[Mostly Weekly ~225]

Femori guariti, fogli tagliati e spaghetti-Terminator


A cura di Antonio Dini
Numero 225 ~ 25 giugno 2023

Fare un pisolino ogni giorno tiene il cervello giovane e sano (opens new window).

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Intanto, buona lettura.


Tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo
– Franz Kafka



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Editoriale

Anni fa uno studente chiese all'antropologa Margaret Mead (1901-1978) quale ritenesse che fosse il primo segno dell'apparire del concetto di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami da pesca, vasi d'argilla o macine per il grano. Invece no. L'antropologa disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito.

Nel regno animale se ci si rompe una gamba si muore. Non si può scappare dal pericolo, né raggiungere il fiume per bere o cacciare per nutrirsi. Si è semplicemente carne da macello per i predatori che si aggirano nella zona. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo da permettere all'osso di guarire.

Invece, un femore rotto che guarisce è la prova che qualcuno è rimasto con la persona che è si è fatta male, l'ha portata in salvo e l'ha assistita fino alla guarigione steccando la gamba e curando la ferita. Secondo Mead aiutare gli altri a superare le difficoltà è il punto di partenza di ogni civiltà.

Non credo ci sia bisogno di aggiungere molto, perché non ho mai letto niente di più semplice, chiaro e diretto.

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La piazza
La piazza ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Non l'avevo mai vista in questo modo, ma il Marvel Cinematic Universe si è fatto fuori mezza Hollywood (opens new window). Detta in altre parole: Robert Redford, Gwyneth Paltrow, Paul Rudd e Angela Bassett sono letteralmente scomparsi "dentro" film il cui plot in buona sostanza è riassumibile così: "Tenere la cosa luminosa lontana dal cattivone".

Ci sono ragioni ancora delle ragioni valide per comprare una enciclopedia cartacea in 22 volumi? Forse sì (opens new window).

Microsoft ammette di aver persona la battaglia per il mondo delle console, sconfitta da Playstation e Switch, e con l'acquisizione di Activision cerca di salvare il salvabile (opens new window). Oppure è solo una mossa per fregare i regolatori, che si stanno arrabbiando con l'azienda? Oppure è una strategia disperata per riuscire a portare comunque a casa l'acquisizione per non far fare brutta figura (e perdere il posto) a chi l'ha voluta, cioè il presidente Brad Smith?

Quando le persone muoiono, cosa fare della loro eredità digitale? Come metterla al sicuro (opens new window)

Due popolazioni che ce l'hanno con i culti e le sette: i giapponesi e gli americani. Questi ultimi ne hanno avuti parecchi, ma questo dei Sullivaniani non lo conoscevo. Eppure era acquartierato nell'Upper West Side di Manhattan (opens new window). (Da noi i culti spiccano meno perché hanno connotazioni religiose più istituzionali).

Sapere una cosa? Le biciclette elettriche (opens new window) sono il modo climaticamente più sano di viaggiare. Non è uno scherzo: bilanciano mobilità e impatto ambientale come nessun altro mezzo. Certo, Milano-Napoli in bici è una cosa da Giro d'Italia. Però però.


Yamato

Kirigami (切り紙)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è una variazione sul genere. È kirigami (切り紙), letteralmente kiri (切り) che significa "tagliare" e kami (紙) che significa "carta". Kirigami è un termine usato per descrivere l'arte tradizionale giapponese di tagliare la carta per creare decorazioni e modelli abbastanza complessi.

Ma come, non si dice origami (折り紙), direte voi? Beh, no, rispondo io. Ma è solo perché bisogna prestare un po' più di attenzione e guardare l'etimologia delle parole. Mentre carta (kami o gami) è sempre la stessa, ori vuol dire "piegare" mentre kiri vuol dire tagliare. Cioè, mentre l'ori-gami è l'antica arte tradizionale giapponese che coinvolge la piegatura della carta per creare varie forme, come animali, fiori e oggetti, e che ha come obiettivo principale creare una forma o una figura senza l'uso di forbici o colla, semplicemente piegando la carta, il kiri-gami è all'opposto: vale tutto, dalle forbici alla colla.

Infatti il kirigami è pensato avendo chiaramente in mente l'obiettivo di creare modelli tridimensionali o decorazioni artistiche molto più complesse di quelle dell'origami. La cosa divertente è che molti pensano, quando immaginano i giapponesi procedere alla realizzazione delle loro creature di carta (il cigno e via dicendo), come dei precisini che rifiutano qualsiasi concessione alla "facilità" delle forbici e della colla. E invece no, non sta per niente così. Si può tagliare e incollare, senza problemi.

Il kirigami è arrivato in Giappone quasi contemporaneamente all'origami, che ha origini cinesi, ma ha scopi diversi. L'origami nasce per piccole decorazioni a sfondo familiare, mentre il kirigami è stato messo in pista per creare opere complesse come le decorazioni per le lanterne dei festival e per scopi religiosi.

Poi le due pratiche si sono diffuse e pian piano hanno cambiato di significato, sino a trasformarsi in degli hobby. Nel mondo si è diffuso di più l'origami, che ha uno storytelling che funziona: l'abilità tutta giapponese di fare cose strane, ad esempio piegare e non tagliare la carta, come fanno invece gli altri popoli. E il povero kirigami è rimasto in seconda fila, anche se in realtà è diffuso tanto quanto se non di più del suo fratellastro.


Italiana

L'Intelligenza Artificiale incorpora modelli repressivi e censure dietro il sipario dell'Algoritmo. Così le Streghe non potranno più essere nude (opens new window).

Reincanto (opens new window). Ci sono giovani là fuori che scrivono davvero bene. Bravi.

Che cazzo stiamo facendo qui? Era la scritta su una maglietta indossata da Stephen King: c'è la foto a dimostrarlo. Ma la domanda è facile: perché mai una maglietta con quella scritta, per di più in italiano? La risposta è un po' più complessa (opens new window) ma direi interessante.

Era prima della pandemia, praticamente un altro mondo e un'altra epoca, quando Doppiozero spingeva sul sociale con articoli-reportage come questo (opens new window). Poi si sono messi a parlare di crisi degli influencer (opens new window) e da allora va bene così.


Multimedia

Cosa ne pensa Roberto Saviano (opens new window) di Guerra di Céline, e cosa ne pensa Cornelio Nepote-2000 battute (opens new window).

Tanto tempo fa Donald P. Belisario, storico produttore televisivo americano (Magnum P.I., JAG, NCIS) iniziò la sua carriera con una serie tv durata solo due stagioni e ambientata durante la seconda guerra mondiale: Baa Baa Black Sheep (opens new window). Era la storia di un vero squadrone di "pecore nere", che partecipò alla fase più calda del fronte del Pacifico, quello che vide gli americani combattere contro i giapponesi. Questa è la loro storia (opens new window). I commenti al video sono una specie di ritrovo per reduci e parenti di reduci delle varie guerre americane. Youtube è veramente un posto per anziani.

Un documentario trasmesso quest’anno originariamente dalla Rai su Gianni Agnelli, in arte l’Avvocato (opens new window). Manca solo che finisca con "santo subito". Però, tra le righe, qualcosa in effetti emerge.

Göran Söllsche suona un pezzo di J.S.Bach, la Sarabanda in do minore (Suite BWV 997) (opens new window), con un liuto. Che è praticamente un’orchestra e mezza. Non so niente di liuti a parte il nome e qualche sonorità, ma questo mi pare tanta roba.

Anime Jazz Compilation (opens new window), c’è bisogno di aggiungere altro? Due ore di musica divertente.

Qualche fotografo (opens new window) di quelli che camminano e fanno foto in città da guardare in questa raccolta (basta non ascoltare l’odioso presentatore: azzerate il volume).


Tsundoku

A un certo punto del 1964 Paul McCartney ha preso una macchina fotografica e ha scattato delle foto. Così, un po' a caso. Ora saltano fuori di nuovo da un oblio quasi sessantennale e Sir Paul ci ha fatto un libro (opens new window). Si vede che doveva pagare il giardiniere o qualcosa del genere.

È scomparso da pochissimo ma per leggere Corman McCarthy forse questi tre sono i libri migliori: la Trilogia della frontiera (opens new window) che comprende Cavalli selvaggi, Oltre il confine e Città della pianura. Vi sazierà.

Non dico che siano i miei eroi (perché poi non è che scrivono queste cose fenomenali) ma il modo è veramente interessante. La rivista Low-tech Magazine mette in evidenza il potenziale di tecnologie dei tempi che furono e spesso dimenticate. E cerca di far capire il modo in cui possono trasformarsi in pratiche energetiche sostenibili. A parte un sito su un RaspberryPi (opens new window) alimentato con un pannellino solare, che va offline quando c'è brutto tempo, hanno anche realizzato la versione cartacea del sito, print-on-demand con Lulu. Che si compra qui (opens new window). Tutto questo era una delle suggestioni più intriganti quando mi sono messo all'opera per creare Mostly Here (opens new window). Poi non ho fatto le scelte adeguate, ma il retropensiero rimane sempre.

Learn Vimscript the Hard Way (opens new window) è un libro per gli utenti dell'editor Vim che vogliono imparare a personalizzare Vim. Attenzione, non è una guida all'uso di Vim. Prima di leggere questo libro è necessario essere a proprio agio nella modifica del testo in Vim e conoscere il significato di termini come "buffer", "finestra" e "modalità di inserimento". Con questo imparate a programmare e personalizzare l'editor, sino alla creazione di plugin. L'inizio è pura poesia: "I programmatori trasformano le idee in testo. Il testo viene trasformato in numeri e questi numeri si mescolano con altri numeri e fanno accadere le cose. Come programmatori, usiamo gli editor di testo per far uscire le nostre idee dalla testa e creare i pezzi di testo che chiamiamo "programmi". I programmatori a tempo pieno passano decine di migliaia di ore della loro vita a interagire con il loro editor di testo, durante le quali fanno molte cose".


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Quantum-mania: Microsoft sostiene che una sua nuova particella potrebbe migliorare i computer quantistici. I ricercatori dell'azienda affermano (opens new window) di aver creato delle elusive quasiparticelle chiamate modi zero di Majorana, ma gli scienziati esterni all'azienda sono scettici.

Di solito pensiamo che un attacco DDOS parta da computer compromessi. O elettrodomestici smart compromessi. O server compromessi. Invece, che ne pensate di una legione di telefonini Android compromessi dalle VPN marce? Quest'articolo (opens new window) è un promemoria per ricordarci che bisogna fare molta attenzione quando si scelgono le VPN (e magari non scegliere quelle gratuite, tanto per cominciare). Da notare la parte in cui vengono ripercorsi i passaggi necessari per scoprire cosa stava facendo l'app VPN su Android, catturando il traffico, decodificando le stringhe di configurazione, ecc. Una bella lettura.

Un attacco niente male tramite Github (opens new window). Quando un repository di Github cambia il nome del proprietario o dell'azienda, il vecchio nome viene reindirizzato al nuovo repo, ma solo finché qualcun altro non registra un repo con il vecchio nome. Sfruttando questa debolezza progettuale, gli aggressori possono mascherare una dipendenza legittima ma in realtà fornire malware. Si chiama repojacking. Github è consapevole di questi problemi, ma al momento protegge solo i progetti più popolari. Dalla ricerca citata nell'articolo sembra che i repo potenzialmente interessati siano molti, molti di più del previsto.

Questa cosa fa veramente impressione. Seeing the world through your eyes è un progetto di ricerca che mira a ricostruire ciò che una persona stava guardando in base al riflesso dei suoi occhi. Non è ancora disponibile alcun codice, ma solo il sito su GitHub (opens new window) e un paper di ricerca (opens new window). Non so quanto sia pratico, ma sicuramente sembra il tipo di roba fantascientifica che un giorno troveremo in qualche film americano.


Reading material
Reading material ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

Una volta, durante un podcast di smanettoni in cui ero ospite, il conduttore mi ha chiesto se ero un programmatore. Gli ho risposto di no, sia perché effettivamente non lo sono, sia come forma di rispetto per la categoria (perché tutti abbiamo scritto qualcosa sulla bash ma pretendere di essere qualcosa che non si è non va bene).

L'informatica per me è una lingua passiva: capisco alcuni concetti ma non mi so esprimere. E neanche mi interessa esprimermi, in realtà. Come non mi interesserebbe saper giocare a pallone come un centrocampista di serie A se facessi il telecronista sportivo, o saper suonare il pianoforte a un concerto se facessi il critico musicale.

Però una cosa o due da giornalista che si occupa da un po' di tempo di tecnologia le penso. Una è che siamo diventati tutti parte di una conversazione in cui l’informatica e gli informatici sono al centro di qualsiasi lavoro facciamo. Siamo noi che dobbiamo parlare con loro. Tutto quel che facciano passa da là, dall'informatica.

La seconda è che questa informatica è diventata molto, troppo, inutilmente complicata. O forse sono troppo vecchio io, non lo so, però sospetto sia la prima che ho detto.

Questo per dire che, secondo me quando arriva la AI cazzuta sul serio potrebbero succedere due cose. Da un lato, dipenderemo da lei perché diventerà il mediatore della programmazione: cioè noi gli diciamo in linguaggio naturale, più o meno preciso e circostanziato, cosa vogliamo fare e a farlo ci penserà lei. Questo implica che occorre imparare a pensare nel modo computazionalmente adeguato: è un fatto culturale secondo me, ma bisogna impararlo e quindi insegnarlo a scuola.

L'altra cosa è che un bel giorno la AI potrebbe anche fare un gigantesco refactoring del codice esistente magari semplificandolo e traducendolo da sorgenti legacy in cose più moderne e flessibili. E questo potrebbe diventare un vero e proprio business. Ma è potenzialmente vero anche il contrario (anzi, più probabile) cioè che copilot i suoi fratelli facciano diventare logorroici i sistemisti e i programmatori di mezzo mondo e finiamo sommersi da una mareggiata infinita di spaghetti-code. E quello sarebbe il vero colpo fatale dell'AI all'umanità, altro che Terminator.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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