[Mostly Weekly ~245]

Premi Nobel, cori a bocca chiusa e tanta AI


A cura di Antonio Dini
Numero 245 ~ 12 novembre 2023

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Topolino e l’unghia di Kalì: la recensione (opens new window).

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Intanto, buona lettura.


L'idea non è vivere per sempre, ma creare qualcosa che lo faccia
– Andy Warhol



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Editoriale

Jimmy Carter: cosa serve per la pace in Palestina? Peace Not Apartheid (opens new window) è il titolo del saggio dell'ex presidente americano di cui in quest'articolo (opens new window) vengono tradotti alcuni brani significativi. Il libro, uscito a metà novembre del 2009 e ancora non disponibile in italiano, è un duro atto d'accusa contro la politica israeliana.


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Idealista
Idealista ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Ecco come fa il team di cucina del New York Times (opens new window) a consigliare ricette personalizzate ai suoi lettori.

Intervistare un premio Nobel (opens new window) è un'occasione per fare newsplaning.

"Ci sono milioni di consigli, trucchi e manifesti là fuori. Ma alla fine per me c'è una sola verità: sedersi e iniziare a disegnare". Le dieci regole per disegnare (opens new window) secondo Christoph Niemann.

Stiamo per perdere Tumblr? A quanto pare Automattic lo ha messo in supporto vitale (opens new window).


Yamato

Ancora niente: sempre libro, zero nuove voci del dizionario tematico di giapponese.


Italiana

La storia di Clare Torry (opens new window) che ha cantato una delle parti musicali più belle e famose di sempre per trenta sterline: The Great Gig In The Sky (opens new window) dei Pink Floyd.

The Marvels (opens new window) è un cinecomic così brutto che non ci si crede

Momenti di equilibrio liquido (opens new window): ponti sull’immaginario collettivo

Sta per arrivare Pin di Humane (opens new window), anzi è arrivato (opens new window) (e non sta piacendo (opens new window)) la rivoluzione delle AI.


Multimedia

L'avevo vista giusta: Taylor Tomlinson ha fatto il botto (opens new window) e condurrà il talk show The Late Show dal prossimo 2024. Glielo ha detto Stephen Colbert (opens new window).

Pocket Notebooks può salvarti dalla pazzia (opens new window) (più o meno).

Jimmy O. Yang è un altro da paura (opens new window). E sta per fare il salto, forse, perché fa anche i video sugli orologi (opens new window).

Tom Jones da giovane (qui nel 1968 (opens new window)) aveva un fisico e un magnetismo animale incredibili. Dopo diciamo che si è tenuto (opens new window).

Tom Hanks e Steven Spielberg hanno già prodotto Band of Brothers e The Pacific. Ora arriva il trailer di una terza serie sulla Seconda Guerra Mondiale: Masters of the Air (opens new window) (andrà su Apple Tv+).


Tsundoku

Delitto impunito (opens new window) di Georges Simenon. «Lo ucciderò»: non pensa ad altro Élie, da quando, nella pensione della signora Lange che è ormai diventata il suo rifugio e la sua tana, è arrivato Michel.

Linea di fuoco (opens new window) di Arturo Perez Reverte è un’apnea, una discesa ripida nello squallore monotono dei fucili ricaricati a ritmo continuo, affidata a un coro di voci indimenticabili, quelle dei nonni e delle nonne, dei padri e delle madri che hanno fatto la storia della Spagna odierna.

La pista di ghiaccio (opens new window) di Roberto Bolaño: riesce a creare la rarefatta atmosfera di suspense di un buon thriller, anche se sa perfettamente che la legge non finisce sempre per trionfare, che non tutti gli assassini vengono arrestati e non tutti gli innamorati vivranno felici e contenti, e conduce la narrazione di questo «giallo notturno e cubista» con la consueta, ipnotica visionarietà.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Cursor (opens new window): The AI-first Code Editor

There's an AI for That (opens new window)

Cosa sono i transformers (opens new window) e come vengono utilizzati nell’elaborazione del linguaggio naturale.

E ancora: che differenza c'è (opens new window) tra un Large Language Model (LLM) e un General Pre-trained Transformer (GPT)?

Apre a febbraio 2024: la Swift Student Challenge (opens new window)

Zenith (opens new window): terminal graphical metrics per il vostro sistema *nix scritto in Rust.

Nel caso vi serva un calendario free per la barra dei menu sul Mac: Itsycal (opens new window). E se invece volete sapere la temperatura: Hot (opens new window).

How to Run Pi-hole on Your Mac (opens new window) (scomodissimo).


Mono shadows
Mono shadows ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

La storia di Talitha Dina Pol, seconda moglie di John Paul Getty II, è una luce che si accende su un frammento di storia passata e oggi dimenticata. Era una donna bellissima, protagonista del jet-set mondiale (opens new window), con uno stile di vita che non ha solo incarnato ma ha letteralmente definito (opens new window) l'immaginario degli anni Sessanta. Di quella parte più colorata, esclusiva, favolosa, assolutamente delirante.

Assieme al marito sono stati ricchissimi e privilegiati, perduti in uno stato di costante decadenza, con enormi quantità di soldi da spendere, immersi in una festa senza fine. Lei era la donna che, si dice, sia stata l'unica (opens new window) che Rudolf Nureyev abbia mai desiderato, l'unica che abbia saputo dare un'identità a un decennio di trasformazione culturale pur senza appartenergli completamente, lei che era l'incrocio e sintesi di storie, dinastie e stili di vita vecchissimi e inediti: dal campo di prigionia in Asia dov'era stata da bambina piccolissima all'essere eletta «Girl of 1965» dalla rivista Tatler.

Talitha Getty (opens new window) è nata il 18 ottobre 1940 a Java, allora Indie Olandesi Occidentali e oggi Indonesia da genitori olandesi, ed è morta a Roma a 31 anni ancora da compiere, il 14 luglio del 1971, per una overdose di eroina. Nello stesso periodo sono morti Jimi Hendrix, Janis Joplin, Edie Sedgwick (la musa fragile (opens new window) di Andy Warhol) e Jim Morrison. Erano parte del suo mondo: un mondo in cui lei era considerata non solo privilegiata ma soprattutto la più bella di tutti.

Era una attrice e modella (opens new window) "per gioco", perché in realtà proveniva da una dinastia culturale di bohémien e icone della moda. Aveva una storia estremamente complessa alle spalle, da bambina con i genitori era stata prigioniera in un campo di concentramento giapponese, a otto anni era magrissima e denutrita, poco sviluppata. A Londra, dopo la guerra, fiorì: divenne una donne di una bellezza straordinaria. Venne notata da registi come Roger Vadim, che la volle per una scena del suo film Barbarella, film spettacolare dedicato alla bellezza della giovanissima Jane Fonda, in cui Talitha compare in un'unica scena in cui, sullo sfondo, fuma la pipa. Aliena e straordinaria.

Ovunque andasse arrivavano immediatamente stuoli di ammiratori che si gettavano ai suoi piedi e la riempivano di regali. Ammiratori ovviamente ricchissimi e tendenzialmente nobili, affascinanti da questa donna straordinaria e impossibile da guardare a lungo, troppo bella per poter essere trattata come una persona qualunque: icona, madonna, preda, divinità, premio. Qualsiasi cosa tranne che una persona: aveva i requisiti giusti per trasformarsi in una regina, in un trofeo straordinario. O per essere consumata come un oggetto, un piacere fuggente in un mondo decadente.

A Londra anche Rudolf Nureyev aveva preso a corteggiarla e lei stessa si era legata al famosissimo ballerino gay fuggito dall'Unione sovietica e diventato la stella dei palcoscenici di Londra e Parigi. Una sera Nureyev non potè partecipare a una cena di gala organizzata da Claus Von Bülow a cui la coppia era stata invitata e il padrone di casa, per non lasciare un posto vuoto a quella donna straordinaria, le fece sedere accanto il trentaquattrenne figlio dell'uomo più ricco del mondo, John Paul Getty II (1932-2003).

Il padre di Getty II era Jean Paul Oklahoma Crude Getty (1892-1976), fondatore della Standard Getty Oil Company. Un tycoon americano che aveva creato dal niente un colosso mondiale senza farsi tanti scrupoli. Il figlio era completamente diverso: un playboy educato nelle migliori scuole americane e inglesi che beveva moltissimo, guidava solo macchine sportive molto costose, organizzava feste che duravano per vari giorni e sperimentava tutte le droghe sulle quali riusciva a mettere le mani. Uno accanto all'altro non sappiamo cosa si dissero. Solo, dopo quella cena la coppia divenne inseparabile, fino a sposarsi, nel 1966, a Roma, allora la capitale decadente della Dolce Vita. E inaugurare un periodo breve ma straordinariamente intenso da coppia simbolo di un modo di intendere la vita completamente diverso da quello che si era visto sino a quel momento.

Infatti Talitha e il marito avevano creato un sodalizio fortissimo, con base a Londra e in Marocco, che li ha visti protagonisti come coppia aperta (ma all'epoca si parlava piuttosto di amanti e di flirt) in un jet-set al di sopra di qualunque regola convenzionale. La loro vita divenne un susseguirsi di party (opens new window) che si tenevano ovunque: nella villa in Marocco, La Zahia chiamata le palais des plaisirs, e in tutte le località più ricercate in Europa. Ma anche sul loro yacht, MY Talitha G. Yves Saint Laurent li aveva definiti "belli e dannati" come Zelda e Francis Scott Fitzgerald quarant'anni prima. Aveva sbagliato, ma per difetto.

Droga, alcol, amanti nobili e sesso libero con le icone del rock. Gli amici che giravano nudi nella villa di La Zahia e sullo yacht erano Jim Morrison dei Doors, Keith Richards e Mick Jagger dei Rolling Stones, Paul McCartney dei Beatles, Marianne Faithfull, Brian Jones, Anita Pallenberg. E soprattutto c'era lui, il serpe, l'amicizia "tossica": il pusher del jet-set, il conte Jean de Breteuil (opens new window), erede di una casata di antica nobiltà che si descriveva come "lo spacciatore ufficiale delle star", molte delle quali morte per overdose proprio dopo aver acquistato droghe da lui.

I signori Getty vivevano uno stile di vita con tutto quello che si può immaginare ma nella chiave psichedelica degli anni Sessanta, del rock e della Brit Invasion che ha dominato la scena musicale e culturale americana e mondiale passando per la controcultura, l'amore libero, il lusso sfrenato, gli eccessi, il desiderio di reinventare il mondo e la vita.

È una storia enorme, nel suo essere perfettamente vuota. Un falò che ha bruciato con una intensità enorme. Le vampe del suo calore arrivano sino a oggi. Non c'è una morale, però, se non che Talitha è morta a 31 anni a Roma, per errore, per overdose. Il marito dopo quella tragedia improvvisa accaduta per sbaglio, forse per caso, ha passato quasi vent'anni in riabilitazione, per poi trasformarsi in un filantropo e cercare di dare un altro senso alla propria esistenza. Che si è conclusa per cause naturali molto dopo quella della moglie, Getty è infatti morto nel 2003, più di trent'anni dopo Talitha.

Questa storia è lontana. Oggi è quasi sconosciuta. È finita nei ritagli della cronaca, non è mai sbarcata ad Hollywood né è entrata nella grande letteratura. Per approfondire, c'è poco. Una serie di pagine di una noiosa biografia della famiglia Getty, e poi un romanzo chick fit della scrittrice inglese Jane Green appena uscito, che non è mai stato tradotto in italiano, ‌Sister Stardust (opens new window). Un libro romanza la storia della coppia (opens new window) attraverso gli occhi di un personaggio inventato (opens new window), la giovane Claire. E basta. Una vita bellissima, completamente sprecata, bruciata inutilmente. E poi il silenzio.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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