[Mostly Weekly ~221]

Zero AI, per la serenità di grandi e piccini


A cura di Antonio Dini
Numero 221 ~ 27 maggio 2023

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Questo numero, sappiatelo, ha una caratteristica: non dice niente né di vecchio né di nuovo sull'intelligenza artificiale. Perché è certamente una figata, ma non se ne può più. (E siamo solo all'inizio).

In compenso, si parla anche dell'ultimo Seltzer Shop di New York (opens new window).

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Intanto, buona lettura.


A dividing line between success and failure is the ability to sit with boredom — Robert Greene



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Editoriale

Sono i "dupe", i "doppioni", i falsi che nel mondo della moda stanno diventando la cosa più diffusa che affascina la Gen Z e cambiando il modo con il quale diamo valore alle cose. La domanda di base, quella che regge tutto il ragionamento, è semplice e dirompente: sapete distinguere una borsa Chanel da diecimila dollari da un'imitazione da 200 dollari? Quasi nessuno è in grado di farlo, e questo sta stravolgendo la moda e il settore del lusso. Da qui, una nuova generazione di acquirenti, alimentata da TikTok e da un intelligente rebranding, ha dato sostanzialmente il via all'economia del falso. Pocket, l'app e servizio di "read-later" di proprietà della Fondazione Mozilla. (Firefox), ha realizzato una collezione di articoli a tema "dupe" (opens new window) tutta da leggere.

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Scale mobili
Sale mobili ~ Foto © Antonio Dini

Importante

I posti dove vivono i pipistrelli nel mondo sono sotto attacco, e questo porta al rischio di una nuova pandemia. Il motivo? La nostra fame di risorse. Stiamo infatti distruggendo in tutto il mondo di aree che sono popolate anche da centinaia di migliaia di pipistrelli, a loro volta portatori di decine di migliaia di virus. Un'analisi fatta dalla Reuters (opens new window) ha individuato le aree in cui le condizioni sono mature perché una malattia trasmessa dai pipistrelli si diffonda, faccia il salto di specie e prenda anche l'umanità. Le hanno soprannominate jump zones.

Da Canggu a Medellín i nomadi digitali vanno a vivere in posti economici, belli e genuini. E ovviamente li gentrificano. Il risultato è che i prezzi si alzano, gli affitti esplodono e i locali non sono per niente contenti, anche perché spesso vengono cacciati dai quartieri dove stanno i nomadi digitali. Sta diventando un problema (opens new window). L'elenco dei posti dove vanno i nomadi digitali comprende anche alcune delle città europee meno costose, in paesi come il Portogallo e la Romania, e destinazioni latinoamericane come Città del Messico, che condividono il fuso orario con gli Stati Uniti. Il nomade tipico può visitare 12 o 13 Paesi in un anno, sempre mantenendo un lavoro aziendale, di solito nel settore tecnologico, e spendendo molto meno che nella Silicon Valley. Ma facendo esplodere i prezzi nei paesi dove si trasferisce.

I fan adulti stanno portando il mercato dei Lego a livelli mai raggiunti prima. Il giocattolo, che una volta era solo per bambini, vecchio di decenni, si sta affermando grazie a set sempre più complessi progettati specificamente per gli AFOL (opens new window) (acronimo di "Adult Fans of Lego").

Essere a proprio agio con il fallimento favorisce un ambiente più creativo. Avere una "mente da principiante" può essere un dono quando si analizzano i problemi. Le persone che si posizionano vicino ai punti strutturalmente fragili delle organizzazioni tendono a essere particolarmente creative. Assumere persone più motivate dall'indipendenza o dal desiderio di sfide intellettuali darà vita a dei gruppi di lavoro più creativi. Gli innovatori operano alla frontiera della conoscenza, quindi può passare del tempo prima che le persone realizzino le loro più grandi invenzioni. Un articolo molto interessante che cerca di rispondere a una domanda nient'affatto banale: da dove vengono le grandi idee? (opens new window)

Invece, Eddy Cue, figura mitica di Apple, ha detto a Jim Cramer della CNBC (opens new window) che la chiave del successo dell'azienda consiste nel portare avanti solo le idee migliori. Cue è stato una figura chiave in numerose innovazioni di Apple, tra cui la recente incursione dell'azienda nello streaming sportivo. Dall'inizio del Duemila è quello che cura il rapporto di Apple con il mondo della musica, del cinema e della televisione.


Yamato

Kamado (竈)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è kamado (竈), letteralmente "fornello" o metonimicamente "cucina". Si può scrivere anche "かまど".

Per secoli, la maggior parte dei giapponesi ha preparato il riso con il kamado, un forno a forma di scatola sormontato da una pesante pentola di ferro. Si tratta essenzialmente di una stufa a carbone o a legna di forma rotonda con pareti spesse e un coperchio che lo rende simile a un forno. Il kamado è fatto di argilla refrattaria o ceramica, che aiuta a trattenere il calore e distribuirlo uniformemente durante la cottura. Durante la cottura il calore e il vapore intrappolati all'interno del recipiente di cottura aiutano a cuocere il riso in modo uniforme e a mantenerne l'umidità. Il kamado è in grado di generare una temperatura costante e controllabile, consentendo di ottenere una cottura uniforme del riso.

Il kamado offre un ottimo controllo della temperatura durante la cottura del riso. È possibile regolare l'apertura delle prese d'aria per gestire l'afflusso di ossigeno e, di conseguenza, la temperatura interna. Questo è particolarmente utile per ottenere la giusta consistenza del riso e prevenire bruciature o cotture non uniformi. Inoltre, il vapore intrappolato all'interno del kamado circola intorno al riso, impedendo che si asciughi e che diventi appiccicoso. E poi non bisogna dimenticare che l'argilla refrattaria o la ceramica del kamado possono dare una leggera nota affumicata o terrosa al riso, arricchendo la sua complessità di gusto. Il problema? È davvero difficile saperlo usare bene.

Per questo sono nati negli anni numerosi cuociriso elettrici: i kamado grill elettrici sono progettati per funzionare con la corrente elettrica anziché con il carbone o la legna come combustibile. Non c'è un tema di ambiente quanto di praticità e di regolazione di fino della temperatura; i kamado tradizionali richiedono di monitorare la quantità di combustibile inserito, perché aumentando la quantità e la rapidità con cui brucia si cambia radicalmente la temperatura. Inoltre, i kamado elettrici sono più facili da accendere e da spegnere, riducendo i tempi di preparazione e pulizia.

I kamado elettrici hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni tra gli appassionati di grigliate e di cottura all'aperto, poiché offrono la possibilità di sperimentare i benefici del design tradizionale dei kamado combinati con la praticità dell'elettricità. Disponibili in diverse dimensioni e con diverse funzionalità, i kamado elettrici permettono di cucinare una vasta gamma di cibi con più facilità.

Nonostante l'introduzione dei kamado elettrici, i kamado tradizionali che utilizzano il carbone o la legna rimangono ancora molto diffusi e ampiamente utilizzati, specialmente se si apprezza il processo di cottura tradizionale e il sapore affumicato che può essere ottenuto con i combustibili solidi.

Esiste anche un altro tipo di kamado tradizionale, detto "da viaggio" (mushikamado), che è sostanzialmente lo strumento preferito per il barbecue giapponese ed è più piccolo e trasportabile. Questo tipo di kamado ha tantissime varianti, sia come forma che come tipo di materiali, che dipendono dal produttore e dal tipo di utilizzo e design preferiti. Quelli più diffusi oggi sono semplicemente dei grandi vaso rotondi di argilla con un coperchio a cupola rimovibile, diffusi soprattutto nel Giappone meridionale. Inoltre, con l'aggiunta di una pietra che fa da piano di cottura, i mushikamado possono essere usati anche per fare la pizza o altre cotture, griglie e affumicature.

Infine, i kamado, come tutti gli oggetti della vita quotidiana, sono diventati parte del folklore e delle narrazioni popolari. Kaguya-hime o "La Principessa Splendente" è un ottimo esempio di queste storie, che sono costruite attorno a significati piuttosto semplici ma essenziali alla vita comune.

La storia è lineare: narra di una bambina trovata all'interno di un gambo di bambù luminoso da un taglia-bambù di nome Taketori-no-Miyatsuko. La bambina viene chiamata Kaguya-hime, poiché cresce fino a diventare una bellissima principessa.

Kaguya-hime trascorre la sua infanzia e adolescenza circondata da una bellezza e grazia straordinarie. I corteggiatori di tutto il paese si innamorano di lei, eppure lei rifiuta tutte le proposte di matrimonio. Un giorno, Kaguya-hime rivela ai suoi genitori adottivi di provenire dalla Luna e di dover tornare lì.

Quando arriva il momento del suo ritorno sulla Luna, Kaguya-hime fa dei regali ai suoi amici, come ricordo della sua permanenza sulla Terra. Uno degli oggetti che dona è, sorpresa sorpresa, un kamado, il fornello in questo caso fatto di argilla refrattaria. Il dono diventa un prezioso tesoro per la persona a cui viene dato (non ho trovato una fonte univoca sul nome del fortunato), ma la sua unicità e bellezza lo rendono oggetto di bramosia e rivalità. Insomma, è un gran regalo ma che divide e fa litigare. La morale del racconto è che il kamado diventa simbolo di desiderio e di bramosia del potere. È un oggetto ambiguo e divisivo perché prezioso, come un gioiello che però serve anche a cucinare.

Per la cronaca, il kamado non è una tecnologia aliena che viene dalla Luna (come non lo sono il velcro o il laser), ma secondo gli archeologi è stato invece creato in Cina, da dove si è poi diffuso e attestato ben bene in Corea e, alla fine, è arrivato anche in Giappone, come moltissime altre cose della cultura asiatica continentale.


Italiana

«Quella croce rappresenta tutti» è il titolo apparso su L'Unità il 22 marzo 1988 firmato da Natalia Ginzburg (opens new window). È un articolo piuttosto complesso (opens new window) e ancora oggi "caldo" come tema. Infatti, spiega perché, secondo la scrittrice che è tutto tranne che una cattolica e beghina (o cattolica, o anche religiosa, se è per questo) il crocifisso dovrebbe rimanere nelle aule delle scuole dov'è esposto (opens new window). C'è una complessità gentile che non si trova nell'ultima Oriana Fallaci (opens new window) (grazie anche alla furbizia di chi la sobillò), ma che sostanzialmente ruota attorno agli stessi pensieri. È un articolo che vale la pena rileggere ancora oggi, se non altro per capire che non è un patrimonio della destra, ma un pensiero genuinamente laico e più universale.

Il Post ci regala un breve corso di economia domestica, spiegandoci ogni quanto vanno cambiate le lenzuola (opens new window) (ogni due settimane) e ogni quanto vanno cambiati gli asciugamani (opens new window) (tre volte alla settimana). Son piccole cose che aiutano chi non ha fatto corsi di economia domestica.

Ecco l'accordo tra il governo italiano e Lufthansa, che si è comprata Ita: per adesso il primo pezzetto, poi pian piano arriverà alla maggioranza assoluta. Qui l'articolo di Leonard Berberi (opens new window), che anticipa tutti. Giocando a pensare male, con questo dossier si capisce quali sono i referenti esteri della politica italiana: Forza Italia è sempre spalmata sulla Germania (come lo era Draghi), mentre l'area prodiana della margherita è legata a doppio filo alla Francia. Tanto che ci fu una guerra politica, ai tempi, per bloccare la vendita di Alitalia alla Air France di Jean-Cyril Spinetta (opens new window) tra Berlusconi e Prodi. La parte di "scuola Pci" nel Pd, che fece da ago della bilancia, pendeva e pende tutt'ora dalla parte della Germania.

Chi era Ennio Morricone, raccontato al Corriere dal figlio Marco (opens new window) (archivio (opens new window)).

Novak Djokovic è rimasto l'ultimo dei grandi tennisti che hanno monopolizzato lo sport negli ultimi quindici anni. Ed è il meno amato e forse anche il meno riconosciuto. Quando poi conosci davvero un tennista e lo guardi da vicino, scopri che non esistono i "cattivi", come nei fumetti o al cinema: è solo storytelling. Questa è una buona intervista (opens new window). Comunque, a me manca Gianni Clerici da morire.

Addio cabine telefoniche: Tim le sta facendo fuori tutte (opens new window).

Quando hai danzato con Cyd Charisse (opens new window), puoi dire di aver danzato davvero. Per par condicio, un articolo anche su Leslie Caron (opens new window).

I bar piangono miseria e alzano il prezzo del caffè (spesso pessimo). Ma è vero che sul caffè il bar non ci guadagna niente e anzi ci vanno in perdita? C'era chi aveva provato a fargli due conti in tasca (opens new window) e forse le cose non stanno esattamente così.


Multimedia

Ero in aeroporto a Boston, che stavo preparando questo numero della newsletter, quando con una email il New York Times mi ha detto che è morta Tina Turner (opens new window) (qui il saluto di una sua fan (opens new window)). Mi spiace molto, ma la consolazione è che, nell'arco di una carriera strepitosa, ci ha lasciato moltissimo.

Il concerto allo stadio di Wembley del 2000, dove Tina Turner ha cantato tra le altre Proud Mary (opens new window) mentre in questo concerto del 1997 canta What's Love Got To Do With It (opens new window).

Qui invece si torna indietro nel tempo: Sweet Rhode Island Red (opens new window) di di Ike e Tina Turner è la canzone che dà il nome a uno degli album appesi nel mio soggiorno. Invece, Nutbush City Limits (opens new window) è forse una delle vecchie canzoni più famose del duo.

Ma lei era un'artista da vedere dal vivo: negli anni Sessanta Tina Turner & le Ikettes (opens new window) (le quattro ballerine che accompagnavano Ike e Tina e la band King of Rythm) avevano un'apertura incredibile (opens new window) che poi lei ha continuato a portare avanti per un sacco di tempo (opens new window). Nel periodo più di bassa della sua carriera, dopo la separazione dal marito violento e lo stigma di voler essere una donna autonoma, ha anche suonato per la Rai, nel 1979, in un programma di Pippo Baudo, Luna Park: The Bitch Is Back (opens new window). Infine, la ripartenza: con Bryan Adams (opens new window), più o meno quando ho iniziato ad ascoltarla io.

Breath of the Wild (opens new window) è un gioco fenomenale e in questo video (opens new window) viene analizzato usando come base le opere dello Studio Ghibli. Cosa che permette di capire l'ispirazione fornita da Hayao Miyazaki e dai suoi nella creazione di una Hyrule degna di essere esplorata. Ah, se interessa, ci sono varie cose da sapere su Zelda e dintorni grazie a un'altra collezione di Pocket: questa (opens new window).


Tsundoku

David Grossman ti fa soffrire, si sa. È quello che fa l'arte. Con questo libro sulla gelosia, Col corpo capisco (opens new window), Grossman fa ancora più male del solito: "Bellissimo. Commovente. Estremo. Una lettura dolorosa, ed oggettivamente non semplice".

Chiara Valerio torna alla carica con un breve saggio intitolato La tecnologia è religione (opens new window) che fa parte di un filone dove Einaudi ha trovato il modo di fare soldi facili: tipo i Millelire, solo che si tratta di cose originali che costano di più. Pamphlet, sarebbe la parola giusta, visto che di certo un saggio non è. L'idea di base è affascinante quanto poco originale (a differenza della scienza la tecnologia, come la religione, si basa sul "credere") e basta scorrere la parte di testo che fa da copertina per essere sazi. Un buon antipasto in attesa di qualcosa di meglio.

Da Via Paolo Sarpi all'Oriente: Appunti di viaggio e di vita (opens new window) è apparentemente un self publishing sulla Chinatown milanese che veniva letto dalla portiera del mio stabile. In realtà è un memoir di un tal Daniele Pezzali (opens new window), che, emulo di Marco Polo, ha scoperto la Cina, ci si è trasferito e poi ha sentito forte il bisogno di raccontarci il tutto. Anche lui ti fa soffrire, come Grossman, ma per motivi diversi.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Nei paesi come il Pakistan o la Cina, dove i dati per lo smartphone costano tanto e passarsi un film via internet può essere complicato, c'è una app che va di brutto. Si chiama ShareIt (opens new window), ha decine e decine di milioni di utenti attivi e funziona senza internet. Più o meno come fa AirDrop di Apple, ShareIt collega i differenti dispositivi smart con una rete WiFi locale e poi trasferisce i dati via Bluetooth con una discreta velocità. Il problema? Man mano che la connettività migliora e ci sono più gigabyte a disposizione, meno le persone sono motivate a usare ShareIt.

Il Giappone è la terza nazione più ricca del mondo, ma la sua scena di startup tecnologiche è lentissima da anni, trasformando un Paese un tempo futuristico in un arretrato stato digitale come gli altri. Ma ora, dopo decenni di assopimento, il Paese che ci ha portato lo Shinkanzen e la Nintendo con i giochi di Zelda e di Mario, ha ritrovato un po' di slancio. Ecco cosa sta succedendo nel Giappone della tecnologia (opens new window).

VLC, il player video open source che fa vedere tutto, è una bomba. Questo articolo analizza VLC Media Player (opens new window), la sua storia, le sue caratteristiche, il modo in cui può essere utilizzato, i suoi piani per il futuro e la comunità open source che sta dietro al progetto.

Magari qualcuno di voi usa Todo.txt (opens new window), il software per la gestione delle liste dalla riga di comando di cui abbiamo parlato (opens new window) altre volte in passato. Grazie a questo articolo (opens new window) ho scoperto un tool grafico TxDx (opens new window) per Mac, Linux e Win che mi pare interessante. Dato che il modello sul quale è costruito Todo.txt è open source e privo di specifiche (è praticamente una sintassi di marcatura applicata a documenti di testo semplice, come il mardown o l'html), esistono varie altre implementazioni che si possono trovare in app, anche per iOS e Android. Utile.


Partenze
Partenze ~ Foto © Antonio Dini

La coda lunga

Può la volontà di pochi vincere quella dei molti? Le trasformazioni sono possibili? Jakarta, la megacapitale indonesiana, sta affondando. Il governo indonesiano sta cercando di costruire un'altra capitale (opens new window) (archivio (opens new window)), che si chiamerà Nusantara, a 1.300 chilometri di distanza. Il presidente indonesiano Joko Widodo sta cercando di costruire la sua nuova capitale praticamente da zero. L'obiettivo di fondo: costruire una città migliore e più forte. Nusantara non sarà una città pianificata come le altre, afferma il presidente, ma una metropoli verde alimentata da energie rinnovabili, dove non ci saranno ingorghi e le persone potranno passeggiare e andare in bicicletta lungo sentieri verdeggianti. La nuova capitale, conosciuta in Indonesia con l'abbreviazione I.K.N., sarà un esempio di adattamento al riscaldamento del pianeta. Sarà una città high-tech, dice, che attirerà i nomadi digitali e i millennial che acquisteranno appartamenti eleganti con le criptovalute. "Vogliamo costruire una nuova Indonesia", ha detto Joko. "Non si tratta di spostare fisicamente gli edifici. Vogliamo una nuova etica del lavoro, una nuova mentalità, una nuova economia verde". Naturalmente, ci sono molti dubbi sul fatto che possa farcela.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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