case - Milan Interiors 1928-1978 (opens new window) di Enrico Morteo e Orsina Simona Pierini, pubblicato da Hoepli, che è una esplorazione degli interni delle case "belle" di Milano (seguito ideale di Milano (opens new window) e di Case milanesi 1923-1973 (opens new window)). Oggi molti di questi interni non esistono ma proseguono nella mente delle persone, sono diventate idee seminali dell'abitare. Dall'altro lato c'è City of Legends (opens new window) di Davide Tommaso Ferrando, un bestiario dell’abitare contemporaneo, che offre una visione allo stesso tempo familiare e perturbante della casa del XXI secolo, descrivendola come uno “spazio cyborg” nel quale “ciò che è privato diventa pubblico, ciò che è interno diventa esterno, ciò che è intimo diventa collettivo e ciò che è nascosto diventa visibile”. Webcam, capsule hotel sotterranei, torri d'uffici, stanzette da tiktoker e via cantando.
Money quote
L'arte - parte di mezzo
Un'opera d'arte è l'unico oggetto materiale nell'universo che può possedere armonia interiore. Tutti gli altri sono stati modellati dall'esterno e, una volta rimosso lo stampo, crollano. L'opera d'arte sta in piedi da sola, e nient'altro ci riesce. Realizza qualcosa che la società ha spesso promesso, ma sempre in modo ingannevole. L'antica Atene era nel caos - ma l'Antigone resta in piedi. La Roma rinascimentale era nel caos - ma il soffitto della Sistina è stato dipinto. Giacomo I regnava nel disordine - ma c'era il Macbeth. Luigi XIV governava male - ma c'era la Fedra. L'arte è l'unico prodotto ordinato che la nostra razza confusionaria sia riuscita a creare. È il grido di mille sentinelle, l'eco di mille labirinti; è il faro che non può essere nascosto.
E.M Forster
Coffee break
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Voli pindarici
Star Trek Voyager, trent'anni dopo
Nel 1995, quando Star Trek: Voyager debuttò sugli schermi televisivi, ChatGPT non esisteva nemmeno nei sogni più arditi dei tecno-visionari. Eppure, questa serie di fantascienza ha saputo anticipare con straordinaria precisione non solo gli sviluppi tecnologici dell'intelligenza artificiale, ma soprattutto le complesse dinamiche sociali e psicologiche che oggi viviamo nell'interazione con le macchine pensanti.
Che la serie fosse avanti sui tempi lo sapevamo, ma rivisitarla oggi, nell'era dei chatbot, è un'esperienza illuminante. Voyager costruisce infatti un duplice scenario profetico: da un lato l'intelligenza artificiale come presenza invisibile e pervasiva (il computer di bordo che gestisce ogni aspetto della vita dell'equipaggio), dall'altro come entità dotata di personalità emergente (il Dottore, che sviluppa caratteristiche uniche e rivendica i propri diritti). Proprio come oggi ci troviamo a interagire con AI "trasparenti" che governano i nostri device e, al contempo, sviluppiamo relazioni quasi personali con chatbot sempre più sofisticati.
La genialità di Voyager sta nell'aver intuito che il vero tema non sarebbe stata la tecnologia in sé, ma il suo impatto sulle relazioni umane e sulla nostra definizione di coscienza e identità. La serie pone domande che oggi sono al centro del dibattito etico e filosofico: può una macchina sviluppare una vera coscienza, essere originale, capace di pensiero non derivativo? Nel caso, quali diritti dovremmo riconoscerle? Come cambiano i rapporti umani quando le AI diventano parte integrante delle nostre vite? Domande che, trent'anni dopo, sono più attuali che mai.
Al-Khwarizmi
Privay First
Oggi i tre fattori critici nell'uso dell'intelligenza artificiale di tipo GenAI come prodotto (e non come funzione) sono: 1) allucinazioni varie; 2) dipendenza dalla rete; 3) i conseguenti problemi di privacy. Aggiungo anche il costo del servizio. Un modello addestrato e fatto funzionare localmente può mitigare questi problemi, grazie ai progressi nei "motori" degli LLM e alla potenza dei dispositivi di casa. Infatti, ora è possibile eseguire un LLM che funzioni in maniera brillante rispetto al ChatGPT originale su un Raspberry PI. L'esecuzione di modelli locali consente un accesso privato, illimitato e senza registrazione. Questo articolo (opens new window) parla di come eseguire LLM basati su testo locale sul proprio hardware. Copre il software necessario, i diversi modelli disponibili, le interfacce utente e altro ancora. Una nota: è vero che gli LLM sono utili ma soprattutto divertenti, soprattutto però ci sono ancora molti compiti che non possono svolgere in modo affidabile.
Motori di casa nostra
Ci risiamo: in Europa c'è di nuovo chi affina le armi (opens new window) per creare un motore di ricerca alternativo a Google Search. Tempismo perfetto.
Transcontinentali
Il primo meeting virtuale è avvenuto nel 1916 (opens new window). L'incredibile impresa dei nostri bisnonni è riuscita a collegare 5.100 ingegneri americani tra Atlanta a San Francisco. C'era anche Alexander Graham Bell, quello del telefono. Comunque, 5.100 ingegneri: mamma mia.
Rubber duck
Al di là dei miei voli pindarici soprastanti, pensate alla paperella di gomma dei programmatori (opens new window), quella a cui il programmatore parla per spiegare il problema che non riesce a risolvere, risolvendolo. Funziona anche in altri ambiti (opens new window), come lo studio per esempio (opens new window) (si chiama "ripetere" per l'esame, in quel caso). Ecco, immaginate se la paperella avesse un chatbot dentro e potesse rispondervi.
A scuola di AI
Mentre Anthropic ha creato una biblioteca di prompt (opens new window) (piuttosto inutili), su Linkedin si trovano decine di corsi "gratuiti" (opens new window) per imparare a fare tutto. Mah.
La coda lunga
L'arte - ultima parte
Nell'epoca in cui tutto viene ridotto a merce o a intrattenimento, due forze opposte ma ugualmente distruttive stanno plasmando il nostro rapporto con la realtà. Da una parte l'enshittification di Cory Doctorow (opens new window), quel processo inesorabile per cui ogni cosa digitale diventa progressivamente peggiore per massimizzare il profitto. Dall'altra la banalizzazione dell'aura (opens new window), che trasforma il quotidiano in feticcio, facendo dei brand i nuovi sacerdoti di una religione del consumo che eleva a simbolo sacro persino una confezione di cereali.
In questo scenario di deterioramento programmato e sacralizzazione dell'ordinario, l'arte diventa l'ultima forza di resistenza. Non si piega alla logica del peggioramento sistematico delle piattaforme digitali, né si presta al gioco della mercificazione del banale. Mantiene intatta la sua capacità di creare significato vero, di generare quella autentica aura che Walter Benjamin vedeva svanire (opens new window) con l'avvento della riproducibilità tecnica.
L'arte non ha bisogno di costruire una personalità fittizia come fanno i brand, né deve deteriorare la qualità per aumentare i margini come le piattaforme digitali. Non deve fingere di essere qualcosa che non è. La sua forza risiede proprio in questa irriducibile autenticità: mentre tutto viene trasformato in prodotto da consumare o in contenuto da scrollare, l'arte mantiene l'espressione umana genuina.
In un mondo dove ogni cosa sembra destinata o a deteriorarsi per profitto o a trasformarsi in simulacro commerciale del quotidiano, l'arte resta una forma di verità. Non è immune alle pressioni del mercato, ma conserva la capacità di trascenderle, di parlare direttamente all'animo umano senza intermediari o algoritmi. Resta ciò che è sempre stata: una forma di autenticità tra copie sempre più sbiadite.
“Un uomo deve amare molto una cosa se la pratica senza alcuna speranza di fama o di denaro, ma anche se la pratica senza alcuna speranza di farla bene. Un uomo del genere deve amare le fatiche del lavoro più di quanto qualsiasi altro uomo possa amare le ricompense che ne derivano”
– G.K. Chesterton
END
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