[Mostly Weekly ~180]

Politica, scienza e vita


A cura di Antonio Dini
Numero 180 ~ 14 agosto 2022

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Questa settimana ci sono un po' di cose da leggere per Ferragosto, mentre pisolate, nel pomeriggio.

Intanto, sappiate che nel mondo ci sono cinque zone dove le persone sistematicamente superano i cento anni di vita. Una è in Italia (Sardegna), una in Giappone (Okinawa), una in Grecia (Ikarìa), una in Costa Rica (Nicoya) e a sorpresa una in California (Loma Linda). Un gruppo di studiosi ha cercato di capire se ci sono cose che rendono simili queste che sono state definite “Zone Blu” e hanno trovato nove fattori comuni. Questo è lo studio con la lista (opens new window), chiamata Power 9.

Potete leggere gli altri numeri di Mostly Weekly anche qui nell'archivio.

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Intanto, buona lettura.


If you learn to look, art will reveal itself
– Michel Parmigiani



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Editoriale

Nessuno poteva aspettarsi un inizio di decennio come la terza decade del nuovo millennio. Pandemie. Guerre. Crisi (anche per futili motivi, come da noi). Vite perse. E, cosa un po' meno drammatica ma solo all'apparenza, posti di lavoro persi. Molti progetti di vita distrutti. Se non avete perso il lavoro a causa della crisi, probabilmente conoscete qualcuno che lo ha perso. A volte mi è difficile tenere il passo con il lavoro da casa. Ma poi mi ricordo che ci sono molte persone che si sono trovate in situazioni molto più difficili. E subito sono grato per quello che ho e che faccio (Mostly Weekly incluso, ovviamente). Spero davvero che i prossimi anni siano migliori per tutti noi.

Comunque, qualsiasi cosa debba ancora accadere, dobbiamo essere pronti, se possibile. Una delle mie citazioni preferite e un ottimo consiglio che mi aiuta in questo periodo sgangherato è: "I piani sono inutili, ma la pianificazione è tutto" di Dwight Eisenhower. Semplice, ma importante. Si può intendere in modi diversi. Quello che suggerisco è semplice: ogni domenica, sedetevi e scrivete i compiti e gli obiettivi per la settimana successiva. Potete farlo anche con il vostro partner, in modo da rendervi reciprocamente responsabili. La domenica successiva rivedete i vostri progressi e fate un nuovo piano. Provate, almeno per un mese. Sono sicuro che vi sarà utile.

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Estate
Estate ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Ok, ammettiamolo: dietro Dall-E 2 c'è una hype mostruosa. E considerando che rimbalza ovunque, dai social ai giornali passando per pdf come questo (opens new window) (il libro di Dall-E 2, pensa te) io mi comincerei a chiedere: chi ha interesse a far girare così tanto Dall-E 2 tra le tante possibilità dell'intelligenza artificiale? È di OpenAI, che a sua volta è stata fondata da Elon Musk, Sam Altman, Ilya Sutskever, Greg Brockman, Wojciech Zaremba, Jessica Livingston, Peter Thiel e John Schulman. Sono tutti nomi pazzeschi, anche se magari conoscete solo Musk, che dal 2018 ha un ruolo più defilato comunque ha una quota iniziale della torta da un miliardo di dollari messa a disposizione dagli investitori. Dal 2019 c'è dentro anche Microsoft, che ci ha messo un altro miliardo e l'indiana Infosys una somma non meglio definita. OpenAI, che è la "mamma" anche di Gpt-3, ha il suo quartier generale nell'edificio di Mission Distric a San Francisco che condivide con Neuralink, azienda questa tutta di proprietà di Elon Musk. Insomma, sembra un trattato di geopolitica della Silicon Valley più che una startup di innovatori. Io qualche domanda sul perché stia monopolizzando lo spazio mentale del pianeta per quanto riguarda le AI e spinge più sulla sua immagine di un colosso della grande distribuzione. Qualche domanda me la farei.

Fa caldo. Ma la stessa temperatura può essere percepita in maniera molto differente a seconda della cultura e del posto dove ci troviamo. Davvero (opens new window).

Tre ragazze su TikTok stanno facendo moltissimo per ridefinire il concetto di disabilità e insegnare a superare molti luoghi comuni, un virale dopo l'altro (opens new window).

Si chiama "Fetrah" ed è la campagna su Twitter contro le persone Lgbtq+ arabe: è vietata ma sta andando avanti lo stesso, anzi sta diventando virale, facendo dei danni devastanti (opens new window).

Se non sapete niente di Jane Street Capital, non preoccupatevi: non siete gli unici. È un intermediario finanziario che fa proprietary trading ad alti livelli: è uno dei principali market maker, cioè quelli che fanno i prezzi delle obbligazioni e altri titoli (lo spread tra quanto si è disposti a pagare per comprare e quanto per vendere) navigando bene in situazioni di bassa liquidità dei titoli e un po' meno quando ci sono le aste in cui i prezzi sono fatti da chi crea i titoli. Ma questo è un modo piuttosto limitato e manualistico di vedere aziende come Jane Street. Un altro è quello raccontato in questo articolo (opens new window) che spiega bene alcune cose sia di Jane Street in particolare (che è piuttosto defilata e discreta) e di questo tipo di mercato in generale. Vengono fuori anche spigolature interessanti come la scelta di usare OCaml (opens new window), un linguaggio di programmazione poco noto (opens new window), per la maggior parte delle loro attività che, nell'epoca del fin-tech, come potete immaginare hanno parecchio a che fare con la programmazione e l'automazione. Insomma, c'è tanto da vedere.


Governi, alberi e figli

L'idea di un "governo mondiale" è tanto allettante quanto terrificante, ma è comunque un ottimo esperimento da fare nella propria testa. Un organo di governo con poteri così ampi e totalitari (opens new window) potrebbe risolvere molti problemi urgenti oppure opprimere miliardi di persone con leggi draconiane. Secondo l'autore dell'articolo, c'è di più: "La tragedia dei beni comuni è lo stato deprecabile in cui i beni comuni vengono usati ma non mantenuti; tutti ne prendono, ma nessuno li ricostruisce. Oggi noi esseri umani ci troviamo in una situazione simile: vogliamo diritti a livello mondiale, ma non vogliamo responsabilità a livello mondiale. Questo è un segno della tragedia planetaria dei beni comuni". Un bene comune classico sono le foreste e gli alberi. Ma anche qui, c'è da ragionare.

Piantare alberi non basta. Ecco perché abbiamo bisogno di piccole foreste costruite dall'uomo. Una breve e acuta intervista a un esperto di agricoltura e sociologia sostenibile (opens new window) che mette in luce i vantaggi di non limitarsi a piantare alberi (un modo popolare ma raramente efficace per mitigare il cambiamento climatico) ma di creare invece mini foreste di specie vegetali autoctone come modo per ripristinare gli ecosistemi e riconnettersi con la flora e la fauna locali. "Dopo circa tre anni, l'intero sistema è autosufficiente e non necessita di alcuna manutenzione o assistenza da parte dell'uomo". E poi: "Le piante si proteggono l'una con l'altra dal vento, un po' come fanno i pinguini nell'Artico che si stringono in cerchio per proteggersi l'un l'altro dal vento. Anche le piante possono farlo. Se c'è un solo albero costantemente battuto dal vento senza che nessun altro lo protegga, quell'albero sarà molto stressato e non crescerà bene. Mancherà anche il microclima che si crea quando ci sono molti alberi che crescono insieme e hanno una chioma ampia che copre vasti tratti di terreno".

Comunque, almeno li piantassero. Nel maggio 2020 la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia per la biodiversità che includeva l'obiettivo di piantare 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030. A due anni di distanza, al 15 giugno, l'Ue ha piantato 2.946.015 alberi: nemmeno l'1% dell'obiettivo dei tre miliardi. Ciò significa che ne restano 2.997.053.985 da piantare nei prossimi sette anni e mezzo. Sì, come no.

Avere o meno dei figli in un'epoca di collasso ecologico e di sconvolgimenti geopolitici è una decisione scoraggiante e opprimente per molti. Questo articolo di Ezra Klein (opens new window) offre una serie di argomenti forti e chiaramente articolati a favore dell'avere figli. Scrive: «"Fredric Jameson, critico letterario marxista, è spesso accreditato con l'osservazione che è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Un limite simile alla nostra immaginazione politica si nasconde in questa conversazione: è più facile immaginare la fine del mondo che la fine dell'inquinamento da carbonio. Quasi tutto l'inquinamento è fissato dalla struttura della società", mi ha detto Leah Stokes, politologa dell'Università della California a Santa Barbara. L'obiettivo è quello di annullare questa struttura in modo che i bambini possano nascere in una società che non emette inquinamento da carbonio. Questo è il progetto».


Yamato

Hinomaru (日の丸)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è hinomaru (日の丸), letteralmente "cerchio del sole", usato più spesso in Giappone per indicare familiarmente la bandiera che formalmente si chiama nisshōki (日章旗, "bandiera del sole") e che fa da base per il soprannome del Paese, cioè "Sol Levante".

Come abbiamo visto in questa lunga serie di parole e brevi frasi che abbiamo cercato più o meno ordinatamente per costruire un dizionario ragionato della lingua e della cultura giapponese, le parole nascondo significati più profondi di quello che apparentemente si potrebbe sospettare. Questo dipende in parte anche da noi, dal fatto che le passiamo meno tempo a soffermarci su una singola frase o parola, e "guardiamo" invece molti più testi (digitali e non) per distrarci e far passare il tempo. Abbiamo perso l'abitudine a soppesare le parole. Tuttavia, queste hanno significati profondi, ancora di più quando descrivono dei simboli.

Il sole come sappiamo svolge un ruolo importante nella mitologia e nella religione giapponese, poiché si dice che l'imperatore sia il diretto discendente della dea del sole Amaterasu (天照大御神) e che la legittimità della casa regnante poggi su questa nomina divina e sulla discendenza dalla divinità principale della predominante religione shintoista.

Il nome del Giappone e il disegno della bandiera (hinomaru) riflettono questa importanza centrale del sole. Le storie più antiche come la Shoku Nihongi (続日本紀, la seconda storia del Paese più antica, commissionata dall'imperatore nel 797 dopo Cristo) dicono che fu l'imperatore Monmu (文武天皇, Monmu-tennō) a usare una bandiera che rappresentava il sole alla sua corte nel 701, e questo è il primo uso registrato in Giappone di una bandiera con il motivo del sole.

Invece, dal punto di vista per così dire "materiale", la più antica bandiera giapponese esistente è conservata nel tempio di Unpō-ji e risale al XVI secolo; un'antica leggenda narra che la bandiera fu donata al tempio dall'imperatore Go-Reizei (後冷泉天皇, Go-Reizei-tennō) nell'XI secolo.

Tuttavia, il ruolo del sole diventa molto più importante durante una fase più recente della storia giapponese. È infatti durante la Restaurazione Meiji che sia il disco solare che la bandiera del Sol Levante della Marina e dell'Esercito imperiali giapponesi divennero i principali simboli del rinnovato Impero giapponese. Manifesti propagandistici, libri di testo e film raffiguravano la bandiera come fonte di orgoglio e patriottismo. Nelle case giapponesi i cittadini erano tenuti a esporre la bandiera durante le feste nazionali, le celebrazioni e altre occasioni decise dal governo. Qualunque parallelo con quanto succedeva in Italia e Germania nei primi decenni del Novecento, è voluto. Si tratta del nazionalismo che, in qualche misura, arriva sino a noi. In molti stati americani si fa l'alzabandiera nelle scuole tutte le mattine e si ripete il giuramento alla bandiera, per dire.

Torniamo a noi, anzi al Giappone. Durante la Seconda Guerra Sino-Giapponese e altri conflitti di quel periodo, si diffusero tra il pubblico diversi simboli di devozione al Giappone e all'Imperatore con il motivo della hinomaru. Questi simboli andavano da slogan scritti sulla bandiera a capi di abbigliamento e piatti che ricordavano la bandiera. La società diventava di massa e le società di massa si nutrono di simbologie che vengono comunicate e ricordate quotidianamente in maniera tangibile. Di nuovo, l'Italia e poi la Germania del primo Novecento.

C'è poi stata di mezzo la Seconda guerra mondiale, però: comportamenti tremendi da parte dei politici, militari e soldati giapponesi, un finale ancora più assurdo con due bombe atomiche, e la percezione pubblica della bandiera nazionale è cambiata radicalmente anche se non completamente. Prima della guerra, sia le fonti occidentali che quelle giapponesi sostenevano che la bandiera fosse un simbolo potente e duraturo per i giapponesi. Tuttavia, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (in realtà per il Giappone bisognerebbe chiamarla "Guerra del Pacifico"), l'uso della bandiera e dell'inno nazionale Kimigayo (君が代, il regno di Sua Maesta Imperiale) come potete immaginare è diventata una questione controversa.

Ci sono state ad esempio varie polemiche interne sul fatto o no che la bandiera dovesse essere usata nelle scuole pubbliche giapponesi. Le controversie sul suo utilizzo, assieme all'inno nazionale, hanno portato a proteste e cause legali piuttosto complicate.

Inoltre, per i governi di Cina e Corea del Sud la bandiera è un simbolo dell'aggressione e imperialismo giapponesi. Qui la cosa è veramente complicata perché, come una faglia profonda e attiva che continua a dividere due zolle continentali, il nazionalismo giapponese e i crimini commessi dall'Impero durante la prima metà del Novecento sono una ferita ancora aperta tra Giappone da un lato e Cina e Corea del Sud dall'altro.

Infine, ancora oggi diversi stendardi militari giapponesi sono basati sulla hinomaru, compresa la bandiera navale a raggiera che è la bandiera di guerra giapponese. Si tratta della bandiera del Sol Levante (旭日旗, kyokujitsu-ki) e non va confusa con la hinomaru, che ne è il modello originale e "puro", per così dire. La hinomaru serve anche come base per altre bandiere giapponesi in uso sia pubblico che privato, e in loghi aziendali. È un semplice segno: un tondo rosso su fondo bianco, ma ha una potenza evocativa enorme che, dopo più di 1.200 anni, si è tutt'altro che estinta.


Italiana

È morto a 93 anni Piero Angela: lo ricordo perché è stata una figura fondamentale (opens new window) della cultura scientifica italiana (qui una intervista del 2012 (opens new window)). E l'aria sulla quarta corda di J.S.Bach con gli Swingle Singers a Superquark (opens new window)

E poi c'è da ricordare Andrea G. Pinketts (opens new window), uno dei più grandi scrittori incompresi del nostro tempo, un talento pazzesco distrutto da tanti demoni interiori, alcuni solo pura sfortuna, altri solo pura devastazione. Un grande malessere. Rimane l'amore della madre anzianissima.

Chi sono i Tennis, duo indie pop/rock? (Se questa classificazione ha ancora senso). Lo spiega Internazionale (opens new window), parlandoci dell’album Cape Dory, “piccolo capolavoro del pop estivo”.

Sempre su Internazionale, ma un paio di settimane fa, Francesco Boille (“giornalista esperto di cinema e fumetti”, come si autodescrive) racconta il lavoro illustrato di François Boucq (disegni) e dello scrittore Jerome Charyn, cioè il surreale La moglie del mago (opens new window).

L'intervista del Corriere di questa settimana è a Fabio Caressa (opens new window), che so pure io chi è, anche se non guardo da anni una partita di calcio, ma ignoravo fosse sposato da 23 con Benedetta Parodi. Ho sempre trovato i giornalisti che si occupano di sport, e quelli di calcio in particolare, simpatici e assolutamente lunari. Però madonna com'è invecchiato.

Quel senso di déjà vu della politica italiana ora che andiamo alle elezioni (alè!) secondo Vanity Fair. (opens new window).

L’accoltellamento dello scrittore indiano Salman Rushdie a New York City è stato fatto da un giovane fanatico che ha seguito la fatwa, la sentenza di condanna a morte emessa nel 1989 dall’allora leader politico e religioso dell’Iran ayatollah Ruhollah Khomeini. Il Post racconta la storia (opens new window) e si scopre che di vittime in realtà ce ne sono state altre, prima di Rushdie (che si è nascosto per anni). A suo tempo, ero appena andato all’università, ho letto I Versi satanici (opens new window), il libro incriminato, e ricordo solo che era una palla micidiale.

Siamo qui, a un mese circa dal prossimo evento Apple (che non credo seguirò da Cupertino, questa volta). Che fatica. Anche perché già si parla di prezzi dei futuri iPhone (opens new window) (in saluta, of course). Intanto, ho scritto questo, che penso sia uno degli articoli meno "per tutti" che ho fatto (opens new window) per una testata più o meno generalista.


Altre suggestioni

Perché ogni anno decine di migliaia di biciclette finiscono in fondo a fiumi, canali, laghi e luoghi simili? Se lo sono chiesto i giornalisti del Guardian, che ci hanno costruito sopra una interessante indagine giornalistica (opens new window), arrivando a conclusioni sorprendenti: un mix tra architetture senza spallette nei canali cittadini, eccesso di noleggi di bici e la diffusione dei social con i video di chi si diverte a far volare la bici in acqua, sua o di altri. Ma c’è anche molto di più.

In Italia non è neanche una cospirazione: sappiamo chiaramente che lo sviluppo della rete autostradale nel Dopoguerra è stato un volano per la crescita del settore automobilistico, considerato strategico (opens new window) per il comparto industriale e la ricchezza del Paese. Risultato: trasporto delle merci su ferro praticamente a zero, tram smantellati in tutte le città tranne Milano e (poco) Roma, monocultura dell'auto come forse solo negli Usa. E proprio in America si sono resi conto che non solo c’era una General Motor Streetcar Conspiracy (opens new window), ma che violava la Section 1 dello Sherman Antitrust Act. Da noi invece era portata avanti come politica economica nazionale.

Pensavate che comprare un bel cartone di succo d'arancia e bervelo tutte le mattine fosse una cosa sana, vero? O andare al bar e impallare la coda di chi deve fare colazione cappuccio-brioche perché volete "la spremutina"? Beh, sappiate che siete figli del marketing americano (opens new window), che doveva smaltire il surplus di arance della Florida, e dei progressi straordinari nella falsificazione dei prodotti apparentemente genuini (il succo industriale è una schifezza, lasciatevelo dire). L'idea che le arance facciano bene, spacciata per vangelo (opens new window), come tutte le cose non è così semplice.

Ok, abbiamo capito che la rotazione della Terra sta accelerando. E che c'entra il cambiamento climatico. Detto questo, le conseguenze di questa accelerazione saranno più gravi di quel che pensavamo (opens new window), a quanto pare.

Bruce Willis era il tipo di star invecchiata che sembrava pronta per una rinascita. Immaginate: una serie di sorprendenti ruoli di fine carriera che sono in contrasto con i personaggi "macho di poche parole" che Willis è meglio conosciuto per aver interpretato. Un ritorno del suo personaggio di detective privato in Moonlighting, il ruolo che ha catapultato Willis alla fama negli anni '80, con la battuta pronta e il fascino scintillante, capace di vincere i combattimenti a parole piuttosto che di tirarsene fuori a pugni. Tragicamente, non c'è nessun Rinascimento di Bruce Willis davanti a noi. All'inizio di quest'anno, l'attore di Die Hard ha annunciato il suo ritiro da Hollywood a causa di una diagnosi di afasia, lasciando dietro di sé un altro tipo di eredità immediata: 32 film direct-to-video in cui interpreta bruti in gran parte senza parole, spesso in un cameo messo sulla locandina del film. Non sapremo mai se la sua partecipazione a questi film abbia preceduto la sua condizione o se ne sia stata la conseguenza. Come sottolinea Matt Zoller Seitz in questo saggio (opens new window), "il fatto che l'evoluzione di Willis da maschio alfa romantico dalla parlantina fluida a testa di rapa (pelata) poco comunicativa abbia reso il presunto sfruttamento più facile da nascondere è una triste ironia del declino delle fasi finali della sua carriera".

A quanto pare c'è un progetto là fuori (opens new window) per far ripartire Max Headroom, quella cosa molto anni Ottanta che all'epoca proprio non riuscivo a capire né a farmi piacere. Boh, vedremo.

La Reincarnata su "Veramente-Avventuroso" (cioè ‌Truly-Adventurous). Una ragazza nel suo villaggio sperduto viene creduta lo spirito reincarnato di un soldato ucciso in guerra (opens new window). Tutto bene fino a quando un professore ossessionato dal provare la vita dopo la morte arriva dagli Usa per mettere alla prova la storia della "reincarnata".

Negli Stati Uniti l'industria delle armi ha creato un nuovo consumatore. Ora scoprono che li sta uccidendo vivi (opens new window). Un buon marketing dovrebbe generare domanda. Un cattivo marketing delle armi da fuoco ha regalato agli Usa un incubo nazionale.

Ok, siete finiti in galera. In America, per di più. E adesso come fate a campare? Quanti soldi avete e come li spendete? Qui spiegano bene come i carcerati spendono i loro (pochi) soldi (opens new window), e non è una bella storia.

È la città con l'aria più pulita del mondo. Alle Svalbard c'è un villaggio in cui l'atmosfera è ultra-pulita, il WiFi è vietato e tutti gli edifici sono aperti in caso di necessità di nascondersi dagli orsi polari, ma come ha scoperto Anna Filipova della BBC (opens new window), grandi cambiamenti sono nell'aria. Invece, se venissero in Lunigiana o nel Casentino, gliene trovo almeno venti di posti dove non c'è una mezza tacca di segnale e dove "WiFi" manco sanno come si scrive.

La memoria a breve termine è quella che serve per fare le cose di tutti i giorni, però è anche difficile da gestire e tenere allenata. Una nuova tecnica, spiega la BBC (opens new window), permette di potenziarla in maniera molto semplice.

Lo strano piano di questa startup (opens new window) che usa i pannelli solari per trasformare la CO2 in energia. Più o meno.

A Madrid e a Barcellona i trasporti locali sono diventati gratuiti con un biglietto stagionale per i residenti (e lo stesso succede nel resto della Spagna) così come era stato fatto in Germania. Dietro c’è una politica seria (opens new window), non è un regalo populista.

C’è questo fotografo analogico, hipster e appassionato di fotografia a pellicola, un vero duro e puro, che non ce l’ha più fatta. Ha sbagliato l’ennesima foto e si è convertito al digitale (opens new window). Ecco, vorrei che fosse lui la bandierina simbolica di un cambio di direzione: dopo gli anni Trenta-(...)-Novanta, riscopriamo il digitale. Ne vale la pena.


Multimedia

C'è una cosa che mi affascina: la distanza tra chi produce i sogni e i sogni stessi. Ci sono almeno vari modi per guadagnarsi il pane nella società moderna: uno è produrre cose di cui le persone hanno bisogno e un altro è soddisfare i desideri delle persone. Puoi essere un cantante, un calciatore, uno scrittore, un progettista di auto di lusso, un direttore d'albergo a cinque stelle. Oppure uno che fa orologi. Tra le storie di chi fa questi ultimi, è pazzesco il distacco tra quanto sia forte lo storytelling di questo settore e quanto "i relativi Steve Jobs" (come direbbero i miei colleghi impallinati di super-tecnologia) sembrino dei nerd impallinati. Parmigiani Fleurier è uno dei micromarchi più esclusivi e visibili di tutta l'orologeria mondiale ma il suo creatore, Michel Parmigiani, sembra appena sceso da un razzo (opens new window) arrivato un attimo fa dalla Luna.

Facciamoci un altro altro viaggio sui treni da Mille e una notte: questa volta in cabina super lusso per tre giorni attraverso il Perù (opens new window). È l'“Andean Explorer”. Questi viaggi su YouTube stanno cominciando ad affascinarmi. È un vero e proprio genere di video con un suo fascino. E questo video in particolare è una bomba sia per il treno e i panorami che per la qualità del video stesso. Tanta roba: trovatevi uno schermo bello grosso e prendete i pop-corn.

Cambiamo mezzo e velocità ma non lo stile: da Londra a New York City in First con British Airways (opens new window). Di gran classe.

Avete presente quel sistema di schiavismo paralegale che è Uber? Beh, in Giappone va alla grande (opens new window) perché è meno peggio dei posti di lavoro tradizionali di livello base, ma paga di più.

Stanno restaurando il computer del sistema di guida del modulo lunare dell'Apollo 11 ed è un'avventura spettacolare (opens new window).

Frasier (opens new window). Sta tornando. (ahahaha)

Se volete usare Emacs per scrivere prosa, in rete ci sono molte risorse (più che non per Vim, devo ammettere). Il punto è che alcuni tutorial (opens new window) sono uno spot perfetto per NON usare emacs. Mai.

Ok, ho trovato questi due video non so come. Nel primo c'è questo tizio (opens new window) nell'Inghilterra della de-industrializzazione (fine anni Settanta) che abbatte una enorme ciminiera un mattone alla volta, con mazzuolo e scalpello. Nel secondo un altro tizio (opens new window) ha fatto tutto nella vita e vissuto ovunque, compreso Singapore, da cui racconta di essere scappato a nuoto, attraverso gli stretti, mollando cazzotti sul naso agli squali. C'è tutta un'internet là fuori che non ne abbiamo neanche un'idea.


Tsundoku

L'uomo con la faccia in ombra (opens new window) è un manuale autobiografico di sceneggiatura per fumetti scritto da uno dei più interessanti sceneggiatori italiani di fumetti, cioè Tito Faraci. È un gran libro, perché come il noto dessert cinese, il gelato fritto, o la pizza mari e monti con cozze e funghi, riesce a unire due gusti completamente diversi ma in realtà straordinariamente complementari. Da un lato l'autobiografia sempre molto leggera e legata agli aspetti professionali della vita dell'autore, e dall'altro il manuale che spiega come si scrive una sceneggiatura. Ottimo.

Da BlackLivesMatter a MeToo, i movimenti sociali sfruttano le dinamiche delle piattaforme dei social media per creare slancio. Questo libro, HashtagActivism (opens new window), è il risultato di uno studio che ha analizzato l'ascesa dell'attivismo sui social media, l"attivismo degli hashtag", per mostrare "come i gruppi emarginati, a lungo esclusi dagli spazi mediatici d'élite, abbiano usato gli hashtag di Twitter per far avanzare contro-narrazioni, prevenire spin politici e costruire diverse reti di dissenso".

La maggior parte dei libri sulla finanza personale è noiosa o priva di una spina dorsale morale o entrambe le cose. Finance for the People (opens new window), la nuova guida dell'autore Paco de Leon, accessibile, pratica e anche un po' divertente, incoraggia a esaminare le convinzioni radicate sulla ricchezza e sul denaro. È un libro per coloro che "si sentono non visti, ignorati o annoiati a morte dal modo in cui le finanze personali vengono spiegate e insegnate, e sono pronti a intraprendere un viaggio alla scoperta di se stessi e a prendere il controllo del proprio potere finanziario". Peccato che più della metà delle cose che de Leon scrive non siano applicabili in Italia. Ma vabbè.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

C’è questo tizio, Scott Warshaw, che negli anni Ottanta ha creato il peggior gioco di sempre (E.T.) e da solo ha sostanzialmente affondato l’intero mercato dei video game dell’epoca. Oppure le cose sono più complicate? (hint: lo sono). Una storia molto interessante da leggere (opens new window).

Nonostante io sia un chiaro tipo di persona con memoria visiva, non sono d’accordo con l’idea di questo articolo (opens new window): fare tanti screenshot per tenere in vita la memoria delle cose che si fanno con il computer.

Come si fa a riguadagnare la concentrazione? Mi sono trovato a fare lo zombie davanti al telefono un po' troppe volte. Proprio io che credevo di non esserci cascato. Intanto, per cominciare, qualche consiglio operativo da Gernot Starke (opens new window), che qualcosa ha provato a fare. Poi, riflettiamo magari sul fatto che il problema non è tanto la rete dei social, quanto il meccanismo di engagement nel suo complesso, come osserva indirettamente (opens new window) Caleb Schoepp.

Unhook (opens new window) è una estensione per Safari, Firefox e Chrome che permette di "sganciare" YouTube da tutte le distrazioni: commenti innanzitutto ma anche raccomandazioni e via dicendo. Vedi il video e basta, insomma. Va un po' configurato (i default non sono il massimo) ma poi non puoi più vivere senza.

Tempo addietro ho disdetto l'abbonamento di Dropbox (opens new window) e lo uso in modalità ridotta con una app open source (opens new window) sul Mac. Ne faccio volentieri a meno, anche perché sta diventando una specie di trucco. Si è arrabbiato anche John Gruber (opens new window) con i trucchi per ingannare gli utenti sull'App Store di Apple.

A casa sua, Google utilizza una versione desktop di Linux che non è ChromeOS. Si tratta invece di gLinux (indovinate per cosa sta la "g") che è nata nel 2018 come passo in avanti dalla Goobuntu usata sino a quel momento. gLinux è una distribuzione interna basata su Debian e con un approccio da rolling distribution arricchita con un meccanismo di CI/CD interno piuttosto sofisticato. Al centro c'è il flusso di lavoro automatizzato di Sieve Insomma, per farla breve, la sua storia è qui (opens new window). Poi ne ho scritto anche io (opens new window). La cosa interessante è che la rolling distro, utilizzata da più di centomila persone (i dipendenti di Google più i loro appaltatori), viene gestita in maniera automatica da un solo ingegnerie del software: è il vero paradiso della CI/CD. Google però non ha rilasciato il codice di Sieve.


Firenze
Firenze ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Purtroppo gli hamburger a base vegetale non stanno intaccando la dipendenza dalla carne. Quando aziende come Impossible e Beyond Meat sono arrivate con grande clamore sulla scena alimentare planetaria, poco prima della pandemia, sembrava che la carne vera avesse i giorni contati. Invece, la strada verso una "carne vegetale" sostenibile e rispettosa del clima è molto più accidentata (opens new window) di quanto ci si aspettasse. Sempre per Wired, pensavo meglio anche io (opens new window). Proviamo in un altro modo, allora. E se mangiassimo tutti meno? Perché, diciamocelo chiaro, alla fine il problema è che assorbiamo troppe calorie. Tagliarne anche solo una fettina (opens new window), per così dire, avrebbe favolosi benefici per la salute. E per l'ambiente. Fico, no?




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END


PS: un uomo saggio una volta ha detto: "Penso che se fai qualcosa e si rivela abbastanza buono, allora dovresti andare a fare qualcos'altro di ancora meglio, senza indugiare troppo a lungo. Cerca di capire cosa c'è dopo".




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