[Mostly Weekly ~183]

I timbri giapponesi e la Costituzione americana


A cura di Antonio Dini
Numero 183 ~ 4 settembre 2022

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Mai più senza: le cinque regole per bere il caffè secondo il Corriere (opens new window).

Se siete curiosi e volete leggere qualche altro numero di Mostly Weekly, lo trovate qui.

Vi ricordo che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Volete contribuire? Fate una donazione qui su PayPal (opens new window) (versione amici).

Intanto che donate, buona lettura.


True humility is not thinking less of yourself; it is thinking of yourself less
–– Rick Warren



~~~


Editoriale

Negli Usa è in corso un processo politico di revisione che sorprendentemente parte da sinistra, diremmo noi, seguendo la nostra idea di destra-sinistra che in realtà non rispecchia la distinzione tra Repubblicani e Democratici. Comunque, il processo è iniziato con una serie di proposte di revisioni che hanno l'obiettivo di fare riforme per far fuori Donald Trump e quindi più in generale il rischio connesso dall'incrocio tra populismo e demagoghi per di più ricchi sfondati. Un primo dibattito era stato quello, ripreso dal Post senza contestualizzare bene le differenze Usa-Italia) (opens new window), che è centrato sulla domanda: devono votare anche gli ignoranti? Cioè, perché non limitare il diritto di voto a un percorso di educazione civica con un esame finale? Perché, diceva il giornalista, una democrazia non informata "è il preludio a una farsa o a una tragedia". In Italia ne abbiamo una abbondanza di esempi di entrambi i tipi negli ultimi 101 anni. Il nuovo punto del dibattito (opens new window) è quello relativo al potere dei giudici, al modo con il quale possono impattare sulla società e al fatto che gli Usa siano figli di un atto di libertà (quello dei padri costituenti) che li imprigionano perché non godono più della libertà di cambiare che i loro padri costituenti hanno avuto, conquistandosela con l'indipendenza.

Questo passaggio da un punto intellettuale è molto stimolante e interessante, ma quanto di più lontano dalla tradizione del costituzionalismo europeo, dalla nostra storia, dalla cultura italiana in particolare. Ma questo strabismo nostrano che fa mescolare pezzi diversi di culture giuridiche (l'aspetto normativo e specifico di una cultura nazionale) è una passione nostrana. Ricordo con affetto un corso universitario (un po' meno il suo docente (opens new window): Diritto Costituzionale Italiano e Comparato. Il corso permetteva di comparare differenti culture giuridiche, capire come si erano reciprocamente influenzate nel tempo, ma anche quanto fossero sostanzialmente diverse. Oggi abbiamo un mischione con secchiate di istituti giuridici e modelli costituzionali che scimmiottano quelli anglo-americani (a partire dalle primarie (opens new window), che sono un altro obbrobrio nel nostro sistema).

Confrontarsi con culture diverse, capirne le ragioni, studiarne l'evoluzione, non vuol dire leggere un manuale d'istruzione per ingegnerizzare la propria. Tranne quando il bisogno di trovare una giustificazione che, facendo leva sul provincialismo e l'ignoranza della pubblica opinione, deresponsabilizzi le scelte politiche: "Lo facciamo così come lo fanno gli americani" o "Lo ha deciso l'Unione europea, non noi!" (come se i governi nazionali non avessero un ruolo nella fasce ascendente delle politiche europee). Assieme alla mancanza pressoché totale di politiche ambientali condivise e partecipate dal sistema politico, lo strabismo esterofilo è una malattia pericolosa che, lo ricordo giocando con la metafora, rende inadatti alla guida dei veicoli pubblici.

~ ~ ~

Bye bye agosto
Bye bye agosto ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Appena vi sarete ripresi dalle AI che parlano, scrivono (opens new window) e disegnano (opens new window) e vincono premi (opens new window), preparatevi a quelle che fanno immagini di livello superiore (opens new window) e presto anche i video. Stable Diffusion (opens new window) è un generatore di testo-immagine AI, simile a DALL-E 2 di OpenAI e a Imagen di Google. I modelli di diffusione (opens new window) hanno un chiaro vantaggio rispetto alla sintesi di immagini GAN in termini di precisione e realismo. L'articolo tratta in modo approfondito Stable Diffusion (opens new window): il funzionamento della tecnologia, le diverse applicazioni già create con il modello, le capacità del modello e il suo futuro. (Si può usare anche localmente su Mac con processore M1-M2 (opens new window)). Per chi è interessato, esistono anche cose carine come questo text-inversion (opens new window), che permette di ottenere una descrizione partendo da una immagine.

Uno studio svedese (opens new window) dimostra che dipingere di nero una lama delle gigantesche pale eoliche può salvare fino al 70% degli uccelli che si schiantano quotidianamente (opens new window). Il fatto stesso che lo studio sia stato fatto dimostra che quello che dicono spesso anche da noi (opens new window), cioè che le pale eoliche non fanno niente agli uccelli, è semplicemente falso. Comunque, nel caso forse pro-eolico, è una fonte di energia rinnovabile costosa, altamente inefficiente (opens new window) e dall'impatto devastante (opens new window) per il nostro Paese.

Le "Nimcels" sono le Niche internet micro celebrities (opens new window). Se le è inventate la columnist del Washington Post, Taylor Lorenz, che è diventata parte della storia, cioè un personaggio online lei stessa (opens new window) (come capita ai giornalisti, quando hai la scala giusta) e che sta scrivendo un libro, Extremely Online (opens new window) per il quale è già [molto odiata] (opens new window). Lorenz descrive molto bene la Gen Z e il suo rapporto con la rete, cioè il nuovo filtro culturale degli influencer.

C'è fede e fede. C'è quella istintiva, profonda, culturale, viscerale. Ma non è l'unica. Alcune persone diventano religiose perché si convincono su basi intellettuali che le dottrine specifiche di una particolare fede hanno un'alta probabilità di essere vere. Questo va benissimo. Ma ci sono altri modi fruttuosi di affrontare la religione che non implicano la credenza. Forse il modo migliore per capire quali sono è delineare alcune possibilità. È l'oggetto di questa riflessione per l'uomo moderno (opens new window). Ee è un ponte verso altre cose che non chiamiamo più religione. Ma è quello che sta succedendo.

Un articolo fondamentale (e bellissimo) su come ordinare la vostra biblioteca casalinga (opens new window), che siano fumetti o libri tradizionali. (No, l'ordine alfabetico o per altezza o per colore no, non va bene). Se poi pensate che sia inutile avere addirittura una biblioteca casalinga perché vuol dire che i libri sono troppi perché tanto non li leggerete mai, sappiate che i libri non sono mai troppi (opens new window) e che leggerli tutti non serve. Anzi. Dopotutto qui c'è una rubrica che si chiama "Tsundoku", no?


Yamato

Hanko (判子)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è hanko (判子), il timbro personale utilizzato da tutti i giapponesi (e assegnato anche agli stranieri) come strumento di autenticazione personale in calce ai documenti. Oggi il timbro, che è considerato assieme ai fax un lascito del passato, è rimesso in discussione. Ma ci arriviamo tra un attimo.

I giapponesi non firmano a mano. Noi sì, ma non è che siamo migliori per questo. Sto parlando delle firme che si usano sui contratti, sugli atti pubblici, sulle millemila pratiche burocratiche con le quali il nostro Paese di omini piccoli piccoli e lucidamente folli ci delizia da due secoli. Quelle firme a mano italiane, vergate o meno in presenza di notai (creature residue di corporazioni medioevali che guadagnano cifre ingiustificabili per fare il lavoro che un semplice impiegato pubblico potrebbe fare a costo zero), si stanno sostituendo con le "firme elettroniche", che come abbiamo tutti scoperto, assieme alla PEC hanno creato un'altra notte della ragione. La tecnologia come leva per intermediare e rendere ancora più complessi i processi che il digitale dovrebbe disintermediare e semplificare.

I giapponesi, dicevo, non firmano a mano. Invece, utilizzano il timbro hanko, che serve per dare valore legale ai documenti sui quali viene stampato. Le modalità di uso sono state regolate nel periodo Meiji (1868-1912), quando venne imposto per legge a tutti, anche ai residenti a lungo termine in Giappone, mentre prima era prerogativa solo di nobili e samurai. In ogni documento in cui è richiesta la firma si trova un simbolo particolare, un kanji cerchiato: ㊞. In giapponese, "印", che si pronuncia inkan e vuol dire "stampa", "timbro". Indica il punto dove deve essere stampato il proprio timbro.

Il timbro è profondamente innervato nella burocrazia e nelle pratiche sociali giapponesi. Tanto che ha sostanzialmente bloccato lo sviluppo tecnologico al fax (che è ancora utilizzato e che si lavora per toglierlo dai piedi) perché è l'unico strumento in grado di trasmettere a distanza un documento fisicamente timbrato da una persona. E l'hanko è sufficientemente complesso da spiegare perché viene utilizzato nel 99% delle oltre 15mila procedure burocratiche che sono state censite dal governo di Tokyo. Non esiste un unico tipo di timbro, infatti, ma ce ne sono due tipi che vengono usati per almeno tre scopi diversi.

Ci sono gli hanko fatti su misura, oppure quelli preconfezionati. Gli hanko fatti su misura vengono detti jitsuin (実印), che significa “timbro autentico”. Sono piuttosto costosi, vengono registrati al municipio o altri uffici governativi locali, seguono precise norme per quanto riguarda i materiali oltre a forma e dimensioni (ad esempio, non possono essere fatti di gomma perché si usurerebbero e la firma sarebbe leggermente diversa) e vengono usati per la firma di documenti e contratti importanti. Ci sono poi i mitome-in (認印), “timbro personale”, che non devono essere registrati e vengono usati nelle circostante più informali: suona il campanello, c'è il corriere di Amazon e per firmare il pacco si timbra la ricevuta con il mitome-in.

Il timbro importante, il jitsuin, è unico, non ha copie, e viene usato per i documenti importanti come l’acquisto di un’auto, un immobile o quando si fa testamento. Lo può fare chi ha almeno 15 anni. C'è in realtà un altro timbro importante, si chiama ginkoin (銀行印) e si registra presso la banca dove si apre il conto corrente. Serve per firmare documenti bancari come i bonifici, cosa che vi fa immaginare quale livello fantascientifico abbia l'home banking in Giappone. Infine, il mitome-in può essere fatto un po' come si vuole (ci sono anche quelli in gomma con la riserva d'inchiostro dentro) e possono costare pochissimo. Ha anche un nomignolo più amichevole, cioè shachihata (シャチハタ), dal nome del più famoso produttore di timbri di questo tipo (un po' come chiamare Scoth il nastro adesivo, per intendersi).

Durante la pandemia e il lockdown è stato l'inferno. Già cose come Zoom usato per scopi lavorativi pongono problemi di protocollo enormi (bisogna organizzare la posizione delle finestre con dentro le persone in modo che siano ordinate a seconda dell'importanza in senso decrescente) e la pratica degli inkan lo spiega bene. Quando si timbrano documenti aziendali a sinistra viene messo il timbro del boss supremo e a partire da lui, in ordine gerarchico, i vari dirigenti, sotto dirigenti, caporeparto, capufficio e impiegati semplici timbrano sempre più verso destra inclinando in maniera crescente il loro timbro in maniera tale che il loro nome, che è composto da caratteri disposti verticalmente, si inchini verso il capo. Più in basso sei nella gerarchia, più devi inclinare il timbro. E sicuramente farlo più di chi sta alla tua sinistra ma meno di chi sta alla sua destra. Capite che un sistema basato su questo tipo di meccaniche ha delle inefficienze fisiologiche.

Il Giappone poi sta utilizzando sistemi di firma elettronica e altri "trucchi" tecnologici per rendere possibile la dematerializzazione della firma che dovrebbe essere sempre effettuata in presenza per testimoniare reciprocamente l'atto di timbratura con il sigillo personale del tipo appropriato e con la giusta inclinazione il documento del momento. La Shachihata ha anche creato un software per la creazione di timbri online che in qualche modo risuona con i suoi clienti. La spinta maggiore l'ha data la pandemia, le regole di distanziamento sociale incompatibili con quelle che richiedono la presenza durante l'uso del timbro, e il pragmatismo giapponese che trova il modo "giusto" per far quadrare le situazioni. Il problema però non è tanto il punto di arrivo quanto il vincoli imposto dal punto di partenza. E i timbri giapponesi, ricopiati dalla Cina per vanità dei nobili della corte dell'imperatore nipponico durante il VII secolo, oggi sono un vincolo enorme da superare senza fare passi falsi.


Italiana

Vi ricordate di Wanna Marchi? Forse siete troppo giovani, o avete avuto una gioventù felice. Comunque, questo "pezzo" del costume italiano ha appena compiuto 80 anni e su Netflix c'è una docu-serie che racconterà il suo successo, le truffe e le pesanti vicende giudiziarie che l'hanno coinvolta. Il Post spoilera tutto (opens new window) (ma spoilerato bene).

Lo sapevate che Flavio Briatore e Elisabetta Gregoraci hanno un figlio, Nathan Falco Briatore, che ha dodici anni, è direttore generale di una società (opens new window) che produce "orsi in 3D integrati nel metaverso" (ma pensa) che si chiama Billionaire Bears Nft. E poi gira il mondo come se non ci fosse un domani: "Di certo, è già un enfant prodige dei social con 164mila follower su Instagram dove condivide scatti della sua vita da globetrotter: dalla Versilia alla Costa Smeralda passando per Dubai, Londra e Malindi. Dopo ogni post, una valanga di cuoricini".

Se pensate che la storia del figlio di Briatore sia un manufatto lunare, aspettate di leggere questo articolo-intervista live-corale (opens new window) a Elisabetta Canalis. Stiamo al delirio. Che mondo stanno cercando di raccontare i giornali? Non c'è fine all'extramondano ultraterreno irreale e non plausibile?

No, non c'è. Il Corriere dedica anche una gallery con lunghe didascalie (quella cosa che fa tanto SEO e click bait anni Novanta) a Nino Frassica (opens new window), che ha avuto una vita notevole, nonostante tutto. Dentro ci sono «Quelli della notte», «Don Matteo» e tanto non-sense surreale e forse non necessariamente cercato.

Se lo specchio dei media diventa così palesemente deformato, gli spettatori non cominceranno ad adeguare il loro corpo e la loro vita all'immagine in cui si vedono riflessi?

Un esempio al contrario viene dalla Cina. Questo racconto di un giovane autore (in inglese, non è più materia per "Italiana") che ha analizzato la censura (opens new window) a cui è stata sottoposta The Big Bang Theory nella versione diffusa in Cina lo spiega bene. Il regime di Pechino ha una politica per quanto riguarda i media molto chiara: la prospettiva della "main melody". Non si tratta di censura politica contro i dissidenti (anche) ma soprattutto contro le devianze. La cultura mainstream cinese è decisamente e obbligatoriamente eterosessuale, confucianamente tradizionalista (quasi vittoriana nelle sue pruderie) e ha un senso esagerato della decenza. Lo fa sia per un motivo di controllo sociale che per uno di ingegnerizzazione della volontà di potenza dell'élite cinese. Le popolazioni che abbracciano la cultura LGBTQ+ acquistano il controllo della loro sessualità non solo dal punto di vista della contraccezione (come accade invece con la semplice educazione sessuale) ma anche per l'idea stessa di riproduzione. Di conseguenza queste popolazioni smantellano le strutture basate su micro-famiglie fabbriche-di-bambini e il concetto stesso di "fertilità di Stato". Un concetto, invece, che adesso la Cina sta spingendo molto, avendo rimosso i limiti alla nascita di un solo figlio per famiglia. Al contrario, secondo alcune idee il rischio di perdere la "fertilità di Stato", che come avrete capito è sostanzialmente la leva per regolare la produzione delle persone all'interno di una nazione (e anche, di base, l'obiettivo storico delle religioni, dalla preistoria a oggi), nel tempo porta al declino demografico, industriale, militare e politico della suddetta nazione. Questo è a ben vedere una delle cause principali dei declini occidentali, se seguite questa linea di pensiero. E i cinesi ci pensano. Ah, se ci pensano.


Multimedia

Il maggiore Alberto Biagetti il 3 marzo del 1986 ha una serie di avarie e si lancia dal suo F-104 S (opens new window) (lo storico "spillone"). È una delle tantissime storie che i piloti militari italiani si raccontano la sera a mensa quando uno di loro entra nel club Martin Baker. Questa è il video (opens new window) fatto dall'Aeronautica Militare per raccontare la storia del F-104 mentre qui c'è (opens new window) una specie di storia orale dello Starfighter. Ah, dimenticavo, lo chiamavano "la bara volante (opens new window)" perché dal dal 1963 al 1995 sono caduti 60 aerei e 32 piloti sono morti.

"Lo ha detto il Sole" - La grandeur di Roberto Napoletano (opens new window) è un documento unico, trafugato in qualche modo su YouTube perché dal sito del Sole24Ore è scomparso (ma non l'articolo di accompagnamento (opens new window)). Di cosa parliamo? Lo spiega Vin Ganca: "Il 2 maggio 2016, il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano fa proiettare alla Scala, alla presenza del presidente Mattarella, un documentario che celebra i 150 anni di storia del quotidiano economico, ma che in realtà impiega 50 minuti a decantare quanto Napoletano sia bravo e geniale. La sceneggiatura è sua e lui stesso decide quali giornalisti del quotidiano far intervistare e quali no. Non è noto quanto sia costata l'intera operazione (chi lo sa, è invitato a scriverlo nei commenti) ma per un gruppo editoriale che in quello stesso 2006 ha perso 91,9 milioni di euro, è comunque un'ingiustificabile esibizione di grandeur. Il video, nella sua pomposità, è noioso. Ma è illuminante nel rivelare la peculiare psicologia dell'ex direttore che, sospettato dalla Procura di Milano di essere stato "l'amministratore-ombra" del gruppo, ha minato la reputazione e la stabilità di un giornale con un secolo e mezzo di storia". Qui c'è la vita di Roberto Napoletano raccontata da Wikipedia (opens new window).

Perché mancano i microchip? E che conseguenze ha, oltre alla repentina scomparsa del chip sulle tessere sanitarie? (opens new window) (che è stata una bella botta (opens new window)). Ho cercato nel mio piccolo di intervenire anche io su Wired (opens new window), ma il punto forte è questo servizio di GeoPop (opens new window). E poi questo approfondimento su Taiwan (opens new window).

A tema nucleare, parlando sempre di GeoPop: quante centrali nucleari servirebbero per sostituire il gas russo? La domanda è molto meno banale e semplice di quel che sembra. La risposta è molto ben fatta (opens new window).

Un po' di teoria del lambda calcolo e in generale della scienza informatica: cos'è un Y Combinator (opens new window).

Una chicca del 1974 creata dalla BBC: il Principio di Peter afferma che "in una gerarchia ogni dipendente tende a salire fino al proprio livello di incompetenza". La mente del Principio di Peter, il dottor Laurence J. Peter, spiega in video (opens new window) alcune delle osservazioni che hanno dato forma alla sua teoria e dà alcuni consigli a chi desidera evitare di raggiungere il proprio livello di incompetenza. Brillante.


Tsundoku

Alla fine degli anni Trenta Louis-Ferdinand Céline ha scritto un piccolo libro formidabile: Lettere alle amiche (opens new window). Le amiche sono sei donne incontrate fra il 1932 e il 1935, quasi tutte sue amanti occasionali, che Céline continua a seguire e proteggere: e, se si guarda bene dal parlare d’amore, non lesina consigli su come usare gli uomini nel modo migliore, cioè «per il piacere e per i soldi». Ma soprattutto, lettera dopo lettera, con una generosità che rende lacerante la violenza autodenigratoria («Già vecchio, depravato, non ricco, malmesso insomma. Tutt’altro che un buon partito. Battona e malfido»), non cessa di illuminare per barbagli, a loro beneficio, il mondo. In fondo, scrive a Évelyne Pollet, «Crepare dopo essersi liberato, è almeno questa l'impresa d'un Uomo! Aver sputato ogni finzione». Capite che un libro così oggi non andrebbe molto lontano, no?

Curzio Malaparte, quello dei Maledetti Toscani (opens new window) e de La Pelle (opens new window), ha scritto anche un libro proibito, che in realtà pochi hanno letto perché è un libro politico: Tecnica del colpo di Stato (opens new window). Uscito in Francia nel 1931, proibito – rivela l'Introduzione – in tutti quegli Stati dove «le libertà pubbliche e private erano soffocate, o soppresse», violentemente attaccato da Trockij, bruciato per volontà di Hitler «sulla pubblica piazza di Lipsia, per mano del boia, secondo il rito nazista», e responsabile delle «meschine persecuzioni» cui il suo autore fu a lungo sottoposto «per ordine personale di Mussolini», il libro, che è una spietata dissezione delle varie tipologie di golpe e delle loro costanti, rappresentò di fatto il primo, clamoroso successo internazionale di Malaparte. E ancor oggi mantiene intatto il suo potere: per l'attualità della sua analisi di ingegneria politica come per lo stile, insieme icastico e concitato, geometrico e visionario, dove Malaparte sembra assumere le cadenze di un allievo di Tacito.

Terreno comune (opens new window) è un romanzo semplice, facile, impossibile da abbracciare e sussumere completamente. Naomi Ishiguro disegna una storia giovanile che tocca molte corde diverse. "Stan ha tredici anni e si è appena iscritto a una scuola nuova. Timido, studioso e occhialuto, non ha ricevuto l’accoglienza che sperava. Huxley e i suoi scagnozzi cominciano a tormentarlo già sullo scuolabus. La situazione non è rosea nemmeno a casa: il padre è morto e la madre si trascina triste e stanca. Ma un giorno Stan conosce Charlie, un ragazzo di tre anni più grande. Charlie è uno fico, che fa pugilato e che non ha paura di sporcarsi con il grasso della bicicletta. Si definisce «viaggiante», ma gli altri lo chiamano «rom», e certi anche «zingaro». Fatto sta che sa un sacco di cose interessanti e, incredibile a dirsi, vuole essere suo amico. È pronto addirittura a prendere le sue difese contro i bulli della scuola. A un certo punto, però, la faccenda si complica e il loro rapporto subisce, letteralmente, un brutto colpo. Una decina di anni dopo, a una festa a Londra, Stan e Charlie si rincontrano. Stan studia giornalismo, Charlie lavora in un magazzino. Birra dopo birra, ha anche messo su un po’ di pancia. Stan si mostra caloroso, questo sì, ma dietro quella giacca di tweed e quei bei discorsi astratti da intellettuale è rimasto qualcosa della persona di un tempo? La solidarietà passata resta valida anche a parti invertite?"


Coffee break

Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo offrendomi un caffè alla settimana su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

Martedì vado a Cupertino per l'evento organizzato da Apple, Far Out, dove verrà presentata la nuova generazione degli iPhone (opens new window) e Apple Watch (opens new window) e forse anche altro (opens new window).

T-Mobile USA ha annunciato (opens new window) un accordo con Starlink per consentire ai telefoni cellulari esistenti di ottenere la connettività in aree remote dalla seconda generazione di satelliti Starlink, trasmettendo il segnale verso il basso e verso l'alto utilizzando lo spettro cellulare con licenza esistente (e quindi senza l'approvazione della FCC). Si dice che Apple annuncerà qualcosa di simile (opens new window) nell'evento del 7 settembre, utilizzando Globalstar. Il wireless è una questione di compromessi, e in questo caso ce ne sono parecchi: ad esempio, non funzionerà in ambienti chiusi. Ma il principale compromesso è la capacità molto limitata di ogni satellite: Elon Musk parla di 2-4 mega per cella coperta, condivisi tra tutti gli utenti, il che significa solo messaggi di testo e chiamate vocali. Le indiscrezioni provenienti da Apple dicono lo stesso. Quindi, per ora, si tratta di accesso di emergenza in aree molto remote.

L'altro fronte: Android. La nuova versione sarà Android 13 ed Emanuele Capone di Italian Tech l'ha provata (opens new window), trovando ben cinque cose che gli sono piaciute. Il nuovo sistema operativo di Google è una release di aggiustamento e perfezionamento: è più gradevole da vedere e migliore dal punto di vista della privacy.

Una VPN tradizionale permette di proteggere la nostra privacy dicendo ai browser che siamo in un luogo diverso, in modo che non sia possibile tracciare quello che stiamo facendo. Ma che dire di una DPN? La startup Deeper, che si occupa di protezione dei dati, ha portato la VPN a un livello superiore, consentendo agli utenti di proteggere i propri dati su una rete decentralizzata, con funzionalità quali risorse aggiuntive per il mining di blockchain e altro ancora. È un simpatico delirio tech esteticamente intrigante (opens new window).

Tom Hanks (opens new window), che rimane uno dei miei attori preferiti, è un buon autore anche di libri (opens new window) e amante delle macchine per scrivere (opens new window), è tornato a occuparsi di cose digitali con questo Hanx101 (opens new window), gioco che è presente anche su Apple Arcade (opens new window).

A proposito di microchip. Oggi molti tipi diversi di azienda producono i propri chip, mentre l'industria tecnologica passa dalle CPU (il modello per PC) ai SoC (il modello per cellulari e ora per Mac, in cui un chip ha molte parti diverse per applicazioni diverse) agli ASIC, un chip personalizzato per ogni caso d'uso. Ecco, questa è la storia (opens new window).

AWS ha lanciato il 5G privato nel cloud. Collegate le vostre basi radio e AWS gestirà tutto il back-end per voi. Molti pensano che (opens new window) questo sia il futuro anche per le compagnie telefoniche.

DocQuery (opens new window) è una libreria e uno strumento a riga di comando per l'analisi di documenti semi-strutturati e non strutturati mediante l'elaborazione avanzata del linguaggio naturale. In pratica, permette di rimettere ordine nel caos delle cartelle piene di documenti non strutturati.

Ho sempre pensato che gli autori degli standard Usb siano delle specie di troll, che promettono e fanno cose che poi non funzionano nella realtà perché ci sono milioni di varianti, cavilli, produttori, schede, cavi, connettori eccetera. Adesso la Usb 4 versione 2 (opens new window) promette velocità di 80 Gbps anche con i cavi passivi Usb Type-C da 40 Gbps esistenti. Ma ci saranno un sacco di caveat, state tranquilli. Se c'è una cosa che ho imparato è che nella connessione con cavi Usb-C e Hdmi quel che conta è la qualità del cavo.

C'è qualcosa di cui vi devo parlare, ma cercherò di farlo la prossima settimana (opens new window), se ho tempo e riesco con i viaggi e tutto il resto.


Piccolo Buddha Bar
Piccolo Buddha Bar ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Il cambiamento climatico sta portando a spostamenti che noi avvertiamo con meno prontezza perché l'essere umano si è adattato a usare vestiti e proteggersi da temperature diverse in un modo che nessun altro mammifero è mai stato in grado di fare. È il motivo per cui non ci sono scimmie in alta montagna o vicino ai poli: non hanno i vestiti. Questo provoca una certa insensibilità e un certo ritardo percettivo, ma il caldo grosso sta arrivando sempre più palpabile, come anche questa estate ci ha dimostrato. L'idea quindi è che ci dotiamo tutti di vestiti capaci di climatizzare il nostro corpo. In Giappone esistono già, si usano per gli operai nei cantieri, ma li stanno convertendo a uno stile più casual. Sembra una cavolata ma forse non lo è. Voi lo comprerete un giubbotto con il condizionatore incorporato? (opens new window)




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Se vuoi contribuire al futuro di Mostly Weekly, puoi pagare un piccolo contributo equivalente a un caffè alla settimana usando PayPal (opens new window)
Buona domenica!