[Mostly Weekly ~150]

La virtù sta nel mezzo


A cura di Antonio Dini
Numero 150 ~ 16 gennaio 2022

Benvenuti.

Mostly Weekly è la newsletter che esce la domenica quando è pronta. È aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni, debiti o markette. Soprattutto, è divertente, interessante, intrigante. Sorprendente. Lunga, sì, ma leggera. E con dentro cose interessanti (l'ho già detto?) come quella recente raccolta di brevi saggi intitolata Murakami T: The T-Shirts I Love, (opens new window) scritta da Haruki Murakami per celebrare la sua raccolta di magliette. Pensa te: interessante ma leggera.

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L'archivio di Mostly Weekly lo trovate qui (opens new window).

Intanto, come al solito, buona lettura.


Se per caso cadesse il mondo, io mi sposto un po’ più in là
-- Raffaella Carrà



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Editoriale

La servetta di Tracia
Senza chiedere il permesso a nessuno Giulia Siviero sta facendo un gran lavoro mettendo nell'agenda mentale di molti, in maniera semplice, lucida, anche dolorosa, i temi delle politiche di genere. E lo fa dalle colonne del Post (opens new window), cioè non un sito verticale ma un generalista (per quanto con delle eccezioni). Se voi, mie lettrici e miei lettori, pensate che una donna che ride veramente (non nel modo in cui la società la vorrebbe condizionata) sia sguaiata, pazza, brutta, ignorante o lasciva, forse è meglio se leggete l'articolo di Giulia. E se no, leggetelo lo stesso, va, che male non vi fa. È un pozzo di cose interessanti.

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Natura morta con giglio
Natura morta con giglio ~ Foto © Antonio Dini

Importante

La grande macchina
L'università è tante cose. Dal punto di vista degli studenti, è il posto dove imparare delle cose e prendere un titolo di studi che serva alla loro vita lavorativa futura. Tuttavia, è più interessante vedere a cosa serve a chi invece ci lavora e come ci si entra. L'università, ad esempio, mantiene un'aura di superiorità per chi ci lavora. Tra fare il bancario e fare il docente universitario c'è una bella differenza, quando si chiacchiera all'aperitivo. Alcuni credono addirittura che l'università sia il modo con il quale vengono pubblicamente riconosciuti ("Lei non sa chi sono io: sono un professore universitario") e vengono pagati per esercitare la loro attività da intellettuali. E gli studenti, in questa visione, diventano un pubblico. Da noi il tutto si è ulteriormente incancrenito con un secolo e mezzo di baronato e pratiche disdicevoli. Ad esempio, non distinguiamo tra universitari che siano ricercatori, docenti e amministratori (o tra atenei a vocazione di insegnamento e atenei a vocazione di ricerca). C'è però un altro aspetto: la burocrazia e la processualizzazione delle carriere universitarie. come e più di molti settori l'università si è globalizzata. Non nel senso che da noi vengano i migliori ricercatori e docenti stranieri, no, quello non succede praticamente mai. Invece, nel senso che che abbiamo assorbito pratiche globali. I requisiti per "fare carriera" (cioè "vincere i concorsi e diventare docenti a vita con il posto fisso che non ti spostano più neanche con i trattori", come mi disse anni fa una ragazza) sono sempre più complessi in termini di punteggi, metriche, esami, pre-requisiti, scelte. In scienza politica si direbbe che c'è stato un processo di istituzionalizzazione molto forte. Che ogni tanto produce effetti secondari deliranti. Ad esempio, gli zombie paper (opens new window). Fanno apparentemente ridere, sono inutili, sono anche un problema, ma soprattutto sono un indicatore chiaro di un sistema che si sta spaccando.

Digiunare come se non ci fosse un solo domani
Parecchie persone accanto e attorno a me (c'è una differenza) hanno iniziato o portano avanti da tempo forme diverse di digiuno intermittente. Ogni giorno per qualche ora, per qualche giorno di fila, o un mix delle due. Sono affascinato da questa pratica e dalla teoria che c'è dietro (opens new window). Sono molto lontano dall'essere in forma e quindi guardo senza giudicare ma sinceramente curioso. Ho sempre pensato che l'equilibrio fosse interiore e quasi mistico, sto cominciando a credere che forse dovrei darmi da fare per rimettermi in forma. Poi leggo storie come quella (opens new window) di questo signore (opens new window), Phil Libin, che ho intervistato quando era ceo di Evernote e che all'epoca sembrava sparato con la palla di cannone e adesso, da giovane cicciotto che era sembra diventato suo padre magrolino e malato, qualche perplessità me la fa venire. Le sue idee sul business (opens new window), poi, sono come allora: sparate con la palla di cannone (opens new window) (verso un muro, probabilmente). Ma non giudico, però. No-no.


Yamato

Fukubukuro (福袋)
La parola di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese la considero una vecchia amica: l'ho trovata e usata per un mio libro di tanti anni fa e ha segnato in qualche modo l'inizio di un viaggio che ancora oggi prosegue. La parola è fukubukuro (福袋), la borsa fortunata, letteralmente "fortuna" (福, fúku) e "borsa" (袋, fukuru). La f iniziale di fukuro si trasforma in una b quando è preceduta da una vocale ed ecco a noi la parola di questa settimana, fukubukuro, che è piuttosto recente: risale all'inizio del Novecento. L'idea di fare le fukubukuro pare l'abbia avuto uno dei grandi magazzini costruiti "all'Occidentale" nel distretto di Ginza, a Tokyo, durante l'era Meiji. È il centro commerciale Matsuya (specializzato nelle vendita di kimono, cioè un centro commerciale per l'abbigliamento) fondato nel 1869 con un negozio a Ginza (1925) e uno ad Asakusa (1930). Innovativi a partire dal loro primo negozio di tre vetrine, sempre all'occidentale come impostazione, vincitore anche di numerosi premi, quelli di Matsuya ebbero tra le altre l'idea di creare i ‌fukubukuro, le borse-sorpresa, come elemento speciale durante la riapertura nel primo giorno dell'anno nuovo.

In pratica, una fukubukuro è una borsa chiusa che contiene una serie di oggetti sconosciuti al compratore: le borse hanno tutte lo stesso prezzo o livelli di prezzi simili e vengono tematizzate a seconda del tipo di negozio, di compratore o di categoria di beni: ad esempio, in un grande magazzino sono divise tra quelle per giovani e adulti, uomo o donna, casa o sport. Avevo segnalato le fukubukuro nel libro che avevo scritto nel 2007, Emozione Apple, come idea avuta da chi pianifica le attività degli Apple Store in Giappone e, per un po', anche negli Usa. La casa di Cupertino aveva provato a riempire delle borse di carta stampata a tema da regalo con oggetti grandi e piccoli che avevano un valore complessivamente superiore a quello di vendita della borsa stessa, ma chi la comprava non sapeva cosa ci fosse dentro. Sapevi che un po' ci guadagnavi ma non sapevi cosa compravi.

È ovviamente un modo spettacolare e alternativo ai saldi per svuotare il magazzino in epoca di inventario e dare via quante più cose possibile. Le borse possono essere effettivamente fortunate o sfortunate (i giapponesi dicono "sfortunate" o anche "deprimenti") e avere prezzi un po' di tutti i tipi sia a seconda del tipo di negozio e di beni, che per capire se sono una abitudine presente durante tutto l'anno oppure se sono una iniziativa durante le feste paragonabile ai nostri saldi. Solitamente infatti questi fukubukuro venivano creati per l'inizio del nuovo anno che coincideva con la prima apertura del negozio: code infinite che girano attorno al palazzo per riuscire a entrare per primi e acchiappare le fukubukuro prima che si esauriscano. Le borse fortunate hanno oggetti di valore maggiore del prezzo della borsa stessa, mentre quelle "deprimenti" hanno sostanzialmente gli avanzi e altre cose inutili.

La radice più antica del concetto di borsa fortunata, però, è legata a un'altra idea. Non tanto dal punto di vista del cliente quanto da quello del negoziante. La tradizione giapponese infatti vuole che non si inizi il nuovo anno con delle cose dell'anno precedente che non si vogliono più. E l'eccesso di magazzino è sicuramente una di queste. Così, in un afflato degno di Marie Kondo che incontra Warren Buffett, queste borse servono sia a svuotare il retrobottega che a fare buoni affari (un po' come i nostri saldi) con un tipo di divertimento differente da quello di chi va a caccia di cose a basso costo. E soprattutto, non impattano sul resto del catalogo perché, non so se l'avete mai notato, ma quando ci sono i saldi alcune cose scompaiono e non c'è verso di trovarle sino alla fine dei saldi. Infine, le fukubukuru sono delle borse ben fatte, impacchettate bene, usando tipi di carta e di nastro scelti con cura, ognuno dei quali con un suo nome e un suo significato. Ma il tema della carta in Giappone, lasciatemelo dire, è tutto un altro capitolo del nostro dizionario tematico.


Eventuali

Il vaccino dell'eterna giovinezza
Adesso, penso che questa cosa del vaccino giapponese che fa fuori le cellule sterili (le "cellule zombie") sia tutta da vedere, capire e verificare. Ma se fosse vero che c'è un vaccino che impedisce di invecchiare e addirittura ti fa ringiovanire (opens new window), sarei curioso di sapere che posizione assumerebbero i no-vax al riguardo.

Il morbo e la canna
In una trama allucinata come L'inferno a rovescio (opens new window) adesso emergono dettagli che neanche Stephen King aggiungerebbe alla quarta revisione della bozza del Grande Romanzo Totale-Globale (quella in cui si inseriscono le guarnizioni per complessificare e arricchire la storia). Ad esempio: la cannabis a quanto pare previene il covid (opens new window) e potrebbe essere un'ottima cura (opens new window). Ecco, l'ho scritto. Mah.

Profezie, Provvidenza e Palladium
Da qualche parte credo di aver letto che il maccartismo e in generale l'attitudine capitalista e anti-socialista/anti-anarchica degli Stati Uniti non sia altro che figlia del bisogno di sopravvivenza di un sistema politico che potrebbe essere travolto in qualsiasi momento dagli eccessi di qualsiasi altro sistema di pensiero. Me lo ha fatto pensare questo saggio per Palladium (opens new window), che è scritto come un romanzo di Steinbeck e tuttavia diventa poco più di un giornaletto politico di quelli che ti si infilano su per le scale del condominio per rivogarti (tipo Lotta Comunista) e poi torna ad essere una visione lirica della donna, dell'uomo, della vita. Strano. Indubitabilmente se le briglie di una ideologia guidata dalla mano invisibile dell'egoismo di molti non tenessero saldo il morso, la bestia si rivolterebbe e disarcionerebbe i suoi cavalieri neri. Forse o forse no. Certo che la tensione negli Usa dev'essere quasi intenibile, con tutte queste forze centrifughe e centripete di generazioni, culture ed etnie così diverse.

La ricerca nell'era della riproducibilità scientifica
Si fa un'ipotesi, si fa l'esperimento, si raccolgono i dati, si verifica se funziona o no. Lo chiamano metodo scientifico ma secondo alcuni sta per andare in pensione perché i big data e il machine learning stanno facendo tutto da soli, senza bisogno di formalizzazioni o di attività di ricerca esplicite. Stiamo entrando nell'era della scienza senza teorie (opens new window).

Alfa Beta Charlie
Da dove nasce l'alfabeto latino? Da dove veniamo? Come l'abbiamo fatto? L'articolo non è un granché ma il grafico vale lo sforzo (opens new window).

Il genio italico
Un certo Filippo Bernardini, italiano di 29 anni residente a Londra, ha truffato (opens new window) alcuni tra i più famosi scrittori o attori del mondo per accaparrarsi i loro manoscritti, fingendo più di 160 false identità nel mondo dell'editoria. Una specie di Leopoldo Fregoli digitale incrociato con Alighiero Noschese della rete. Personaggio da esportazione, sicuramente.

Non-più-perma-frost
La Siberia è famosa per tanti motivi (tra cui essere l'inferno dei prigionieri politici e non, inviati nei Gulag) ma la ragione alla base della sua importanza ci sfugge ancora. È il permafrost, che si sta sciogliendo e che non è possibile riformare in alcun modo. Il permafrost contiene di tutto: microbi, mammut, il doppio del carbonio presente nell'atmosfera del nostro pianeta. Cosa succederà? La risposta non è una buona notizia (opens new window).


Multimedia

La notizia del ritorno del CD è fortemente esagerata
Non so come altro scriverlo. Il CD non sta tornando (per adesso). Cioè, più correttamente, durante la pandemia nel 2020 le vendite erano crollate un po' troppo e nel 2021 c'è stata più gente a giro che ne ha comprati un po' di più, ma meno che nel 2019. Comunque, strano, e interessante perché mette (almeno per gli Usa (opens new window)) in fila un paio di numeri. Per la prima volta in 17 anni, dice Billboard (opens new window), la vendita di CD ha il segno positivo (+1,1%) con il totale di 40,59 milioni di pezzi. Anche il vinile sta passando un momento particolare: il 2020 ha fatto da stop, i prezzi sono alti e pare che molti artisti adesso lo snobbino (opens new window) ma a Natale c'è stato lo stesso il picco di vendite con 2.11 milioni di pezzi (opens new window) mentre è ritornato dopo che nel 2020 il covid gli aveva dato quella mazzata enorme di cui sopra. Tanto che anche per lui il 2021 è stato l'anno della vendetta, ma sul serio, come si vede già dai dati per i primi sei mesi (opens new window): +94%, e poi il dato finale che contiene lo storico sorpasso vinile-cd (opens new window): 41,7 milioni del vinile contro i 40,59 milioni di CD (sempre negli Usa).

Qualche giorno fa per caso mi è venuta voglia di riascoltare Tell Laura I Love Her (opens new window), la canzone del 1960 cantata da Ray Peterson (opens new window). La ragione principale era che la sentivo da bambino ma non capivo il testo in inglese. Invece, adesso che sono "cresciuto", la seguo senza problemi. Storia tragica e un po' maschilista, ma la sorpresa, guardando in giro, è che esiste una versione "risposta" fatta da donne che dimostrano di poter bilanciare i ruoli di genere: Marilyn Michaels, Skeeter Davis e Laura Lee, nel caso specifico. Ho scoperto anche che le "answer songs", le canzoni-risposta, sono un genere (opens new window) antico, amico del blues, e che quelli a tema "la donna risponde a quello che cantava l'uomo" degli anni 50-60 è forse la parte più gustosa. Ho trovato un paio di raccolte di canzoni-risposta degli anni Sessanta, ed è tanta roba: Here's The Anwser (opens new window) di Skeeter Davis (opens new window), per esempio, oppure le varie raccolte che si trovano in giro (opens new window). Certo, bisogna conoscere l'originale e capire anche che erano state fatte per motivi prettamente commerciali e a volte sembrano quasi delle parodie. Però sono divertenti: "Hey, quel tizio se ne deve andare", dice lui. "Hey, quel tizio invece rimane", risponde lei.

Sapete che alla fine Raffaella Carrà, scomparsa il 5 luglio dello scorso anno, è stato uno dei personaggi più importanti della showbusiness europeo? Fondamentale in Italia e in Spagna, l’ha celebrata anche il Guardian (opens new window), e vale la pena riscoprirla con due canzoni. Una minore ma stupenda: Vi dirò la verità (opens new window) (Canzonissima 1971) e l’altra molto più famosa e determinante: Tanti auguri (opens new window) (quella chitarrina funky e quel basso birichino!). Senza contare ovviamente A far l’amore comincia tu (opens new window), che tra l’altro ha un videoclip ancora oggi spettacolare. C'è più di un filo che unisce ad esempio i Måneskin con la Carrà.

Ogni tanto vale la pena rinfrescare le idee: David Gilmour che si diverte a fare una versione di Echoes tutta acustica (opens new window) vale la pena. (Il video è del 2009) Qui se volete rifarvi l'occhio anzi l'orecchio, il concerto del 2002 al The Meltdown (opens new window). La fase matura ma "minore" e meno celebrata di Gilmour, fatta soprattutto dal vivo, è semplicemente straordinaria. E, come dice uno dei commentatori, "When David first takes over the vocal in "Comfortably Numb" it is like the world is right again."

Risentivo una canzone, Her Mercy, cantata da Glen Hansard: questa versione (opens new window) e poi questa versione (opens new window) spettacolare in cui Hansard fa il suonatore di strada a Noto. Quest'uomo è un mito che sconfina nella leggenda, io ve lo dico (e grazie Nick). Per apprezzare meglio il musicista, un concerto del 2016 con il suo gruppo The Frames (opens new window).

Non è esattamente un segreto di stato che il talento chitarristico di Tosin Abasi vada ben oltre il meticoloso prog-metal tecnico per il quale è conosciuto. Tuttavia, questo video di dieci anni fa di Abasi (con l'aiuto di Matthew Hemerlein) che suona il suo arrangiamento di Paranoid Android dei Radiohead (opens new window) con una chitarra classica è qualcosa da vedere. E il video ahimè si ferma sul più bello!

È proprio vero: è un momento straordinario per essere vivi. E magari amare anche un po’ la scienza. Vedi questo canale (opens new window) con 1,1 milioni di iscritti che mostra paper di ricerca in due minuti o poco più. Favoloso.

Il problema dei senzacasa a Oakland è decisamente fuori controllo: 50mila e forse in un anno di pandemia sono raddoppiati. Un film dell’orrore (opens new window). Alcune immagini sono veramente impressionanti.

Impazziti per le crypto. Questo video era stato tolto da Internet e adesso ricompare su una delle piattaforme video p2p di ultima generazione (se guardate il video diventate un nodo temporaneo anche voi). Impressionante (opens new window): sembra un incrocio tra il primo Jurassic Park e un cartone per bambini.

È inverno, c'è la neve, i treni viaggiano più o meno in orario. Rilassatevi guardando un mix delle tre cose: aspettare il treno d'inverno con la neve (opens new window). Grande slow-motion!

Un altro giro in treno, questa volta in Europa. Anzi, con Trenitalia: Paris to Milan with Frecciarossa in EXECUTIVE class! (opens new window). Buon giro.


Tsundoku

Ok, lo so: la lista si ferma al 2019 e copre il decennio degli anni Dieci, con i migliori libri secondo il Paste Magazine. Sono un po' in ritardo, insomma. Ma è la cosa meno grave. La parte peggiore è che della lista di quaranta titoli (opens new window) non ne conosco quasi nessuno. Si contrappone alla lista dei libri (opens new window) che ci cambieranno la vita nel 2022 (mah!)

Questo libro si chiama Viral (opens new window), l'hanno scritto Alina Chan e Matt Ridley con lo scopo di spiegare quali sono le origini del covid. La cosa come sapete non è che sia chiarissima ma ci sono molte più sfumature e problemi di quanto la semplice dicotomia "casualità-complotto", oppure "natura-laboratorio" non mettano in evidenza. È un libro ottimista, perché era ottimista il significato di quello che ha fatto anche Richard Feynman quando ha scritto la sua "appendice personale (opens new window)" sull'affidabilità dello Space Shuttle all'indagine sull'esplosione del Challenger. l'atto stesso di scrivere un libro del genere riflette l'idea che siamo ancora autorizzati a porre delle domande; che una o due persone armate di nient'altro che idee e logica possono andare oltre quello che dicono i governi, i giornali e le organizzazioni internazionali; che non viviamo ancora in un mondo post-verità. Il contenuto del libro, invece, è intimamente pessimista. Mamma mia; nero come la notte.

La fusione nucleare ha senso? C'è chi pensa sia pericolosa, c'è chi pensa sia il futuro. La valutazione dovrebbe essere basata su principi etici, scientifici e socio-economici a un tempo. Questo libro, The Future of Fusion Energy (opens new window) pende alla parte della fusione tralasciando molti degli aspetti rilevanti (molta fisica spiegata meno, molta meno etica e socio-economia).

La prima storia (opens new window) che ha come protagonista Holden Caufield, cioè il Giovane Holden (opens new window) (titolo originale ‌The Catcher in the Rye) di J.D. Salinger si può leggere qui (opens new window).


Coffee break

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Altri posti

Millennial house
Anni fa ero a Stoccolma a vedere un complesso di appartamenti sviluppato per essere ecosostenibile ma anche capace di resistere a un clima che sta cambiando: gli ingegneri mi spiegavano che oramai progettano sulla base delle aspettative climatiche a trecento anni, non per oggi. Mi è tornato in mente leggendo questa storia (opens new window) di un progetto di casa che deve durare mille anni.

Tokyo
Tra i molti posti dove sono stato e che sono nella mia shortlist di posti dove vorrei tornare presto (seguo una filosofia di iterazione delle visite, se possibile e se interessante) Tokyo è in cima alla lista. La città rientra addirittura nella lista molto più ristretta dei posti dove mi piacerebbe vivere per un periodo. Ecco, salta fuori che la più grande città al mondo è anche una delle più piacevoli dove vivere (opens new window). Tra gli aspetti della cultura giapponese che mi piacciono di più, c'è la carta (opens new window).

The Paris Review
Un po' di anni fa due fotografi fecero una gita all'interno della redazione newyorkese della Paris Review. Questo è l'articolo (opens new window) (bello) che ne è venuto fuori.


Al-Khwarizmi

Closed Again Source
Un altro giorno, un altro progetto opensource che si fa notare a causa di problemi di finanziamento. Questa volta lo sviluppatore ha deciso di prendere un'altra strada: invece di mandare sabotare (opens new window) tutte le app collegate alle sue librerie, ha deciso di mettere tutto a pagamento (opens new window). Sostenere finanziariamente FLOSS sembra un problema complesso da risolvere. Le aziende sfruttano il lavoro di piccoli sviluppatori appassionati, ma questo dà molta latitudine e rende anche molto più fragile l'intero sistema (opens new window) (forse però c'è un problema (opens new window) su come funziona e come vengono usati Npm e Javascript).

Second Brain
Questa vicenda del "second brain", sul quale torno regolarmente (così come con gli articoli relativi a come si prendono appunti (opens new window), wiki, archiviazione informazioni, app (opens new window), ancora app (opens new window), sempre più app (opens new window), metodi di ricerca della conoscenza) lo trovo affascinante. Anche e soprattutto per il suo sguazzare sull'aspetto degli strumenti (opens new window) più che della sostanza. Va anche detto che poi quando trovi quello che si impalla su una app (opens new window) e poi parla di metodo (opens new window) per apprendere o cose simili ti fa un tutorial di quindicimila parole (opens new window) o due ore di video che non se ne esce vivi. E soprattutto, molte delle cose che segnalo poi me le dimentico bellamente e probabilmente le segnalo di nuovo. Comunque, meglio abbondare che scarseggiare. Ecco qui un tizio (opens new window) che ha usato Evernote, Todoist e Google Calendar (nel 2022!) per fare il suo Second Brain casereccio, un altro che usa filtri anti-Twitter e la sua "moderata dipendenza" per difendersi (opens new window) e lavorare di più (genio), uno che invece usa GitLab come strumento per la conoscenza (opens new window) senza limiti e senza prezzo (nel senso che non si paga niente) e uno che la tocca piano con lo ZettelKasten (opens new window) (Cos'è la SchedaScatola? Davvero? (opens new window))

Le leggi degli hacker
Una serie di norme, teorie, leggi, principi, modelli, strutture e via dicendo che gli sviluppatori possono, in teoria (ma neanche troppa), trovare utili. Tutte in questo repo (opens new window).

L'alba dell'informatica: il cursore lampeggiante
Vivere all'alba di una nuova disciplina o tecnologia offre interessanti possibilità. Ad esempio, essere il pioniere che per primo crea qualcosa che poi diventa comune per decine di milioni di persone. Questo qualcosa è il cursore lampeggiante ("blinking cursor") che, racconta Inverse (opens new window), è stato "inventato" da Charles Kiesling Sr. (opens new window), autore di vari brevetti e innovazioni nella sua carriera di quasi quarant'anni (dal 1955 al 1993) per Sperry Rand, diventata poi Sperry Univac e infine Unisys. L'articolo di Inverse spiega però anche molte altre cose, incluso il senso della composizione tipografica manuale, meccanica e digitale. Invece, Kiesling è stato l'ideatore di varie altre innovazioni, compresi alcuni meccanismi di networking che predatano quelli utilizzati dagli standard attuali.

Palm e Handspring
L'iPhone prima dell'iPhone: è un vero e proprio documentario che dura anche parecchio (30 minuti), quello creato da The Verge, e vale la pena guardarlo secondo me perché racconta la storia di Palm-Handspring, di un piccolo gruppo di persone che hanno rivoluzionato il mondo della tecnologia mobile e gettato le basi per quello che oggi è iPhone e tutti gli Android. Springboard (opens new window) è veramente da vedere.

Golem AI
Il golem (opens new window) è un essere animato fatto di materia informe creata dall'uomo, un oggetto del folklore ebraico. Soprattutto, è un bersaglio mobile: può essere ebreo o non ebreo, amico o nemico, uomo o donna, vittima o carnefice. Come metafora è cangiante, ha rappresentato nel tempo cose molto diverse. Forse sarebbe l'ora di definire le AI (opens new window) e soprattutto i modelli linguistici (opens new window) per quello che veramente sono: dei golem. (Peraltro, c'è già chi con questa metafora ci ha fatto un'azienda (opens new window), e chi ritiene che il golem o Frankenstein (!) fossero la prima intelligenza artificiale (opens new window)).

Sacro e profano
Mescolare il terminale con Sublime Text (opens new window) e Sublime Merge (opens new window) (che non sapevo esistesse: fico!), perché no? Anzi, proviamo (opens new window).

La variabile personale
Questa storia è gustosa (opens new window): un programmatore decisamente fuori di testa che chiama le variabili e i metodi del codice che scrive con i nomi delle sue ex. Per ottenere effetti tipo: "Michelle qui parla a Nancy di Francine e poi Ingrid guarda nella borsa di Francine per trovare Stacy". Cioè descrive un metodo (Michelle) che chiama un altro metodo (Nancy) passando da un array (Francine). Nancy itera attraverso l'array (usando Ingrid), per trovare una entry specifica (Stacy)". Ah, il programmatore poi l'hanno licenziato, ma solo perché scriveva brutto codice.

A tutto lampone
A quanto pare la pandemia fa bene ad alcuni settori. Uno in particolare, quello dei microcomputer hobbisti su scheda "nuda" come il Raspberry Pi, a quanto pare ci va a nozze. Anzi, diciamoci la verità: a quelli del Raspberry Pi va proprio bene con la pandemia. Ecco perché (opens new window). (Sono le nicchie dove l'open hardware funziona)

La fine di un'epoca per la posta
Sempre più persone che gestivano il proprio server di posta (che è una cosa che si può fare) stanno smettendo: chiudono la macchina fisica o virtuale dove gestivano l'installazione del server di posta e passano a sistemi cloud di terze parti. Questa è un'altra storia del genere (opens new window). Ma da queste parti lo ha appena fatto anche un mio amico. La ragione è sostanzialmente la complessità e la burocrazia tecnologica che rendono fortemente impratico gestire un server di posta: cioè diventa un lavoro a tempo pieno. Chi lo fa, oggi lo fa per motivi artigianali e non più di praticità.

Wikimeditazioni
Su Wikipedia ci sono tante parole che si portano dietro concetti, storie, situazioni. Sono incappato di recente in queste: Turboencabulator (opens new window), che praticamente è la supercazzola fatta in inglese da un neolaureato britannico in ingegneria. È una cosa da ingegneri ma divertente. Invece, il Survivorship bias (opens new window) fa parte delle cose che, siccome la maggior parte di noi non ha studiato statistica (o, se lo ha fatto, non ci ha capito una pera e mezzo), passano in cavalleria ma sono in realtà molto importanti per rendersi conto di quanto la nostra società sia corrotta, contorta e manipolante oltre che manipolata. Più o meno.

Vim-signify
Se usate Vim e Git, potreste aver sentito parlare di un plugin che si chiama git-gutter (opens new window). Questo plugin permette di fare un git diff nel gutter (nella sign column) cioè a lato dello spazio principale. Inoltre, fa lo staging o annulla gli hunk e gli hunk parziali (per Git un hunk è un pezzo/blocco cambiato). Anche se questo plugin è molto popolare, ci sono delle alternative. Una di queste, molto simile a git-gutter ma più veloce, è vim-signify (opens new window) che mostra le differenze "ma con stile". A proposito di stile e soprattutto di differenze, qui un breve tutorial avanzato di Jovica (opens new window) per fare diff.

Interfacce future
Questo Productivity future vision (opens new window) è un video di scenario relativo a Microsoft Office fatto nel 2012. Interessante pensare a quanto si concentri sui nuovi tipi di schermi, piuttosto che su ciò che il software stia effettivamente facendo. Questo riflette anche alcune delle principali preoccupazioni sulla realtà virtuale e sul "metaverso". Inoltre, sostiene che il futuro della produttività sia fare più viaggi di lavoro. Bah.


Le famiglie degli altri
Le famiglie degli altri ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Avere figli
I millennials hanno messo su famiglia e stanno avendo figli: la cosa sta creando problemi e rifiuti importanti (opens new window). Rifiuti della realtà, ad esempio. È uno di quei casi in cui "non c'è un'app per questo". Se interessa, c'è anche questo articolo su come smettere di urlare ai propri figli (opens new window) che può tornare utile. In realtà, il dibattito sul fare figli o no ha una profondità diversa (opens new window) che non semplicemente la dimensione dell'egoismo di due pseudo-adulti che non possono più guardare le serie dopocena perché il pupo piange: natalismo e antinatalismo si inseguono da millenni (opens new window), tocca profondamente questioni legate ad esempio all'idea stessa di maternità (opens new window) e apre la strada ad altre considerazioni. Ad esempio, rimette in pista il nostro rapporto con gli animali: sono dei surrogati affettivi validi, hanno una dignità "umana", è giusto spendere le nostre energie affettive e materiali per far star bene un cane o un gatto? Su questo ha parlato indirettamente anche il Papa, che è stato decisamente criticato. Il ragionamento di Francesco è partito dall'idea di paternità, dal fatto che non basta mettere al mondo un figlio per essere padri o madri, genitori si diventa. E che assumersi la responsabilità della vita di qualcun altro è importante e bello. Dice poi il Santo Padre nell'udienza dello scorso 5 gennaio (opens new window):

Penso in modo particolare a tutti coloro che si aprono ad accogliere la vita attraverso la via dell’adozione, che è un atteggiamento così generoso e bello. Giuseppe ci mostra che questo tipo di legame non è secondario, non è un ripiego. Questo tipo di scelta è tra le forme più alte di amore e di paternità e maternità. Quanti bambini nel mondo aspettano che qualcuno si prenda cura di loro! E quanti coniugi desiderano essere padri e madri ma non riescono per motivi biologici; o, pur avendo già dei figli, vogliono condividere l’affetto familiare con chi ne è rimasto privo. Non bisogna avere paura di scegliere la via dell’adozione, di assumere il “rischio” dell’accoglienza. E oggi, anche, con l’orfanezza, c’è un certo egoismo. L’altro giorno, parlavo sull’inverno demografico che c’è oggi: la gente non vuole avere figli, o soltanto uno e niente di più. E tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti … Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli. Sì, fa ridere, capisco, ma è la realtà. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci sminuisce, ci toglie umanità. E così la civiltà diviene più vecchia e senza umanità, perché si perde la ricchezza della paternità e della maternità. E soffre la Patria, che non ha figli e – come diceva uno un po’ umoristicamente – “e adesso chi pagherà le tasse per la mia pensione, che non ci sono figli? Chi si farà carico di me?”: rideva, ma è la verità.

Pensateci un attimo. Perché adottare un gattino quando ci sono bambine e bambini che sono privi di affetto familiare? Cosa cerca chi vuole la bestiola? Chi fa felice? ("Fa felice se stesso" è la definizione della parola "egoismo").




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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