[Mostly Weekly ~152]

Procrastinare e altre chicche


A cura di Antonio Dini
Numero 152 ~ 30 gennaio 2022

Benvenuti. Ecco a voi Mostly Weekly, la newsletter settimanale che esce quando è pronta. Anche se tutt'attorno il mondo sta cambiando a forte velocità. Si parla del lavoro, della società, del tempo libero. Negli ultimi tre anni abbiamo praticamente operato una cesura fortissima. Altro che 11 settembre. Qui siamo a "prima della pandemia, dopo la pandemia" come se parlassimo di un'epoca prima e dopo Cristo. Non è la prima volta che succede, però è sempre interessante osservare, studiare e appuntarsi come succede. A mo' di futura referenza. Se siete interessati anche voi, con questa newsletter siete nel posto giusto

Ricordo che Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni. Volete contribuire? Mandatela a un amico, iscrivetevi al canale Mostly, I Write (opens new window) ma soprattutto, considerate una donazione (formato amico o famigliare) con PayPal (opens new window).

Intanto, se siete curiosi di sapere come sarebbe fatta una Internet più onesta, sappiate che non siete gli unici a chiedervelo. Viviamo, come sempre nella storia, prigionieri di un determinismo concettuale, ingabbiati in un quadro di riferimento che ci fa pensare che questo sia l'unico mondo possibile. In realtà non è così. E allora chiediamoci, come fa Ethan Zuckerman in questo articolo per la Columbia Journalism Review pre-pandemia (opens new window), come sarebbero i social media se servissero l'interesse pubblico.

L'archivio di Mostly Weekly lo trovate qui.

Intanto, buona lettura.


I always like walking in the rain, so no one can see me crying
― Charlie Chaplin



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Editoriale

Procrastinare
A giugno dello scorso anno ho comprato un televisore volutamente senza sintonizzatore digitale (opens new window) (il decoder). L'obiettivo è non pagare il canone (opens new window), che da anni avrei potuto non pagare perché il precedente televisore era pre-decoder (lo utilizzo collegato a una Apple TV per guardare Netflix, Prime, Tv+, YouTube). Secondo vari pareri a cui ho dato fiducia (opens new window), radio e computer non qualificano per il pagamento del canone, solo la presenza di un sintonizzatore/decodificatore del segnale tv Che non ho, quindi non devo pagare. La procedura sembra semplice (a parte la cosa della "raccomandata senza busta", ma vabbè) però a giugno non l'ho seguita e adesso stavo per non farla (scadenza entro 31 gennaio). Ci ho pensato per pochi minuti per volta probabilmente un centinaio o più volte, procrastinando tutte le volte. Sono anche passato dalla Posta per chiedere cosa diavolo sia una "raccomandata senza busta". Avevo tutti gli elementi. Ho scaricato il modulo e l'ho compilato, aggiungendo nel pdf anche la carta di identità. Poi sono andato sul sito dell'agenzia delle entrate e ho cercato la dichiarazione sostitutiva (opens new window). Con lo Spid si entra in 5 secondi e non si deve mettere alcun dato personale. Ho solo selezionato il quadro A, la dichiarazione che non ho una televisione, e inviato il tutto. Tempo totale circa 3-4 minuti, perché ho anche risposto a un sms nel frattempo. Ho procrastinato per otto mesi, perdendo alcune ore e occupando una fetta del mio cervello (dandomi anche una strisciante sensazione d'ansia) per non fare una operazione che, per farla, richiede meno di 4 minuti. Questo secondo me è una lezione da imparare. Non tanto per il canone, quanto per come si vive.

(ps: il televisore è di qualità media (opens new window), ma in quattro anni si ripaga da solo)

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Buon Appetito
Buon Appetito ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Lo stipendio procedurale
Come si fa ad affrontare il tema del lavoro a distanza? Se davvero sta cambiando per sempre la nostra società grazie alla tecnologia e all'acceleratore/catalizzatore della pandemia, ci sono problemi nuovi come ad esempio il salario. Pagare un dipendente che vive a New York come uno che vive a Palermo è un gran bell'affare per chi vive in Sicilia, ma non per l'azienda. Ecco dunque il correttivo: questa azienda software, Niteo (opens new window), ha creato un "salary system", (spiegato ovviamente su GitHub (opens new window)), che gestisce la retribuzione in maniera procedurale: assegnandola per livello funzionale, esperienza e città. Compresa una tabella per calcolarlo (opens new window) basandosi sul costo della vita nelle varie città del mondo. Non importa che lo strumento sia preciso, importa che sia costante e coerente. La formula dello stipendio è: (Base * Location Factor) + (Base * Years Factor). Guardate un po' quanto vi pagherebbero da dove vivete e da dove potreste voler andare a vivere.

Indovina chi viene in ufficio stasera?
Gestire gli uffici in tempi di lavoro ibrido e pandemia è complicato. Soprattutto per chi fa lavori particolari come scrivere codice (opens new window). Ecco perché c'è chi utilizza sistemi di prenotazione tipo hoteling software (opens new window) per gestire la forza lavoro e i posti in ufficio come clienti di un albergo.

The Great Renegotiation
Forse questa storia della Great Resignation la stiamo leggendo con il solito stupore giornalistico che ha bisogno di mettere il fatto in evidenza (33 milioni di americani che hanno lasciato il loro vecchio (opens new window) lavoro dal 2021, il successo su Reddit di Anti-Work (opens new window)) ma non riesce ad andare in profondità. E se si trattasse invece di una Great Renegotiation (opens new window), se cioè stessimo assistendo non al desiderio di non lavorare più di milioni di persone, ma di lavorare con nuove condizioni e partendo da una base completamente diversa? La Grande Rinegoziazione sarebbe una conseguenza diretta dell'inflazione, che è il tema dei prossimi anni. Niente di magico, quindi, ma tutto molto logico. (Tra l'altro, l'Economist sta rivedendo la relazione robot-posti di lavoro (opens new window))

L'era delle macchine
Tempo addietro parlavo con qualcuno che fa podcast e video youtube e che lamentava che bastano pochi attimi di musica per farsi censurare automaticamente. Questo problema è diventato importante perché i sistemi automatici non sono capaci di prendere in considerazione situazioni ed aspetti complessi. Un esempio è quello di Google Drive (opens new window), che blocca i file di testo che contengono solo il numero "1" perché viola il copyright. I sistemi di controllo automatico del copyright sono molto fallibili.

Fight Club cinese, spiegato bene
Un divertente esempio di superficialità giornalistica. Premessa: le persone si informano storicamente leggendo i titoli, non gli articoli. Premessa numero due: in Italia i giornali tradizionali fanno pessimi titoli (cercano l'effetto speciale e non danno la notizia). Premessa numero tre: comunque, spesso la notizia è sbagliata anche nell'articolo. Entriamo nel vivo: qualche giorno fa è venuto fuori che in Cina è stato cambiato il finale di Fight Club, il film di David Fincher con Brad Pitt ed Edward Norton. Via le bombe e le esplosioni, dentro la vittoria del sistema. La notizia, secondo il Corriere e altri (opens new window), è che lo scrittore Chuck Palahniuk, autore del romanzo da cui è tratto il film, si è risentito per la "censura" cinese. Il che, spiega invece Il Post, non è vero (opens new window). Non solo Palahniuk non si è arrabbiato, ma ha detto che il finale della versione cinese è più simile a quello originale del libro che ha scritto lui. E che comunque si parla sempre della Cina quando censura qualcosa, ma in realtà i suoi libri sono censurati soprattutto negli Usa: «Quello che trovo davvero interessante è che i miei libri siano severamente vietati negli Stati Uniti. Il sistema carcerario del Texas si rifiuta di avere i miei libri nelle sue biblioteche. Molte scuole pubbliche e la maggior parte delle scuole private si rifiutano di avere i miei libri. Ma è un problema solo quando la Cina cambia il finale di un film?». Il paradosso riguardo il film? È che dopo che è stato girato con un finale diverso da quello del libro, le case editrici di mezzo mondo hanno ripubblicato il libro adeguando il finale al libro: «Di fatto sono circa 25 anni che ho a che fare con questo tipo di modifiche».

Dalla tempesta alla brace
Cosa rende uno tempesta una bufera di neve? Lo spiega il New York Times (opens new window), visto che tutto il New England (e un po' di più) sono sotto un'ondata di maltempo spettacolare. Un maltempo che aprirà la strada anche ad altre conseguenze (opens new window). E che tra i piccoli cambiamenti sociali che introduce sta anche modificando il ruolo e lo status del conduttore televisivo che legge il meteo, perché adesso sta diventando una figura cruciale (opens new window).


Yamato

Hikikomori (引き籠もり)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese è diventata di attualità anche in Italia durante la pandemia: hikikomori (引き籠もり oppure 引きこもり, letteralmente "stare in disparte" o "staccarsi"; dalle parole hiku, "tirare" e komoru, "chiudersi"). La parola indica una esclusione sociale volontaria e spesso molto sofferta e dolorosa. In pratica, adolescenti che si chiudono in camera e non vogliono più uscire. Siccome in Giappone il fenomeno è diventato socialmente molto rilevante (parliamo di quasi due milioni di persone, soprattutto giovani), il governo di Tokyo ha deciso di definire il fenomeno con una parola. Nominare un fenomeno è da sempre un requisito per riconoscerne l'esistenza e adesso questa parola sta circolando anche da noi. In Giappone non indica una sindrome, una malattia mentale o forme di schizofrenia o altro. Invece, è un comportamento protratto nel tempo (almeno sei mesi) di reclusione con rifiuto scolastico o lavorativo (ma se uno mantiene dei legami sociali attivi non viene considerato hikikomori).

Non si tratta di qualcosa di chiaramente definito: come per tutte le cose, la dimensione quantitativa del fenomeno è solo un aspetto. Dentro ci sono anche ragioni sociali diverse, molte delle quali antiche. È l'aspetto qualitativo. La pressione competitiva della società, ad esempio, è tremenda. Ma anche il ruolo dei generi (in Giappone le ragazze non vengono registrate come hikikomori perché devono vivere in casa sino al matrimonio, a differenza dei ragazzi) e altre cose del genere. Ma alla base c'è una dicotomia tutta giapponese che però sta diventando sempre più presente nella nostra società. È la contrapposizione fra hon'ne (本音) e tatemae (建前). I sentimenti interiori autentici (hon'ne,) da un lato e dall'altro quelli "di facciata" (tatemae), che vengono mostrati in pubblico, in società. Un hikikomori è questo: una persona che non riesce più a conciliare questa costante contraddizione e soccombe, tirandosi fuori da quella società che non riesce ad accettare e che non lo accetta. A tutto ciò si aggiunge anche una profonda dipendenza da Internet, cioè dall'accesso a contenuti infiniti e relazioni mediate, che sono caratteristici della rete, vera "arma di distrazione di massa" della nostra epoca e amplificatore degli hon'ne. In rete si trova, infatti, un mondo di engagement e contenuti fatti per solleticare la parte più privata e personale degli individui e i risultati sono devastanti.


Eventuali

Elogio del CD
Non sono io, giuro non sono io. Invece, è Rolling Stone che si è messo in mezzo e ha deciso di scrivere (opens new window) un elogio del compact disc come soluzione alla volatilità del digitale da un lato e alla fatica dei vinile dall'altro. Nel mio piccolo, io continuo ad ascoltarli.

La grammatica del cibo
Trovo che l'idea che gli accostamenti del cibo siano come una lingua, con delle regole da rispettare che derivano da costruzioni culturali, è affascinante. Questo è l'articolo (opens new window). E ricordate: niente polpette di carne negli spaghetti. Matita rossa e anche blu.

Ultra-fast Shopping
La cosa che mi affascina sempre della moda e dell'abbigliamento è la ricerca della velocità. Costa poco, usa e getta, si cambia spesso, viene cambiata ancora più spesso. È la fast-fashion. E questa azienda di cui ignoravo l'esistenza (opens new window), cioè Shein, che connette le fabbriche cinesi con la vostra cassetta delle lettere. E nel processo sta sconfiggendo Amazon. Il segreto? È il software sviluppato da Shein (originariamente si chiamava "SheInside"), che collega l'intera attività, dalla progettazione alla consegna. "Tutto ottimizzato con i big data", dicono loro.

Faraoni
Ci sono alcune scoperte che stanno continuando ad emergere da rovine scoperte di recente in Egitto. La capacità di pompare l'archeologia con immaginari come "La città dorata perduta (opens new window)" e "il mistero delle Sfingi gemelle (opens new window)" è fantastico. Strepitoso come da secoli (se non millenni) l'Antico Egitto continua a eccitare la nostra fantasia.

Il volo solitario di uno struggente scrittore
La fascinazione per il volo è antica (voglio dire: Icaro?) e capisco che nel Futurismo ci sia l'idea di automobili volanti così come nell'immaginario americano. Ma sinceramente, cos'è questa ossessione per cui tutti vogliamo volare da soli e in modo straordinariamente precario? Siamo nell'epoca della distrazione, perché vogliamo fare qualcosa di estremamente complesso, pericoloso (se caschi dal cielo muori) e multidimensionale? Non è chiaro a tutti che il nostro cervello non si è evoluto per farci volare come gli uccelli? Che i nostri organi sensoriali sono fortemente limitati per quanto riguarda gli spostamenti privi di vincoli in tre dimensioni, cioè senza il vincolo di una superficie alla quale sia attaccati? Perché Dave Eggers deve mettersi il jetpack e volare? (opens new window) (Quando guarirà (opens new window), anche Alessandro Baricco si farà un voletto?)

Il paradosso del Sole debole
Quando il Sole era meno luminoso del 30%, la Terra avrebbe dovuto essere congelata. Eppure l'acqua scorreva ovunque e la vita fioriva. La soluzione a questo paradosso (opens new window) ci fa pensare che potremmo essere in debito con quel debole Sole "debole" per l'esistenza della vita, con conseguenze critiche per la possibilità di trovarla al di fuori della Terra.

Il doppio turno
Di solito Russia e Cina, che non si amano particolarmente ma guardacaso non si "toccano" mai, si danno i turni. Un anno fa la voce grossa una, l'anno dopo l'altra. Adesso stanno facendo il coretto: Putin vuole mangiarsi di nuovo l'Ucraina (opens new window) mentre la Pechino informa Washington che Taiwan rischia di scatenare un conflitto militare con gli Usa (opens new window).


Multimedia

Dopo l'eruzione del vulcano sottomarino di Tonga, cosa abbiamo capito? Questo video (opens new window) rimette a posto un po' di concetti che si sono persi via mentre questo articolo (opens new window) dà le proporzioni.

Il 10 settembre 1982 Chuck Yeager, il pilota militare americano che per primo al mondo ha superato la barriera del suono, è andato al David Letterman Show: per gli appassionati (opens new window) di aviazione e per quelli di televisione.

La Tivoli Model One dopo vent'anni continua a essere la "mia" radio. E ad avere sempre il problemino alla sintonia che ho spiegato nel mio articolo La riparazione della Tivoli Audio Model One, che ha avuto un certo successo. Ma vale la pena anche guardare questo fantastico video di un'ora e mezzo (opens new window) che spiega tutto, ovviamente in tedesco, su come effettuare la riparazione. Tanta roba.


Tsundoku

Questa creative non-fiction scritta in seconda persona, Frozen Alive (opens new window), è un articolo del 1997 di Peter Stark e tutt'ora quello più letto del magazine Outline. Racconta come ci si sente mentre si sta morendo di ipotermia: “As Freezing Persons Recollect the Snow – First – Chill – Then Stupor – Then the Letting Go–”. Qui si spiega (opens new window) perché è il più letto dopo venti anni e qui si offre un'altra prospettiva (opens new window) sul suo successo di pubblico.

Build Your Audience (opens new window) è un libro pensato per aiutare chi lavora in proprio a capire come fare ad attirare i clienti e a creare la fiducia necessaria per farli tornare. Con un'introduzione al mondo del marketing basato sulla fiducia, il libro spiega come creare coerenza nel proprio marketing e creare il pubblico giusto senza essere invadente.

White Tears, Brown Scars (opens new window) di Ruby Hamad offre una panoramica eccellente e completa del danno che il razzismo e il sessismo messi assieme hanno causato e di come questa sovrapposizione di ingiustizie continua ancora ad avere un impatto sulla nostra società.

Four Lost Cities - A Secret History of the Urban Age (opens new window) è un libro su come le antiche civiltà prima siano riuscite a crescere in grande prosperità e poi siano crollate. "La giornalista scientifica Annalee Newitz accompagna i lettori in un'avventura nella storia della vita urbana. Indagando attraverso i secoli e in tutto il mondo, Newitz esplora l'ascesa e la caduta di quattro antiche città, ciascuna al centro di una sofisticata civiltà".


Coffee break

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Al-Khwarizmi

Il vecchio Andrew
Nello spazio di poche settimane l'iPhone ha compiuto 15 anni e Blackberry ha spento definitivamente il suo servizio di posta elettronica. Ne abbiamo scritto più o meno tutti (anche io qui iPhone (opens new window) e qui Blackberry (opens new window)). Tra le migliaia di articoli sull'argomento però c'è questo di Andrew Orlowski (opens new window), che è stato corrispondente dalla Silicon Valley e poi direttore del Register e ha segnato (almeno in lingua inglese) una stagione tra le più corrosive, ciniche e scanzonate del giornalismo tech. Si faceva leggere, andava via come un missile e remava come un toro controcorrente. Una costante fonte di ispirazione stilistica se non tematica e contenutistica. Oggi fa altro, ma ogni tanto, come una specie di Totti con la panza e le stempiature, scende in campo per una partitella per niente amichevole e incanta con qualche bomba dal limite.

Matrix
Se dovete moltiplicare delle matrici potete usare questo (opens new window).

Il browser e la nuvola
Si può scrivere codice con un iPad? In qualche modo sì (opens new window). E si può sfruttare il cloud per fare sviluppo e integrazione del codice direttamente nel browser? Certo (opens new window). E usare i WebContainers per fare andare Node.js in modo nativo nel browser? Ancora, certamente (opens new window). È un tentativo di cambiare il panorama tutto da osservare.

free html
Ci pensate? Scrivere i siti in solo html, senza nient'altro. Alcuni pensano che il futuro sia il web3, altri (opens new window) (molti meno) che sia possibile tornare alquanto indietro. Qual è il vantaggio di un sito fatto di solo html (opens new window)? Che pesa e consuma praticamente niente. Il web0, per così dire,

Altre piccole cose con Vim
Se volete buttare un occhio su alcune cose che si possono fare con Vim (ammesso che vi ci sappiate già un po' muovere) queste qui sono delle buone idee (opens new window). E qui invece qualche comando interessante per la bash (opens new window).

Cosa fa iOS/iPadOS
Un ripassino con dieci cose (opens new window) che si possono fare utilizzando tablet e smartphone di Apple. (A me piacciono quello in cui si spostano blocchi di testo da una app all'altro e quello in cui si fa il riconoscimento del testo al volo dalle fotografie).

No Chrome
Qualche motivo per cui bisogna smettere di utilizzare Chrome, il browser di Google, subito (opens new window).

Giochi di parole
Il solito gioco, questa volta chiamato Hyperwordle (opens new window), fatto con poche righe di Javascript. Poi c'è tutta la polemica sul tema (opens new window), ma lo sapete già.

Frattalità
Una immagine che contiene il programma (opens new window) che genera l'immagine che contiene il programma che...


Ancora un messaggio e arrivo
Ancora un messaggio e arrivo ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Ekalavya Effect
È un modo per spiegare qualcosa che già abbiamo capito tutto: una parabola cerca di dargli un nome più colorito. La parabola è contenuta nel Mahābhārata, uno dei due più importanti poemi epici indiani (l'altro è il Rāmāyaṇa), ed è quella di Ekalavya. Il Mahābhārata racconta la lotta tra due gruppi di cugini nella guerra di Kurukshetra e il destino dei principi Kaurava e Pāṇḍava e dei loro successori. Ekalavya è un personaggio secondario, un giovane principe che diviene un arciere abilissimo imparando da solo l'arte grazie a una grandissima disciplina e concentrazione. In particolare, dato che non riesce a conquistare gli insegnamenti del maestro Drona, costruisce una statua di creta del suo guru e la usa come costante fonte di ispirazione e saggezza. Ecco, possiamo usare questo "effetto Ekalavya" a mo' di parabola per spiegare cosa sta succedendo (opens new window) con YouTube e gli altri canali di internet. Spiegare cioè il motivo per cui alcune persone stanno imparando molto da statue di creta digitale di maestri virtuali, con grande disciplina e concentrazione. Stanno modellando una cultura diversa.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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