[Mostly Weekly ~192]

Twitter, meritocrazia e tecnofeudalesimo


A cura di Antonio Dini
Numero 192 ~ 6 novembre 2022

Benvenuti. Ecco a voi un numero tutto nuovo di Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Il clamore suscitato da Twitter per via di Elon Musk e le interruzioni più o meno volute al servizio di Instagram e Whatsapp hanno messo in evidenza l'importanza di avere un luogo sul web autogestito per i propri contenuti. Quindi: benvenuti nel mio Mostly System: sito, newsletter, canale Telegram (opens new window), podcast (opens new window), programma radio sui libri e altro ancora.

Tanta roba, aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Però un aiutino è apprezzato, perché c'è tanto lavoro dietro (e anche davanti). Non ho ancora pronta la mia prima campagna natalizia (sto finalizzando un paio di idee) ma una donazione è bene accetta. Fate solo attenzione che la donazione su PayPal (opens new window) sia di tipo amici/parenti: non sto vendendo nessun bene o servizio, è una donazione e quindi è corretto farla senza ritenuta.

Potete sfogliare questo e gli altri numeri di Mostly Weekly qui nell'archivio.

Ah, non so se lo sapevate, ma secondo un nuova ricerca (opens new window) Dall-e 2 è molto meno intelligente di quanto dicevano i suoi sostenitori.

Intanto, buona lettura.


The mind is like an umbrella. Its most useful when open
-- Walter Gropius



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Editoriale

Un intervento di Francesco D'Isa che trovo molto interessante: "Il concetto di merito sembra inattaccabile: ottieni qualcosa di buono se te lo meriti, col lavoro, le capacità ecc. Che si tratti però di un'idea pericolosa si può capire con un semplice esperimento mentale. Tizio è un ottimo pilota, per vocazione e impegno; nasce in una famiglia benestante del primo mondo e sin da piccolo ha modo di esercitare questa sua capacità. Caio è un ottimo pilota come Tizio, per vocazione e impegno; purtroppo nasce in una famiglia povera del terzo mondo e non può esercitare più di tanto questo suo talento. Se facciamo gareggiare Tizio e Caio con una macchina identica, Tizio ha più chance di avere la meglio su Caio. Se la "meritocrazia" incentiva chi vince, cioè Tizio, non ricompensa il merito, perché la famiglia e il luogo in cui nasci non è né una virtù né una scelta, ma un caso (cosa che, en passant, rende ridicoli anche i nazionalismi)".

Se il merito diventa meritocrazia, è una bella fregatura.

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Urania 70
Urania 70 ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Stiamo vivendo nell'epoca del tecnofeudalesimo (opens new window)? Immaginate un futuro in cui Amazon inizierà a partecipare alle gare d'appalto per i servizi igienici e le fognature dei comuni. L'azienda sviluppa bidoni della spazzatura, camion e tubi dotati di sensori, in modo da poter generare dati dai rifiuti della società e monetizzarli. Intanto, i comuni fanno a gara per adottare questi nuovi servizi e il risparmio che ne derivano. In una situazione del genere, potremmo sentirci come semplici vassalli dell'impero di Bezos, che prende e dà informazioni per il suo profitto finale. Questa è la visione alla base della tesi del tecnofeudalesimo, secondo la quale il capitalismo del XXI secolo è stato soppiantato da un nuovo sistema economico supervisionato dalle Big Tech. Al centro di questa tesi c'è l'idea che i capitalisti di oggi non reinvestano i loro profitti per sviluppare nuove capacità per espandere la produzione o aumentare la produttività del lavoro. Piuttosto, una quota sempre più grande della crescita si presenta sotto forma di piattaforme di sorveglianza con tenui relazioni con i lavoratori che producono.

ProPublica ha pubblicato (opens new window) un'analisi sconcertante delle pratiche pubblicitarie di Google nei Paesi al di fuori dell'Occidente: Brasile, Bosnia e molti altri. Secondo l'articolo, attraverso una serie di siti web non in lingua inglese e gli annunci che vi compaiono, il gigante tecnologico "rende redditizia la disinformazione".

Eric Schmidt è stato Ceo e poi presidente di Google: è l'uomo d'ordine che ha immesso un Dna predatorio nell'azienda dei nerd: un Dna che non conosce limiti né scrupoli. Oggi è diventato ancora più micidiale: ha investito in una serie di aziende di intelligenza artificiale e ha fatto da consigliere a Barack Obama e adesso a Joe Biden sui temi scientifici e tecnologici. È lui che a Washington spinge per la "guerra delle AI". L'America, dice, deve investire in un settore dove la Cina non può avere la meglio. E, incidentalmente, investire nelle aziende dove lui ha interessi forti economici. Racconta tutto Protocol (opens new window).

Il mondo è vicino a un collasso climatico "irreversibile", dicono i principali studi. La crisi climatica ha raggiunto un "momento davvero tetro", ha detto uno dei più importanti scienziati del clima del mondo, dopo che una serie di ricerche ha messo a nudo quanto il pianeta sia vicino alla catastrofe. Il professor Johan Rockström ha detto che le nazioni del mondo hanno bisogno di un'azione collettiva (opens new window), ora più che in qualsiasi altro momento dalla Seconda guerra mondiale, per evitare il collasso del clima. Invece, le tensioni geopolitiche sono al culmine. Esiste anche una probabile correlazione tra le due cose.

Mi chiedevo da tempo il senso di queste cose e adesso sto cominciando a capire meglio. In Italia ci sono alcuni canali Telegram che seguono il profilo illustrato da questo articolo del New Yorker (opens new window): i video dei cacciatori di predatori. È una tendenza presente da tempo (e a quanto pare endemica) dei social media, quella cioè di eseguire acrobazie sia per fare colpo che per avere seguito, e vi aggiungono un pizzico di giustizia vigilante e di vero crimine partecipativo. Negli ultimi anni sono diventati un fenomeno minore di YouTube, uno dei sottogeneri proliferanti della piattaforma che può sembrare onnipresente in alcune parti dell'universo online ma invisibile in altre. Il genere è la disturbante ascesa dei "cacciatori dilettanti di predatori". Su Milano Bella Da Dio sono quelli che vanno a caccia delle borseggiatrici della metro di Milano, e sono la colla che ha creato la community di 38mila persone, ma c'è in parte anche lo stesso fenomeno dietro al mezzo milione di iscritti di Welcome to favelas. Nota per me stesso: è ora di cancellare questi canali.

Clint Eastwood ha un'età tremenda, incredibile, fragilissima. E quando la sua fiamma si spegnerà, sarà una perdita notevole. È una creatura particolare, e questo si capisce non solo dalla sensibilità dei suoi lavori ma anche da altre scelte più personali. La villa che sta vendendo a Carmel, nella "riviera della California" è solo una delle proprietà dell'attore e regista, ma è comunque molto particolare. Questo articolo dice molto (opens new window) anche se con un tono da rotocalco (e pure scritto male) se si vuole leggere fra le righe. La Hacienda Este Madera di Eastwood, a pochi metri da Pebble Beach (spiaggia con sabbia bianchissima), è un complesso di 650 metri quadri con due ettari di terreno intorno (incluso un club privato per il golf con un tetto di 300 soci). È stata realizzata in stile coloniale spagnolo, con tegole in terracotta e cancellate in ferro battuto fatte a mano. Questo stile è noto come "revival spagnolo", in quanto rende omaggio all'architettura e agli interni dell'Impero spagnolo in Nord America. Poiché l'Impero spagnolo era diffuso in tutte le Americhe, questo stile è più un sentimento generale che non qualcosa legato a caratteristiche specifiche. Gli elementi caratteristici delle proprietà in stile revival spagnolo di solito sono le piastrelle rosse, le pareti in stucco, un certo numero di caminetti e alcove. Tutti elementi presenti nella villa di Eastwood a Pebble Beach, con in più un arredamento gradevole e sobrio. I colori dominanti sono il marrone scuro e il verde. Se cercavate una persona di successo e ricca da paura a Hollywood che abbia anche buon gusto, l'avete trovata.

È noto che sotto la regolite lunare (rocce e polveri frantumate) esiste del ghiaccio fatto dall'acqua, ma gli scienziati non sanno ancora se ci sia ghiaccio in superficie che ricopre la base dei crateri. Per scoprirlo, la NASA sta inviando Lunar Flashlight (opens new window), un piccolo satellite (o SmallSat) non più grande di una valigetta. Scendendo in picchiata e poi cabrando sul Polo Sud lunare, userà i laser per fare luce su questi crateri completamente bui, proprio come qualcuno che cerca qualcosa di nascosto in una grotta fa luce con una torcia elettrica per vederci. La missione sarà lanciata a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX a metà novembre.

C'è qualche osservatore dei reali giapponesi, là fuori? Ecco a voi l'ultimo aggiornamento dall'Asahi Shimbun sul dramma senza fine dell'ex principessa che ha rinunciato alla corona e di marito (scandalosamente con la coda di cavallo) che vive con lei una vita "normale" (opens new window) a New York.


Yamato

Eki-melo (発車メロディ)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese a puntate è eki-melo (発車メロディ), letteralmente melodia (メロディ) per la partenza (発) del treno (車). Un eki-melo è un breve stacco musicale di circa 10-20 secondi che informa i passeggeri dei treni giapponesi che le porte si stanno chiudendo. La maggior parte dei sistemi ferroviari urbani ha dei jingle per informare i passeggeri che le porte si stanno chiudendo, ma quelli giapponesi sono molto meglio. Hanno iniziato nel 1989 nella stazione di Shibuya e in quella di Shinjuku, a Tokyo, sulla Nambuku Line e da allora i jingle sono solo aumentati. Niente è lasciato al caso: ogni fermata, ogni linea di treno, ogni direzione ha un jingle diverso e identificabile. Gli eki-melo sono un modo divertente, rilassante e informativo per dire ai passeggeri di salire sul treno.

Nel 2012 sono stati introdotti diversi jingle con dei collegamenti con il territorio, cioè il distretto in cui si trova la stazione, oppure delle melodie che sono state realizzate per creare un’atmosfera che avesse un legame con lo spazio circostante: questo è accaduto nelle stazioni di Asakusa, Ueno e Ginza sulla Yamanote Line e nella stazione di Tameike-sannō sulla Ginza Line. La maggior parte dei brani sono stacchetti originali, composti alla bisogna, ma alcuni si basano su delle canzoni che già esistono e sono in qualche modo legate a ogni stazione.

I treni sono un aspetto popolare e importante della vita quotidiana in Giappone. Dallo Shinkansen, il treno ad alta velocità di cui abbiamo già parlato, alla Yamanote Line, l'anello interno di Tokyo, sino alle linee che vanno in campagna per cittadine e paesini, i treni giapponesi hanno tecnologia, fascino, flessibilità e anche una buona dose di novità tecnologiche da mostrare. E tanta puntualità.

Se pensate che la creazione degli eki-melo sia stata banale o semplice, vi sbagliate. L'idea di base era cambiare il suono delle campanelle (quelle che ci sono ancora nelle nostre stazioni di provincia) e che segnalano la partenza di un treno. Ma con cosa cambiarlo? Si fa presto a dire melodia, hanno capito rapidamente i giapponesi. Gli eki-melo devono combinare le caratteristiche di armonia, di udibilità a lunga distanza anche a basso volume e di resistenza alla prova del tempo. Sorprendentemente, la chiave per ottenere questo risultato è stata trovata nelle campane dei templi. Il suono di una campana ha una componente chiamata ipertono: sono le componenti di un suono complesso dotate di una frequenza superiore a quella della fondamentale; se le frequenze degli ipertoni sono multipli interi della frequenza della fondamentale, sono chiamati armoniche). Sebbene il suono di una campana possa sembrare solo un suono costante, in realtà è composta da più suoni e, anche se il suono di una campana risuona con altri suoni, non è un suono sgradevole per la maggior parte delle persone. Tenendo conto di questa caratteristica, sono stati utilizzati dei sintetizzatori per creare dei suoni elettronici che funzionassero da melodia dei treni, perché era facile produrre artificialmente gli ipertoni e controllare l'interazione dei suoni.

Secondo Tokyo Metro, gli eki-melo furono introdotti per "coinvolgere maggiormente a livello emotivo i viaggiatori, sviluppando un più profondo senso di appartenenza alle linee ed alle stazioni che usavano più frequentemente". I jingle sono stati realizzati da musicisti e studi di produzione giapponesi. Tra i vari (Switch, Stomach Inc, Se Alliance) è interessante il lavoro di Minoru Mukaiya. È un musicista e pianista dell’ensemble jazz fusion Casiopea, ma è anche un compositore commerciale, conosciuto per i lavori nel mondo del gaming. Tra i titoli che ha musicato c'è Sega Rally 2 e la serie completa di Train Simulator. Suoi i jingle anche per il Kyushu Shinkansen, tra l'altro.

E i collegamenti con la cultura pop? Ovviamente ci sono: alla stazione di Takadanobaba, il quartiere dove viveva Tezuka Osamu, si può sentire la sigla di Astro Boy, il più famoso tra i manga di Tezuka. Oppure, se si aspetta il treno alla stazione di Ebisu, sempre sulla Yamanote Line, si viene avvolti dal jingle che riprende il tema di The Third Man, lo stacchetto dello spot televisivo della birra Ebisu, nata ovviamente nel quartiere. E varie altre storie simili. Insomma, qualcosa di più che semplici motivetti orecchiabili.


Italiana

La storia di Kang Dong-wan (opens new window), un professore di Scienze politiche dell’università sudcoreana Dong-A di Busan, che raccoglie la spazzatura che arriva via mare in Corea del sud dal Nord e cerca di studiare le abitudini dei consumi nordcoreani.

Le migliori fumetterie di New York City (opens new window) con mappa, indirizzi, recensioni.

Rupert Murdoch, 91 anni, fondatore del gruppo editoriale News Corp di cui adesso è presidente, ha scelto lo smart working (opens new window). L'azienda gli ha permesso di lavorare da casa e lui ha trasferito le attività nel suo ranch in Montana: News Corp gli pagherà l’affitto e quando deciderà di andare a New York gli sarà fornito uno spazio di lavoro di quelli per i dipendenti in visita. Non so cosa dovrebbe dirci una notizia del genere se non farci ridere e piangere al tempo stesso.

Parlando di ridere e piangere, questa fa solo piangere ma per come è scritta: alle Molinette asportato un tumore ovarico di 70 chili (opens new window).

Credo che chi fa il desk al Corriere abbia spesso incubi notturni quando pensa che deve titolare interviste come questa (opens new window): "Claudio Cecchetto e Mapi Danna: «A 12 anni dissi a mamma: io sposerò lui». «Oggi viviamo come divorziati»". Tra l'altro, a quanto pare Cecchetto è un altro vip sciroppato che si aggiunge alla collezione senza fine di ritratti cesellati dai giornalisti del Corriere. Uno normale farebbe notizia, a questo punto.

L'ho cercato e forse ne ho trovati due di (quasi) normali. Uno forse è Diego Abatantuono (opens new window), che vale la pena anche solo per il ragionamento sull'idea di invecchiare serenamente. L'altro è Franco Baresi (opens new window) che sembra una storia di calciatori d'una volta (e viene da sperare siano davvero così e non solo nella finzione pubblica). Certo che i titolisti di queste interviste: mamma mia.


Multimedia

Pazzesco e bellissimo: live streaming (opens new window) da una sorgente d'acqua nel deserto africano della Namibia. La notte gli animali si abbeverano. Di giorno il sole spacca.

Era un po' che non ne guardavo uno: ecco come si fa a fare una chitarra elettrica usando 700 fogli di giornale (opens new window).

Nel 1996, Sega annunciò The Sacred Pools (opens new window), un gioco FMV per soli adulti per Saturn, PC e, stranamente, Sony PlayStation. Con un budget di circa tre milioni di dollari, il gioco fu interamente filmato (opens new window) ma non vide mai la luce. Fino ad ora (opens new window). Niente di sconcio ma fa tanta tenerezza. E a me ricorda The Journeyman Project (opens new window). Bei tempi.

A proposito di bei tempi: l'avevate mai visto il finale di Happy Days? La clip dura meno di tre minuti (opens new window) ma dentro c'è un'epoca (e la mia infanzia).

Il lancio del Sega Saturn (opens new window), la prima console che ho posseduto (dopo il Game Boy) e che ha ancora un posto nel mio cuore, oltre che nel mio mobiletto dei videogiochi.


Tsundoku

La città di vapore (opens new window) è un intruso, l'ultimo libro, il quinto, che si aggiunge alla tetralogia del Cimitero dei libri di Carlos Ruiz Zafón, lo scrittore spagnolo diventato famoso con L'ombra del vento (opens new window) e scomparso poco tempo fa. Questo quinto romanzo è l'omaggio letterario con cui Carlos Ruiz Zafón ha voluto congedarsi dai suoi lettori. È una raccolta di racconti che vanno dalla storia della costruzione della mitica biblioteca, allo svelamento degli aspetti sconosciuti di alcuni dei personaggi del ciclo e che rievocano da vicino i paesaggi e le atmosfere diventate alquanto famose nei vari romanzi. Scrittori maledetti, architetti visionari, edifici fantasmagorici e una Barcellona avvolta nel mistero. Per la prima volta pubblicati in Italia, i racconti di questa raccolta sono gustosi ma si fanno gustare solo da cui ha già esperienza delle storie principali.

Membrana (opens new window) di Chi Ta-Wei: la narrativa speculativa queer cinese di Taiwan nel 1995, adesso è stato tradotto in italiano e pubblicato da add editore. Qui il primo capitolo (opens new window). È il romanzo uscito tre anni prima di Matrix (il film) che è pure meglio di Matrix.

LGBTQIA+ (opens new window) è una sigla che contiene tanti significati, uno strumento di rappresentazione per le soggettività che non si riconoscono nella norma eterocissessuale, secondo la quale tutte le persone dovrebbero essere eterosessuali e riconoscersi nel genere assegnato alla nascita. Spesso si obietta che questa sigla non è chiara, che c'è un controsenso tra il pretendere una libertà e utilizzare delle lettere che sembrano creare delle categorie. Ma le lettere che compongono questa sigla rappresentano una possibilità di rappresentazione e autodeterminazione, oltre che di creazione di diverse comunità. La sigla non raccoglie una singola comunità, con regole e dettami univoci, ma richiama un universo di possibilità. Questo libro, utilizzando una forma frammentaria che raccoglie eventi storici, citazioni, racconti di pratiche ed esperienze collettive, cerca di comunicare che cosa questa sigla vuole significare davvero e come è nata la necessità di riconoscersi in essa. Nel libro non si trovano categorizzazioni o norme, ma prima di tutto il tentativo di mantenere una complessità che rappresenta le persone, e che non vuole essere ridotta né annullata.

Coltivo ormai da qualche anno una speranza, flebile e ahimè, temo irrealizzabile. È la speranza che 001 Edizioni, una piccola ma gagliarda casa editrice di fumetti nostrana, vada avanti con la sua avventura un po' stralunata e produca anche gli altri tre volumi dell'integrale di Jeff Hawke, il personaggio della daily strip di fantascienza di Sydney Jordan. Nel 2017 fecero uscire il primo volume, Jeff Hawke H1-H1939 (opens new window), che raccoglieva le prime 1939 strisce. Costoso, forse un filo troppo per quel momento di mercato, temo non sia andato bene, o forse ci sono stati altri problemi, non so. Fatto sta che si sono fermati lì. Di Jordan abbiamo una vecchissima edizione di Milano Libri (opens new window) (l'editore originale di Linus, per intenderci) in venti volumi con copertine straordinarie anche se graficamente datate, e due volumi "speciali" della Fondazione Golinelli che recuperano le strip successive, portando più o meno a compimento la pubblicazione del tutto. Facendo attenzione che uno dei volumi della serie di Milano Libri è stato stampato due volte perché mancavano alcune strisce. Ma si tratta di volumi introvabili: il primo è uscito nel 1976, ben 46 anni fa. Peccato, perché quella di Jeff Jawke è la saga che ha portato nell'età adulta la fantascienza a fumetti e averla oggi, in una edizione "fresca" e completa, articolata in quattro volumi, sarebbe davvero un bel traguardo.


Coffee break

Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo offrendomi un caffè alla settimana su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

Merveilles (opens new window) è una comunità di ingegneri artigiani. Merveilles è un collettivo di individui lungimiranti che si sforzano di migliorare gli altri e l'ambiente circostante attraverso la creazione e il gioco costanti. Questo progetto comunitario è finalizzato alla creazione di nuovi modi di parlare, vedere e organizzare. "Forse è un movimento, non ne sono sicuro. Forse siamo cresciuti tutti con influenze simili, o forse no; ma quando ci vediamo, lo sappiamo". Merveilles si associa, ma si distingue da sensibilità come "Solarpunk", "Cyberpunk" o "Junkpunk" in quanto è pratico piuttosto che speculativo. Merveilles si distingue dalla cultura hacker per il fatto che afferma che la qualità della vita è legata al godimento estetico della stessa e per la sua politica decisamente di sinistra e le sue preoccupazioni ecologiche. Si rifà a motivi forti e ripetuti nella moda, nel design industriale e nella progettazione delle interfacce utente, che sono eleganti, minimaliste e attente a valori come il costo, la durata, la manutenzione, il consumo di energia e l'efficienza.

Un fotografo ha preso l'iPhone 14 Pro (e il 13 Pro, che già aveva) e ha fatto il giro della California per poi andare in Butan e altri posti vicini per recensire il nuovo telefono (opens new window). Foto spettacolari, un articolo lungo ed estremamente ricco. Tante cose anche da imparare oltre che da capire. La conclusione? È sorprendente (soprattutto sei si vive immersi nel marketing degli smartphone) ma inevitabile e ovvia: è meglio una macchina fotografica normale. Però, con tutta la bomba della fotografia computazionale, gli smartphone stanno diventando buoni abbastanza.

Parliamo un po' di open source e cose simili. Ecco dieci errori (opens new window) che fa all'inizio chi prova Linux. Invece, considerate che usare Linux può servire anche ad allungare la vita (opens new window) ai vostri vecchi computer. Una volta perlomeno era un classico, oggi sembra che ce ne siamo dimenticati. Vale anche per i Mac (opens new window), ovviamente. Una testimonianza di un utente Linux che lo usa anche per rendere più longeva la tecnologia (opens new window) (ed è un'esperienza decisamente strana e intrigante per chi invece usa solo la tecnologia più nuova). Infine, se dovete fare cose complicate in un mondo fatto tutto con Linux, sappiate che c'è un ottimo gestore di progetti: OpenProject (opens new window).

Tre tecnologie analogiche e desuete, perché no. Un giradischi, il Pioneer PLX 500, che non è il ben più costoso Pioneer da DJ, ma fa lo stesso benissimo il suo lavoro. Questa recensione (opens new window) ne canta le lodi mentre il suo uso vi permette di ricreare un'estetica da dj lounge & chill-out brasiliano (opens new window). Ha anche la presa Usb per rippare i vinili (qualsiasi cosa pensiate che voglia dire). Se vi piacciono i dischi, tra l'altro, non potete perdervi la storia del fantastico mondo dei dischi blu dell'Unione sovietica (opens new window). Passiamo a un'altra tecnologia antica: gli orologi meccanici. La storia del Rolex Explorer II: lo sapevate che la seconda versione dell'orologio, quella con l'indicazione delle 24 ore (opens new window), è nata nel 1973 su richiesta dell'esploratore britannico Oliver Shepard che, in occasione della prima circumnavigazione del globo fatta usando solo trasporti di superficie, fece montare sul 1655 sfere e quadrante del Gmt-Master, al fine di migliorarne la leggibilità? È logico che sia successo, perché anche la prima versione dell'orologio, quella usata anche da Ian Fleming e probabilmente prevista per il James Bond letterario, è nata nel 1953 per andare sul monte Everest con i primi due esploratori che ne hanno conquistata la vetta, Sir Edmund Hillary e Tenzing Norgay. Infine, terzo argomento, la fotografia analogica e i suoi strumenti. Il principe è l'esposimetro analogico esterno: c'era una volta il mitico Voigtlander VC Meter II (opens new window), quello che uso io con la mia Leica M2, che però non viene più prodotto da parecchio tempo. Adesso, però, c'è una alternativa praticamente identica: il Meter D di Doomo, che a quanto pare è tarato leggermente diverso (circa mezzo stop) rispetto al VC-II ma va bene anche così. Comunque, stiamo parlando degli epigoni dell'originale: il Leicameter MC (opens new window), esposimetro al selenio di Leica che si inseriva nella slitta delle fotocamere della serie M e si accoppiava fisicamente alla ghiera dei tempi, permettendo di verificare i valori impostati sulla fotocamera con quelli dell'esposizione. Funzionava alla grande (opens new window) ma è Ken Rockwell che ne racconta tutta la storia (opens new window). Come nota Ken: "Uno qualsiasi di questi esposimetri è sufficientemente preciso per un lavoro accurato con le diapositive a colori, come la Fuji Velvia 50. Le pellicole in bianco e nero non hanno bisogno di un esposimetro; gli esposimetri sono stati inventati proprio a causa degli stretti requisiti di esposizione delle diapositive a colori. Negli anni '50, le pellicole a colori costavano l'equivalente di 20 dollari a scatto e questo scoraggiava il bracketing".


Il signore delle ombre
Il signore delle ombre ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Voi siete felici? Sapreste definire l'idea di felicità? Pensate che sia qualcosa che si raggiunge o che si ottiene? Secondo Arthur C. Brooks la felicità è una combinazione di piacere, soddisfazione e propositi. Sono le tre parole più importanti sulla felicità consigliate da un giornalista della felicità (qualsiasi cosa voglia dire). Comunque, avere una bella vita non è solo una questione di dettagli. Ecco qualche proposta (opens new window) che trascende tempo e circostanze.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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