[Mostly Weekly ~153]

Incorniciare il mondo


A cura di Antonio Dini
Numero 153 ~ 06 febbraio 2022

Benvenuti al nuovo numero di Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta. Ricordo che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Volete contribuire? Mandatela a un amico, iscrivetevi al canale Mostly, I Write (opens new window) ma soprattutto aiutatemi a rendere per me sostenibili le ore di lavoro che ci metto con una donazione su PayPal (opens new window) (in modalità amici e parenti).

L'archivio lo trovate qui.

Intanto, buona lettura.


Freedom is what you do with what’s been done to you. – Jean-Paul Sartre



~~~


Editoriale

Framing
Una delle cose più interessanti del giornalismo in particolare e della comunicazione in generale è che dal di fuori non se ne capiscono assolutamente la sostanza e gli effetti. Almeno, questa è la mia sensazione dopo che da una vita me ne occupo e da una vita continuo a incontrare ciclicamente persone a cui non interessa ma che ne sono comunque influenzate al di là di quel che immaginano. Dopotutto l'aria per noi è come l'acqua per i pesci: ci nuotano dentro ma neanche se ne accorgono. Nella sua newsletter James Fallows, uno dei grandi vecchi del giornalismo americano, parla (opens new window) di framing, la pratica giornalistica (ma non solo) che poi vuol dire "incorniciare", cioè creare una struttura retorica ed espositiva, fatta di assunti e di enfasi ma anche di sarcasmo o diminuzioni, attorno a quel che si vuole dire. È la cornice e come tale determina il modo nel quale si percepisce e poi si pensa un'idea. Detto in maniera più formale, c'è una teoria degli effetti del framing basta sia da studi di psicologia che di sociologia che descrive la capacità dei media di influenzare gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone attraverso sottili cambiamenti nel modo in cui riferiscono su un problema.

Nel definire il dibattito sull'informazione e gli effetti che porta sulla società il framing oggi è la cosa più importante, secondo Fallows. Più sia del pregiudizio (il bias, per rimanere nella terminologia statunitense) che della par condicio (per usare la nostra). Come nelle cose della vita, basta un sorrisetto ironico appena accennato per inquinare un complimento, così nel giornalismo il modo con il quale viene fornita la notizia è tutto: la scelta dei titoli, degli aggettivi, il risalto (o la mancanza di), l'attenzione a uno o a un altro aspetto. Negli Usa si fa ricerca da anni su questo tema (Framing the News (opens new window)) e sul modo con il quale distorce la realtà (opens new window) (questo libro News Framing Effects (opens new window) è importante) portando avanti una particolare agenda.

E da noi cosa succede? In Italia possiamo ricordare l'uso politico della cronaca nera fatto da Mediaset per comunicare un senso di profonda insicurezza sociale e il bisogno di un maggiore ordine (oltre che per attirare l'attenzione altrove rispetto alla politica) durante (opens new window) e dopo (opens new window) i governi Berlusconi. Più in generale la deriva populista degli ultimi tre decenni è stata generata da questa spinta, che poi ha lasciato spazio alla "retorica dell'ascensore" di Paolo Mieli e al giornalismo inizialmente del Corriere della Sera (fra tutti!) contro la casta, contro "quelli che vi stanno fregando", che ha dato via alla seconda fase del populismo italiano (dopo la prima della Lega a inizio anni Novanta è stato il momento del Movimento 5 Stelle) e oggi tocca molti altri temi, inclusi i migranti, il gender, l'europeismo. Il problema non sono le notizie, insomma, ma il loro framing.

~ ~ ~

Svendita totale
Svendita totale ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Predatori
Ho mai scritto qui che le aziende dietro ai social sono associazioni per delinquere? Sì? Beh, riscriviamolo con la storia di Sophie Zhang, che ha rischiato tutto per smascherare Facebook. Ora sta raccontando la sua storia (opens new window). Lei era una data scientist di Facebook e oggi rivela che il social non solo consente la manipolazione politica globale ma che ha fatto ben poco per fermarla. Quell'azienda dovrebbe essere illegale. Sui risultati finanziari che hanno macellato Facebook/Meta, e sull'oligopolio di fatto che Facebook/Meta, Google e Amazon detengono sulla raccolta pubblicitaria planetaria (praticamente la metà di tutto) parleremo la prossima volta con più calma.

For You
A me piacciono tutti i ragionamenti sul fatto che dovremmo pensare a un mondo diverso, con social diversi. Però poi finiamo sempre lì: gli algoritmi predatori ed efficacissimi dei social. Armi socialmente mortali. Ed ecco la storia scritta (opens new window) dalla Mit Technology Review della bellezza degli algoritmi di raccomandazione segreti, sorprendenti e stranamente accurati di TikTok. Con la pagina "For You" dell'app che presenta regolarmente creatori nuovi o sconosciuti insieme a quelli con milioni di fan. La democrazia dell'engagement (tanto vince sempre e solo il banco).

La bianca scienza
Quando ho iniziato a studiare all'università il mondo della ricerca era squisitamente italiano: si guardavano le altre culture (tedesca, francese, americana, nello specifico dei miei settori dell'epoca) ma dalla nostra prospettiva. Tempo trent'anni ed è cambiato tutto. Siamo diventati anche noi una parte di quella prospettiva, che è esclusivamente anglocentrica. Quella visione, tremendamente connotata culturalmente, è una ulteriore prova del ragionamento che viene fatto in maniera candida dall'articolo che segue. L'Occidente ha di fatto monopolizzato l'editoria scientifica. È un Occidente che parla inglese, però. Adesso, il Covid ha peggiorato le cose (opens new window). L'editoria accademica ha sempre privilegiato gli scienziati occidentali, che dominano le pagine dei giornali di ricerca e possono permettersi al meglio i costi degli abbonamenti. Tutto questo cancellando qualsiasi diversità nel modo di fare ricerca, anche dal punto di vista culturale.

Eliminalia e altre cancellazioni
Ci sono centinaia di aziende in tutto il mondo che offrono servizi di rimozione dei contenuti e gestione della reputazione. La rivista online Rest of World (opens new window) ha avuto accesso a documenti che sembrano rivelare i clienti di una di queste società, Eliminalia, e ha esaminato alcune delle procedure utilizzate per rimuovere gli articoli. I documenti elencano migliaia di nomi, insieme a più di 17mila link apparentemente mirati alla rimozione o alla deindicizzazione dei risultati di ricerca tra il 2015 e il 2019. Lo slogan di Eliminalia è "Cancelliamo il tuo passato, ti aiutiamo a costruire il tuo futuro".

I nomi nei documenti includono quello dell'ex ministro degli affari esteri della Repubblica Dominicana e un individuo incriminato in Argentina per il suo ruolo in uno schema cripto piramidale, tutti apparentemente cercando di cancellare la stampa negativa da Internet. L'accordo con il cliente di Eliminalia del 2021 mostra che la società addebita 2.800 dollari per la rimozione riuscita di ciascun collegamento. I prezzi possono salire a decine di migliaia di dollari con alcuni clienti che chiedono al servizio di indirizzare centinaia di articoli.

Le società di gestione della reputazione sfruttano le leggi sul "diritto all'oblio", come il GDPR europeo, e le leggi sul furto di proprietà intellettuale, come il Digital Millennium Copyright Act degli Stati Uniti. La maggior parte dei siti Web non dispone delle risorse per indagare su queste dubbie rivendicazioni sul copyright e falsi avvisi di conformità al GDPR, quindi rispettano automaticamente le richieste di rimozione.

“Tutti gli incentivi sono per eliminarlo. Perché dovresti respingere?" Adam Holland del database Lumen, che tiene traccia delle richieste di rimozione da Internet, ha detto a Rest of World. Mentre alcune grandi aziende occasionalmente respingono, "la stragrande, stragrande maggioranza viene comunque onorata quasi all'istante". La portata e la facilità con cui Eliminalia sembra operare ha implicazioni preoccupanti. Come ha affermato una fonte, "Se qualcuno può, con un po' di denaro, modificare la propria realtà e la realtà a cui il mondo può accedere, allora qual è il cazzo di punto di tutto questo?"

Qui c'è l'articolo di Rest of World (opens new window)

Il troppo lavoro
Il problema non è il lavoro a distanza. Il problema è il lavoro. Sono abbastanza convinto di questa cosa e trovare dei punti di riflessione condivisa, come in questo articolo (opens new window), mi spinge a chiedermi come arricchire questo dibattito. Il tema lo conoscete: i dipendenti vogliono lavorare da casa. I loro capi, tuttavia, non vedono l'ora di tornare in ufficio. I lavoratori della conoscenza pensano che lavorare da remoto renda il loro lavoro migliore, mentre i manager temono che invece possa peggiorare la qualità di quel che viene pagato per essere fatto. Ma con il lavoro a distanza come capro espiatorio, le aziende potrebbero nascondere il vero flagello della creatività in questo momento: il troppo lavoro. Spesso e volentieri completamente inutile.

Tanz, bambolina, tanz
I conducenti di Amazon negli Usa devono sopportare molte umiliazioni sul lavoro. Dal rimanere bloccati nella neve nei loro furgoni non protetti, al sacrificare la propria sicurezza per consegnare i pacchi durante l'ora di punta, alla minaccia di essere licenziati per non aver raggiunto le quote di percorso di Amazon durante una carenza di manodopera e non avere posti o tempo per fare pipì. I conducenti negli Usa sono sotto pressione da tutte le parti per consegnare i pacchi in orario. Ora, oltre a tutto ciò, alcuni utenti di TikTok (opens new window) stanno chiedendo agli autisti di ballare per la loro videocamera Ring in modo da poterlo pubblicare sui social media. Rileggete con calma la frase precedente, soppesatela, meditatela: "ballare per la loro videocamera Ring", "pubblicare sui social media".

Jump, Doll, Jump
Una storia americana che però tocca un tema più universale: quella del costo (e dei profitti) che derivano dal trasformare le donne in oggetti (opens new window). Il sex appeal fa parte da tempo del marchio delle cheerleader professioniste. Quanto distrae da tutto il resto che portano in campo?

Potenza
La donna dietro “Goodnight Moon”. Margaret Wise Brown ha costantemente spinto più in là i confini, della sua vita e della sua arte. Ne parla in New Yorker (opens new window).

Il bar dell'inclusività
Questo caffè di Tokyo appena aperto ha avuto un'idea potente (opens new window): i camerieri sono robot controllati a distanza da lavoratori disabili. Il Dawn Avatar Robot Café di Tokyo utilizza robot umanoidi che aspettano i clienti e servono cibo e bevande. Opera come un'impresa accessibile creando opportunità di lavoro per i lavoratori disabili. I robot sono azionati in remoto via Internet da persone che non possono uscire di casa per lunghi periodi di tempo. Sono alti 120 cm e dispongono di videocamera, microfono e altoparlante per comunicare con i clienti. I robot possono essere controllati solo attraverso il movimento degli occhi, quindi possono lavorare nel bar anche le persone completamente immobilizzate. Le foto dei robot e del bar sono disponibili nell'articolo (opens new window).


Yamato

Omoiyari (思いやり)
Bentornati al nostro consueto appuntamento settimanale con il dizionario tematico di giapponese. Questa volta la parola di cui vogliamo parlare è omoiyari (思いやり) che vuol dire compassione ed empatia. Sono due belle qualità, no? Il musicista Kishi Bashi ha sia un album recente che un documentario di prossima uscita intitolato proprio Omoiyari, che intreccia questo concetto nelle storie dell'internamento dei giapponesi americani. Ma in Giappone c'è anche un altro motivo per cui il termine è conosciuto, almeno dalle persone di una certa età. Si tratta dell'idea di omoiyari yosan (思いやり予算) il "bilancio compassionevole" o "per simpatia". È l'espressione coniata nel 1978 da Shin Kanemaru, l'allora direttore generale della Japan Defense Agency (da quindici anni a questa parte diventato ministero), per rispondere a chi lo criticava per una discutibile scelta di bilancio. Infatti, il Giappone aveva stanziato una somma notevole da destinare al mantenimento delle basi militari statunitensi. Shin Kanemaru obiettò ai critici che si trattava di cifre stanziate, appunto, "per simpatia".

Tra l'altro, Kanemaru è un politico piuttosto rappresentativo di un certo modo di intendere la cosa pubblica in Giappone. L'uomo, nato il 17 settembre 1914 e morto il 28 marzo 1996, aveva studiato per fare il maestro, era stato precettato dal governo e mandato nell'Armata del Kwantung (関東軍), cioè il grande gruppo di armate giapponesi che furono la spina dorsale delle invasioni militari e del colonialismo giapponese in Cina e in Corea, cioè la Ferrovia della Manciuria meridionale che venne istituita dopo la guerra russo-giapponese del 1904-1905 e che con il nome di Mantetsu (満鉄) era praticamente la Compagnia delle Indie dell'impero nipponico. Kanemaru prestò servizio tra il 1937 e il 1938, venne congedato perché ammalato, tornò in patria e si mise a commerciare sakè, souvenir del Giappone e cemento che, dopo la guerra e durante l'occupazione americana, divennero settori esplosivi. Diventato un ricco commerciante cominciò prima ad appoggiare e poi a militare in prima persona nel partito liberale di Noboru Takeshita (竹下 登) che fu premier del Giappone fra il 1987 e il 1989, cioè in piena bolla economica.

La carriera politica di Kanemaru, che era iniziata negli anni Settanta e aveva raggiunto il suo culmine con la nomina a direttore generale della Japan Defense Agency dal 1977 al 1978, era arrivata a lambire gli anni Novanta ma si interruppe bruscamente più o meno nel periodo in cui da noi c'era Mani Pulite a causa di un brutto scandalo politico. Kanemaru venne infatti beccato con le mani nel sacco nel 1992 in quello che è conosciuto come lo scandalo della Sagawa Kyūbin Kabushiki-gaisha (佐川急便株式会社, in breve Sagawa Kyūbin). Lui come vari altri politici, amministratori e imprenditori venne beccato con le mani nella marmellata: aveva evaso le tasse, incassato tangenti dalle aziende edili e fatto altre cose brutte. Lui si dimise il 13 aprile 1993, venne arrestato e a casa sua trovarono più di 50 milioni di dollari dell'epoca in forma di buoni del Tesoro al portatore e di lingotti d'oro nascosti in casa.

Non fu lui l'epicentro dello scandalo, che tuttavia lo travolse in pieno. Invece, lo scandalo riguardava la Sagawa Kyūbin e delle accuse di malversazioni, tangenti, collegamenti con la yakuza e altre cose che mandarono in tilt la vita politica giapponese. Esse fecero saltare sia la maggioranza del primo governo non basato sul partito liberal-democratico, che (nel 1994) il primo ministro riformista Morihiro Hosokawa (細川 護煕), che era peraltro una figura molto particolare perché un nobile di antica schiatta (tipo il nostro ex primo ministro e oggi commissario europeo Paolo Gentiloni). Hosokawa nel 2014 cercò di diventare governatore di Tokyo, perse male le elezioni e da allora si è ritirato sul suo Aventino di gran capo del clan Kumamoto-Hosokawa, una delle famiglie di nobiltà samurai più antiche del Giappone, collegata direttamente all'imperatore Seiwa e ai clan di Ashikaga e di Minamoto. Quest'ultimo è fondamentale perché fu uno dei quattro grandi clan che dominarono il Giappone dell'era Heian: gli altri tre furono i Fujiwara, i Taira e i Tachibana. Con buona pace dell'empatia e della compassione.

Le palline tutto bene?
Genki (元気) in giapponese si traduce più o meno con "sano", "pieno di energia". Le palline di Genki sono palline di fango che contengono una soluzione microbica che favorisce una crescita decisamente vigorosa delle piante. Sono state utilizzate in più di cento Paesi per trasformare aree di degrado ambientale in terreno sano con tanto di acqua pulita. Andiamo alle Hawaii. I canali di Waikīkī sono diventati fangosi a causa dell'urbanizzazione e dell'inquinamento. Il progetto Genki Ala Wai (opens new window) è una collaborazione tra le scuole per creare in classe o a casa e gettare nei canali un consistente numero di palline Genki. A tre mesi dall'inizio, in alcune parti del canale gran parte del fango inquinato è scomparso definitivamente e la qualità dell'acqua è notevolmente migliorata. Il progetto Genki Ala Wai prevede di espandersi e tra gli obiettivi c'è anche quelli di insegnare al pubblico "generalista" come realizzare palline Genki da soli.


Eventuali

Interiorità liquide
Ieri ho passato cinque minuti a sfogliare una rivista di "interior design" al bar mentre prendevo un cappuccino. Un oceano di bianco, sembra di essere ancora nel 2002. non siamo solo noi: il bisnco regna sovrano anche negli Usa mentre il tema che incontro più spesso è come decorare casa come una nuova coppia (opens new window). Il tema cioè è andare a vivere con un partner. L'articolo propone i consigli della designer Nicole Gibbons su come unire gli spazi in modo creativo senza prendersi a capocciate. Certe cose, viene da pensare, non cambiano mai.

Dun, Dun Duuun!
Da dove viene il suono più drammatico della cultura pop? L'iconica sequenza di tre note è stata creata da Stravinsky, dai Muppets o da qualche altro persoaggio pop? Questo articolo del Guardian (opens new window) ha deciso di – dun, dun duuuun! – svelare il mistero.

La cocotte Le Creuset
Quel fantastico strumento di cottura in ghisa che non esiste nelle nostre cucine (e comunque costa un botto). Ricette (opens new window) per sfruttarlo al massimo.

Reloaded
Come sbarazzarsi (eticamente) delle cose indesiderate. No, per una volta non c'entra Marie Kondo. Invece, con così tante e vaste risorse di vendita e donazione online a disposizione, non c'è bisogno di affogare tra gli oggetti (opens new window). E a sorpresa si può guadagnare anche qualcosa nel riempire delle nostre ex cose le case altrui.

Ventilare l'ambiente
Allora, ci sono varie cose che vengono fuori leggendo questo articolo (opens new window). La prima è che Tom Cruise andrà in orbita sul serio a girare qualche scena di un film. Dentro la Stazione spaziale internazionale, per la precisione. E che l'astronauta della Nasa Victor Glover ha fatto una chiacchierata con l'attore di Hollywood per prepararlo a com'è davvero trascorrere del tempo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. A suo dire è sorprendentemente un'esperienza da far arricciare il naso. Nello spazio non puoi aprire l'oblò (a meno che non vuoi avere un altro tipo di problema).

Naked money
Mi chiedevo da anni perché non fosse già successo, comunque sarà un effetto dominio che porterà a un cambiamento epocale nella forma dell'oggetto carta di credito. La notizia (opens new window): Mastercard sta eliminando gradualmente le strisce magnetiche sulle sue carte a partire dal 2024. L'azienda eliminerà gradualmente l'uso delle bande magnetiche sulle sue carte nel prossimo decennio. La transizione inizierà nel 2024 in regioni come l'Europa dove le carte con chip sono già ampiamente utilizzate. Le strisce magnetiche scompariranno completamente dalle carte MasterCard entro il 2033. La tecnologia risale agli anni '60 ed è stato un enorme miglioramento nel modo in cui i cassieri registravano i dettagli delle carte. Lo standard globale per i chip EMV è stato introdotto negli anni '90, ma gli Stati Uniti non hanno adottato la tecnologia come il resto del mondo. Tuttavia, la popolarità dei pagamenti contactless è esplosa durante la pandemia anche in quel Paese.

I nuovi inquilini
Che impressione, queste foto (opens new window). Degli orsi polari che si trasferiscono nella stazione meteorologica artica abbandonata: un saggio fotografico di quelli che si possono fare solo quando la testata li paga più di 100 euro, ovviamente. Il fotografo Dmitry Kokh ha scoperto degli orsi polari che vivono in una stazione meteorologica abbandonata a Kolyuchin, nel Circondario autonomo della Čukotka, nella Federazione Russa, durante un viaggio all'isola di Wrangel, una riserva naturale riconosciuta dall'Unesco che funge da rifugio per gli animali.


Multimedia

Non uso Android, perlomeno non lo uso se non per fare qualche test. Per questo mi stupisco come un babbano quando vedo dei video come questo (opens new window): il sistema Screen Call di Google. C'è già da qualche anno: filtra le telefonate, usa la voce dell'AI per gestire la comunicazione. Ottimo contro il telemarketing e gli scocciatori. Fico.

Ho visto tante cose su Youtube e sempre più spesso mi ci incaglio guardando gente che fa cose in time lapse (tipo questo tizio che restaura una Bmw trovata in un campo (opens new window): monta il motore che sembra lego; o quest'altro che resuscita una Porsche 356 del 1955 (opens new window)). Ma questa cuccia del cane nel nord del mondo (opens new window), con riscaldamento e WiFi (cioè domotica direi) costruita in tempo reale con il futuro inquilino che dà una zampa mentre nevica pure, non l'avevo ancora vista. Ed è fantastica.

È morto Paolo Gioli, che Michele Smargiassi (opens new window) definisce come "l'anti-fotografo". Era un autore internazionale notevolissimo, con dei lavori (opens new window) di materia fotografica straordinari (opens new window) che dovrebbero farci pensare a quanto misera è la nostra vita di utenti schiavi di Instagram e dei supi filtri (opens new window).

Ricordo di aver visto questo cortometraggio intitolato Powers of Ten (opens new window), scritto e diretto da Charles e Ray Eames nel 1977, una vita fa. Eames è un famosissimo designer e il suo microdocumentario era ed è tuttora una potente illustrazione della vastità del nostro universo. La Bbc ha recentemente commissionato un remake per il 21° secolo della stessa idea (opens new window), ma con immagini più raffinate e la voce rassicurante del professor Brian Cox, unita alla maggiore comprensione dell'universo (abbiamo aumentato di qualche ordine di grandezza). Davvero da capogiro. L'Universo è un posto enorme e la crescita esponenziale è veramente innaturale per i nostri sensi.

Ho sempre adorato San Francisco, sin da quella lontana domenica mattina in cui camminavo ridendo felice come un idiota sotto il sole su e giù per le strade e lungo le schiere di case bianche (Russian Hill, Marina e dintorni). Capirete per questo come mai trovo stupenda questa clip video (opens new window) girata a downtown nel 1940 (opens new window) che è stata colorata e normalizzata a 60 fps. Qui un altro video (opens new window) degli anni Sessanta, curato alla stessa maniera.


Tsundoku

Appena uscito negli Usa, Spies, Lies, and Algorithms (opens new window) di Amy Zegart è uno di quei libri che segnano un passaggio storico e lo spiegano. Il sottotitolo: "La storia e il futuro dell'intelligence americana" spiega già bene che l'obiettivo è fotografare un passaggio già avvenuto ma ancora tutt'altro che metabolizzato: l'entrata di internet e dei computer nell'attività fondamentale degli Stati, cioè l'intelligence. Il punto vero è semplice e lo spiega chiaramente l'editore del libro nella quarta: "Lo spionaggio non è mai stato più onnipresente o meno compreso. Il mondo sta affogando in film di spionaggio, programmi TV e romanzi, ma le università offrono più corsi sul rock and roll che sulla CIA e ci sono più esperti al Congresso sul latte in polvere che sullo spionaggio. Questa crisi nell'educazione all'intelligence sta distorcendo l'opinione pubblica, alimentando teorie del complotto e danneggiando la politica dell'intelligence. In Spies, Lies, and Algorithms, Amy Zegart separa i fatti dalla finzione offrendo un resoconto avvincente e illuminante del passato, presente e futuro dello spionaggio americano mentre affronta una rivoluzione guidata dalla tecnologia digitale".

Non dimentichiamoci mai che stiamo costruendo il nostro futuro in base a ciò che immaginiamo. Questa raccolta di saggi di autori, pensatori, attivisti e accademici provenienti da sei diversi continenti intitolata The New Possible - Vision of a world beyond crisis (opens new window) fornisce l'ispirazione necessaria per guidare il nostro lavoro verso un futuro positivo. Gli scrittori sono Michael Pollan, Varshini Prakash, Kim Stanley Robinson, Jeremy Lent e vari altri.

Accanto alla quantità industriale di libri che accumulo, c'è anche il capitolo delle riviste, come questo Wrong Journal, A biannual indie travel magazine (opens new window): fantastico, no? Secondo me le immagini e le storie di viaggio si prestano perfettamente alla pagina stampata più che a quella digitale; dopotutto, le riviste sono piccole capsule del tempo sempre in movimento, lasciate in luoghi casuali, che portano storie per e da altri viaggiatori. Wrong Journal è una nuova aggiunta a questo genere. Prodotto a Berlino, il suo numero inaugurale è stato scritto un gruppo ampio e molto vario di collaboratori. Vedremo come andrà avanti.


Coffee break

Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo offrendomi un caffè alla settimana su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

Arriva la nuova gmail
In un tweet di qualche giorno fa Craig Mod scriveva (opens new window): "ma quant'è bella la app Mail.app di Apple?". Intendeva la app di macOS, che non uso più da anni perché fa scaricare la posta in locale e mi riempie il computer fino al bordo dell'SSD, per così dire. Però ha ragione, Mail è una app straordinaria. Invece, sul fronte completamente opposto, quello del grande caos che è seguito alla morte di Outlook (evviva), c'è Gmail, che ha la sua nota interfaccia web (e non solo) basata sull'accumulo e la capacità di cercare anziché ordinare e strutturare. Questo modo caotico rimane uguale ma adesso sta per cambiare vestito: la nuova interfaccia (opens new window) inizierà a comparire a febbraio e diventerà standard entro la fine dell'anno (e la suite pro di Google, Wokspace Essentials (opens new window), ridiventa gratuita per l'uso del singolo)

Il Ceo sintetico
Questa cosa non la sapevo: il keynote di Nvidia è stato fatto mesi fa e a distanza causa solita pandemia. La sorpresa (per me che non l'avevo seguito) è stata l'uso della computer grafica (opens new window). Infatti, la conferenza GTC di Nvidia dello scorso aprile ha visto la presentazione del suo CEO Jensen Huang fatta in computer grafica. Parte della presentazione è stata generata virtualmente come al solito in questi caso con l'aiuto dell'AI. Anche la cucina di Huang, luogo della presentazione, è stata interamente generata al computer. Nvidia ha pubblicato un video (opens new window) in cui spiega come hanno creato il keynote GTC. Ovviamente il tutto è condito con il termine "metaverso" come se non ci fosse un domani. Quelli di Nvidia (che sono brutti e cattivi e da poco hanno perso la possibilità di comprare Arm (opens new window), causa blocco degli antitrust) non vogliono passare la vita a fare solo schede grafiche ma vogliono anche scendere nell'arena delle piattaforme, integrando verticalmente dal basso (secondo me). A me tutto questo fa invece pensare che presto si potrà fare a meno di molti presentatori e imbonitori.

Npm, Github e la sicurezza
Ci sono un po' di cose da mettere in fila. Intanto, npm è un gestore di pacchetti tra i più popolari se non il più popolare per Node, cioè Javascript: npm vuol dire Node Packet Manager e node.js è il meccanismo, basato su V8 di Google, di far girare javascript fuori dal browser nel backend dei server. Ok, npm è di Github, quindi di Microsoft. Di recente è diventato un problema di sicurezza, con pacchetti fondamentali per l'uso in decine di milioni di applicazioni web che sono stati compromessi, svuotati, sabotati, violentati e chi più ne ha più ne metta. Ecco, adesso npm ha chiesto (opens new window) ai primi 100 sviluppatori scaricati dal repo di utilizzare l'autenticazione a due fattori. Anzi, per dirla meglio, i capoccioni della sicurezza di Github (opens new window) bloccano gli sviluppatori top100 che non attivino l'autenticazione 2FA per entrare nel loro repo.

Lemonadejs
Piccole cose che si fanno con il javascript: Lemonadejs (opens new window) è una micro-libreria javascript super leggera e "vanilla" che aiuta l'integrazione tra JavaScript e HTML. Supporta l'associazione a due vie e si integra in modo nativo con Jsuites (opens new window) per semplificare la creazione di interfacce. Lemonadejs può essere eseguito nel browser senza dipendenze, server o transpiling. Nel repo ci sono vari esempi disponibili.

Assembler CSS
I CSS non sono tutti uguali. Assembler.css (opens new window) può essere utilizzato per creare rapidamente prototipi e creare siti Web moderni senza la necessità di installare e mantenere software complessi. Migliora le prestazioni dei siti Web generando solo la quantità minima di CSS necessaria per ogni pagina Web. Assembler è leggero, veloce, facile da imparare e personalizzabile.

Evidently
Addestrare un sistema di intelligenza artificiale è interessante ma ha un problema: valutare il feedback delle iterazioni per capire quali far andare avanti. Evidently (opens new window) genera report interattivi per l'analisi di modelli di machine learning durante la validazione o il monitoraggio della produzione. Attualmente può produrre sei tipi di rapporti. Sono disponibili schermate ed esempi.

Textual
Questa è una cosa da usare per la creazione di app su riga di comando: Textual (opens new window) è un framework di interfaccia utente di testo per Python. È dotato di gestione eventi ricca e asincrona, widget e temi CSS. Screenshot ed esempi sono disponibili nel repository.

Linux Kernel Module Programming Guide
Dite la verità che non vedete l'ora di contribuire a un pezzetto del codice del kernel di Linux. Vi piacerebbe, eh? Ma non è così banale: serve un approccio consapevole. La Linux Kernel Module Programming Guide (opens new window) è in circolazione dal 2001. La maggior parte delle copie disponibili sul web descrivono solo i vecchi kernel 2.6.x. Questo repository (opens new window) mantiene la guida aggiornata, con esempi funzionanti per le recenti versioni 5.x. È disponibile un link al libro.


La famiglia
La famiglia ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Cambiare le batterie
Tempo addietro si parlava con degli amici delle batterie delle auto elettriche: perché non sono intercambiabili? Questo renderebbe molto più veloci i tempi di ricarica, abbasserebbe i costi e con lo standard ci sarebbero più investimenti perché più concorrenza tra i produttori. Però non succede: le auto sarebbero molto brutte. Invece, a quanto pare (opens new window) in India si sta lavorando a qualcosa del genere in India, ma per gli Ape (che là vanno alla grande (opens new window)). Che storia. E se provassimo anche con le auto normali?




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Se vuoi contribuire al futuro di Mostly Weekly, puoi pagare un piccolo contributo equivalente a un caffè alla settimana usando PayPal (opens new window)
Buona domenica!