[Mostly Weekly ~242]

È facile fare default con l'economia degli altri


A cura di Antonio Dini
Numero 242 ~ 22 ottobre 2023

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I Millennials e i GenZ hanno imparato a fare il bucato dai loro genitori, ma oggi le cose sono diverse: non c'è più bisogno di separare i bianchi dai colorati (opens new window).


Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Questi che leggete da qualche settimana sono numeri interlocutori, sto lavorando su più fronti contemporaneamente sia a Mostly che al sito che al libro che al lavoro (lavori!) che mi pagano l'affitto e mi fanno mangiare. Ah, per l'appunto, vi rammento che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Per supportarla potete fare una donazione qui su PayPal (opens new window) in modalità Amici (è una donazione, dopotutto, non una compravendita).

Intanto, buona lettura.


Non vedo quasi più niente, quindi disegno solo le cose che ricordo. Ho un grosso touch screen, lavoro vedendo col poco di periferico che ancora colgo. Faccio disegni rotti e sproporzionati, però hanno una loro poesia. Poi mando tutto a mio figlio Michele che li edita e li colora. Li firmiamo insieme e funzionano. Il cervello ha delle cacacità di sopperire ai guai fisici che non riuscite a immaginare. La notte mi capita di pensare ai disegni che devo fare e mi accorgo che la mano destra si muove da sé, inconsciamente. E mi meraviglio.
– Sergio Staino



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Editoriale

Prendete questo saggio del grande Hanif Abdurraqib (opens new window) (archivio (opens new window)). Quando aprite l'ultimo numero di The Paris Review, potreste notare la rubrica On Games e vedere uno screenshot del videogioco Red Dead Redemption 2, decidendo così di continuare a sfogliarlo. Vi rimprovererei questa decisione? Probabilmente no. Ma saprei anche che vi state involontariamente negando qualcosa di meraviglioso. Fin dalla prima frase, "Non mi ritrovo a investire molto nel regno dei cieli", l'articolo vibra di un'acuta malinconia che però non sconfina mai nella tristezza o nell'indulgenza. Quando Abdurraqib scrive dell'inutilità e dell'impotenza di giocare a salvare i condannati, Red Dead Redemption appunto, sta ovviamente scrivendo di qualcosa di più grande, e non esita a tracciare una linea di demarcazione: si tratta di una vera redenzione. Dei peccati di gioventù e delle circostanze che li assolvono o meno. Sull'amore che rivolgiamo agli altri ma non a noi stessi. Di come affrontiamo le nostre vite sempre più brevi. La parola "spirituale" è scivolosa, usata per mediare il nostro disagio con l'inconoscibile, ma non c'è parola migliore da applicare a questo saggio. Lo spirito di Abdurraqib brilla, il suo spettro completo irradiato attraverso il suo avatar del XIX secolo; il fatto che lo faccia al servizio di ciò che alcuni potrebbero appiattire a "game writing" non fa che confermare la mia impressione: questo articolo è qualcosa di speciale.

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Art is Art
Art is Art ~ Foto © Antonio Dini

Importante

La pandemia ha spinto molte persone a trasferirsi in molti luoghi diversi. Ma come scrive Kate Linthicum su LAT (opens new window) (archivio (opens new window)), la portata della "Blaxit" – "Black Exit", l'emigrazione dei neri americani in tutto il mondo – potrebbe renderla uno dei più grandi eventi di questo tipo di sempre. Se l'Europa è stata a lungo una casa per gli artisti neri americani, adesso l'exit si estende dal Messico al Ghana e comprende tutti i ceti sociali. Ecco cosa significa inseguire la propria felicità.

Nel frattempo, a quanto pare, Hong Kong sta continuando a disintegrarsi. È una delle città che amo di più al mondo eppure, da quando è tornata sotto Pechino, anziché fare la differenza e cambiare la Cina continentale, è quest'ultima che la sta tritando (opens new window) (archivio (opens new window)). A Taipei sanno benissimo di essere i prossimi. Anche perché la visione del mondo di Xi è abbastanza chiara (opens new window) (archivio (opens new window)).

Tra l'altro, la Cina sta cambiando la faccia del mondo ma soprattutto sta cambiando lei stessa, sempre più velocemente, sotto l'effetto di scelte più o meno radicali, più o meno consapevoli. Come, ad esempio. il meccanismo di selezione interno (opens new window) semplicemente terribile.

Ah, visto che siamo a parlare di Cina: Jon Stewart, un geniale guastatore della tv moderna, divorzia da Apple Tv (opens new window). Troppe critiche alla politica di Pechino, a quanto pare, con cui Apple fa un sacco di business (opens new window).


Alleggerimenti

Sisifismo (o sisifemia), la nuova patologia (opens new window) per chi lavora troppo. Il copyright per una volta è spagnolo.

La fotografia a pellicola è una prassi meravigliosa, è fenomenologicamente una delizia, ma ha anche una serie di controindicazioni. La principale è il costo lunare raggiunto dalla pellicola. Però, ci sono alcune pratiche che si seguono con le vecchie macchine fotografiche a pellicola che possono essere adattate per divertimento (o per gusto) anche al mondo della fotografia digitale. Se infatti mettete tutto in modalità manuale, incluso (soprattutto) il valore di Iso, e leggete questo articolo (opens new window), potete imparare la tecnica Sunny 16, che è intrigante.

Sta per arrivare una nuova Switch, ma quella che già c'è sembra diventata una specie di Game Boy: eterna (opens new window) (più altre considerazioni fatte dal presidente di Nintendo America).

Se il primo imprenditore nel settore dell'energia solare (letteralmente, uno degli inventori dei pannelli solari e degli accumulatori) non fosse stato rapito, il XX secolo avrebbe potuto essere diverso? (opens new window) Forse un po' meno petrolio bruciato, chissà?


Sex and the city

Non tutti hanno un buon rapporto con le proprie fantasie sessuali. La mente inconscia a volte proietta immagini moralmente scorrette, di cui alcune persone hanno paura e che perciò le imbavagliano. Ma il pensiero non è l'azione: è riprovevole se il nostro cervello immagini scene depravate, si chiede El Pais (opens new window)? (archivio (opens new window)).

Già che siamo in tema, sempre su El Pais (opens new window) (archivio (opens new window)): la futurologa Tracey Follows, solleva un altro problema: "Chi avrà il controllo dell'intelligenza artificiale applicata al sesso? Perché non sarà l'utente".

Una prospettiva completamente diversa. Se una persona fa sesso con se stessa, chiaramente non è incesto: c'è un'altra parola per definirlo che ogni adolescente ha ben chiara. Ma se una persona fa sesso con il proprio clone? Incesto o masturbazione? In rete se lo chiedono (opens new window) da molto (opens new window) tempo molte (opens new window) persone. La risposta è "dipende (opens new window)".


Yamato

Anche per questa settimana niente dizionario tematico di lingua giapponese. Il lavoro procede (lento) per il libro. Abbiate fede (e anche tanta speranza, nonché carità per quel che verrà fuori, che qui di topolini e di montagne siamo ormai esperti). Per consolarvi, una mappa 3D della metropolitana di Tokyo (opens new window).

Ancora, un video delizioso su un piccolo izakaya (bar) di quartiere (opens new window) a Tokyo e sulla sua fantastica proprietaria, "Mama". Alle volte, se Mama è impegnata in altro, ci sono i clienti abituali che si mettono a servire i nuovi clienti. Chi bazzica il bar, inoltre, ha la possibilità di usufruire del servizio "Ti teniamo noi la bottiglia": si compra una bottiglia di quello buono e non bisogna finirla o portarsela via: Mama la conserva per le prossime volte.

Visto che comunque parliamo di parole giapponesi (ho un po' di astinenza, si sarà capito) ecco qui un breve ragionamento attorno a un termine particolare: O-kyaku, che vuol dire "gambe piegate a O" (diverse da quelle piegate a X o X-kyaku. Ne parlava diffusamente nel 2006 (opens new window) la rubrica "Quindi che diavolo è 'sta roba?" del Japan Times.


Italiana

È morta la compositrice e pianista jazz Carla Bley (opens new window). Si chiamava in realtà Lovella May Borg, aveva 87 anni e il suo lavoro più noto è stata la rock-jazz opera ‌Escalator Over The Hill (opens new window)

È morto anche Sergio Staino (opens new window), e con lui il suo personaggio-alter ego, Bobo. E con loro tanto altro ancora, purtroppo.

Una cosa spiegata bene: i dinosauri sbagliati (opens new window), articolo perfetto di Emanuele Menietti.

È uscito un nuovo numero di Link (opens new window), rivista di approfondimento di media e televisione pubblicata da Mediaset. A parte che c'è una piccola cosa mia, leggete questa fenomenale intervista a Luciano Floridi (opens new window) di Luca Barra perché merita (archivio (opens new window)).


Multimedia

Ask A Comedian: Taylor Tomlinson (opens new window). Io lei la adoro.

Stanno girando video e immagini delle balene che dormono (questo è molto interessante (opens new window)). Invece io sono ancora ipnotizzato da questo breve documentario che mostra come fanno a riprodursi (opens new window). (Avrei dovuto metterlo nella sezione sul sesso?)

Paul Simon, che un musicista che adoro e probabilmente una delle persone meno simpatiche del pianeta, è tuttavia uno che la chitarra la ama sul serio. Questo è il suo Picking Style (opens new window), che poi è quello di Merle Travis. Comunque Howard Stern è proprio bravo a fare le interviste.

C'è questa cosa delle chitarre, che su Internet spopola: chissà perché non i sassofoni o i pianoforti. O le arpe (che Harpo Marx suonava da dio (opens new window), peraltro). Mah. Forse perché la chitarra piace a tutti ed è anche un bell'oggetto da appendere al muro (considerate poi che quella rock praticamente non serve più a nulla, nella musica contemporanea). Comunque, costruirne una con meno di 30 dollari (opens new window) è sempre un bel vedere.

Tuttavia, se proprio volete ben vedere qualcosa sulle chitarre, c'è lui, Andy Cale (opens new window): l'influencer con la faccia più improbabile (e genuina!) della storia di Youtube italiano. Favoloso. Questa volta, dal suo Piemonte periferico e con strumentazione a caso, ripara una Squier Stratocaster sfasciata (opens new window), con ospiti a sorpresa. Un'altra volta un mandolino calabrese (opens new window). Insomma, restauri, modifiche, esperimenti come se non ci fosse un domani. Validissimo.


Tsundoku

Ci sono libri buoni o brutti, riusciti o mal riusciti, interessanti o banali. Tra quelli buoni, riusciti e interessanti, poi, ci sono anche quelli che uno ha la fortuna di veder nascere. È il caso di Cervelli, menti, algoritmi. Il mistero dell'intelligenza naturale, gli enigmi di quella artificiale (opens new window) di Tomaso Poggio e Marco Magrini, che ho avuto la possibilità di leggere in anteprima. Adesso finalmente è arrivato in libreria: da prendere soprattutto in questo momento in cui di libri brutti, mal riusciti e soprattutto banali sull'intelligenza soprattutto artificiale si sono riempiti gli scaffali delle librerie. In questo libro invece ci sono i pensieri e le parole di uno dei più importanti scienziati al mondo che è tra i padri dell'intelligenza artificiale e delle neuroscienze applicate, e di uno dei più bravi giornalisti che si occupano di scienza in Italia. La voce è una sola ma le menti sono due e la prospettiva che offrono con questo libro è enorme e semplicissima al tempo stesso.

Il paese più bello del mondo (opens new window), invece, è il primo romanzo di Luca Zorloni, web editor dell'edizione italiana di Wired. La storia è ambientata nel nostro Paese. Nel 2032 le città d’arte sono diventate parchi a tema, dove si rievocano le storie del passato. Per i turisti stranieri è come fare un viaggio indietro nel tempo, tornando alla Venezia di Goldoni o alla Firenze di Dante. Il governo vuole sfruttare il “petrolio” nazionale: i monumenti storici. Ma dietro la facciata si nasconde un sistema di oppressione, che costringe i cittadini a prestare servizio nei parchi a tema e a obbedire ciecamente al regime. Un gruppo di ribelli, la Rete, vuole rovesciare la situazione. E per farlo deve mettere le mani su un tesoro segreto. La chiave per arrivarci è un onesto e pacato cittadino, Annibale Manin, professione guida turistica a Venezia. Ligio al dovere, si tiene lontano dai guai sperando in una promozione. La grande opportunità gli arriva quando lo incaricano di accompagnare in città due turisti danarosi. Invece si troverà coinvolto, suo malgrado, nell’intrigo della Rete. Svelando anche un mistero che riguarda la sua famiglia.

Terza novità, questa volta in inglese; un libro che si prospetta molto interessante non fosse altro che per l'argomento trattato: How Infrastructure Works: Inside the Systems That Shape Our World (opens new window). Pare sia davvero notevole, piace anche alla Smithsonian Associates (opens new window) (l'associazione di chi segue le cose della fondazione americana). Insomma, una garanzia anche questo.

Divagazione. I rosa sono un genere. Le copertine, come in altri generi, sono fondamentali. Ecco come si sono evolute negli Usa (opens new window).


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Grep, l'applicazione da riga di comando per la ricerca su Unix, macOS e Linux, per molti è un vecchio amico. Cosa significa la sigla, scelta al posto del più semplice "search"? Vuol dire "Global search, REgular expression, Print". Più completa (e creativa). Ma non è finita, perché Grep ha una storia affascinante. È uno dei software "importanti" realizzati in meno tempo in assoluto. Più o meno. Infatti Grep (qui la versione Gnu (opens new window)) è stato sviluppato da Ken Thompson, uno dei co-creatori di Unix, letteralmente da un giorno all'altro.

No, non è vero: c'è il trucco. Thompson aveva sviluppato da tempo un suo strumento personale per la ricerca di testo nei file. Non nei documenti, badate bene, ma genericamente nei file. Perché una delle idee fondanti di Unix è che tutto sia testo. Cioè, ogni file sia un documento di testo. Bene, un giorno il capo dipartimento di Thompson, Doug McIlroy, andò da lui e gli disse: "Sarebbe fantastico se potessimo cercare il testo nei file". Thompson rispose: "Ci penserò durante la notte". Appena tornato a casa si mise a lavorare sul suo piccolo strumento per correggere i bug che aveva procrastinato sino a quel momento. Ovviamente con carta e penna, perché il computer era nel laboratorio. Per finire il lavoro di ripulitura ci avrà messo al massimo un'ora. Il giorno dopo ha caricato le modifiche e poi ha presentato Grep a McIlroy. Il quale ha esclamato: "È esattamente quello che volevo!". Il resto è storia.

Ulysses (opens new window), avete presente l'app per iOS/macOS che fa scrivere in Markdown e che io non uso? (perché uso quell'altra (opens new window)) Beh, ha aperto una specie di comunità online, si chiama The Draft (opens new window). È interessante perché è basata su The Circle (opens new window), che è la piattaforma che si può usare per costruire piccole comunità adesso che i social stanno rapidamente (?) crollando.

La digitalizzazione trionfa: i rapper non usano più carta e penna (opens new window) per scrivere le loro canzoni. Invece, tutto direttamente con i software per la registrazione e mix. Logic-o, no?


More Art is Art
More Art is Art ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

In uno scambio in chat, parlavo con una persona di aumenti di prezzi semplicemente ridicoli con qualità in realtà peggiorata. Ad esempio, un bar fighetto dietro casa fa le brioche a 2,50, ma sono le stesse identiche di fornitura di un altro bar di basso livello un po' più in giù che le mette a 1,20 e sono ugualmente pessime. Perché da un lato aumentano i prezzi ma dall'altro i prodotti sono in realtà dozzinali. Ecco, quando si finisce in questi meccanismi, con un reddito che evidentemente non compensa questa esplosione dei costi, poi le persone si fanno prendere dallo sgomento, dalla paura, dalla rabbia, e, sul filo dell'emotività, votano per la prima volpe che passa. Da Beppe Grillo a Donald Trump. Altri esempi? Prendete gli argentini: stanno per far vincere, forse addirittura oggi, al primo turno (opens new window), il candidato ultraliberista alla presidenza Javier Milei. La piattaforma politica? Sconfiggere la crisi passando dal peso argentino al dollaro. Che idea geniale, no? Uccidere l'inflazione in un colpo solo. Come no. Se leggete l'articolo (opens new window), capite il contesto e la dimensione "magica" di questa idea. L'alternativa però è ancora peggio, perché tocca un dolore non ancora sopito. Lo dimostra L'Economist, che propone un ragionamento duro da fare (opens new window) (archivio (opens new window)): cioè l'Argentina non deve dollarizzarsi, deve invece fare un altro default. È facile fare default con l'economia degli altri, però.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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