[Mostly Weekly ~248]
Henry Kissinger, Elliot Erwitt e Marisa Rodano, tra gli altri
A cura di Antonio Dini
Numero 248 ~ 3 dicembre 2023
Avrete sentito che il servizio che utilizzo per inviare questa newsletter chiuderà all'inizio del prossimo anno (a febbraio 2024). Sono in procinto di creare un'alternativa, di cui vi fornirò i dettagli, forse già entro la fine dell'anno, qui su Mostly Weekly e sul mio sito web, Mostly Here (dove peraltro rimangono archiviate e perfettamente funzionanti sia le newsletter che i link in essere contenuti). Restate sintonizzati.
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È morto Henry Kissinger. Negli ultimi giorni tutti hanno pubblicato un necrologio (di apprezzamento, di condanna o di entrambe le cose) per Kissinger. Non ne leggerete però un altro come quello di Choire Sicha sul New York Magazine (opens new window) (archivio (opens new window)). Nell'articolo Sicha ha valutato l'uomo non solo come macchina per la politica globale, lanciatore di bombe e centenario machiavellico, ma anche come un puro personaggio di New York, che la rivista che ospita l'articolo stesso ha messo in copertina molte volte. Un uomo che trascorreva le sue serate in compagnia degli Astor, dei de la Rentas e (inevitabilmente) di Tina Brown.
Soprattutto, Sicha coglie e comprende i modi in cui il potere newyorkese può trascendere la politica di partito e l'etica umana: "Nelle guerre espansive di Obama con i droni, c'era Kissinger a precederlo; nella segretezza e negli accordi finanziari di Trump e Cheney, c'era Kissinger; senza la Kissinger Associates, non avrebbe potrebbe esistere un racket assurdo come quello della Giuliani Partners. Kissinger è stato l'unico grande punto in comune tra Hillary Clinton e Donald Trump". Ora, però, Kissinger è morto.
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Intanto, buona lettura.
Quando si è scoperto che l’informazione era un business, la verità ha smesso di essere importante
– Ryszard Kapuscinski
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Editoriale
Scrivo questa nota dalla sala Solomon all'ultimo piano della New York Public Library sulla Quinta strada, a Manhattan. Le due cose principali qui, a parte le decorazioni dell'albero di Natale appena messe e l'identità dei veri newyorkesi (opens new window) appena spiegata, sono la collezione di immagini di un fotografo irlandese che non conoscevo, Alen MacWeeney (opens new window), e che mi piace molto per lo stile da street photography in bianco e nero: all'inizio degli anni Sessanta, dopo aver lavorato per un certo periodo per Richard Avendon, MacWeeney si licenziò, tornò in Irlanda, vendette la sua vecchia fotocamera formato 120 per comprare una Leica a 35mm, e si mise in proprio.
L'altro è un passaggio (opens new window) quasi epocale (opens new window), dopo trenta anni c'è la fine delle MetroCard (opens new window) (le tessere con banda magnetica per viaggiare nella metro e sugli autobus della MTA) per passare alla One Metro New York (opens new window), meglio nota come OMNY (opens new window). Dov'è? Com'è? Chi lo sa. Doveva avvenire nel 2023, ma sono in ritardo per problemi software e si passa al 2024.
Intendiamoci, è un buon piano, solo che forse non funzionerà, dato che si può pagare anche con la carta di credito contactless o con il telefono (Apple Pay o Google Pay). Per questo anche OMNY (opens new window) è in dubbio come tessera: nasce morta? Forse. Da anni osservo quel che succede ad esempio a Milano, dove passare a un sistema elettronico e non più basato sulla obliterazione dei biglietti cartacei ha richiesto un decennio. Lo sviluppo in quale direzione andrà? Si pagherà con il telefono, con la carta di credito o con una tessera contactless dedicata?
Lo sviluppo dei sistemi di pagamento, che sono anche dei sistemi di autenticazione (il seriale unico delle MetroCard viene usato dalla polizia per ricostruire gli spostamenti dei sospettati di alcuni reati, se nelle perquisizioni gli trovano addosso la card), ha un impatto profondo sulla vita e la sicurezza delle persone. Per non parlare della loro privacy.
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Importante
Il Belgio è diventato una piattaforma strategica per la criminalità organizzata, e il porto di Anversa l'epicentro degli arrivi di cocaina in Europa, avverte il nuovo commissario nazionale per le droghe, Ine Van Wymersch, in un'intervista a Le Monde (opens new window). La lotta contro gli stupefacenti, sostiene Van Wymersch, deve essere condotta a livello comunitario.
Cambiamo argomento. Perché il mondo del lavoro dovrebbe ispirarsi ai lavoratori con disabilità? Il mondo tradizionale delle imprese, impantanato in una crisi di significato, farebbe bene a seguire l'esempio dei cosiddetti ambienti protetti, dove vengono impiegati lavoratori con disabilità. È un punto fortemente sottolineato dalla filosofa del lavoro Gabrielle Halpern. Articolo di Les Echos (opens new window).
Una bella storia (ci voleva). Le era stato detto di non guardare negli occhi Tom Cruise. È la comparsa cinematografica più prolifica del mondo (opens new window).
Tutti i film di James Bond (opens new window) (sono 27) dal meno profittevole a quello che ha guadagnato di più.
Cinque esercizi (opens new window) (originale (opens new window)) per mantenere il corpo in forma e forte durante l'invecchiamento. Perché il declino della forza muscolare e ossea inizia prima di quanto si possa pensare. Dobbiamo costruire fin da subito (opens new window) (originale (opens new window)) un'abitudine intelligente per gli allenamenti.
Anche in Spagna si fanno la stessa domanda che da noi: ammortizzare il mutuo o usare i soldi per risparmiare? Le famiglie spagnole (opens new window) sono combattute tra abbassare il mutuo ipotecario o investire a causa del vertiginoso aumento dei tassi di interesse
Yamato
Ci sto lavorando, ci sto lavorando, non temete. Cioè, un po' sì, ma non troppo. Medio.
Italiana
Gli NPC più “fighi” (opens new window) del mondo dei videogiochi. Wired invece racconta (opens new window) di quelli umani nelle Live su TikTok.
Un po' di time machine: tre anni fa, secondo il giornale Città della Spezia (opens new window), dopo TikTok sarebbe arrivata l'era di Twitch
Notizie e novità dal mondo dei tatuaggi: poterli rimuovere ne sta rivoluzionando lo stile (opens new window). Forse.
La vera storia del diritto internazionale spiegata da Limes (opens new window). Da de Vitoria a Grozio, la giustificazione dell’imperialismo europeo. Standard di civiltà per discriminare le nazioni. Tecnica per legittimare l’operato dell’egemone. Non veramente internazionale né vero diritto, ma opinione: si riferisce a ciò che dovrebbe essere, non a ciò che è. Insomma: un pasticcio.
È morto a 95 anni il fotografo Elliot Erwitt (opens new window). Ne parla il Post (opens new window) e ne parla Elle (opens new window).
È morta a 102 anni anche Marisa Rodano (opens new window), che fu partigiana e parlamentare, l’ultima ad aver fatto parte della prima legislatura.
Multimedia
Matteo Mancuso è sbarcato in televisione: a Propaganda Live su La7 per essere precisi, con tanto di introduzione di Carlo Verdone. E ci suona "You really got me" (opens new window). Sappiate che l'avevate già visto qui anni fa!
Poi, pari pari come qualche settimana fa, i Khruangbin all'Austin City Limits con "People Everywhere" (opens new window) ma solo perché mi mancavano un sacco.
Intanto, visto che adesso sono a Boston, ecco la storia della città (opens new window) dal punto di vista della sua pianta e di come è cambiata nel tempo.
Non ci crederete ma se andate a Philadelphia sulla scalinata del Museum of Art, c'è gente che sale su di corsa e altra che si mette in fila per farsi fotografare davanti alla sua statua. Perché là, l'ho visto l'altro giorno, c'è un vero e proprio culto per la scena iniziale del film di Rocky (opens new window) (la versione del primo film è questa (opens new window)).
Tuttavia, se parliamo di sequenze musicali epocali l'apertura di "Saturday Night Fever" (opens new window) è la migliore di tutte: Tony Manero, la ragazza vestita di rosso, Brooklyn. Cosa volete di più dalla vita?
Anche se il re di New York per me resta sempre lui: Lou Reed. E sopra tutto, A Walk On The Wild Side (opens new window).
Una bella recensione (opens new window) del Rolex Explorer II 16570, casomai foste appassionati.
Infine, una chicca: Voice of a Star Wars Fan (opens new window) (Reduced version)
Tsundoku
Il destino paradossale della poesia nell’Italia di oggi, un Paese dove un milione e mezzo di persone scrive versi ma i lettori sono pochissimi.
Bestia di gioia (opens new window) di Mariangela Gualtieri, che per la prima volta ha scritto una raccolta poetica fortemente strutturata, con un ritmo meno magmatico delle precedenti, scandito da sezioni che articolano il libro alternando temi e toni diversi, in particolare il canto gioioso, quasi francescano, della natura e la riflessione sulle cose umane, sullo strappo del tempo, sul momento finale, più misterioso che triste, che trasforma il niente in "un niente più grande". In realtà le cinque sezioni del libro, se danno una sensazione di maggiore classicità (come i cinque atti del teatro antico), sono legatissime fra loro, in parte concatenate, in parte attraversate da fili addirittura lessicali, e proseguono fedelmente il discorso poetico dell'autrice, sempre fortemente ispirato. Non mancano dunque scissioni interiori, proliferare di voci profonde e laceranti, come nelle raccolte passate, ma la prospettiva trascendente è perlopiù proiettata all'esterno, su un albero, sull'aria che sta fra i corpi, sul silenzio che lega le cose.
La perdita e il perdono (opens new window), di Roberto R. Corsi. Che ha questo paradosso: essere tanto gioviale come uomo quanto lucidamente tragico come poeta. Per di più non è facile da gestire: usa il verso alessandrino per esprimersi sui fatti di cronaca, ama i calembour e i giochi di parole, è pieno di collegamenti ipertestuali che spaziano dall’economia al cinema al campionato di calcio, legge e cita i poeti, non necessariamente blasonati, che sono ancora in vita e soprattutto ha un vocabolario da spendere e lo spende senza far finta di essere uno che viene dalla strada: insomma, il Corsi è spesso troppo colto per l’odierno panorama italiano. Per questo motivo, il poeta tragico che è in Corsi si guarda intorno e come un Calimero, quasi vergognandosi di essere tragico – in un mondo che chiede la tragedia ma servita con ghiaccio – si nasconde sotto il guscio del suo eteronimo, ne indossa la pelle, gli abiti, di quell’uomo così facile alla battuta, e stempera con una bella risata tutto il male che ci seppellirà.
Bevendo il tè con i morti (opens new window) di Chandra Livia Candiani è un libro non sulla morte ma sui morti, su un mondo di ombre più vive dei vivi, fantasmi amici e compassionevoli, abitanti di un regno che è la patria della memoria e la compagnia dei solitari. Scrive Vivian Lamarque: "Candiani vive in un suo pianeta, come il piccolo principe, cui molto assomiglia. Traduce testi buddhisti, recita, dipinge. Molti suoi versi non vi usciranno più dal cuore e dalla mente".
Bonus: La Terra Santa (opens new window) di Alda Merini. Scrive anonimo: "La più intensa, profonda, commovente silloge della Merini. Tutto metafora del manicomio. Un grido di amore e di dolore come soltanto con la poesia si riesce a lanciare".
Coffee break
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Al-Khwarizmi
Se c'è un articolo sulla tecnologia da leggere questa settimana è questo (opens new window) (archivio (opens new window)): l'hanno scritto quelli del New Yorker ed è la pietra definitiva sul tema dei deepfakes e del nostro rapporto (frainteso) con l'AI. Perché una cosa sia chiara: mentre gli esperti ci hanno avvertiti e ammoniti che i video generati dall'AI, assolutamente realistici, potrebbero creare scompiglio perché ingannano, quello che è successo realmente nel mondo è preoccupante ma tutto in un altro senso.
In Francia sta andando molto Olvid (opens new window) (versione per Apple), sistema di messaggeria alternativo a Whatsapp, Messaggi e Telegram che non prende i vostri contatti o non cerca di seppellirvi di spam o ascoltare le vostre conversazioni.
Lo strumento che utilizzo per la scrittura anche per questa newsletter si chiama iA Writer. Il suo sviluppatore, Oliver Reichenstein, lo ha appena aggiornato: la nuova versione 7 di iA Writer (update gratuito per chi lo ha già comprato) consente di vedere le parole digitate e quelle copiate da ChatGPT o da un amico. Evidenzia il testo che viene creato e tiene traccia dei contributi, artificiali e naturali, in modo la voce dell'autore sia quello che viene trasmesso dalla pagina. Molto interessante. In pratica: le modifiche apportate dalla AI e altri strumenti artificiali risultano sfocate; le modifiche apportate da un’altra persona vengono sottolineate; il menu "Incolla" rileva le conversazioni copiate da ChatGPT e consente di definire automaticamente l’autore delle domande e le risposte a ChatGPT; il menu "Contrassegna come" consente di individuare facilmente l’autore del testo selezionato; il menu "Incolla come" incolla il testo e indica l’autore contemporaneamente; il menu "Incolla modifiche da" rileva automaticamente le differenze tra il testo selezionato e il testo copiato e attribuisce le modifiche all’autore scelto; le annotazioni sull’autorialità vengono salvate alla fine dei file. Risultano nascoste durante le modifiche su iA Writer e sono visibili sua altre app.
Questa diventerà una ossessione della rete (se già non lo è) quindi la metto qui più che altro a futura memoria. In pratica, gira una foto su Instagram (opens new window) in cui una tipa, vestita con l'abito delle future nozze che sta provando, è riflessa in due specchi, ciascuno che riflette una posa diversa. Lei, che fa l'attrice comica, sostiene che sia un problema della AI del suo iPhone. Gli esperti (e le persone di buon senso), dicono di no. John Gruber riassume (opens new window) (e commenta scettico) tutta la questione.
Un dubbio esistenziale perché esiste? La domanda sorge spontanea leggendo la recensione del Microsoft Surface Laptop Go 3 (opens new window) (e se la fa anche il giornalista, a dire il vero).
Il punto di vista di un pilota di elicotteri (opens new window) sull'ottimo libro di Jovica, Mastering Vim Quickly (opens new window).
Se pensate di non poter sopravvivere senza ChatGPT neanche quando siete dentro la riga di comando che scrivete con Vim, ecco a voi la vostra dose quotidiana: vim-ai (opens new window).
È possibile cercare tra più file utilizzando il comando "vimgrep". Nell'esempio, questo comando cercherà la stringa "mostly" in tutti i file markdown (che terminano con .md) nella directory corrente:
:vimgrep mostly *.md
Per concludere:
:wq
e siamo tutti felici.
La coda lunga
Dispiace soprattutto per Noam Chomsky, ma l'intelligenza artificiale potrebbe averlo superato definitivamente. Un tempo si pensava che la grammatica come concetto fosse radicata nel nostro cervello fin dalla nascita, in modo che da bambini, quando imparavamo le parole, quel radicamento ci aiutasse a strutturarle in modo sensato. Tuttavia, l'intelligenza artificiale sta smentendo con una certa tranquillità questa teoria, come dimostra il fatto che viene addestrata a scrivere articoli e titoli completi basandosi solo sull'esperienza linguistica e senza regole grammaticali codificate. Stiamo praticamente scoprendo che tutta la nostra infanzia è in buona sostanza una bugia (opens new window).
I conti della resa
Rientro in Italia dopo alcuni giorni negli Usa, tra Philadelphia, New York City e Boston. Era un viaggio che avevo organizzato da un anno, il quarto e ultimo di una serie che partiva dalla necessità di utilizzare le miglia accumulate con il programma frequent flyer di Alitalia nei venti anni precedenti prima che scadessero definitivamente. Per uno scherzo un po' crudele, mentre io oggi ho finito il mio giro, che non avrei mai potuto organizzare senza l'aiuto del call center di Alitalia (le fenomenali assistenti per la clientela capaci di trovare una soluzione possibile anche per gli incroci impossibili di voli e scali), Alitalia ha comunicato che quasi tutti i suoi dipendenti (in totale sono 2.723 persone) saranno licenziati. (opens new window) La cassa integrazione scadrà a ottobre del 2024 e l'azienda ha detto di essere «impossibilitata al reimpiego dei lavoratori». Tra gli altri, scompare il piccolo gruppo di signore del call center "Freccia Alata" e con loro se ne vanno competenza e saper fare unici. L'ultimo pezzo ad altissima qualità del servizio di cui si poteva essere fieri, quando era ancora una compagnia di bandiera. È davvero la fine di un'epoca. Grazie.
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”
– G.K. Chesterton
END
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