[Mostly Weekly ~228]

E il naufragar m'è dolce in questo mare


A cura di Antonio Dini
Numero 228 ~ 16 luglio 2023

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Avete sentito della scoperta del secolo? Lo spazio-tempo si muove come un mare agitato (opens new window). Sono le onde spazio-temporali che fanno ballare tutto. E il naufragar m'è dolce in questo mare cosmico.

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Intanto, buona lettura.


If you feel like a weirdo, it's okay because weirdos rule the world
– Aubrey Plaza



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Editoriale

Qualcuno ne ha sentito parlare? Sono il Lazy Management e il Fake Work (opens new window), le nuove parole chiave nel settore dell'occupazione post-covid, già stremata dal Silent Quitting e dalla Great Resignation. Uno sguardo al "management pigro" (opens new window), una spiegazione alternativa (opens new window) all'affermazione che alcuni dipendenti del settore tecnologico frenano le aziende tirando su stipendi di lusso e lavorando poco (opens new window), molto poco. C'è dibattito sull'argomento.

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A girl in Shinjuko
A girl in Shinjuko ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Wall Street Journal (opens new window) (originale (opens new window)): i grandi editori di giornali cercano di fare squadra per affrontare l'impatto dell'intelligenza artificiale. Il New York Times, News Corp, casa madre del Wall Street Journal, IAC (proprietaria di Dotdash Meredith, Vox Media), Condé Nast e Axel Springer (editore di Politico, Bild e Insider) sono tra le aziende che stanno discutendo la formazione di una coalizione.

Negli Usa gli editori ritengono inoltre che il prodotto delle intelligenze artificiali venga creato con materiale creato anche da loro (opens new window) e che ci sia una questione di copyright. I nodi, insomma, stanno arrivando al pettine.

Una serie di articoli (opens new window) per raccontare l’immagine stereotipa del texano, che in America è tanta roba. Richard Linklater, regista di Dazed and Confused che ha appena compiuto 30 anni, non aveva intenzione di fare un film sul Texas, ma l'iconico personaggio di Matthew McConaughey sembra essere conosciuto da tutti i texani (opens new window).

La sharing economy è arrivata nei condomini e i proprietari hanno scoperto un nuovo modo per attirare gli inquilini. [Perché comprare qualcosa che si può prendere in prestito](https://archive.is/i8XHL#selection-359.0-359.65, soprattutto se si è in affitto?) (Originale (opens new window)).

Pepper Ann è stata l'innovativa eroina dodicenne della sua omonima serie televisiva (opens new window). La creatrice Sue Rose e la scrittrice Nahnatchka Khan spiegano come Pepper Ann abbia influenzato una generazione di ragazze. Il cartone animato femminista più sottovalutato degli anni '90.

Le nove regole che è vietato infrangere (opens new window) nell'universo di Wile E. Coyote/Road Runner.

La notte delle Sentinelle (opens new window): la storia orale del rischioso debutto di X-Men: The Animated Series.


Yamato

Zaratsu (ざらつ)
La parola di oggi per il nostro dizionario tematico di giapponese è zaratsu (ざらつ), che significa "lucidare a specchio". Attenzione, è una parola un po' particolare, ora vi spiego perché. Ma prima un po' di contesto. Avete presente quando vedete uno di quei tizi con un orologio luccicante al polso? Di solito un Rolex di ultima generazione, che sembra fatto di pezzi di vetro sbriluccicanti messi lì apposta per attirare le gazze ladre e altri poveri ingenui? Beh, quegli orologi luccicano (zaffiro, cassa, carrure, lunetta, inserti, indici, bracciale, tutto quanto) per via di un tipo di lavorazione giapponese molto particolare che si chiama, appunto, zaratsu.

Se l'è inventata Seiko, il colosso degli orologi made in Japan, l'ultimo produttore "totale" di orologi, assieme a Rolex, cioè completamente integrato verticalmente. Lo zaratsu è una tecnica di lucidatura che crea una superficie specchiata senza graffi, perfettamente lucida e piana. È una tecnica che si fa solo a mano, molto difficile da padroneggiare e richiede anni di esperienza per essere eseguita correttamente. La tecnica viene utilizzata per lucidare la cassa, il bracciale e il quadrante degli orologi. La superficie viene lucidata con una serie di dischi di smeriglio di diversa grana, fino a raggiungere una finitura specchiata. La lucidatura richiede molto tempo e precisione, e richiede una grande attenzione ai dettagli. Non la può fare chiunque, questo è certo.

Gli orologi con finitura zaratsu hanno un aspetto elegante e raffinato perché sostanzialmente luccicano in maniera quasi ipnotica. Il merito è della particolare specchiatura della superficie, che è molto riflettente e cattura la luce in modo unico, senza distorsioni. Inoltre, si usano materiali di alta qualità, costruiti per durare, con proprietà meccaniche costanti e di lunga durata, che rendono la lucidatura ancora più di qualità.

Questa tecnica è stata sviluppata negli anni Sessanta per essere utilizzata per gli orologi Grand Seiko: un marchio interno del gruppo giapponese ("Seiko Group Corporation", セイコーグループ株式会社, Seikō Gurūpu kabushiki gaisha) che viene usato solo per orologi di prestigio. In seguito, l'idea di utilizzare una lavorazione di questo tipo si è sparsa per il mondo: copiarla non è impossibile e infatti anche altri marchi di orologi di lusso, come Rolex e Patek Philippe, a un certo punto hanno cominciato a lucidare a specchio alcuni dei loro modelli.

Lo zaratsu non è un esercizio di stile fine a se stesso. Fa parte di un tentativo, piuttosto complesso e articolato, portato avanti da Seiko nel dopoguerra per raggiungere e superare l'industria svizzera degli orologi. Grand Seiko è nata apposta per questo: qualità, tecnologia e immagine superiori a qualsiasi cosa si fosse fatta sino a quel momento in Giappone. C'è un eroe dietro a questa storia: il Gerard Genta giapponese (Genta è uno dei più grandi progettisti e designer di orologi da polso dei tempi moderni) si chiama Taro Tanaka.

Seiko aveva una tecnica tutta sua per incentivare l'innovazione interna: creare aziende controllate e metterle l'una contro l'altra. Daini Seikosha e Suwa Seikosha, per la precisione. Lo scopo era non solo accelerare con lo sviluppo dei prodotti, ma anche proteggersi nel caso di problemi di approvvigionamento o di produzione. Le cose andarono benissimo ed emersero tra gli altri due linee di prodotti di alta qualità in competizione tra loro oltre che con il resto del mondo: Grand Seiko da una parte e King Seiko dall'altra. Bellissimi ma senz'anima.

È nel 1959, nel reparto Design, aperto appena tre anni prima, che arriva però la figura capace di creare un'identità, un taglio comune per tutti i prodotti di Seiko. È Taro Tanaka, primo designer mai assunto dall'azienda che, ispirandosi al mondo delle pietre preziose, lavorò sui "tagli" e definì le regole interne da seguire per l'estetica dei prodotti Seiko, conosciute come il suo Grammar of Design. È quello che rende gli orologi Seiko di qualsiasi livello riconoscibili e unici, nonostante le molte somiglianze che gli orologi classici fisiologicamente hanno tra di loro.

Così, dal 1962 Seiko non solo produce orologi tecnicamente strepitosi, ma anche dotati di una loro personalità, una "voce". L'elemento centrale di questa grammatica del design è la forma e il modo con cui viene lavorato e lucidato l'orologio. La lavorazione con tecnica zeiratsu è il centro, il perno attorno al quale gira tutta la parte del design visivo. E qui si potrebbe pensare ad antiche lavorazioni quasi zen, alla tecnica della costruzione, molatura e lucidatura delle spade dei samurai. Si potrebbero dire tante cose. Ma non sarebbero giuste.

Il punto centrale è l'etimologia del termine. Vecchio di mille anni, come dicono alcuni? Legato ai fenomenali maestri di spada e ai fabbri che per secoli hanno reso invincibili i samurai? Non proprio. Zaratsu molto più prosaicamente è la pronuncia giapponese del nome di un'azienda tedesca che produceva una macchina per la lucidatura. La storia di una tecnica che ha origine nella lucidatura delle spade dei samurai del Decimo secolo, chiamata zaratsu, è una narrazione che seduce ma che, purtroppo, non è vera.

La macchina tedesca per la lucidatura era prodotta dai Fratelli Sallaz, cioè Gebrüder Sallaz. Marchiata "Gebr.Sallaz", venne portata negli anni Cinquanta nella fabbrica di Hayashi Seiki e veniva e chiamata "sallaz", pronunciato zaratsu, a causa delle misteriose vie con cui il Giappone assimila le parole straniere. Piuttosto rapidamente il nome della macchina divenne anche il nome che gli operai davano al processo di lucidatura. Quindi, la lavorazione zaratsu nasce così. Ma non si ferma da Seiko. Questo tipo di macchina era stato venduto infatti anche ai concorrenti di Casio, Citizen e Minase (un piccolo marchio indipendente giapponese) che avevano tutti quanti la loro lavorazione Sallaz.

Anche molte altre aziende europee usavano tecniche simili, spesso con la stessa macchina tedesca o altre analoghe. Lucidatura a specchio, lucidatura a blocchi, lucidatura profonda, "nera": ci sono tanti modi per descrivere i possibili tipi di lavorazione per la lucidatura di fino del metallo. In ogni caso, un lavoro che deve essere fatto a mano, pezzo per pezzo, superficie per superficie, facendo attenzione a non sbagliare, non andare troppo a fondo, non creare ombre e "pozzi". La luce deve riflettersi in maniera perfetta e lo scontro tra superfici con levigature diverse, che attira l'occhio, dev'essere netto e improvviso. Come per il primo Grand Seiko 167 44GS del 1967, il primo a soddisfare tutti e sette i requisiti della Grammar of Design incluso ovviamente lo zaratsu.


Italiana

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Multimedia

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Tsundoku

Per capire l’effetto del porno nelle nostre vite, dovremmo innanzitutto parlarne. Ma parlarne in maniera aperta e onesta è complicato, perché mette in gioco stereotipi sessuali, aspettative sociali e rivela una vita intima di cui non sempre ci sentiamo sicuri. È questa la teoria di fondo di Polly Barton, che attraverso una serie di conversazioni informali con diciannove amiche e conoscenti prova a scandagliare il modo in cui il porno ci provoca eccitazione, disagio e turbamento, offuscando i confini della nostra intimità e aprendo nuovi spazi di esplorazione, che spesso hanno un costo, soprattutto per le donne. In un momento storico in cui sembra che siamo tutti disposti a parlare di sesso, di quello che ci piace e di quello che non ci piace alla luce del consenso. Porn, an Oral History (opens new window) è in inglese ma ai primi di settembre dovrebbe uscire in italiano.

Kamakura è una città costiera a sud di Tokyo. Se nel Medioevo era il centro politico del Giappone, oggi è una località di villeggiatura, con dozzine di templi buddisti zen e santuari shintoisti. La sua icona però è il Grande Buddha nel tempio di Kotoku-in, una statua di bronzo alta circa 13 metri, sopravvissuta a uno tsunami nel XV secolo. È anche il posto dove è ambientato un manga molto delicato: Our Little Sister (opens new window) (volume 1) di Akimi Yoshida. Seconda di tre sorelle, Yoshino è a casa del suo ragazzo quando le giunge notizia della morte del padre. I suoi genitori hanno divorziato da parecchi anni e lei, che non vede il padre da tempo, non prova alcuna emozione. Inizia poi un percorso dolce e struggente che parla di legami e di famiglia con la gentilezza giapponese dei sentimenti espressi sottovoce.

È ingiustamente considerata un'opera minore di Charles Dickens. Minore lo è, in effetti, ma solo se rapportata all'enormità di altri romanzi dell'autore inglese. Pubblicato nel 1861, Grandi speranze (opens new window) è il romanzo di formazione di un giovane londinese dal carattere incostante, Philip Pirrip, detto Pip, un povero ragazzo del popolo che, attraverso una serie di eventi straordinari, riesce a elevarsi a una condizione sociale superiore, affrancandosi così dalle proprie origini per le quali prova un sentimento di fastidio e rancore. Ma in seguito imparerà ad apprezzare quel mondo umile che aveva lasciato per inseguire le sue grandi speranze. E alla fine Pip capirà quali sono i veri valori che ogni uomo deve custodire in sé, traendone indicazioni su come agire.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Tante piccole modifiche all'intelligenza artificiale stanno conquistando silenziosamente l'iPhone. Apple è un'azienda che fa AI come poche altre (opens new window). (Che poi non fa così male, no? (opens new window))

WeChat afferma che Apple (opens new window) ha aperto un negozio sulla sua piattaforma, consentendo agli utenti di acquistare iPhone, iPad e Mac; Apple gestisce già un negozio su Tmall di Alibaba. Il mercato cinese (opens new window) continua a essere interessante per i marchi internazionali del tech.

Una intera letteratura mondiale a rischio di estinzione. Secondo la Video Game History Foundation and the Software Preservation Network (opens new window) circa il 13% dei videogiochi usciti negli Stati Uniti prima del 2010 e meno del 3% dei titoli usciti prima del 1985 sono ancora in stampa nel 2023. È come se scomparisse l'87% dei film, dei dischi o dei libri pubblicati prima del 2010. E questo solo negli Usa. Per questo quando entro da Super Potato ad Akihabara, a Tokyo, (opens new window) torno a respirare: c'è ancora speranza.

OpenAI ha rilasciato Code Interpreter (opens new window), un plug-in di ChatGPT sviluppato internamente, a tutti gli abbonati Plus, per aiutarli ad analizzare i dati, creare grafici, modificare i file e altro ancora. Tutto con la AI.

Scrive Le Monde (opens new window): "La polizia francese dovrebbe essere in grado di spiare i sospetti attivando a distanza la fotocamera, il microfono e il GPS dei loro telefoni e altri dispositivi". Da questo articolo non è chiaro se la legge consentirebbe semplicemente alla polizia di tentare di farlo, utilizzando exploit di sicurezza per inserire malware nei dispositivi degli obiettivi, o se la Francia ha intenzione di imporre che tutti i dispositivi includano backdoors per consentirlo. Da come è scritto l'articolo, sembra che la polizia abbia la capacità tecnica di farlo. Non è così.

Intanto, crollano per il sesto trimestre consecutivo le vendite dei personal computer: secondo Idc (opens new window) nel secondo trimestre del 2023 diminuiscono le vendite di Pc, a causa di problemi economici e cambiamenti di priorità dei potenziali acquirenti (siamo più poveri e pensiamo a comprare altro). È una caduta del 13,4% che porta il totale di Pc venduti nel trimestre a 61,6 milioni di pezzi nel mondo. Tra i primi cinque produttori, solo Apple è in controtendenza, con una crescita del 10,3% che fa crescere il volume di Mac venduti a 5,3 milioni di pezzi.


A boy on the train
A boy on the train ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Ci sono circa ottomila centri di calcolo in tutto il mondo. I primi 15 Paesi con il maggior numero di data center sono gli Stati Uniti (2.701), la Germania (487), il Regno Unito (456), la Cina (443), il Canada (328), l'Australia (287), i Paesi Bassi (281), la Francia (265), il Giappone (207), la Russia (172), il Messico (153), il Brasile (150), l'India (138), la Polonia (136) e, nel suo piccolo, l'Italia (131). Il mercato globale dei data center raggiungerà 131,80 miliardi di dollari entro il 2030, con un aumento significativo rispetto ai 57,2 miliardi di dollari del 2022. È comprensibile che la combinazione tra le tendenze del lavoro a distanza e una società tecnologicamente avanzata si traduca in un aumento costante delle dimensioni del mercato dei data center (opens new window). Tuttavia, la crescita non è priva di problemi. Quella più importante per lo sviluppo dei data center è la gestione del consumo energetico (opens new window). Ma c'è anche un problema più complesso: quello della loro posizione fisica nel mondo (opens new window). Perché i bit corrono leggeri come elettroni o fotoni, mentre le informazioni restano legate ai fatti umani, dalle guerre con cannoni e aerei alle leggi fatte di confini e giurisdizioni.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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