[Mostly Weekly ~158]

Che Dio ce la mandi buona e senza napalm


A cura di Antonio Dini
Numero 158 ~ 13 marzo 2022

Benvenuti su Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta. Questa settimana edizione fortemente ridotta causa "it's complicated". Anche le mie giornate hanno un numero limitato di ore, purtroppo.

Non uso Chrome ma già che ci siamo vi segnalo questa estensione (opens new window) perché è decisamente utile: rimpiazza in ogni pagina web la parola "NFT" con le due parole "Silly Jpeg".

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Intanto, buona lettura.


È nei nostri momenti più bui che dobbiamo concentrarci per vedere la luce
– Aristotele Onassis



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Editoriale

Pacificatori
Lo storico romano Tacito nel De Agricola riporta le parole del generale caledone Calgaco: Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant, cioè "Dove fanno il deserto, lo chiamano pace". I movimenti del '68 usava una versione diversa, un rifacimento a posteriori che suona meglio per chi protesta contro la guerra: "Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace", cioè ‌Desertum fecerunt et pacem appellaverunt. La frase serviva per stigmatizzare la guerra in Vietnam ma venne usata anche per mille altri motivi (fantastica la scritta incisa su un banco del Politecnico di Milano: "M'han fatto il mazzo e l'han chiamato esame"). Oggi la considerazione più drammatica è che tutti vogliono la pace. E per ottenerla alle proprie condizioni sono disposti a fare una strage.

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Notti medioevali
Notti medioevali ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Sogno di una notte di mezza stagione
Naturalmente stiamo vivendo in una simulazione. Non sappiamo chi sia il protagonista, ma la scena è praticamente certa. Le uniche persone che non sono assolutamente d'accordo sono, beh, gli scienziati. Hanno bisogno di superare se stessi e unirsi al divertimento (opens new window).

Patriarcati recenti
Janet Sobel è la donna cancellata dalla Storia. Nel 1938 (opens new window) Sobel era una signora, anzi una nonna di origine ucraina sconosciuta che creò una delle più grandi rivoluzioni dell'arte contemporanea. Ma il suo successo fu invece attribuito al pittore statunitense Jackson Pollock.

La città
Ecco: come difendere una città (opens new window), come riscaldarla (opens new window) con l'energia geotermale ovunque, come ripensarla in super-isolati (opens new window), i Superilla di Barcellona.

Nello spazio nessuno ti sentirà urlare
Ci sono settori di ricerca che nascono come funghi. Uno di questi sono le ricerche sull'attività sessuale nello spazio (opens new window): pensato per chi andrà su Marte e si chiede come intrattenersi per quel paio d'anni di viaggio a velocità subluce senza sonno criogenico. Certo che se fate parte del campione di controllo, quello che fa tutto il viaggio senza fare sesso, sembra decisamente una fregatura.

I soliti fortunelli
La percentuale di persone che nel corso della loro vita non hanno mai problemi mentali è di circa il 20%: uno su cinque ce la fa, insomma. Ma chi è e soprattutto come fa a farcela? (opens new window)


Yamato

Sakè (酒)
Questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese la parola è sakè (酒), che letteralmente significa "bevanda alcolica". Nonostante sia chiamato "vino di riso", il sakè si ottiene facendo fermentare coinvolge riso, acqua e spore koji, cioè è in realtà più simile a una birra, anche se ha corpo e struttura ovviamente diversi sia dall'uno che dall'altra. Per i più curiosi, le spore koji sono un fungo usato da almeno duemila anni in Asia (ci sono sia nella cucina giapponese che in quella coreana e ovviamente cinese) per fermentare i fagioli di soia, ma permette di sacchificare le patate, vari cereali e il riso. Inoltre, si usa per le bevande alcoliche. Parecchie bevande alcoliche: huangjiu (黄酒), bevanda cinese, il nome significa vino giallo), makgeolli (막걸리, vino di riso coreano), e shōchū (焼酎, distillato giapponese di orzo o patate dolci, decisamente forte con 25% di alcool, c'è una versione multi-distillata al 35% che però viene diluito con altre bevande).

Il koji si usa anche per fare la fermentazione dell'amazake (甘酒), un dolcificante antichissimo, e del miso di riso (kome miso). La storia del sakè invece è enorme, lunghissima, complessa e a tratti incerta e contraddittoria. A dire il vero non penso che quella del vino europeo sia più semplice, e soprattutto meno varia: come la vinificazione degli antichi romani era profondamente diversa dalla nostra (e le qualità della bevanda consumata allora e oggi) o della birra nell'Europa continentale, così la produzione del saké giapponese è sempre stata piuttosto varia. A un certo punto ci fu una vera e propria esplosione nella sua produzione, perché nella seconda metà del 1800 (l'epoca della restaurazione Meiji) venne liberalizzata la produzione di saké e in pochissimo tempo aprirono più di trentamila distillerie. Ma è a partire dal 1904, quando il governo giapponese aprì l'Istituto per la ricerca sul saké, che le cose si fecero interessanti. Da un lato vennero stabilite norme igieniche precise per la produzione del saké, che veniva tassato alla fonte, dall'altro fu vietata la produzione di saké in casa, il doboroku (cosa che del resto accade anche in Italia per i superalcolici).

Mentre a partire dal dopoguerra in Giappone divennero sempre più popolari vino, birra, whiskey e altre bevande alcoliche, la produzione di sakè venne portata anche all'estero (soprattutto Asia ma anche America Latina, Stati Uniti e Australia) e la sua qualità è arrivata al punto più alto di sempre.

Esistono due tipi di saké: il futsuu-shu (普通酒), ovvero il "saké normale", e il tokutei meishyoshyu (特定名称酒), ossia il "saké a designazione speciale". Il primo è di gran lunga il più diffuso (tre quarti della produzione totale) ed è l'equivalente del nostro vino da tavola. Il secondo è raffinato e certificato: i chicchi di riso vengono rotti e viene fatto fermentare (senza usare alcool puro aggiunto) l'amido del cuore del chicco, mentre la parte esterna che contiene oli e proteine viene scartata. Quest'ultima è la parte "impura" che aggiunge aromi spiacevoli o comunque strani alla bevanda.

Nonostante la qualità più alta e la popolarità nel mondo, la vendita di saké in Giappone è comunque in calo e molte aziende stanno chiudendo perché si beve più birra (soprattutto quella prodotta localmente). Nel 1988 c'erano circa 2.500 produttori, oggi sono meno di 1.500.


Eventuali

Il piacere in scena
Cosa succede agli attori che girano scene di sesso in un film se si prendono bene (opens new window) e si eccitano? Come si fa a gestire la complessità di tutto il set, non solo di attrici donne e attori uomini (opens new window), ma anche del resto della troupe? Arrivano gli Intimacy Coordinators (opens new window), che stanno ridefinendo il modo con il quale il cinema "lavora" con il sesso e lo rende professionale e sicuro sul il set.

Inserti
Casomai ve lo foste mai chiesti, a cosa serve quella cosa che ruota con dei numerini su alcuni orologi? Quella cosa si chiama inserto e ruota grazie a una ghiera: qui c'è la storia (opens new window) dei vari tipi di funzioni che può avere. È come leggere un libro sui regoli calcolatori (opens new window), solo che è più breve e sta al polso. (Sorpresina: c'è anche qualche orologio (opens new window) con sopra un regolo calcolatore (opens new window)),

Boule
La storia della borsa per l'acqua calda, spiegata bene (opens new window). Favolosa.

Il limite esterno
Se pensate che i grattacieli nelle città europee e statunitensi potrebbero essere ben più grandi (alti, larghi, alti) beh, avete ragione. Ma ci sono delle ragioni (opens new window) se non è così: oltre alla fisica ci sono ragioni economiche ma anche regolamentari.

Pezzi di stoffa
Storia lunga su cosa indossiamo: un elenco di letture (opens new window) preparate da Longreads sulla moda e la nostra complessa relazione con i vestiti. Vestirsi non è un'attività a basso rischio, né è qualcosa da cui possiamo rinunciare: dopo tutto, abbiamo dei corpi. E dobbiamo fasciarli in qualcosa che parli di noi agli altri e a noi stessi.

Il cielo stellato sopra di noi
Un titolo alternativo poteva essere "La grande bolla". Comunque, per più di un decennio gli astronomi sono rimasti perplessi dall'esistenza di due gigantesche "bolle" che si estendono per decine di migliaia di anni luce su entrambi i lati della nostra galassia, la Via Lattea. Nuove osservazioni ora rivelano (opens new window) che queste enormi bolle sono probabilmente i resti di una potente esplosione avvenuta circa 2,6 milioni di anni fa, quando il super buco nero al centro della Via Lattea ha inghiottito un enorme ammasso di materia. Praticamente ieri.

Il Padrino
Una buona intervista (opens new window) ad Al Pacino sulla sua carriera e soprattutto sul suo ruolo più importante (era il suo secondo film) e cioè Michael Corleone in "Il Padrino". "Mi ci è voluta una vita per accettarlo e andare avanti". Cinquant'anni dopo, l'attore ripercorre il suo ruolo: come è stato scelto, perché ha saltato la notte degli Oscar a cui era candidato e cosa significa tutto questo per lui adesso.

Adios
Uno dei fondatori di The Verge, nonché gran fan di Android, ha lasciato la testata e se ne è andato a lavorare da Google (opens new window). Con buona pace di anni di recensioni di prodotti della concorrenza.


Multimedia

Era il 1969 e un anziano ma brillantissimo Groucho Marx va allo show di Dick Cavett. Il resto è storia (opens new window). Il video parte lento (doppia introduzione insopportabile di Cavett) ma poi esplode: è un miracolo, come sentire un'arringa di Cicerone dal vivo.

Poco meno di un mese fa Corrado Guzzanti e Virginia Raffaele sono andati da Fabio Fazio a Che tempo che fa, dove c'era anche il Mago Forest e l'introduzione di Filippa Lagerback. È qualche anno che non guardo la televisione: sono diventati tutti molto vecchi (opens new window), fanno abbastanza impressione.

I fan di Seinfeld, la sitcom che ho visto integralmente per la prima volta nel 2021, hanno preso i tagli pubblicati sulla raccolta Dvd di qualche anno fa e hanno creato un episodio inedito (opens new window). Sta insieme con le mollette ma anche qualche altro episodio "ufficiale" di Seinfeld sta insieme con le mollette e tanta buona volontà.

Ho visto un film parecchio interessante: Parigi 13arr. (opens new window) Tanta roba (meglio vederlo in francese, però).


Tsundoku

What Got You Here Won’t Get You There (opens new window) di Marshall Goldsmith è un libro semplice ma tagliente. La tesi, in sintesi: i problemi comportamentali, non le abilità tecniche, sono ciò che separa il grande dal quasi grande. Risultati incredibili possono derivare dall'esercizio di comportamenti di base come dire grazie, ascoltare bene, pensare prima di parlare e scusarsi per i propri errori. Il primo passo per cambiare è voler cambiare. Sembrano tutte cazzate poi se fai la metà di quello che dice il libro (opens new window) diventi un fenomeno.

Con Gli schifosi (opens new window) Santiago Lorenzo progetta un altro libro parecchio stimolante: "Manuel accoltella un poliziotto per autodifesa. Scappa e si nasconde in un paesino abbandonato. Lì sopravvive grazie a romanzi tascabili, vegetali che recupera nei dintorni e una piccola spesa fatta al Lidl, che suo zio ogni tanto gli invia. Manuel scopre così che quanto meno possiede, di tanto meno ha bisogno. Gli schifosi è un thriller atipico, un "Robinson Crusoe" ambientato nel cuore della provincia desolata, una nuova definizione del concetto di austerità. Una storia che ci fa domandare se le uniche persone sane non siano quelle consapevoli che la società è malata".

Una vita fa ho comprato il libro Humans of New York (opens new window) anche perché era arrivato nel momento perfetto: mi stavo appassionando alla street photography, adoro New York e l'idea di quel prodotto editoriale veniva dal profondo della rete. Adesso il suo autore, Brandon Stanton, ha trasformato il business nato proprio da quel libro in tutta un'altra cosa, e tutta a fin di bene (opens new window). Bravo.


Coffee break

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Al-Khwarizmi

M1
La traiettoria del primo giro di processori Apple Silicon è spettacolare. Dai "normali" M1 (che uso sul mio MacBook Air) agli M1 Ultra, c'è tutta una filosofia e un mondo nel mezzo (opens new window). Si possono usare anche per sviluppare con i container Linux (opens new window), volendo. È la potenza (e i dolori) dei Mac Pro (opens new window) e la nuova idea di cosa sia uno "Studio" (opens new window) per la creatività di Apple.

Vim Sessions
Certe cose devi vederle e fartele spiegare bene per riuscire a capire quale vantaggio possano portare. Ad esempio: le sessions di Vim (opens new window). Ma sono fantastiche! E poi, ragioniamo su come vedere i file: ne ho parlato tante volte, ma mi ripeto volentieri. Da una parte, nnn (opens new window) o vifm (opens new window), ma c'è anche il buon vecchio netrw (opens new window) che emerge come il sistema migliore (opens new window). Si può fare più bello il terminale (opens new window). Molto più bello (opens new window) (una parola sola: Dracula). Accelerare (opens new window) il terminale, e migliorarlo ancora (opens new window). Aggiungo: un pugno di plugin per Vim (opens new window), un wiki per il desktop: Zim (opens new window), vecchi protocolli da usare su Internet (opens new window) ancora oggi, come se niente fosse.

Come ha detto?
Lo sappiamo, ovviamente, ma tanto vale ripeterlo: per migliorare le performance delle intelligenze artificiali i big del tech ascoltano quello che la gente dice (opens new window). Sul serio.

Web procedurale
La prossima puntata del web sarà costruita automaticamente quando ne abbiamo bisogno. Ne ho già parlato, ma qui ne parlano meglio (opens new window).

Sicurezza
Nuove, interessanti tesi su come gestire le proprie password: sceglierle bene e non cambiarle mai (opens new window) a meno che non vengano compromesse perché sfondano il servizio che le detiene.

Posta
Non è solo la metafora dell'email a non essere tecnicamente precisa (sarebbe più simile in realtà a una cartolina, per quanto riguarda la riservatezza dei contenuti) ma anche il modo con cui la usiamo (opens new window) a essere sbagliato.


Macchine per scrivere
Macchine per scrivere ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

La bancarotta
Un attacco DDoS alla nostra mente. Come altro definire l'epoca dell'information overload? Questo articolo sottolinea un aspetto che adesso stiamo trascurando ma che è fondamentale (opens new window): la nostra mente ha raggiunto il limite massimo delle informazioni che riesce a processare. Dopo cosa può succedere? Potremmo dover fare attenzione a qualcosa ma abbiamo il cervello in pappa. Propongo di dichiarare bancarotta e spegnere la rete, almeno per un po'.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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