[Mostly Weekly ~165]

La festa dei lavoratori


A cura di Antonio Dini
Numero 165 ~ Primo maggio 2022

Benvenuti al numero del Primo maggio di Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta.

Vi siete mai chiesti come mai si prendono così tanti appunti in formato digitale? È perché stiamo cercando di costruire degli ambienti di pensiero integrati. Ho tradotto quest'articolo illuminante.

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L'archivio dei numeri passati lo trovate qui.

Intanto, buona lettura.


What’s extraordinary about capitalism is that it produces ecological breakdown and then tries to sell itself as the only reasonable solution to ecological breakdown
–– Jason Hickel



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Editoriale

La festa dei lavoratori e il trionfo di Bacco e Arianna
Nei mesi passati abbiamo parlato più volte di un tema che secondo me è fondamentale. L'idea di cosa sia il lavoro, di quale sia la sua importanza e di come stia cambiando. Ne scrivo (poco) anche in questo numero, ma il concetto di fondo è che la tecnologia e le reti stanno rendendo possibile altri assetti prima inediti e questo rimette in discussione la struttura di controllo e l'ordine sociale. Infatti, insieme alla delocalizzazione e trasformazione delle tipologie di lavoro in Europa e negli Usa (lavoratori della conoscenza e cose simili) negli anni passati era cominciato un cambiamento profondo che veniva tuttavia gestito attraverso alcune regole e muri di contenimento. Un esempio è il tema del reddito di cittadinanza: proposta "moderna" e di rottura, da un lato gradita ai singoli ma dall'altro considerata dirompente per la società perché diminuisce il controllo sociale sugli individui e smantella la struttura meritocratica, oltre a non essere "etica" per una società di ispirazione calvinista.

La pandemia (e la guerra incombente, peraltro) hanno riportato un senso di incertezza profonda che ha fatto saltare regole e muri: molte persone hanno capito che la vita non è solo lavoro e che il tempo passa inesorabilmente. Vivere da prigionieri quando mancano le motivazioni (ricordate il libro di David Graeber Bullshit Jobs (opens new window)?) è insopportabile. La risposta? Prendo a prestito il comincio (opens new window) del Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de' Medici: "Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza".

È la migliore sintesi che mi viene in mente per dire quale sia la risposta viscerale a un'angoscia profonda e destrutturante, che fa saltare molte regole. L'impensabile sta avvenendo: pandemia, guerra. E avviene in una società afflitta da dipendenza patologica dai social media. Salta tutto, prendiamoci una vacanza da un rigore che non siamo più in grado di immaginare tantomeno sostenere.

Buona festa dei lavoratori.

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Ricordini
Ricordini ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Pulizie di primavera
Le pulizie di primavera sono un classico. Io le sto facendo dentro casa, riorganizzando un paio di stanze. Poi avrà da fare quelle estive o autunnali con vari hard disk e servizi cloud. Invece, qui si parla di farle online (opens new window) nel senso di far fuori i social. Una guida su come chiudere i vari Facebook (già fatto (opens new window)), Instagram, Twitter e altri. Buona idea.

Disconnessione
Esistono delle alternative alla vita digitale nuda e cruda quando interseca le democrazie occidentali. Passano attraverso le ritualità delle comunità. Non è un discorso luddista: Byung-Chul Han, l'autore di The Burnout Society (opens new window) e The Disappearance of Rituals (opens new window) (sono due libri fenomenali, datemi retta) argomenta che (opens new window) non si può procedere all'attuale velocità terrificante del mondo digitale senza costruire delle ritualità che consentano di processare e addomesticare all'interno delle nostre democrazie dei processi che le rispettino anziché devastarle.

Disaffezioni lavorative
Un altro angolo per guardare al problema del cambio di attitudine verso il lavoro. È americano e non italiano, ma è sempre interessante (opens new window). La trasformazione nell'attitudine è dovuta alla pandemia, chiaramente, ma è nata prima (leggete questa storia (opens new window) del 90% delle infermiere americane che vogliono cambiare lavoro). Tuttavia, c'è da osservare anche che, se scoppia effettivamente la guerra, le cose potrebbero cambiare ancora.

Hotel California
La prossima volta che ci lamentiamo della burocrazia italiana (e ne abbiamo ben donde) dovremmo però leggere questa storiella di un imprenditore con una startup a Chicago e un singolo dipendente in California. Un incubo come la canzone degli Eagles (opens new window).

Processi di accumulazione
Quando il mondo si è completamente chiuso nel marzo 2020, i lavoratori della conoscenza più ansiosi, incluso il sottoscritto, si sono barricati a casa, strofinando tutto con sapone e soluzioni a base di alcool. La paura a volte si manifestava come altruismo: controllare i vicini, organizzare l'aiuto reciproco, fare liste whatsapp per non sentirsi soli. Ma la crisi ha anche spinto i cinici a cercare nuove scappatoie da sfruttare, modi per aumentare i prezzi, fingere difficoltà, ottenere una riduzione dell'affitto, rallentare. Per ogni persona che ha passato quella primavera a contenere la sofferenza con dosi industriali di Animal Crossing o a lottare per gestire i bambini piccoli, c'era qualcun altro là fuori che pensava: "Come posso approfittare del caos?" Questa è la storia (opens new window) di una di quelle persone. E che storia.

La nascita del NIMBY
Il movimento del Not In My BackYard, cioè l'idea dell'opposizione a cose che si considerano giuste ma non se fatte dietro casa propria (il gassificatore, la tangenziale, la pala eolica) è antica. Però si può far risalire a un progetto per Londra del dopoguerra: la tripla tangenziale (opens new window). Adesso Londra ha una tangenziale "esterna", la M25, che sta a più di trenta chilometri da centro della città. Il piano prevedeva la realizzazione di altre due tangenziali concentriche, la più interna delle quali sarebbe stata una vera circonvallazione autostradale che avrebbe tagliato in due i quartieri più fighi della città. In un certo senso è stato un bene.

Buone letture

Il domani non è finito. La speranza può sembrare piuttosto scarsa, in questi giorni di covid e di guerra, ma ci sono storie che osano tracciare una rotta verso qualcosa di meglio. Peter Hemminger di Longreads (opens new window) si occupa proprio di questo: mettere assieme un elenco commentato di letture su futuri più luminosi.


Yamato

Oyajigyagu (オヤジギャグ)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è una costruzione moderna e allo stesso tempo piuttosto antica. Oyajigyagu (オヤジギャグ) è il termine con il quale in giapponese si indicano i "dad jokes", le "battute da papà". Oyajigyagu è composto da oyaji e gyagu, acquisizione dall'inglese "gag", battuta.

Una battuta da papà (ma si potrebbe dire anche "da babbo", giocando sul doppio significato di "babbo") è uno scherzo che non è molto divertente e può essere anche piuttosto imbarazzante. In definitiva è una brutta battuta ma nel senso di essere piuttosto scarsa: "Papà la mamma è cattiva". "Stai zitto e mangia". Cose così, insomma.

Il Giappone, che ha una struttura sociale molto rigida e che richiede uno sforzo costante di attenzione all'uso dei codici sociali e delle forme linguistiche corrette, è l'equivalente del pranzo di una famiglia vitale ma molto formale. C'è una forte autorevolezza della persona anziana ma c'è anche un'attenzione sotterranea e costante da parte dei più giovani. L'autorevole padre che si mette in mostra raccontando tutto tronfio una barzelletta risibile è in realtà ridicolo e come tale viene ridicolizzato, ma sempre in maniera sotterranea, non plateale (tranne che in determinati contesti come le feste con anche altri adulti e simili; l'autoironia è un valore anche in Giappone).

Un esempio autentico di oyajigyagu me lo raccontava un decennio fa Koji, un amico di Tokyo, parlando del tipo di umorismo di suo suocero. Sghignazzando come un matto per quanto fosse scemo il gioco di parole me lo raccontava così: "Suika yasui ka?" Vuol dire "Il melone costa poco?" ma il gioco è nella ripetizione quando si pronuncia: suika (ya) suika, che secondo il suocero di Koji fa ridere e che secondo Koji invece fa ridere il suocero quando la dice. Ci ho pensato per un bel po' senza capire fino in fondo. Poi mi sono ricordato di un gioco di parole che, quando vivevo a Roma, Maria Gioia mi disse che a Roma bisogna evitare a tutti i costi. Non bisogna mai dire: "Il primo marzo e'r due me rimetto a sede'...". Ecco, se qualcuno pensa di farvi ridere dicendo questa battuta, sta facendo un oyajigyagu.


Briciole tech

Le AI, sul serio
Molte persone associano l'Intelligenza Artificiale (Ai) ai robot della fantascienza. Ma la verità è che l'Ai e l'apprendimento automatico sono ampiamente utilizzati dietro le quinte per avere un impatto in vari modi sulle nostre vite. L'innovazione è presente nel quotidiano (opens new window), che si tratti di guidare, ascoltare musica, guardare film in streaming o persino leggere le e-mail. Di recente l'idea delle "Ai per il bene sociale" è stato un fenomeno in crescita, soprattutto tra i sostenitori della tecnologia Ai che continuano a riconoscere gli enormi vantaggi dell'innovazione a livello sia individuale che complessivo.

Autocorrezioni smart
Se ci fosse un record di lancio del telefono (in realtà esiste) potrebbe essere battuto quotidianamente da chi ha a che fare con l'autocorrezione del telefono. Sono anni che penso alternativamente di bruciare l'iPhone oppure scrivere un libro sulle modalità assurde con le quali vengono distorti messaggi e post grazie a poche ma micidiali correzioni automatiche. Maledizione. Comunque, per spiegare come funziona l'autocorrezione, c'è questo megagalattico articolo (opens new window) di Johanna Stern. Favoloso.

Swipare
Già che ci siamo: se usate la modalità "swipe" per scrivere con la tastiera del telefonino (io no, ma sai mai) qui vi spiegano (opens new window) bene bene come funziona.

Come sta Felix oggi?
Questo giovane programmatore americano ha preso sul serio l'idea del quantify self e ha messo tutta la sua vita in un unico database che ha creato e gestisce lui. Non lo ha reso completamente pubblico, anche se dà qualche assaggio qua e là (opens new window). Usa solo cose open source e si diverte, anche se caricare tutto quel che succede giorno per giorno per due anni e mezzo alla fine si traduce in una sorta di mappa che coincide con il territorio: passi le giornate a scrivere come passi le giornate, insomma.

Obsidian diary
Un bel template per organizzare la vostra vita senza dover investire in strane app a pagamento: tutto markdown organizzato in file che stanno in una cartella senza database o manifest proprietari. Grazie a Obsidian (opens new window) (ne abbiamo già parlato) ma poi se volete potete sempre fare a manina. Qui il template (opens new window) e tutto il resto. In realtà qui c'è parecchia astrazione e il sistema diventa quasi proprietario, ma è affascinante. Lo stesso autore tra l'altro spiega come ha creato un ecosistema di produttività (opens new window) basata su testo semplice che comprende oltre ad Obsidian anche Draft (opens new window) (lo adoro) e soprattutto le scorciatoie per macOS e iOS (iPadOS) che permettono di catturare testo in Draft e spararlo dove serve dentro Obsidian. Questo approccio, anziché utilizzare dei plugin per Obsidian che rendono prigionieri dell'app (nonostante sia nata per non essere un luogo di prigionia) è spiegata in questo articolo (opens new window) che è un vero e proprio insieme di principi e metodi per la gestione del proprio Second Brain. Se seguite i suoi principi potete fare anche uno straordinario decluttering delle app che utilizzate e avvicinarvi al doppio scopo: paperless e contemporaneamente simple text. Non è poco.

Il rinascimento del web qualunque
Da tempo incontro articoli come questo (opens new window): le persone non si fidano più dei big della tecnologia tanto quanto avrebbero potuto fare in passato. E questa cosa sta aprendo le porte alla "strana e meravigliosa creatività della gente comune". La personalizzazione di tutto. Il ritorno delle home page. La fine dei topini che fanno girare la ruota dell'algoritmo dentro Facebook e ora dentro Twitter. Sta succedendo davvero? Chissà.


Eventuali

Il regalo dei colleghi
Immaginate di lavorare nel settore aerospaziale: un lavoro da scrivania, come tanti altri. Andate finalmente in pensione e i vostri colleghi vi regalano, anzi vi costringono a fare un giro su un Rafale, il caccia biposto dell'aeronautica francese fatto da Dassault. Non volete farlo, ve lo fanno fare, ma o il briefing pre-volo è pessimo oppure voi non ascoltate. Fatto sta che appena dopo il decollo con la salita ripidissima, quando l'aereo si livella, spaventato per l'inversione di spinta e aggrappati alla leva nera e gialla al centro del vostro sedile, azionate l'espulsione rapida. E venite sparati fuori. Il pilota no, perché la sua sedia è danneggiata, e ce la fa pure ad atterrare senza problemi (e poi scappa veloce per evitare che la sedia si attivi in ritardo). Sembra una storia delle comiche (di quelle che non sono finite malissimo solo per caso, però) ma è tutto vero (opens new window). Io avrei preferito mi regalassero l'orologio e il fermacarte.

La mano buona
Un articolo che cerca di approfondire (opens new window) in maniera piuttosto dettagliata cosa succede nel mondo dell'intelligenza artificiale relativamente ai disegni creati da DALL-E e GPT a partire da descrizioni fornite come input: "Orsacchiotti che lavoravano a una nuova ricerca sull'intelligenza artificiale sulla Luna negli anni '80". Il risultato (opens new window) è intrigante. La mia previsione è che presto avremo quintali di contenuti generati proceduralmente (così come abbiamo quintali di traduzioni di qualità sempre migliore fatte con Google Translate) e che bisognerà decidere quale linea seguire: creazione artigianale di contenuti rilevanti (opens new window) (linkando a tutto quello che serve per il contesto per diminuire il rapporto segnale-rumore) oppure mass-production con strumenti automatici. Io comunque sono convinto che manchi poco ad avere ghost writer che aiutano gli autori a partorire romanzi da 500 pagine partendo da input progressivi e revisioni successive. Sarebbe interessante se la parte di addestramento ulteriore potesse essere portata dentro la fase di esecuzione (chiamandola magari "fase di arricchimento").

Il cuore della tenebra
La storia del violoncello (opens new window) di Jeffrey Epstein in parte è un mistero ma in parte è una opportunità straordinaria per guardare dentro la vita e la mente di un predatore di altissimo livello, le sue tecniche di manipolazione e la cattiveria, il lato più oscuro e tenebroso dell'animo umano che in quell'uomo era praticamente l'unico lato esistente.

Miracoli sottomarini
Non ho mai avuto la passione delle immersioni se non a un metro di profondità per guardare pesciolini e coralli. Però chi ama questo genere di cose ha una specie di scimmia senza fine: l'esperienza di andare sotto è simbolica, psicoanalitica, introspettiva, certamente, ma anche tattile, fisica, visiva. Il mare non è solo un utero o un contenitore di ansie e desideri simbolici, ma anche e soprattutto un ambiente gigantesco e potentissimo, un ecosistema estremamente complesso e in buona parte alieno. C'è tutta la pappardella relativa al fatto che conosciamo di più lo spazio esterno che non le profondità marine del nostro pianeta, certo. Ma c'è anche il piacere della scoperta semplicemente aprendo un occhio sottomarino segreto (opens new window) per vedere cose mai viste prima.

Perché gli orologi costano così tanto
Voglio provare a esplorare un concetto che secondo me ne può spiegare vari altri. Gli orologi di lusso costano molto cari. Perché costano quel che costano? Questa è la spiegazione "difensiva" (opens new window), cioè che tiene conto delle ragioni considerate "politicamente corrette" (fare orologi è difficile, sono oggetti di lusso, talento, manifattura, produzioni limitate). Poi c'è la strategia che ha mandato in bolla (opens new window) il prezzo dei Rolex (e dipende anche dalla bravura del loro marketing (opens new window), ovviamente). Alla fine, sono oggetti di lusso e non hanno un prezzo determinabile sulla base della loro utilità (opens new window), perlomeno non più di quel che possiamo valutare essere l'utilità di un uovo Fabergé (opens new window). Nell'epoca dell'apparire in realtà la battaglia c'è ed è sul rimanere rilevanti, oltre a spuntare il maggior guadagno possibile. Un esempio di come il marchio e la disponibilità dei pezzi facciano crescere i prezzi: per i modelli Rolex non vengono valutate le alternative (opens new window) (neanche quelle proposte dal marchio stesso). Invece altri marchi galleggiano semplicemente sul niente (opens new window) fatto da marketing. Queste secondo me sono lezioni valide anche per capire l'andamento dei prezzi e la nostra percezione del valore in altri ambiti.

Le grandi esposizioni
Qualche anno fa in Italia ci fu un brivido: tornava la grande esposizione universale, l'Expo. Ci fu una discreta speculazione prima, durante e dopo (ancora in corso) ma tutto sommato ci sta. Quella delle esposizioni universali è una storia antica che ho cercato di raccontare in lungo (opens new window) e poi nello specifico milanese (opens new window). Alla fine, tuttavia, è svanito tutto. E un po' anche perché in realtà gli expo stanno passando (opens new window).

Hotel Soap
C'è stato un momento della mia vita che avevo un cassetto molto grande pieno di saponette portate a casa dagli hotel di mezzo mondo dove andavo per lavoro. Era il cassetto più profumato di tutta la casa. Poi me ne sono liberato (oh yeah!) regalandole di qua e di là. È l'unica cosa che mi viene in mente leggendo che c'è chi si è dedicato a creare una startup (opens new window) per dare una seconda vita al sapone un po' usato negli hotel.

Gente dei sottomarini nucleari
Visto che rappresentano la cosa più importante che potremmo dover sapere nel prossimo futuro, facciamo visita (opens new window) a un sottomarino nucleare d'attacco americano per capire come funziona il microcosmo composto dal suo equipaggio. Sono ambienti unici, irripetibili e, speriamo, totalmente inutili.

Bit Art
Grafiche vecchio stile, pensate per i tempi di HyperCard. Ma sempre belle (opens new window). (Sennò icone per siti web (opens new window), meno belle ma più utili).

Sentirci meglio
È possibile ricreare l'udito che si perde per via traumatica o con il passare degli anni? A quanto pare sì, si può (opens new window).


Multimedia

Pat Metheny, Joni Mitchell, Jaco Pastorius, Michael Brecker: Shadows And Light (opens new window). Che altro dire? John Otis: "La cosa grandiosa di questa fase della carriera di Joni Mitchell è che ha trascinato tutti i figli scalzi dell'era folk scalciando e urlando nella sua brillante evocazione del jazz e della poesia. In tal modo, ha creato un genere musicale che da allora non è mai stato tentato e tanto meno replicato. L'intera faccenda era così colossalmente sottile che nessuno si accorse che stava accadendo. Se Paul Simon o Peter Gabriel avessero avuto l'acume musicale per mettere a segno un colpo di scena musicale così maestoso, sarebbero stati lodati per decenni. Dato che si trattava di Joni, la rivoluzione era silenziosa, sottile e così completamente innovativa da passare inosservata, come il fischietto di un cane per un pubblico di non udenti. Sfido chiunque dell'attuale gruppo di geni a fare musica come questa, a scrivere poesie come questa e a farlo con un'umiltà e un talento così. Rivedendo questo evento dopo così tanti decenni, sono di nuovo sbalordito".

Miniludi. Un po' di giochi facili (opens new window) e senza troppi trucchi di interfaccia (paywall e cose simili) per rilassarsi un po'.


Tsundoku

Una mente sintetica (opens new window) di Howard Gardner, psicologo e studioso di Harvard, è un viaggio nel modo con il quale funziona la nostra mente, più o meno. Con la teoria delle intelligenze multiple ha portato la rivoluzione nella psicologia, dimostrando che non esiste un'unica intelligenza umana che possa essere misurata secondo criteri psicometrici standard. Ha sfatato il mito del QI e ha ispirato nuovi metodi educativi dedicati allo sviluppo delle intelligenze diverse nelle scuole, nelle università e nei musei di tutto il mondo. Qui ne parla Repubblica (opens new window).

All'ombra del Dragone (opens new window) è un lungo reportage scritto da Sebastian Strangio del Diplomat (opens new window), che racconta i paesi del sud-est asiatico alla luce del loro rapporto con la potenza cinese. Rubo da Katane di Giulia Pompili: "Due anni fa, quando è uscito in inglese, di quel libro si è parlato moltissimo perché per la prima volta qualcuno tracciava una linea riconoscibile della diplomazia e degli investimenti in paesi come la Cambogia, la Thailandia, il Laos e Singapore. Ci sono anche tantissimi aneddoti e storie locali, c'è l'importanza strategica del Mekong e la storia politica della Malaysia - più interessante del Trono di spade. La versione italiana è aggiornata e c'è un'integrazione nel capitolo sulla Birmania, il che rende la pubblicazione di Add attualissima".


Coffee break

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Al-Khwarizmi

std::sort
Ora, ci sono cose che sono proprio alla base dell'informatica così come l'abbiamo costruita. Uno di questi, uno degli algoritmi più studiati da sempre, è quello per fare sorting. Donald Knuth spiegava che ci sono molti algoritmi diversi per farlo e che sarebbe bello se se ne usassero solo un paio "ma in realtà, ogni metodo ha le sue virtù peculiari. […] Così troviamo che quasi tutti gli algoritmi meritano di essere ricordati, poiché ci sono alcune applicazioni in cui risultano essere i migliori". Beh, stanno cambiando std::sort usato dalla libreria libcxx del compilatore LLVM. Se questo per voi è turco (anche per molti programmatori, soprattutto quelli che non hanno fatto studi formali) avete una opportunità unica perché questa serie di tre articoli (opens new window) è come andare all'università a fare una lezione di dottorato su "sort". Tanta roba.

Nostalgia iMessage+SQL
Ok, questo lo ammetto è solo per gente che sa fare cose con i database e i linguaggi per le query. In particolare, l'articolo spiega (opens new window) come trovare il db locale dei messaggi di iMessage (quelli blu di iPhone e macOS) e ravanare alla ricerca di quel che vi piace di più. Il trucco è possibile grazie alla variante di SQL che si chiama SQLite, che ha una serie di particolarità (tra le quali quella di non aver bisogno di una installazione server da interrogare).

Altre cose sui DB
L'informatica, a volerla vedere da un altro punto di vista, ha a che fare con la manipolazione dei dati. Quindi ignorare questa parte (database e dintorni) è un problema, non una opportunità. Qui ci sono alcune cose interessanti. Cominciamo da un tool fatto da Google per pulire dati incasinati: OpenRefine (opens new window): utile. Segue YDB (opens new window), un database SQL distribuito piuttosto figo. E un lavorone fatto con Retool (opens new window) che va letto per capire di cosa parliamo.

Il Mac nel browser
Non so se ne avevo già parlato, ma si può usare un Mac nel browser (opens new window) per trovare vecchi software degli anni Novanta.

Emacs
Premesso che (colpevolmente) non lo uso, ma Emacs è tanta roba. Una delle sue caratteristiche migliori è l'ampia configurabilità. Questo sito (opens new window) offre un meccanismo no-code per creare file di configurazione abbastanza a grana fine.

Beautify il repo GitHub
Forse è arrivato il momento che manifestiate una certa cura dei vostri repo sparpagliati e incasinati, progetti mezzi aperti e mezzi addormentati o abbandonati. Ci sono alcune piccole cose che vanno sapute, e che possono creare delle sane abitudini per la documentazione (che serve a chiunque debba poi leggere quel che abbiamo fatto, inclusi noi stessi). Dove si comincia? Da qui (opens new window).

Minisleep
È un wiki personale ma in realtà è anche una dimostrazione che ci si può apparentemente preparare a resistere a qualsiasi cambiamento. Minisleep (opens new window) è un motore per wiki che ha la caratteristica di essere molto piccolo, autocontenuto (praticamente zero dipendenze), a bassissima manutenzione e senza database (solo file di testo semplice). Ci sono altre cose da valutare, perché mancano pezzetti di amministrazione (ad esempio, la creazione degli utenti si fa a manina e la risoluzione dei conflitti se due utenti scrivono sulla stessa pagina è che vince chi finisce per ultimo). L'idea dietro va nella direzione giusta però.

TUI
Scrivere applicazioni che girano da riga di comando può essere utile in una serie di situazioni che si sta facendo paradossalmente sempre più grande. Però gestire alcune cose con un output su riga di comando può essere complesso. Esiste un approccio che i più vecchi ricorderanno perché risale ai tempi del MS-Dos, che è quello di creare delle TUI, delle Text User Interface. Come si fa? È un po' complicato. C'è chi ha creato un framework in Python per semplificare questo aspetto: si chiama Textualize (opens new window). Visto che siamo in argomento, un po' di utility inconsuete (opens new window) per la riga di comando (sponge (opens new window) è bellissima). Se interessa, questo invece è l'ecosistema di Datasette (opens new window).

Programmare
Alcune cose raccolte qua e là: Differential programming (opens new window), che è un approccio diverso dal Deep Learning. La Gestalt (opens new window) del machine learning. I problemi con i Type hints (opens new window) (questa cosa qui (opens new window)). Dalla versione 1.18 di GO permette il generic programming, cioè gli algoritmi sono scritti in termini di tipi da specificare in seguito che poi sono istanziati quando necessario per tipi specifici forniti come parametri, questo permette di scrivere funzioni comuni o tipi che differiscono solo per l'insieme di tipi su cui operano quando vengono utilizzati, riducendo così la duplicazione del codice. Ecco come fare (opens new window) in pratica.


Darma e Dina
Darma e Dina ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

La psicopatologia digitale della vita contemporanea
Di cosa parliamo quando parliamo di disordini mentali? Di cosa parliamo quando parliamo di crisi, burnout, conflitti, nevrosi? La realtà, secondo Richard J. McNally, psicologo e direttore della scuola di psicologia clinica ad Harvard, è che parliamo di una rete di sintomi che emerge (opens new window). E che dovremmo imparare a decodificare, anziché stigmatizzare.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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