[Mostly Weekly ~290]

‌La fine dell'estate è arrivata e non ci sono più le mezze stagioni


A cura di Antonio Dini
Numero 290 ~ 22 settembre 2024

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Grazie per aver aperto questa pagina! Siete tornati su Mostly Weekly, la mia newsletter settimanale che esce quando è pronta, realizzata a mano, piena di refusi, decisamente prolissa ma priva di algoritmi (almeno quello).

C'è di tutto: lunghi ragionamento o notizie flash. Ad esempio: Tupperware sta fallendo (opens new window) (era carissimo ma ottimo).

Torniamo a noi: internet sta attraversando una fase di trasformazione non bella per chi coltiva un piccolo angolo di rete in modo indipendente. Per questo dare fiducia e aiutare questi progetti è importante. È come dar da mangiare al vostro amichevole uomo ragno di quartiere: voi vi prendete un po' cura di lui, e lui ammazza un po' di mosche e zanzare fastidiose nella vostra mente.

Ecco, se vi va, vi suggerisco di prendervi cura di qualche progetto in rete. Ce ne sono tanti e di meritevoli. Se poi vorrete prendere in considerazione Mostly, il più verboso del quartiere, mi sentirei onorato. Se volete, potete fare una donazione qui su PayPal (opens new window), mi raccomando in modalità "Amici".

Ah, quasi dimenticavo: in modo un po' estemporaneo ma qui su Mostly Here, adesso abbiamo la ricerca. È una piccola e bizzosa lente che trovate qui sopra sulla destra, Fa un po' la selvaggia e scompagina tutto (soprattutto sugli smartphone) e comunque non vi porta mai nel punto esatto della pagina che vi interessa, ma almeno si capisce dove stanno le cose, che cominciano a essere tante.

Intanto, buona lettura.


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I'm very proud of my gold pocket watch. My grandfather, on his deathbed, sold me this watch
– Woody Allen



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Editoriale

E il naufragar m'è dolce
È l'ultimo fine settimana dell'estate: oggi alle 14:43 con l'orario dell'equinozio entriamo ufficialmente nell'autunno (opens new window). A mia figlia che mi chiedeva qual è la stagione che preferisco, ho risposto che preferisco le mezze. Ma, badate bene, non sono in realtà mai esistite: le stagioni sono solo o calde o fredde. Le mezze stagioni sono come in bagnasciuga: è il freddo che avanza o il caldo che si ritrae? Chi lo sa. E poi, dopo un bel po', c'è anche il viceversa, ovviamente.

Ah, a proposito: il bagnasciuga è anche un errore, ormai passato in giudicato. Fu Mussolini a usarlo nel senso di spiaggia dove le onde avanzano e si ritraggono. Era là che voleva inchiodare gli Alleati che invece, pochi giorni dopo, non solo sbarcarono ma andarono anche parecchio avanti, fino a liberare tutta l'Italia.

In realtà, invece, il bagnasciuga indica la linea di fior d'acqua, quella che i marinai inglesi chiamano "load line" o "linea di Plimsoll". In pratica, è la linea che dice fin dove può arrivare l'acqua quando si caricare la nave. Non è sempre la stessa: cambia (il diagramma viene infatti indicato come "l'occhio di Plimsoll") a seconda del posto dove si naviga: acque tropicali o glaciali, periodo estivo o invernale, acque salate o acque dolci.

Forse proprio per questo, pur essendo usata impropriamente ma comunque sempre in modo transitorio e ondivago, l'immagine del bagnasciuga come parte della spiaggia definita dal moto ondoso la trovo ideale per avvicinarla all'immagine delle stagioni che stanno fluttuando in maniera sempre più scomposta (opens new window), sommergendo tutto quel che incontrano (opens new window). Forse è lei la parola che emerge meglio descrive quel che sta succedendo, mentre noi cerchiamo solo di galleggiare ancora per un po'.

Buon autunno a tutti.


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Una luce in fondo al tunnel e la bici per andarci
Una luce in fondo al tunnel e la bici per andarci ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Noi redivivi, voi redimorti
CHe strana cosa: possiamo ascoltare qualcosa di nuovo che viene da lontano: la piccolissima serenata notturna (Ganz kleine Nachtmusik) di Mozart è stata ritrovata (opens new window) e suonata a Lipsia

Black is black
Il New York Times racconta (opens new window) perché il nero è figo per vestirsi, anche se si porta dietro alcune stimmate piuttosto serie. Per fortuna (di chi si veste di nero) che c'è il designer Yohji Yamamoto che da una vita continua a ripetere (opens new window) cose meravigliose del non colore per eccellenza. Va notato che Jean-Michel Jarre una volta ha definito lo stile di Yamamoto in questo modo: “Il suo lavoro è totalmente diverso da qualsiasi altro. Mi piace il suo approccio quasi religioso alla moda. Per me, una donna con Yohji è come una suora ninfomane. I suoi abiti sono allo stesso tempo sensuali e molto rituali”. E neri.

La generazione che ha fatto bingo
In Canada si stanno preparando: il Paese si trova nel mezzo del più grande trasferimento di ricchezza di tutti i tempi, con circa mille miliardi di dollari che passano dai baby boomer ai millennials. Ecco come (opens new window) un'economia basata sull'eredità trasformerà profondamente quel paese. Un articolo interessante non solo perché mi ha fatto scoprire Maclean's (opens new window), che è davvero un'ottima rivista canadese, ma anche perché ci dice qualcosa di cosa succede e non succede da noi.

dev null
La BBC torna a battere il martello sul solito chiodo (opens new window): che fine sta facendo la nostra cultura, intesa come sedimentazione fenomenologica e tangibile della nostra identità. Dopotutto, se a una persona va via la memoria, con essa se ne va via anche la personalità e alla fine la persona stessa. La stessa cosa succede se gli ultimi venti-trenta-quarant'anni dopo essere diventati digitali e web evaporano nel nulla? Badate bene, sta succedendo davvero: secondo Pew Research (opens new window) un quarto di tutte le pagine web che esistevano a un certo punto tra il 2013 e il 2023 ora non esistono più. Il problema è tanto più grave quanto più vecchia è una pagina web: il 38% delle pagine web a che esistevano nel 2013 non funzionano più. Ma è un problema anche per le pubblicazioni più recenti. Circa l'8% delle pagine web pubblicate nel 2023 non funzionava più a ottobre dello stesso anno. Come se ne esce? Forse la risposta sta nell'Internet Archive. Ma è una risposta molto fragile. E ci sono anche alternative (parziali). L'articolo è una miniera di link.

Sigue Sigue Bogoroditsa
Mi ricordo quando ha preso fuoco. La torcia enorme nella notte. Il dolore di tutti. E adesso, cinque anni (e vari lockdown) dopo, il miracolo di Notre-Dame si è praticamente compiuto: la cattedrale di Parigi è miracolosamente rinata. Questa è la storia di chi e come lo ha fatto (opens new window) (archivio (opens new window)).


A parer mio

San Tommaso ha preso l'aereo
Questo articolo del Wall Street Journal (opens new window) (archivio (opens new window) bis (opens new window)) dice sostanzialmente due cose: Ford sta cambiando strategia sull'elettrico a causa della pressione dei produttori cinesi; e poi: Ford se n'è accorta perché il ceo (Jim Farley) ha fatto un viaggio in Cina e ha "toccato con mano" e "visto in prima persona" cosa sta succedendo, ha comprato un tot di auto elettriche e le ha portate a Detroit per farle vedere ai suoi manager di primo livello e al board e hanno tutti capito che è arrivato il momento di darsi una mossa.

Ora, sul fatto che Ford cambi strategia sull'elettrico perché i cinesi eccetera eccetera, è interessante saperlo, fa parte del lavoro dei giornali. Sul fatto che questo accada perché un tizio di mezza età a capo di un colosso dell'automobile abbia preso l'aereo e sia andato a bighellonare in Cina, nonostante i milioni spesi tra consulenti, rapporti di analisi, scenari, studi di settore, gestione e monitoraggio dei prodotti della concorrenza, segmentazione dei mercati, mi sembra una emerita cavolata.

I casi per me sono due: o il giornalista (Mike Colias) cercava una chiave di lettura e si è bevuto una storiella da pionieri del vecchio West, oppure la società di comunicazione che cura l'immagine strategica e lo storytelling di Ford in generale e del suo ceo in particolare è stata brava nella creazione della notizia e ha saputo creare le condizioni perché il Wall Street Journal se la bevesse.

In ogni caso la seconda notizia (quella del ceo che si sveglia una mattina, prende l'aereo e scopre la Cina e le auto elettriche cinesi) per me dovrebbe portare all'immediato licenziamento del ceo in questione per manifesta incapacità strategica nella gestione dell'azienda. Se capisce solo le cose che vede lui, allora non è un buon ceo.


Italiana

Alabarda spaziale
A un certo punto la Rai trasmetterà di nuovo Goldrake, la carta della nostalgia. Però non la serie originale, ma quella nuova: ha acquistato il reboot di Atlas Ufo Robot, Goldrake U (opens new window), e lo trasmetterà a un certo punto dell'anno prossimo. Proprio come fece con ‌UFO Robot Goldrake a suo tempo: il 4 aprile 1978. Quella sì che fu una bella storia (opens new window).

Aἰνίγματα
Forse per prepararci meglio a nuovi film di Percy Jackson, Wired Italia ci chiede (opens new window) quanto conosciamo la mitologia greca (opens new window) e ci propone di scoprilo con un quiz.

Beau de jour
Il giovane Tex Willer, quando era ancora giovane e soprattutto non era vedovo inconsolabile, era proprio un bel ragazzo che piaceva alle donne. Anche parecchio (opens new window).

La Nutella algerina
Dalle nostre parti a quanto pare va di moda mangiare questa specie di Nutella (opens new window) fatta in Algeria che si chiama El Mordjene (opens new window) (che piace a Yuka) (opens new window) sa di Kinder Bueno e che non si può vendere in Europa per una questione di latte algerino. Tuttavia, ha la metà dello zucchero della Nutella. E ora, grazie ai social, costa un botto.

Videcamere volatili
Gli spot di Apple sono epici e fanno la storia della pubbliciltà. Sino a quando non la fanno più (opens new window).

Waterworks
Tutto quel che potreste voler sapere sui fiumi (opens new window): la mappa satellitare colorata che mostra la vera "forma" di un fiume con i suoi invasi e territori di sconfinamento vale la lettura soprattutto visto il cambiamento climatico in atto. Il lavoro è del "solito" Tomas Pueyo (opens new window), cioè Uncharted Territories (opens new window), che secondo me non è il solitario genio autore di un'opera struggente, ma una vera e propria redazione e struttura commerciale di cui lui è direttore/frontman.


Multimedia

La settimana giusta per essere a Milano
No, non quella della moda (opens new window). Invece, fino a venerdì prossimo in quattordici cinema di Milano verranno proiettati alcuni dei film in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e in altri festival internazionali, che non sono ancora usciti in Italia o che non usciranno mai. È la rassegna “Le vie del cinema (opens new window)”.

Non più giovani
È Off Topic (opens new window). I Millennials nel loro ambiente naturale, a parlare del mondo secondo loro. Che teneri.

Domande ricorrenti
Le dieci cose da sapere (opens new window) su Yuka (opens new window) raccontate dalla cofondatrice Julie Chapon che parla un fantastico italiano (velato di spagnolo, secondo me, ma ci sta).

I grandi registi
Cosa fare quando si hanno due attori, un mucchio di dialoghi e il tempo sufficiente per ottenere un solo angolo di ripresa? Woody Allen (a lui capita spesso) e vari altri prendono in considerazione uno degli strumenti più antichi della cassetta degli attrezzi del cinema: il sustained two-shot (opens new window), cioè una inquadratura a due prolungata. Allen la usa sempre come master shot, cioè la ripresa master che prende tutta la scena girata dall'inizio alla fine con tutti gli attori e l'ambiente circostante. La cosa interessante è che è un tipo di ripresa molto più comune (e interessante) di quanto non sembri.

Novecento
C'è questa invasione di persone che hanno fra i venticinque e i quarant'anni (2000-1985) che sono ossessionate a quanto pare da un passato che hanno solo intravisto e che era fisiologicamente la regola per chi è più vecchio di loro. Voglio dire, mio nonno mi raccontava quando ero piccolo che quando lui era bambino per andare da Firenze a Roma c'era l'opzione con la carrozza e i cavalli. Ecco, capisco tutto, ma il tipo di questo video ha scelto di passare una settimana usando solo tecnologia degli anni Ottanta (opens new window). Buon per lui che non c'era e adesso ha recuperato il tempo perduto.

Tacco-punta
Tra le tecniche di guida "antiche" che da ragazzi guardavamo con ammirazione c'era la doppietta. In realtà, a un certo punto alcuni di noi si sono trovati a giocare anche con il suo complemento, con il tacco-punta, soprattutto su strada di montagna più che su pista, ma si sa che non siamo piloti di Formula 1. Ayrton Senna sì, e in questo video (opens new window) mostra la tecnica di guida (qui spiegata con più calma (opens new window)) che potremmo definire un tipo di "piedeggiatura" (tipo la diteggiatura sugli strumenti, ma fatta con i piedi). Il tacco-punta è da usare con la doppietta e serve quando si frena, entrando in curva, per tenere su i giri e pronti ad accelerare all'uscita della curva. È utile perché consente anche di ritardare la scalata prima della curva, iniziando quindi a frenare prima e a mettere una marcia più bassa più tardi senza problemi di differenze di rotazioni. Infine, in un'epoca senza controllo automatico della trazione (diavolo, qui non c'è neanche il cambio sincronizzato) tiene la macchina con le ruote a terra, bella stabile, mentre i pesi si spostano e gli equilibri cambiano bruscamente, e il cambio porta il rischio di impuntature improvvise. A saperla fare, è una gran bella mossa.

Phish Live
È una delle band più incredibili di sempre. Che va vista dal vivo, perché è una sorta di esperienza continua che va avanti da 40 a suonare la sua musica e quella degli altri facendo delle jam incredibili. Qui sono allo Sphere di Las Vegas (opens new window) (il 21 aprile scorso) mentre qui GQ racconta la loro storia (opens new window). Questa è gente che si diverte un casino a suonare assieme da una vita, e fa godere il senso degli strumenti suonati veramente, non delle produzioni da studio tutte sintetiche.

No name
Rimanendo in tema musicale, Jack Black (White Stripes) con No Name (opens new window) ha ritrovato il suo plettro fatato, a quanto pare (opens new window), perché è un gran bell'album.


Tsundoku

Marginalia marginali
Il racconto della bibliotecaria di una prigione e di quel che ha trovato nei libri. Tanta roba (opens new window).

8-bit
Parlando di siti e di font, un po' di tipografia: Arcade Game Typography (opens new window) dell'epoca dei giochi arcade a 8 bit. Qui diventa decisamente una questione di estetica, ma è un gran libro illustrato molto bene, mostra 250 font diversi ed è in sostanza una rassegna definitiva e splendidamente progettata della tipografia pixel dei giochi arcade degli anni '70, '80 e primi '90. Scritto da Toshi Omagari e progettato da Darren Wall e Leo Field.

The Chicago Manual of Style, 18th Edition
La venerabile e collaudata guida allo stile, all'uso e alla grammatica dell'inglese-americano: un riferimento indispensabile che informa il canone editoriale con consigli validi e definitivi. Giunta alla 18ª edizione, con oltre 1,75 milioni di copie vendute, è il libro totale: altro che ChatGPT. E questa è anche la più ampia revisione in due decenni. Ci sono nuove e ampliate linee guida di stile in risposta all'evoluzione della tecnologia e dei cambiamenti sociali; migliori pratiche aggiornate per il linguaggio inclusivo e l'accessibilità; nuove raccomandazioni per la narrativa e altri generi di scrittura creativa; maggiore attenzione al modello di self-publishing e alle esigenze degli autori autopubblicati; raccomandazioni di citazione accuratamente riviste e ampliate. E se lo prendete sul sito della University of Chicago Press (opens new window) con il codice CHICAGO30 io non ci guadagno nulla (manco se ne accorgono) ma per un po' voi avete lo sconto del 30%. Conviene perché costa 75 dollari più spese di spedizione (però sono quasi 1200 pagine di roba).

meta-meta
L'altro giorno, passeggiando in libreria, ho lasciato cadere l'occhio sui Calvino. Ce ne sono un sacco, Mondadori continua a impacchettare tutto quello che l'autore ligure ha scritto. In particolare, partendo da una sua frase, «Il massimo del tempo della mia vita l'ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei», c'è il voluminoso I libri degli altri (opens new window) in cui Giovanni Tesio ha distillato le oltre trecento missive qui raccolte (su un corpus di oltre cinquemila lettere conservate nell'archivio della casa editrice Einaudi) e le ha accompagnate con essenziali note esplicative che identificano il destinatario e ricostruiscono il contesto. Le parole di Calvino hanno un tono amichevole e colloquiale e raccontano il dietro le quinte di un "mestiere dei libri" esercitato con emozione e al tempo stesso con disincantata professionalità: la scoperta di nuovi autori, i rifiuti, le polemiche letterarie, i premi, i consigli dispensati ad autori esordienti o affermati, le discussioni con i traduttori. Io mi chiedevo se il giapponese ha anche una parola per chi compra libri che non sono libri ma parlano di libri.


Coffee break

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D3C

Mostly Sponsor: D3C ~ Piacere di fare la vostra consulenza (opens new window)


Al-Khwarizmi

The iPhones 16
Da venerdì sono nei negozi i nuovi iPhone. La recensione di John Gruber (opens new window) per me è l'appuntamento dell'anno. Molto scritta, come sempre. Per i più visivi tra voi, un po' di cose interessanti di Jaki sul 16 e 16 Plus (opens new window). Intanto, il nocciolo dei casini sull'Apple Intelligence in Europa riassunto qui (opens new window). Ah, il nuovo iOS 18 fa bene all'autonomia dei "vecchi" iPhone 15 e 15 Pro (quelli usciti l'anno scorso). Guadagnano un'ora di batteria (opens new window). Ci sono anche ragionamenti interessanti (opens new window) sui nuovi stili fotografici e il senso delle fotocamere in generale. Intanto, Le Monde si chiede (opens new window) se davvero il nuovo Apple Watch Series 10 e le vecchie AirPods 2 possono risolvere i problemi di udito e di apnee notturne. Chissà.

Spazi sicuri
Si può creare un sito utilizzando font a spaziatura fissa? Oh yes, si può certamente. Questo è un esperimento andato decisamente a buon fine: Monospace Web (opens new window). Ci sono un po' di cose da vedere e ovviamente tutto il css che c'è dietro. Ma l'idea di giocare con i font a spaziatura fissa è molto più diffusa di quel che sembra. Departure Mono (opens new window), ad esempio. Ma anche i font di iA Writer (opens new window), che uso anche io.

Atkinson Hyperlegible
E se invece volete un font che sia "solo" leggibile, l'organizzazione che gestisce l'alfabeto per i non vedenti ha pubblicato un font per il resto di noi che è iperleggibile (opens new window) e davvero bello oltre che completo tra accenti e vari segni diacritici. Tra l'altro, la scelta e le proporzioni dei caratteri (opens new window) sono quelle che ci potrebbero far risparmiare un sacco di inchiostro e pagine, riducendo (opens new window) l'impatto ambientale di quella montagna di libri che vengono venduti ogni anno: nel 2023 ben 767 milioni di tascabili solo negli Usa.

Mono.Net
C'è stato un periodo in cui l'open source era il cancro della società. Adesso .NET, la gemma della corona di Microsoft, [è stato messo praticamente in open source con la sponsorizzazione da parte di MS di Mono (opens new window). E non ha fatto notizia: non se n'è accorto praticamente nessuno. Gli imperi se ne vanno così, senza far rumore.

Hardware open
Ora si chiama pilet (opens new window), prima era consolo. È un tablet console modulare e open source basato sul Raspberry Pi 5, due batterie e sette ore di autonomia. È uno di quei progetto fai da te, nel senso che viene rilasciato il software open, e il progetto da stampa 3d per creare la scocca e aggregare le componenti. O forse lo venderanno anche già fatto (al limite da montare) a un prezzo che dovrebbe essere di 200 dollari. Il punto è che siamo più o meno al prototipo, poi vedremo. A me ricorda altre console del passato.

Le mille luci di un server
L'idea è quella di costruire un documento piuttosto ampio che aiuti chi non è specializzato a capire cosa gli serve per fare un servizio di hosting autonomo. La configurazione dei server è complessa e richiede una marea di decisioni, la scelta di varie tecnologie e la competenza per configurarle. Per questo l'autore di questo post (opens new window) dichiara che sta scrivendo innanzitutto per se stesso, per documentare quel che sta facendo (parla al suo io futuro, insomma) e al tempo stesso per gli altri alle prime armi. Si inizia con le cose di base, come il login corretto con SSH e l'impostazione di utenti non root e la creazione di utenti per ogni applicazione. Poi l'intenzione è andare anche alla configurazione di NGINX, alcuni strumenti di qualità della vita che rendono più facile la gestione del server, la gestione dei log e la sicurezza di base della rete.

Bliss
Mentre cavalcava sulla via delle tecnologie, il cavalier David Heinemeier Hansson si stupisce ancora (opens new window) per la bellezza di Vi (opens new window) e dei suoi figli: Vim (opens new window) e NeoVim (opens new window). Che tenero. Lui è il creatore del framework full stack Ruby on Rails (opens new window), il CTO di 37signals (opens new window) e il creatore di Basecamp ed Hey. E varie altre cose, tra cui vincere a Le Mans. (DHH è un personaggio (opens new window), insomma).

A proposito di NeoVim
Su reddit si parla di OVIWrite (opens new window), si danno suggerimenti per usare per usare NeoVim per scrivere e prendere appunti (opens new window), e anche per avere una sorta di org mode (opens new window).


Una mezza idea

SocialAI
La fantascienza ci ha regalato un sacco di idee intriganti. Ma quella di un pianeta nel quale vive un solo uomo che regna su milioni di entità sintetiche, dei robot, cioè i suoi unici compagni di via, è abbastanza particolare se non paurosa. In buona sostanza però è venuta in mente ai progettisti di un social (opens new window) in cui l'utente è solo su un social tutto suo, seguito da milioni di AI-followeer, tutti bot. Ogni cliente ha la sua bolla ermetica: la monade senza porte e con le finestre murate. L'app si chiama SocialAi (opens new window) ed è praticamente il social meno sociale e più solipsistico che abbia mai visto. Un delirio di onnipotenza tascabile, ma tutto in buona compagnia. Ah, da notare che il servizio è gratuito: ergo il prodotto siete voi.


La piccola fortezza estiva
La piccola fortezza estiva ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

La grande esposizione

Il buon vecchio poeta residente questa settimana articola una sapida critica della società partendo dallo spunto delle subcultura dei "preppers (opens new window)".

Gli articoli sui prepper ci chiarisce le idee sul fatto che ci sia chi si prepara alla fine del mondo. Siamo messi veramente così male? I siti lo-fi e artigianali dei prepper ti accolgono con una varietà di zaini da sopravvivenza e scatolette di fagioli che durano più del tuo mutuo. C’è qualcosa di affascinante, quasi poetico, nel pensare che l’umanità, con tutto il suo genio tecnologico, sia riuscita a comprimere l’intera speranza del futuro in una tenda pieghevole e un fornellino a gas. Eppure, mentre osservi la fila di commentatori dei forum dedicati con discussioni serie di chi sta scegliendo il rifugio atomico da abbinare all’arredamento del salotto, ti viene un pensiero inquietante: forse non siamo preparati alla fine del mondo, ma alla fine del buon senso.

I prepper, ci dicono, sono i veri lungimiranti. Loro accumulano risorse come se fosse il Black Friday eterno, mentre noi comuni mortali, con la nostra insensata fiducia nel sistema, ci affanniamo a pagare Netflix e le bollette della luce come se davvero ci importasse di guardare l’ultima stagione di una serie che non finirà mai. Loro sanno, noi no. Ma cosa sanno davvero? Che il miglior modo per sopravvivere a una catastrofe è passare i pomeriggi a guardare video su YouTube di gente che accende fuochi con due graffette e un po’ di buona volontà?

La cosa più sorprendente è che, mentre i prepper si preoccupano di come scaldarsi durante la glaciazione improvvisa, noi ci tormentiamo su questioni più rilevanti: “Ma si può usare l’ananas sulla pizza?” D’altronde, ogni generazione ha la sua Apocalisse: loro aspettano l’arrivo dei cavalieri dell’Apocalisse con l’acqua nella bottiglia autofiltrante e antibatterica e noi speriamo che il Wi-Fi regga durante una call di lavoro. Il paradosso è evidente: chi è il più preparato tra un uomo con un rifugio sotterraneo e uno che sa esattamente come fare la mail senza farsi beccare in una riunione online?

E alla fine, guardando tutto questo, ci viene un dubbio. Non sarà che siamo davvero messi così male? Forse i prepper hanno capito qualcosa che ci sfugge, un dettaglio che noi, con i nostri cappuccini gourmet e la spesa bio online, non vogliamo affrontare. Ma d’altra parte, se davvero il mondo finisse domani, almeno si troverebbe parcheggio vicino a casa.


P.S.

Io il concerto degli a-ha registrato nel 2017 per gli Mtv Unplugged ogni tanto me lo riascolto: si chiama Summer Solstice (opens new window) ed è tanta roba.





“Un uomo deve amare molto una cosa se la pratica senza alcuna speranza di fama o di denaro, ma anche se la pratica senza alcuna speranza di farla bene. Un uomo del genere deve amare le fatiche del lavoro più di quanto qualsiasi altro uomo possa amare le ricompense che ne derivano”

– G.K. Chesterton


END




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