[Mostly Weekly ~184]

‌La California e le elezioni in Italia passando da Londra


A cura di Antonio Dini
Numero 184 ~ 11 settembre 2022

Benvenuti a Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Siamo in campagna elettorale e uno dei miei ex direttori, Ferruccio de Bortoli, fa il punto della situazione: chi spinge davvero il Paese (opens new window).

Potete leggere questo numero di Mostly Weekly e anche gli altri nell'archivio (opens new window).

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Intanto, buona lettura.


Only those who do not seek power are qualified to hold it
–– Plato



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Editoriale

Sono un po' cotto perché appena rientrato dalla California, dove sono stato all'evento Far Out organizzato da Apple (opens new window) per la presentazione dei nuovi telefoni smart, orologi smart, auricolari smart. Tutto smart. Ne ho scritto qui (opens new window) e anche qui (opens new window). Volavo con British Airways e quindi ho fatto scalo a Londra: all'andata subito prima della morte della regina Elisabetta, al rientro subito dopo. Non ho notato la differenza.

Invece, il giorno dopo il keynote, è stata annunciata (opens new window) da parte di Tim Cook, Jony Ive e Laura Powell l'apertura dello Steve Jobs Archive (opens new window). Solo che raccontato così, un annuncio che galleggia nel niente, è veramente una cosa piccola che non si capisce bene. Invece, l'apertura del memoriale digitale dedicato a Steve Jobs è stata presentata in una mini tavola rotonda a latere dell'ultima edizione di "Code (opens new window)", la fondamentale conferenza "live" che riunisce il gotha della Silicon Valley e che negli ultimi anni è stata condotta dalla sola Kara Swisher (opens new window) (è stata originariamente fondata con Walt Mossberg (opens new window)).

Tutta questa vicenda e le sue implicazioni le racconta perfettamente nella sua newsletter (opens new window) uno dei miei giornalisti in esilio preferiti: Eric Newcomer, una specie di Rick Redfern (il giornalista fittizio del Washington Post inventato da Garry B. Trudeau per la sua strip Doonesbury (opens new window)) che si è messo in proprio come il suo alter ego cartaceo. Il racconto di Newcomer è un imperfetto pezzo di gonzo journalism che cerca di mettere a nudo nomi, volti e rapporti di potere all'interno di una parte della Silicon Valley. È una lettura obbligatoria per i cultori della materia anche se, va detto, Newcomer ha coraggio, lucidità di analisi, agganci giusti e un sacco di energia, ma gli manca la bella scrittura. Comunque, di Code (e quel che ne esce) parlano anche altri (opens new window).

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Steve Jobs Theater
Steve Jobs Theater ~ Foto © Antonio Dini

In treno

Il biglietto del treno ultra economico voluto questa estate in Germania ha funzionato e ha fatto risparmiare 1,8 milioni di tonnellate di CO2 (opens new window). Infatti, l'esperimento durato tre mesi nel settore dei trasporti pubblici tedeschi con una formula super economica ha ridotto le emissioni di anidride carbonica equivalente ad alimentare circa 350mila case per un anno.

In Giappone il treno ha compiuto 150 anni. E per celebrare la ricorrenza la JR East ha annunciato una collaborazione (opens new window) con la Nippon Hotels (una catena presente principalmente a Tokyo) per mettere in alcune camere degli alberghi con finestre che danno su importanti stazioni una versione addomesticata del simulatore di treno che usa video live-action per l'addestramento dei macchinisti. Le camere doppie hanno prezzi medi che vanno da duecento a trecento euro a notte. Per tentarvi aggiungo che l'audio emesso dal veicolo e dai binari proviene da registrazioni reali e viene riprodotto in base alle variazioni del video e delle operazioni di guida. Davanti allo schermo, un pannello di controllo riproduce fedelmente la "master control unit" utilizzata dai macchinisti JR East. Ci sono due linee disponibili, la Keihin Tohoku Line e la Hachiko Line. Partecipano quattro hotel e l'attività verrà conclusa il 30 settembre (opens new window). Adesso che hanno anche riaperto il Giappone (opens new window), direi che è il momento di partire senza ulteriori indugi.

Ah, un ulteriore motivo per gli appassionati di treni che vogliano visitare (di nuovo) il Giappone: JR East ha rifatto tutte le "stampu" (opens new window) delle sue 78 stazioni di Tokyo, cioè i timbri che i turisti occidentali e i bambini giapponesi più o meno delle scuole elementari possono collezionare gratuitamente su un apposito libretto ai tornelli d'entrata. Ho in un cassetto una moleskine con tutti i timbri della Yamanote Line (della vecchia serie).

Infine infine (giuro!) la sussidiaria giapponese della Lego, per festeggiare i suoi 90 anni e i suddetti 150 dei treni giapponesi, ha fatto questa miniserie di modellini di treno che (opens new window)... beh, non penso di dover aggiungere altro.


Altre cose

Da vent'anni a questa parte chi viaggia negli Usa con l'aereo fa conoscenza con la TSA, la Transportation Security Administration, che effettua i controlli di sicurezza (metal detector per la persona e raggi X per i bagagli, ispezione personale e dei bagagli). E praticamente nessuno la ama. Questa è la sua storia (opens new window).

Questo articolo è meraviglioso (opens new window): storia e fenomenologia dei mall americani: come "luogo dove essere" anziché "luogo dove andare". Creati da un architetto austriaco fuggito negli Usa nel 1938, sono una delle più grandi e tremende invenzioni della società moderna.

I membri della Longevity House sono uniti da due cose (opens new window): la disponibilità a consegnare 100mila dollari alla casa madre e il desiderio ardente di vivere per sempre. Ecco lo strano mondo della crioterapia, della biocarica e dei trapianti di feci.

Avete presente le "fitte alla milza" di quando si corre troppo? Sappiamo due cose (opens new window): sono innocue; non sappiamo perché accadano o cosa siano di preciso.


Yamato

Tentō mushi (天道虫)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è tentō mushi (天道), cioè la coccinella. Tentō (天) vuol dire "la via celeste" o "il sole", mentre mushi, (虫) vuol dire "insetto". L'etimologia di questa parola, che nei testi scientifici viene scritta テントウムシ, in katakana, è complessa. Potrebbe derivare dal fatto che il piccolo coleottero vola d'abitudine verso l'alto, verso il sole. Oppure per l'abitudine di atterrare sui rami e di orientarsi genericamente verso l'alto, cioè verso il cielo.

Dalle nostre parti le coccinelle rosse sono considerate dei piccoli portafortuna: quando una ci atterra addosso, essendo completamente inoffensiva ma molto carina, non va uccisa ma prontamente liberata. Dopo essere stato il simbolo della compagnia petrolifera francese Total per qualche decennio o il grado delle guide (il ramo femminile degli scout) per le bambine di otto-dieci anni, oggi la coccinella è un simbolo del rispetto per l'ambiente.

In giapponese è un po' diverso. Intanto perché tentō mushi è una categoria più ampia di coccinella e raccoglie sia le coccinelle propriamente dette che i piccoli scarabei femmina e svariati altri bacarozzi di quella famiglia. E poi per una possibile alternativa che ho ascoltato affascinato al cinema, guardando Bullet train che è un film ambientato su un treno Shinkanzen alquanto divertente e talentuoso, anche se Brad Pitt rischia di non venire fuori come merita. Comunque, il personaggio interpretato da Brad Pitt è una specie di magnete per la sfortuna, sino a quando non gli viene spiegato che il suo nome in codice, ladybug (coccinella, in inglese) in giapponese si traduce tentō mushi.

Dice la storia: questo piccolo coleottero, considerato fortunato in occidente, invece in Giappone è considerato sfortunato: le sue sette macchine sulla schiena rappresentano i sette dolori del mondo. Per questo motivo il suo ruolo è molto importante: infatti, trattenendo la sfortuna e i dolori sulla sua schiena, le tentō mushi trattengono tutte le cose brutte della vita e consentono alle altre creature di vivere in modo migliore e più felice.

Dovremmo quindi essere riconoscenti alle piccole tentō mushi. Questo è il motivo, tra l'altro, per cui anche in Giappone non vanno mai schiacciate. Altrimenti, racconta il vecchio samurai a Brad Pitt, con la sua morte di quel particolare coleottero la sfortuna e i dolori che ha accumulato vengono liberati e possono finirci addosso.


Italiana

Condivido pienamente i ragionamenti fatti da questa pagina (opens new window) di appassionati d'aviazione che richiama l'associazione (opens new window) (che non sapevo esistesse) dei daltonici: è tempo di ricordarsi di loro: "Sono circa 400 milioni nel mondo, quasi 4 milioni solo in Italia, quasi tutti maschi, che vivono benissimo con la limitata ruota dei colori che la natura ha voluto loro fornire, quasi a ribadire l’importanza dell’esistenza delle differenze in biologia, argomento che nella società moderna viene sempre sacrificato alle necessità dello standard tecnico che ci vorrebbe tutti uguali". I daltonici non sono persone disabili, è la società a limitarne artificialmente la funzionalità perché sceglie di usare alcuni colori sensibili come codice operativo. I daltonici non possono pilotare gli aerei o condurre i treni (o i tram e gli autobus pubblici), ma possono guidare i TIR e i droni. Che pasticcio ingiusto. Ah, a proposito, sono daltonico anche io.

Visto che se ne parla da tempo e in modi sempre più confusi, ecco qui un po' di informazioni sulla cottura della pasta a fuoco lento (opens new window) (chi ha scritto l'articolo nella sua mini-ricetta si dimentica però di salare l'acqua: bah). Aggiungo che a me interessa di più la differenza tra la pasta trafilata al bronzo (opens new window) e quella trafilata al teflon.

Lo cito in questo numero di Mostly Weekly ma non approfondisco. In italiano in realtà si trova abbastanza poco. Però qualcosa sì: ecco qui un po' di storia (opens new window) su Doonesbury (opens new window) di Garry B. Trudeau (opens new window).


Multimedia

Veronica ha deciso di andare online (opens new window) con il suo Commodore 64: tanta roba.

Jenni Elle, la youtuber tedesca che parla di orologi, ci spiega perché la bolla dietro ai prezzi super gonfiati dei Rolex è scoppiata (opens new window). Sì, come no. (E intanto il Post racconta che in Italia (opens new window) i Rolex e gli altri orologi di lusso li rubano e li smerciano come non mai)

Sul nuovo canale tech, Jakidale vi fa vedere cosa è stato presentato a Cupertino (opens new window) nella sede di Apple (iPhone 14 e 14 Pro, Apple Watch SE, 8 e Ultra, AirPods 2). Semplicemente ottimo.

E qui invece (opens new window) racconta cos'è successo Fjona, alias Techprincess. Ancora meglio.

Campio di argomento. Un'intervista a Georges Simenon (opens new window): un personaggio inenarrabile che ha vissuto la vita e l'ha scritta al tempo stesso. Simenon nella sua potenza creatrice viene spiegato molto bene (opens new window) da Andrea Camilleri,


Tsundoku

Michele Mozzati è la metà artistica della coppia che segue qui sotto e ha passato la sua vita da adulto a lavorare con Gino Vignali. Nessuno dei due si è fatto mancare delle esperienze di scrittura in solitaria. Ma, mentre Vignali si è dedicato al giallo, Mozzati ha mostrato più inclinazione per il racconto breve e poi per il romanzo storico. Ecco quindi Quel blu di Genova (opens new window), storia ambientata nel 1853, anno della rivolta di Milano. Una storia che inizia in Lombardia, luogo dello spirito sia di Michele che di Gino, e che prosegue attraverso l'Atlantico da New York fino a San Francisco. È il racconto de "La Merica" ed è un gran bel romanzo.

Corrado Augias e sua moglie Daniela Pasti nel lontanissimo 1987 scrissero un romanzo giallo che ho letto più o meno all'epoca, Tre colonne in cronaca (opens new window), che mi colpì molto e in qualche misura si mescolò con quelli di Fruttero & Lucentini che capitava di leggere ai tempi. Era più o meno l'epoca in cui ho cominciato a pensare di fare il giornalista e cercavo disperatamente di capire cosa volesse dire questo titolo criptico da addetti ai lavori: sono tante o poche tre colonne in cronaca? (hint: pochino pochino).

Pensavo ai coniugi Augias quando ho letto il giallo di Gino & Michele, Neppure un rigo in cronaca (opens new window). È più divertente, sicuramente, non meno complesso e ricco (cioè no, un po' meno complesso, perché l'altro è una sorta di zibaldone di personaggi e situazioni) ma altrettanto efficace. E il titolo non ha ambiguità alcuna: zero vuol dire zero. Infatti, di questa storia, verosimile e molto "politicamente corretta" (per la visione aulica che abbiamo della memoria degli anni Cinquanta), non si trova alcuna traccia sui giornali dell'epoca. Zero. Bello.

Visto che ci siamo, passiamo a Gino Vignali che nel 2018 ha pubblicato il primo volume di una tetralogia di romanzi gialli oggi conclusa: si intitola La chiave di tutto (opens new window) e fa parecchio ridere. C'è chi dice che ci sono gli echi di Achille Campanile, oltre alle pennellate di Georges Simenon. Magari esagera un po' ma i personaggi sono già pronti per il trattamento televisivo, questo è certo.


Coffee break

Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo offrendomi un caffè alla settimana su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

La maggior parte di voi probabilmente conosce Engelbart e "la Madre di tutte le demo (opens new window)", ma questa di Steven Johnson è comunque una buona lettura sull'argomento (opens new window), con una panoramica del lavoro della sua vita e alcune influenze e interconnessioni sceniusian (opens new window), incluso Bill English , Stewart "Forest Gump" Brand, e la scena tecnologica della Bay Area che si è trovata all'improbabile intersezione di tre distinti fiumi culturali: gli intellettuali e gli scienziati nell'orbita di Stanford e Berkeley; i finanziamenti militari per la DARPA; e la controcultura, che era diventata una presenza dominante nella California settentrionale durante quel periodo che ormai sembra lontanissimo. Una lettura rinfrescante.

E poi non sapevo esistesse il termine sceniusian (opens new window), che ha un significato intrigante perché rende l'idea dell'evoluzione delle società legate ai mutamenti dei processi culturali, più che al folle genio dei singoli.

Il sogno cinese, la versione asiatica dell'American Dream (sì, perché c'è un "sogno cinese", non è solo totalitarismo quello che arriva dalla Cina) sta avendo una battuta d'arresto. Il governo di Pechino ha deciso di cambiare le regole e far rallentare (opens new window) quel tritatutto che è la macchina delle startup e dell'iniziativa nel mondo digitale in Cina. Il risultato sono licenziamenti e, per molti, fine del massacrante 996工作制 (opens new window).

È bello vedere i giovani che cercano di innovare le cose fatte dagli anziani: qui ci sono cinque+una utility (opens new window) per la riga di comando che sono rivisitazioni "moderne" dei relativi classici. Prima di andare a guardare, a voi indovinare quali sono i relativi classici: bat, zoxide, exa, fd, ripgrep + tealdeer.



Old Lady
Old Lady ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

L'articolo è in francese ma si capisce molto bene: Cinquante ans d’images merveilleuses et terrifiantes d’une Terre en mutation (opens new window). Scattate dal programma Landsat, queste foto fanno parte della più lunga cattura continua della Terra dallo spazio. È impossibile non vedere gli effetti devastanti del cambiamento climatico. A meno di non voler vedere, ma in quel caso il tema è diverso: non ha più a che fare con il mondo fuori di noi ma con la stupidità o la malafede dentro di noi.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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