[Mostly Weekly ~114]

‌La fine dietro l'angolo?


A cura di Antonio Dini
Numero 114 ~ 9 maggio 2021

Buona domenica! E benvenuti: se è la prima volta vuol dire che state per scoprire Mostly Weekly, la mia newsletter settimanale, quella che esce quando è pronta. Evviva! Oppure bentornati, e grazie ancora per esservi abbonati: se la state leggendo da tempo vuol dire che per voi non finisce nello spam! Meno male. Casomai cliccate su "messaggio sicuro" o quello che vi dice il vostro client per dare una chance anche agli altri di leggerla. Se poi avete contribuito al sostentamento di Mostly Weekly, ve ne sono ancora più grato.

Questa domenica c'è un po' meno roba perché ho avuto una settimana bestiale, ma se preferite vi dico che sto lavorando sul format, alleggerendo i temi e approfondendo le fonti etc etc. Fate voi.

Spero che questo numero vi piaccia: buona lettura



80 percent of success is just showing up
—Woody Allen



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Scelte postmoderne
Qui ci sono (opens new window) dei risultati di ricerca interessanti sul successo come dipendenza e sul perché inseguirlo non ci renderà più felici. “Sfortunatamente, il successo è come Sisifo (per mescolare i miei miti greci). L'obiettivo non può essere soddisfatto; la maggior parte delle persone non si sente mai "abbastanza di successo". Lo sballo dura solo uno o due giorni e poi arriva il traguardo successivo. Gli psicologi chiamano questo "il tapis roulant edonico", in cui la soddisfazione svanisce quasi immediatamente e dobbiamo correre alla ricompensa successiva per evitare la sensazione di restare indietro. Questo è il motivo per cui così tanti studi dimostrano che le persone di successo sono quasi invariabilmente gelose delle persone che hanno successo".

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Rilassarsi a casa
Rilassarsi a casa ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

La questione mondiale dei vaccini per tutti
Scrive @jmijincha:

Bill Gates che difende la proprietà intellettuale quando decine di migliaia stanno morendo a livello globale mentre noi sediamo sui brevetti dei vaccini è esattamente ciò che accadrà se ci affidiamo alla tecnologia per risolvere la crisi climatica.

Nel numero di Mostly Weekly della scorsa settimana ho parlato molto della questione dei brevetti sui vaccini, riprendendo l'idea di Cory Doctorow che vada fatta una produzione da farmaco generico per salvare miliardi di persone nei Paesi poveri che non possono permettersi i vaccini attuali. Il danno per le case farmaceutiche sarebbe limitato e in ogni caso dovuto visto che la ricerca fatta sui vaccini è stata pagata in via eccezionale con una tonnellata di fondi pubblici. Ho scoperto con piacere che condivido la stessa posizione di Mario Draghi (opens new window):

Il presidente del Consiglio Mario Draghi durante la cena di lavoro con gli altri leader europei tenutasi dopo il ‘Social summit’ ad Oporto si è soffermato, secondo quanto si apprende, sulla disponibilità degli Stati Uniti di sospendere la proprietà intellettuale sui vaccini per aiutare i paesi poveri nella lotta al Covid. “Siamo di fronte a un evento unico: milioni di persone che non sono in condizione di acquistare i vaccini stanno morendo”, la premessa. “Le case farmaceutiche hanno ricevuto finanziamenti enormi dai governi e a questo punto ci sarebbe quasi da aspettarsi che ne restituissero almeno una parte a chi ha bisogno", la tesi del presidente del Consiglio.

"Persone che conoscono bene la materia mi dicono che una misura temporanea e ben congegnata non rappresenterebbe un disincentivo per l'industria farmaceutica”, ha aggiunto. “Ci sono tuttavia due ulteriori problemi che dovranno essere affrontati affinché la proposta si possa considerare realistica: la sicurezza della produzione e l'incredibile complessità del processo produttivo. Come europei – l’osservazione del premier - non possiamo ignorare questo problema. Sappiamo che le risorse finanziarie non sono e non saranno mai sufficienti. Ma il grido risuona”, ha concluso Draghi

Il dibattito sta andando avanti (opens new window) con posizioni diverse e il risultato è tutt'altro che scontato.

Dopo la pandemia
La tesi che non ci sarà un vero ritorno alla normalità ma che i segni esteriori della pandemia ci accompagneranno per molto tempo, come stratificazioni storiche nelle grandi città, mi affascina. Come infatti scrive Dan Hui:

La città di New York sta cominciando a tornare in vita grazie a tassi di vaccinazione sempre più alti. La pandemia ha avuto un impatto su molte delle cose che mi interessano di più: città, edifici e sistemi logistici. In qualità di architetto progettista per formazione, sono rimasto colpito dalla rapidità con cui gli edifici si sono adattati: è spuntata un'industria di massa per progettare, costruire e produrre divisori temporanei in plexiglass, adesivi da pavimenti per distanziamento sociale e padiglioni per pranzi all'aperto. Ora che la normalità sembra all'orizzonte, mi chiedo quanta inerzia avranno questi interventi. Quando sarà il momento, le aziende toglieranno queste misure temporanee da pandemia con la stessa urgenza con cui sono state costruite? Oppure cammineremo tranquillamente sugli adesivi "stare qui" a una distanza di 6 piedi l'uno dall'altro per sempre? I nostri sistemi logistici tendono a concentrarsi sulla fornitura efficiente di nuovi prodotti, piuttosto che sullo smontaggio e la rimozione dell'obsoleto. Sospetto che i ricordi fisici del 2020 rimarranno con noi per molto tempo.

L'idea di un ufficio più grande
Come sarà tornare a lavorare (per chi torna e non resta a casa per sempre, intendo) non lo sappiamo. Però alcune aziende ci stanno lavorando. Google ad esempio sta cercando di capire (opens new window) che aspetto ha un ufficio ibrido. Una tesi che stiamo cominciando a sentire piuttosto spesso è che se le persone torneranno in ufficio solo pochi giorni alla settimana, ma tutte negli stessi giorni e trascorreranno più tempo a collaborare tutti assieme in presenza. Questo comporta che potrebbe effettivamente esserci bisogno di più spazio, non meno.

E dopo?
È probabile che si farà anche festa, alla fine della pandemia. Molta festa (opens new window).

Finita la pandemia, qualcuno ci porti via
Nessuna conversazione banale, solo vibrazioni, "vibes". Questa è l'idea con la nuova funzionalità di Tinder (opens new window), Vibes, che è un modo per testare la compatibilità e scoprire se una persona incontrata sul social per andare fino in fondo è sulla vostra lunghezza d'onda. L'app di appuntamenti ha annunciato Vibes, descrivendolo come "un evento in-app che offre ai membri un nuovo modo di esprimere le proprie opinioni su tutto, dal fatto che sia normale indossare calzini a letto a ciò che sta accadendo nella cultura pop". Vibes chiede di rispondere a una serie di domande su un numero qualsiasi di argomenti come la cultura pop, i tratti della personalità per vedere se, beh, c'è la possibilità di andare oltre lo small talk. Parecchio oltre. (Ma c'è qualcuno che su Tinder ha trovato l'amore della sua vita o lo usano solo per gli "one night stand"?)


Yamatologica

Shinrin-yoku (森林ーよく)
Per il nostro dizionario settimanale tematico di giapponese, questa volta una parola che è un concetto e una filosofia: lo shinrin-yoku (森林ーよく), cioè letteralmente "bagno nella foresta". È una forma di naturoterapia e consiste nell'andare nella più vicina foresta o bosco e sdraiarsi a pancia in su con gli occhi chiusi per dieci minuti. Fa molto bene, dicono. Secondo me anche solo il fatto di andarsene dalla città per qualche ora. Noi lo chiamavamo "fare la stellina", in quella che sembra un'altra vita. Se siete allergici ma non volete perderlo, con tutto quello che ahimè ne può conseguire, consiglio di attrezzarvi con degli antistaminici.


Variologica ed eventualogica

Il sogno antico del Dragone Rosso
Il Nikkei (opens new window) racconta una storia apparentemente nuova: è la storia del tentativo della Cina di controllare il segmento della tecnologia più ad alto valore e (per loro) elusivo: la produzione di chip come processori e schede video. Yangtze Memory, YMTC, è campione nazionale cinese di produzione di chip: nato nel 2016 oggi vorrebbe eliminare i fornitori americani dell'azienda: "I componenti utilizzati per produrre chip per i computer di fascia alta è praticamente un monopolio globale americano", scrive il Nikkei. Alcuni anni fa, una quindicina per la precisione, mi sono occupato della seconda ondata di produzione di tecnologie "made in China" dopo i primi elaboratori elettronici degli anni Settanta. Sul mio sito ho recentemente messo online un frammento di quel racconto con due articoli intitolati Il Dragone Rosso parte prima e parte seconda. Non è cambiato moltissimo, da allora, se non che abbiamo una visione meno provinciale della Cina.

Una faticaccia boia
Fare una newsletter tutte le settimane è un lavoro tedioso e ripetitivo. Si fa fatica e chiede tempo. La fatica è qualcosa che provo regolarmente nel mio lavoro: qualsiasi cosa valga la pena di solito comporta un'enorme quantità di lavoro banale e noioso che non fa parte delle "storie di successo" che continuiamo a raccontarci o delle loro rappresentazioni cinematografiche; mi riferisco a quelle sequenze di montaggio con musica incalzante in cui i protagonisti fanno rapidamente le cose ripetitive e faticose, tipo l'allenamento di Rocky, per intendersi: dura un minuto e mezzo solo perché sotto c'è la canzone Eye of the Tiger, ma trasforma completamente. Su YouTube lo fanno con i video accelerati, ma la sostanza non cambia: la fatica noiosa viene sempre nascosta o messa in scena in maniera falsificante. Concordo quindi con questo articolo (opens new window): “Spesso le persone che si avvicinano per la prima volta al settore tecnologico mi chiedono i segreti del successo. Non ce ne sono molti, in realtà, ma questo segreto - essere disposti a fare qualcosa di così terribilmente noioso da sembrare magico - funziona anche nella tecnologia".

La storia vera di TikTok
Di solito considero Forbes una mezza porcheria che campa sopra un marchio sempre più logorato dalle fake news e dalle approssimazioni giornalistiche. In questo caso è interessante vedere cosa sono stati in grado di raccogliere. Un ex dipendente di TikTok (opens new window) racconta i momenti in cui un manager chiedeva ai suoi collaboratori diretti di mettersi in fila contro un muro, come se si trovassero di fronte a "plotone di esecuzione". Lì, i manager venivano "ridotti totalmente a brandelli di fronte a tutti i colleghi per quello che avevano fatto di sbagliato". ("Se è successo, era inappropriato", dice un portavoce di TikTok.) «Ogni volta che qualcuno mi chiede: "Cosa ti è successo a TikTok?", rispondo: "Avrei bisogno di un'intera notte e un paio di drink per raccontare tutto”», ha detti a Forbes l'ex dipendente.

Le 100 sitcom migliori di sempre
Dalle storie di famiglia ai luoghi di ritrovo di band di disadattati, dalle classiche commedie romantiche ai mockumentary sul posto di lavoro, dalle commedie rabbiose alle vetrine degli antieroi e alcuni spettacoli che sfidano qualunque definizione. Queste sono le cento serie (opens new window) (ovviamente americane) che ci hanno fatto ridere, pensare, occasionalmente piangere e ridere tutto da capo, secondo Rolling Stone Usa.

Fake cooking
La maggior parte delle persone odia visitare i siti web di ricette, inclusi molti degli autori stessi che le pubblicano. È un'interessante sottoinsieme della pubblicazione di contenuti online che è totalmente posseduta dalla pubblicità algoritmica (opens new window) dipendente dalla SEO. “Il classico scherzo del settore è che un food blogger potrebbe confessare pubblicamente di aver commesso omicidio e non essere scoperto perché nessuno legge i suoi post. Ogni giorno questa battuta diventa un po' più vera. Ma a chi importa della storia della vostra vita? Ai lettori devoti, certamente; ogni blog di cucina ha follower che si preoccupano davvero della vita di chi scrive, dei suoi bambini e dei suoi musical preferiti. Ma non è questo il motivo per cui ci sono le storie di vita. Sono lì perché il seo, Pinterest e gli inserzionisti lo richiedono. Sono una decisione aziendale, chiara e semplice, proprio come praticamente qualsiasi altra cosa su un blog di cucina". È puro marketing dove non c'è più verità, solo click baiting.

Megalia e pollo fritto alla coreana
In Corea del sud è in corso una polemica mediatica stranissima ma che, a ben guardare, è solo una versione culturalmente connotata della cancel culture. La polemica ha colpito la marca più famosa di pollo fritto, la Kyochon. Il motivo (opens new window) è una sua pubblicità in cui una donna tiene in mano una coscia di pollo fritta, e per farlo fa un gesto con le dita che ricorda quello delle femministe radicali coreane. Le Megalia usavano il gesto di pollice e indice che si avvicinano per manifestare il loro odio per gli uomini. La pubblicità ha portato al boicottaggio al pollo fritto da parte soprattutto degli uomini.

Buon vicinato tattico
Potreste aver sentito parlare della "Fifteen-Minute City", ma a Stoccolma un progetto sta facendo un ulteriore passo avanti: la One-Minute City (opens new window) offre modi partecipativi e tattici per i cittadini che vogliono interagire con il loro vicinato.

Più veloci della luce col baccello
Virgin Hyperloop sta sviluppando la sua tecnologia (opens new window) in un sito nel deserto appena a nord di Las Vegas. I suoi pod per passeggeri viaggiano fino a 1.200 chilometri all'ora attraverso tunnel sotto vuoto usando la levitazione magnetica. Il sistema è in grado di reagire alla turbolenza e annullarla. Ogni pod può ospitare 28 passeggeri e può essere personalizzato per trasportare altri carichi su distanze lunghe e brevi. Le prime operazioni commerciali inizieranno già nel 2027 in India in Arabia Saudita.


Multimediologica

La risposta che mancava
Non è molto multimediale, lo so, però questa settimana non ho praticamente altro. Come sapete mi sono iscritto a Clubhouse all'inizio e subito cancellato, dopo aver visto cos'era in realtà (in breve: non mi piace (opens new window)). Per poter girare inviti a terzi ho dato l'accesso a tutta la mia rubrica e loro se la sono caricata sui loro server. Durante la cancellazione ho chiesto, con questa lettera (opens new window), l'eliminazione dei miei dati dai miei server e da quelli di terze parti. Qualche mese dopo, ecco la risposta di Clubhouse (che come vedete glissa sull'uso dei dati da parte delle terze parti):

Caro Antonio, In risposta alla tua richiesta, possiamo confermare che le tue informazioni personali verranno eliminate definitivamente dai nostri sistemi attivi entro le prossime due settimane. Manterremo i dati sui backup fino a quando i backup non verranno eliminati nel normale sistema di rotazione, e una registrazione di questa richiesta. Conserviamo alcune informazioni che, sebbene non possano da sole essere associate a un individuo, ci consentirebbero di applicare le nostre Linee guida della community (ad esempio, se un utente sospeso cerca di tornare sulla piattaforma) e di rispettare gli obblighi legali. Cordiali saluti, Clubhouse Team

Intanto, i dati contenuti nella mia rubrica (nomi, numeri di telefono, email, date di nascita, professioni, indirizzi) chissà dove sono finiti.

Live now
Mentre scrivo la newsletter (in ritardo, ahimè) sto ascoltando una raccolta intitolata Kansas City Jazz (opens new window).

Fuori da un'altra finestra
Casa mia è per fortuna silenziosa (vicini permettendo) perché non si sente il traffico di Milano e ogni tanto spunta un uccellino in giardino. Però se vi serve il rumore di un altro traffico, potete sempre ascoltare queste dieci ore di rumori ambientali di New York City (opens new window). Così, per avere un'altra città in casa.

Noise noise noise
La guida definitiva alla storia della musica techno (opens new window).

Candele
Dove finisce la candela quando brucia? Risponde Randall Munroe sul NYTimes (opens new window). È multimediale perché ci sono i suoi disegni, xkcd.


Tsundokulogica

Your Computer Is on Fire
Il tuo computer è in fiamme, cioè la fine del tecno-utopismo. Una nuova raccolta di saggi (opens new window) che “interrogano come le nostre infrastrutture umane e computazionali si sovrappongono, mostrando perché le tecnologie che centralizzano il potere tendono ad indebolire la democrazia”. Questo libro affronta molte delle questioni che ricorrono su Mostly Weekly. "Dopo decenni di autocompiacimento da narrazioni di utopismo tecnologico e neutralità, le persone si stanno risvegliando per quanto riguarda le conseguenze su larga scala della tecnofilia guidata dalla Silicon Valley".

Essentialism
Essenzialismo vuol dire fare le cose giuste, meglio. Bisogna essere diffidenti nei confronti degli approcci minimalisti dogmatici o dell'adorazione della produttività a tutti i costi. L'idea alla base di questa difesa (opens new window) dell'essenzialismo sembra tuttavia allettante: "La via dell'essenzialista non consiste nel fare di più in meno tempo. Non si tratta neanche di fare di meno. Si tratta di fare solo le cose giuste. Si tratta di sfidare il presupposto fondamentale di "possiamo avere tutto" e "devo fare tutto" e sostituirlo con la ricerca della "cosa giusta, nel modo giusto, al momento giusto". Si tratta di riprendere il controllo delle nostre scelte su dove spendere il nostro tempo e le nostre energie invece di dare agli altri il permesso implicito di scegliere per noi". Dopotutto, come dicevano Orazio e Ovidio due millenni fa, la virtù (e la verità) stanno nel mezzo. Un concetto presente anche nel buddismo (la Via di Mezzo nel Nobile Ottuplice Sentiero, che consiste nel coltivare la virtù, la serenità meditativa e la saggezza). In occidente il primo a parlarne di cui si abbia una buona traccia è stato Aristotele nell'Etica Nicomachea con il meno noto ma altrettanto importante "μέσον τε καὶ ἄριστον", cioè "il mezzo è la cosa migliore". Forse, alla fine, il libro di Greg McKeown merita una lettura.


Algoritmologica

Censura
Facebook ha istantaneamente censurato una pubblicità Instagram fatta da Signal (quelli dell'app per la messaggistica sicura) che pescava i dati raccolti come inserzionista e li esponeva all'utente: "ti profilo perché sei un istruttore di pilates che vive a La Jola e legge blog sull'adozione e pensi all'adozione LGBTQ". Cose così. Ora, la censura della pubblicità è grave di per se, ma la velocità con cui è stata fatta (opens new window), da parte di un'azienda che ha fatto passare le peggiori schifezze neonaziste e sessiste perché "c'è troppa roba e non riusciamo a vedere tutto", è veramente scandalosa.

Censuratori
Questo tipo lavora nel mercato degli ads. E dice che va bene (opens new window), anche se poi dà metà dello stipendio in beneficienza. Qualcuno lo avverta che gli è cascata la coda di paglia.

Slidev
C'è una certa vivacità nel settore delle diapositive o lucidi (le "slide" in inglese) stile PowerPoint e Keynote fatte però in markdown. A parte una sorpresa di cui si parlerà più avanti, c'è Slidev (opens new window) che crea diapositive di presentazione per gli sviluppatori. È basato su markdown, tematico, interattivo, veloce e personalizzabile. Slidev ha la modalità registrazione incorporata e la possibilità di esportare in pdf, png oppure può essere messo online.

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

I satelliti deepfake e Tom Cruise
Quando un TikTok di Tom Cruise che fa delle magie è diventato virale, all'inizio di quest'anno, le persone hanno subito scoperto che la vera magia era che i video non erano in realtà di Tom Cruise (opens new window). Erano deepfake - cioè di un imitatore che indossava una maschera per il viso digitale a forma di Tom Cruise, generata in tempo reale dall'intelligenza artificiale. Comprensibilmente, gli esperti di sicurezza (opens new window) hanno messo in guardia sui pericoli della tecnologia deepfake che cade nelle mani sbagliate. Ora anche i geografi (opens new window) sono preoccupati.

Hackerare la lavapiatti
Bob Rewinder è una lavapiatti particolare: piccola e compatta, funziona con cassette precaricate. Che però costano molto care. Questo utente ha fatto un hacking da manuale (opens new window).

Ripulire dai tracker
Un add on per Firefox e Chrome che permette di tagliare via i tracker dalle url dei siti (opens new window).

Eureka
Julia Evans ha messo tutti i suoi webcomics online (opens new window). È la cosa più utile per studiare con leggerezza Unix e Linux.

Bootstrap 5
È arrivato Bootstrap 5 (opens new window). Dopo tre alfa, tre beta e vari mesi di lavoro, adesso è stabile. Andate e fate siti web come se non ci fosse un domani.



Indovina chi viene a cena
Indovina chi viene a cena ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

Vecchi saggi
Come dice Henry David Thoreau, la maggior parte dei lussi e molti dei cosiddetti comfort della vita non solo non sono indispensabili, ma impediscono attivamente l'elevazione dell'umanità.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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