[Mostly Weekly ~146]

La fine del mondo e quelli che verranno dopo di noi


A cura di Antonio Dini
Numero 146 ~ 19 dicembre 2021

Bentornati!

Prima di cominciare, una curiosità.

Mostly Weekly è aperta a tutti, senza pubblicità o affiliazioni ma c'è una eccezione questa volta! Andate a vedere al Coffee break più giù e troverete il primo referral nella storia della newsletter: il servizio di backup via cloud BackBlaze (opens new window). Mostly Weekly resta comunque libera, perché ci sono soprattutto i vostri contributi a farla volare. Minimalisti ma essenziali. A proposito: dopo Santa Lucia adesso si avvicina Babbo Natale, e non vi dico altro se non che il mio PayPal è questo (opens new window).

Intanto, buona lettura.


Usually I compose only with great difficulty and endless rewriting
— J.R.R. Tolkien



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Editoriale

The End Is Nigh
Un nuovo straordinario studio condotto da un dirigente di una delle più grandi società di contabilità del mondo ha scoperto che un famoso avvertimento (opens new window) (Tipo: "The End Is Nigh") lanciato dal MIT mezzo secolo fa giusto giusto, nel 1972, sul rischio di crollo della civiltà industriale, sembra essere parecchio accurato anche sulla base di nuovi dati empirici. La controversa analisi del MIT nel tempo aveva generato un acceso dibattito ed è stata ampiamente derisa dagli esperti che però hanno un po' travisato i suoi risultati e metodi. Adesso è l'ora della rivincita: l'analisi ha ricevuto una fenomenale conferma da uno studio scritto da un senior director del gigante dei servizi professionali KPMG, una delle società di contabilità "Big Four" del settore. E se gli attuari pensano che uno studio sul crollo della civiltà possa essere affidabile, c'è da star sicuri che non ci resta altro che preoccuparci sul serio.

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Neve e treni
Neve e treni ~ Foto © Antonio Dini

Importante

Galeotto fu'l welfare e chi lo diede
Negli Usa c'è una polemica piuttosto forte legata all'interpretazione dell'ondata di persone senza lavoro che sembra non vogliano più lavorare. L'accusa principale è lo statalismo e l'assistenzialismo, cioè gli assegni di disoccupazione e redditi di cittadinanza vari. A guardare bene, però, le cose non stanno così (opens new window). La realtà è più complicata ed entrano in gioco fattori diversi (la fine del mondo (opens new window) è uno, per dire). Negli Usa però il motivo della mancanza di lavoratori è soprattutto da imputare soprattutto ai prepensionamenti, molto spesso messi in piedi come effetto secondario della pandemia (aziende che tagliano i costi e preferiscono fare gli scivoli per i lavoratori in età da poter essere prepensionati). Stiamo parlando di alcuni milioni di persone che vogliono e stanno cambiando stile di vita (opens new window). Questo a cascata sta facendo sorgere domande piuttosto interessanti sulle conseguenze di questa fase di reset generazionale (opens new window) alla quale a mio avviso sembra praticamente nessuno guardi e di cui praticamente nessuno sembra tener conto mentre si firmano gli assegni dei vari incentivi e piani di rilancio e digitalizzazione. Quando si comincerà a parlarne anche da noi? Tirare fuori due numeri e fare due analisi? Forse solo nei libri di storia, tra mezzo secolo. Chissà. Comunque, ne avete sentito parlare per la prima volta qui su Mostly Weekly, ricordatelo.

No gas, no party
È una cosa buffa. Negli Usa, a New York City, vogliono vietare l'installazione degli impianti a gas nei nuovi edifici (opens new window). Avete presente: il metano ti dà una mano, energia blu, etc. Perché? Semplice: ridurre l’uso del gas, che è un combustibile fossile, è un modo per diminuire le emissioni e quindi contrastare il cambiamento climatico, oltre che per migliorare la qualità dell’aria in città. Strano che quando si parla di rinnovabili da noi nessuno menzioni il gas per uso domestico e riscaldamento, vero? Secondo me sarà quello che succede da noi tra 10 anni (se i russi la smettono di pagare i nostri politici per venderci il gas).

TikTok (e gli altri social) fanno male. Sul serio
Continuo a sostenere che tutti 'sti social e 'sto spippolare online bene non fa. Sarà che sono invecchiato, non lo so, ma non va bene. Seriamente. Adesso si sta scoprendo che molti adolescenti sviluppano comportamenti simili a tic (opens new window) dopo aver visto parecchi video di TikTok. Sono studi che evidenziano qualcosa che la maggior parte di noi non considera sulla salute mentale: le epidemie di malessere mentale possono essere sociali.

Mamma, ho perso la realtà
Un innovatore nei primi sistemi AR ha fatto una previsione terribile (opens new window): il metaverso potrebbe cambiare il tessuto della realtà così come la conosciamo. Louis Rosenberg, un informatico e sviluppatore del primo sistema AR funzionale presso l'Air Force Research Laboratory, ha scritto un editoriale su Big Think (opens new window) che parla del famigerato metaverso: quel mondo in cui si mescolano VR e AR in maniera immersiva attualmente sviluppato da "The Company Formerly Known As Facebook". Quel Metaverso di Meta potrebbe creare quella che sembra una distopia cyberpunk nella vita reale. E poi non dite che non ve l'avevano detto.

Le Gift Card
Ci sono cose che forse non sapete sulle gift card. Molte cose. Tipo (opens new window) il loro modello di business e il marketing che c'è dietro. E molto altro. Negli Usa sono una cosa ancora più aggressiva che da noi, ma presto cambieranno le cose anche nel Bel Paese.

Scommettere sul razionale
Come Elon Musk decise che Tesla doveva andare nella direzione dell'elettrico perché l'ambiente sarebbe stato un tema e le batterie tradizionali sarebbero migliorate e costate meno, così Amazon ha scommesso sulla logistica integrata, ritenendo che un giro di affari sufficientemente elevato permetta di spendere miliardi per aggiungere strati della pila e quindi incrementare di un paio di punti percentuali la marginalità multimiliardaria. Questa è la storia di come Amazon lo sta facendo (opens new window).

Dieci anni fa
Dieci anni fa moriva il dittatore coreano Kim Jong Il, figlio dell'eroe e dittatore anch'esso Kim Il Sung. Prendeva il posto del figlio il nipote, l'attuale dittatore Kim Jong Un. Educato in Europa, sembrava potesse iniziare un cammino di apertura della Corea del Nord, invece è riuscito in quello che né il padre né il nonno erano riusciti: dotarla di un arsenale nucleare e chiuderla ancora di più. Dieci anni fa è morto anche un giornalista e commentatore straordinario, Christopher Hitchens, che conosceva bene la Corea del Nord: qui un grande reportage (opens new window) e qui un racconto del rapporto tra Hitchens e la Corea (opens new window).


Yamato

Kintsukuroi (金繕い,)
Mi perdonerete se questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese la parola che scelgo è scontata e la tratto un po' velocemente: kintsukuroi (金繕い, "riparazione dorata"). Ne sappiamo molto se non addirittura moltissimo anche in Italia perché è diventata una parola di moda. È una tecnica di riparazione della ceramica che evidenzia le fratture e le salda con una laccatura in oro. Una mia amica ceramista e restauratrice francese, che utilizza tecniche completamente diverse (chirurgiche, direi) miranti a far scomparire il lavoro del restauratore e cancellare sostanzialmente quella che è percepita come una ferita o un danno, cioè la frattura, ne è affascinata in maniera più profonda di quanto non siamo probabilmente voi tre lettori e io.

Il senso di queste riparazioni, come accade spesso nelle attività giapponesi e nel simbolismo che vi viene ricondotto, è simile alla cultura del wabi-sabi (侘寂), l'estetica dell'imperfezione, incompletezza e impermanenza. Cioè della natura, anche se il rapporto che il Giappone ha con la natura è tutt'altro che casuale e passa attraverso un lungo processo di addomesticamento e riorganizzazione filtrato da una estetica e da una filosofia molto determinate nel produrre determinati risultati. Il giardino zen classico di tipo kare-sansui ("panorama secco"), prendete ad esempio quello di Ryōan-ji nel tempio di Shinjitai (竜安寺) di Kyoto, costruito durante il periodo Higashiyama, è casuale nella sua disposizione ma assolutamente deliberato e innaturale, simbolico, direi anche ortogonale rispetto alla "natura" vera e propria. I boschi e le pianure "selvagge" in Giappone sono quanto più possibili curate, i fiori disposti casualmente nei vasi (l'ikebana, 生け花, 活け花, "la disposizione dei fiori per renderli vivi") vengono preparati a lungo in modo che siano predisposti, tutt'altro che selvatici. È la posa che assumono ad essere morbidamente casuale, non il soggetto in quanto tale.

Sottolineare le fratture, evidenziare le giunture, laccare in oro (materiale simbolicamente prezioso) quel che dovrebbe essere nascosto sino a scomparire, vuol dire imbracciare una imperfezione simbolica ed evidenziarne il valore estetico, cioè etico. Riparare, abbracciare la frattura, trasformare il rammendo in un ornamento, riducendo al tempo stesso consumi e sprechi (non si butta via il vecchio, non si compra il nuovo che in realtà non serve) è il buonsenso che, con il dovuto rispetto, non va molto più in là. Non ci sono significati "profondi" (anche perché confondiamo la mancanza di dottrine tipiche del buddismo zen in forme di esoterismo nostrano) se non la filosofia delle nostre nonne che, in regime di scarsità (e il Giappone è stato a lungo un Paese molto povero, proprio come l'Italia), fanno di necessità virtù e riparano, riparano, riparano. Ma lo fanno con garbo e gusto, arricchendo i rammendi (o in questo caso le saldature) con disegni, toppe colorate, piccoli giochi che rendono "gradevole" il lavoro fatto. La laccatura in oro (o fatta con resina) rende tutto questo più esplicito e quasi sfacciato, ma assolutamente coerente con la filosofia delle nonne. Riparare, riusare, non ricomprare.


Eventuali

Il nostro uomo nel Dark Web
Per più di un anno quello che sembrava un membro piuttosto attivo di una comunità che commerciava in documenti e dispositivi interni di Apple ottenuti illegalmente era in realtà un informatore per l'azienda (opens new window). Su Twitter e nei canali Discord per la comunità "nascosta" di Apple che scambia informazioni trapelate e prototipi rubati, il doppiogiochista ha pubblicizzato refurtiva digitale in vendita: app "rubate", manuali e dispositivi trafugati, piani marketing svelati. Ma, all'insaputa degli altri membri della comunità, ha anche condiviso con Apple le informazioni personali di quelli che hanno venduto prototipi di iPhone rubati dalla Cina, dipendenti Apple che hanno fatto trapelare informazioni online, giornalisti che avevano rapporti con divulgatori e venditori e alla fine tutto ciò che pensava che l'azienda avrebbe trovato interessante e da approfondire. John Le Carré del XXI secolo.

Il riposo del genio
Ok, in realtà sembrerebbe essere una cosa piuttosto strana ma che ha margini per funzionare. In pratica: Salvador Dalì e Thomas Edison (tra gli altri) usavano strane tecniche per fare pisolini in modo tale che, quando si stavano addormentando, si risvegliassero al fine di stimolare la loro creatività. La spiegazione sta nel fatto che (opens new window) c'è una fase molto breve del sonno, tra quando si scivola giù e quando si è immersi (cioè lo stato di transizione tra la veglia e il sonno vero e proprio), che crea delle specie di allucinazioni o sogni ad occhi aperti. È il sonno ipnagogico (opens new window) che in effetti se colto offre la possibilità di ricordare associazioni e interi costrutti onirici. Questo tipo di creatività involontaria non è ristretta solo alle arti, ma tocca anche la scienza e le altre attività umane. Insomma, può essere utile a molti.

Il buco nero in fondo alla galassia
Rispetti ai vecchi tempi in cui la fantascienza (soprattutto italiana) era prevalentemente escapista, e un laureato in ingegneria o un fisico prestato alla letteratura sembravano geni assoluti del realismo tecnologico (la "fantascienza hard"), oggi c'è molta più competenza scientifica e poi ci sono i centri di ricerca stessi che, per raccattare un po' di pubblicità, si mettono a giocare con temi da premio Hugo. Ad esempio, i ricercatori (opens new window) guidati da Tiger Yu-Yang Hsiao, un astronomo della National Tsing Hua University di Taiwan, hanno formulato una nuova teoria strana ma geniale per aiutare la ricerca di intelligenza extraterrestre: cercare segni di sfere di Dyson, un tipo di ipotetica megastruttura aliena, intorno ai buchi neri. Se ci pensate un attimo (e se sapete cos'è in realtà un buco nero) torna tutto.

Il futuro della Terra è nel passato di Venere
Un inferno. È la parola più appropriata per descrivere la superficie di Venere, il secondo pianeta dal Sole. A più di 480 gradi centigradi, Venere è il pianeta più caldo del sistema solare. Questo grazie anche a un'atmosfera quasi interamente composta da anidride carbonica. Nuvole fatte di acido solforico altamente corrosivo si stendono su un paesaggio vulcanico di colate laviche che spaccano il terreno. La cosa più tremenda è che la pressione sulla superficie di Venere è circa 92 volte la pressione al livello del mare sulla Terra. Tuttavia, alcuni scienziati sospettano (opens new window) che Venere fosse una volta molto simile alla Terra, con un oceano di acqua liquida come quelli che supportano la vita sul nostro pianeta. Quindi, cosa è successo? Scoprirlo ci potrebbe rivelare il futuro della Terra: da paradiso a inferno. Proprio come Venere.

Il mondo è sempre più blu
Il mondo non riesce mai ad essere d'accordo su nulla, quindi non dovrebbe sorprendere che anche il formato musicale di più alta qualità sia molto discusso. Molti audiofili vi diranno che (opens new window), per la qualità del suono, niente batte il "vinile". Sono puristi quando si tratta di questioni musicali e non ce la fanno proprio a seguire le varie versioni digitali dell'audio. Ma la realtà empirica è che l'audio digitale senza perdita di dati (opens new window) (cioè lossless) è più conveniente, semplice da ascoltare e alla fine suona in una maniera incredibile. E poi, se provate a comprarvi un piatto Bluetooth, alla fine che senso ha? (opens new window).

Tacit knowledge
Sono affascinato da alcuni temi della didattica da un punto di vista operativo. Il rapporto tra teoria e pratica, lezione frontale e verifica, è stato messo più volte in discussione da un approccio costruttivista che mette prima la pratica e poi ne fa desumere la teoria che la governa. Ma anche questo approccio (opens new window) sulla tacit knowledge che anticipa la deliberate practice (per rispettare le categorie che non hanno un equivalente non ambiguo in italiano) è intrigante.


Multimedia

Sta arrivando un Matrix nuovo. I filmoni di fantascienza avevano effetti speciali che sembravano videogiochi e i videogiochi una grafica che sembrano filmoni. Il rapporto tra Unreal Engine 5 e Matrix Awakens (opens new window) è notevole.

Blackie è la chitarra preferita di David Gilmour, il chitarrista dei Pink Floyd. Che ne ha avute varie (opens new window), ma a questa a quanto pare è particolarmente legato. La storia viene raccontata in questo mini-documentario (opens new window). È un musicista, quello è il suo strumento preferito, e direi che ci sta. Invece, quello che lascia perplesso me e non cessa mai di stupirmi è il livello di feticismo delle persone. Comunque, quel che conta nel caso della musica per fortuna è altro: suonare. Come in questo concerto del 2002 (opens new window).

Quanti e quali libri? Dimmi che libri accumuli e ti dirò chi sei. E cose del genere (opens new window): "In generale, quando non li accumulo personalmente, sono sempre interessato alle raccolte di libri degli altri. Quanti libri, quali, come li mettono, come li mettono? Così, in un pomeriggio di pioggia, ho iniziato a frugare tra le raccolte di libri di personaggi famosi, per vedere quali erano accumulatori (reali o virtuali) di libri. Alcuni dei risultati mi hanno sorpreso, anche se ammettevo di conoscere già Karl Lagerfeld".

Avete presente Johnny Cash (opens new window)? È un personaggio molto americano sul quale parecchie cose vengono date per scontate. Come la sua appartenenza politica bipartisan. Eppure, non è così (opens new window).

Qui c'è un altro (opens new window) che prova a usare l'iPad Pro 12,9 più tastiera Apple come strumento per la programmazione dalla A alla Z. Il problema, come per quelli (opens new window) che provano a usarlo al posto del computer tradizionale (opens new window), è che sbagliano cercando di rifare esattamente le stesse cose (opens new window). Invece, serve fantasia e flessibilità (opens new window).

Se pensate agli Usa negli anni Cinquanta, pensate alla Beat Generation (opens new window) (che ascoltava jazz, all'epoca trasgressivo). Negli anni Sessanta, all'estate dell'amore (opens new window). E se pensate agli Usa di oggi? Beh, c'è un movimento che vuole portare l'idea del nomade digitale (opens new window) a un altro livello, con la vita da van (opens new window) (in camper, sostanzialmente) persi nella grande bellezza naturale degli Usa. È la fine di un mondo?


Tsundoku

La quarta di copertina: "Giovane e divorziata, Koko vive sola in un modesto appartamento a Tokyo. Gli incontri con altri uomini non danno mai origine a una relazione. La figlia adolescente preferisce vivere con la zia, più agiata e socialmente affermata. La solitudine e l'incertezza sembrano inevitabili fino a quando una gravidanza inaspettata apre una nuova prospettiva nella sua vita". Rubo poi a Giulia Pompili, e alla sua Katane, il cosa del libro che sto leggendo: "C'è un tema che torna spessissimo nella letteratura giapponese - ma diciamo pure in quella di gran parte dei paesi industrializzati dell'Asia orientale, con una cultura e una tradizione diverse dalle nostre, che abbiamo un lungo retaggio cristiano-cattolico sull'argomento. E quindi ecco i giapponesi alle prese con il mistero della maternità e dell'essere donna. Safarà Editore ha da poco ripubblicato Il Figlio della fortuna (opens new window) di Yūko Tsushima, una delle più grandi scrittrici giapponesi della metà del Novecento. Il suo romanzo è il ritratto di una donna di trentasei anni che decide di vivere come vuole, con i suoi dubbi e le sue inquietudini, pur vivendo immersa in una famiglia (e in una società) dove il giudizio vuol dire anche discriminazione. Questo libro è un piccolo gioiello, anche perché tradotto da Maria Teresa Orsi, che è una delle più grandi yamatologhe italiane. Il Giappone di ieri (il romanzo è stato pubblicato nel 1978) è ancora il Giappone di oggi".


Coffee break

REFERRAL!!! BackBlaze (merita davvero!)
Come avrete notato nel mio canale Telegram (opens new window) e nella mia newsletter non ci sono link con referral. C'è una sola cosa però che raccomando da sempre, mettendoci la faccia: il backup cloud fatto con BackBlaze (opens new window). È il backup che uso sul mio computer portatile da anni, ovviamente pagandomelo di tasca mia, e ve lo segnalo adesso, tra Natale che arriva e la fine dell'anno che seguirà tra poco (è il momento ideale per occuparsi di queste cose, no?) perché c'è una promozione notevole: tre anziché uno! BackBlaze è un servizio a pagamento ma con il mio referral (opens new window) di solito avete un mese di prova gratuito e poi, se vi abbonate, uno anche io. Adesso e fino a gennaio, invece, se vi abbonate oltre al primo vi danno altri due mesi gratuiti (e così per me). Cioè usate il backup gratuitamente per tre mesi. Pensateci anche se andate a fare un viaggio con il portatile: il backup nel cloud crittato e senza limiti è la vostra assicurazione che non succeda niente. La mia e vostra pace mentale. BackBlaze è ottimo, si possono anche tirare giù singoli documenti (c'è pure la app, autenticazione a due fattori, se volete anche lo storico dei documenti cancellati per un anno ma costa un paio di dollari in più). Insomma, BackBlaze per me è vivamente consigliato! Mi piace l'azienda, mi piace il servizio, mi piace quello che offre e come funziona. Ripeto, ci metto la faccia.

Oppure PayPal come al solito
Altrimenti... Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo offrendomi un caffè alla settimana su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).


Al-Khwarizmi

L'elefante in mezzo alla stanza
C'è una vulnerabilità in una utility scritta in Java per fare logging sui server chiamata Log4j2 (opens new window) che ha colpito server di aziende grandi e piccole. Il rischio è molto alto (chi sfrutta la vulnerabilità può sostanzialmente entrare dentro il sistema e fare quel che vuole) ma il vero nodo sta da un'altra parte (opens new window). I manutentori di Log4j2 sono tre appassionati di open source che lo fanno nel loro tempo libero, praticamente senza essere pagati. Chi sta cercando di correggere la vulnerabilità, che sta causando milioni di dollari di danni, lavorando più velocemente che può dice: "Lavoro su Log4j nel mio tempo libero, ho sempre sognato di lavorare sull'open source a tempo pieno". Ma non è così. E questo è un problema. Se ne era occupato anche xkcd con una storica vignetta (opens new window). Non c'è solo un rischio enorme, ma anche una valutazione etica: l'utilità di avere tecnologie aperte e condivise (che comunque vengono sempre più controllate e influenzate (opens new window) nelle loro decisioni strategiche) somiglia a una specie di Matrix in cui le big corporation sfruttano l'energia e l'intelligenza di milioni (beh, diciamo un centinaio di migliaia) di persone connesse in modo compulsivo alla rete, che scrivono codice appena possono anche quando l'economia è in piena recessione (opens new window) e quindi le aziende non investono praticamente in niente. È un bene? L'alternativa (tecnologie proprietarie estremamente frammentate e potenzialmente insicure) sarebbe migliore? No probabilmente, ma il problema resta. Perché lavorare per anni a un hobby (come altro definire la passione per scrivere codice che non è il tuo lavoro) rendendo ancora più ricche aziende già estremamente ricche? Mistero.

Tornare a Ruby
Node.js e in generale il Javascript stanno accumulando un'inerzia spaventosa. Ci vorranno decenni per uscire da questo contenitore concettuale e da queste metodiche di programmazione. Adesso pare che il vantaggio sia soprattutto proprio questo: inerzia. Lo dimostrano articoli come questi con gente che ha provato a fare diversamente, magari "tornando" al vecchio Ruby on Rails (opens new window), e riscoprendo la comodità. L'idea sarebbe semplificare.

No js
Un po’ di articoli su cose che si possono fare con il css o su quali scegliere (opens new window), oppure come usarli (opens new window), qualche [https://ishadeed.com/article/defensive-css/](trucco interessante) e cose del genere. L’idea di fondo è che forse in molti casi si potrebbe fare a meno di Javascript.

Ping, ping, ping
Voi lo mettete sotto, dopo aver cliccato sulle app che vi servono, e sentirete il flusso di notifiche (che potete regolare) dando la sensazione a tutti gli altri di essere molto impegnati. Ecco il Busy Simulator (opens new window).

Mu
Non avevo familiarità con il concetto di "computing stack". In pratica, è tutto quello che si trova al di sopra dell'hardware. E che può essere sintetizzato e sostituito con Mu (opens new window), un computing stack minimalista e praticamente senza dipendenze pensato per essere usato da un utente locale e basta.

Altri OS
Parlando di sistemi operativi e stack, sapete che fanno ancora varianti e varianti di abbozzi di sistemi operativi per Commodore 64? Come questo C64 OS (opens new window). Dovete avere un Commodore 64 e un modo per fargli "vedere" il sistema operativo. È tutto nel sito (opens new window).

Oh no, I did it again
Volete imparare a usare Vim veloce veloce? Ho trovato per caso Vim.is (opens new window) che promette di fare miracoli e continuo a pensare: non era meglio il tutorial di Vim stesso (opens new window), cioè vimtutor (opens new window) (che è buono (opens new window))? Poi, come per la chitarra, mi sono detto che alla fine bisogna fare tanto esercizio e quindi, ogni occasione è buona. Vale persino questo (opens new window).


Pro-Vax
Pro-Vax ~ Foto © Antonio Dini

Una modesta proposta

Unlocking the commons
Qualche giorno fa ho incontrato questo breve saggio, intitolato Unlocking the commons (opens new window) e scritto quasi tre anni fa da Tim Carmody. Il concetto alla base, che condivido appieno, è l'idea che esistano fonti di informazione (come Mostly Weekly) che vivono grazie al supporto di alcuni dei loro lettori. I quali lettori insistono non solo per pagare quello che vogliono, ma lo fanno pur sapendo che la newsletter è comunque gratuita e aperta a tutti. Anzi, lo fanno esattamente per questo: per fare in modo che la newsletter continui ad essere gratuita e aperta a tutti. Altro che abbonamenti, anteprime, benefit speciali, vip room per i paganti, etc. Non è fantastico? La mia modesta, indecente proposta: pagatemi! Datemi i vostri soldi.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati. C'è una sola eccezione, però: questo mese c'è BackBlaze (opens new window) che è il servizio di backup via cloud che mi sento di raccomandarvi e che mi pago da anni; nessun accordo commerciale nascosto a parte il referral



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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