[Mostly Weekly ~113]

Un blu pacifico


A cura di Antonio Dini
Numero 113 ~ 2 maggio 2021

Buona domenica! E benvenuti: se è la prima volta vuol dire che state per scoprire Mostly Weekly, la mia newsletter settimanale, quella che esce quando è pronta. Evviva! Oppure bentornati, e grazie ancora per esservi abbonati. Se poi avete contribuito al sostentamento di questa newsletter, ve ne sono ancora più grato, e così dovrebbero essere tutti quelli a cui interessa e che anche grazie a voi possono leggerla senza un paywall. Anche questa domenica ci sono molte cose diverse, se scorrete fate attenzione che la newsletter è lunga e alcuni client la tagliano: forse alla fine dovete cliccare per leggerla tutta

Spero che questo numero vi piaccia, alla fine c'è anche qualche sorpresa. Intanto, buona lettura


It is no measure of health to be well adjusted to a profoundly sick society
–– Jiddu Krishnamurti



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La lotta dei big pharma contro i vaccini generici
Cory Doctorow, che è uno scrittore e un attivista digitale, ha scritto un interessante articolo (liberamente riproducibile) sul quello che sta succedendo tra grandi case farmaceutiche e produzione di vaccini generici: alcuni big del settore vogliono bloccarne la produzione come generici e questo impedirà la vaccinazione a qualche miliardo di persone di Paesi poveri. Una percentuale per fortuna piccola purtroppo morirà. Ma la mossa è poco lungimirante anche perché mette oltretutto a rischio anche il resto dell'umanità. Dietro, tra l'altro, secondo Doctorow e altri c'è lo zampino della fondazione Gates (un tema ricorrente, sul quale a un certo punto faremo un discorso più articolato). Secondo Doctorow, questo è un problema.

Due miliardi e mezzo di persone nei 125 paesi più poveri della Terra hanno ricevuto zero dosi di vaccino. Gli 85 paesi più poveri prevedono la vaccinazione completa nel 2023 o 2024. Questa non è solo una forma di uccisione di massa razzista, è anche un rischio per la civiltà e per l'intera specie.

Ogni persona infetta, dopotutto, fa miliardi e miliardi di copie del virus e queste copie sono imperfette e producono mutazioni. Alla fine, ci sarà probabilmente una mutazione così contagiosa da aggirare le difese basate sui vaccini.

Peggio ancora, se il virus circola abbastanza ampiamente per un tempo sufficiente, la probabilità che emerga un ceppo mutante più infettivo e più mortale aumenta sempre più. Un mondo mezzo vaccinato è come una piscina in cui solo un'estremità ha la regola del "non fare pipì nell'acqua".

Il sud del mondo non deve essere vaccinato da zero. I paesi poveri hanno una vasta capacità di produzione di vaccini: scienziati, fabbriche e conoscenza. Alcuni dei più grandi impianti di produzione di vaccini del mondo si trovano nel sud del mondo. Ciò che manca al sud del mondo è un vaccino senza brevetto che possa essere prodotto a livello nazionale. Ricordate quando Oxford ha promesso che il suo vaccino sarebbe stato ad accesso aperto in modo che potesse essere prodotto da nazioni ricche e povere allo stesso modo? Quel sogno è morto quando la Fondazione Gates (opens new window) - che nasconde l'ideologia monopolistica sotto la filantropia d'élite - ha fatto pressioni sull'università per fare un accordo di distribuzione esclusiva con Astrazeneca.

Da allora, lo stesso Gates ha sostenuto (opens new window) la menzogna razzista secondo cui i paesi pieni di persone di colore sono troppo primitivi per fare i propri vaccini. È una bugia che è stata raccolta da scribacchini farmaceutici come Howard Dean (opens new window), l'ex "leone liberale" diventato portavoce aziendale.

Gates e Dean sono il volto pubblico di un vasto sforzo di lobbismo farmaceutico (opens new window) per scongiurare vaccini ad accesso aperto: più di 100 lobbisti stanno lavorando a Washington in questo momento, cercando di convincere gli Stati Uniti a opporsi a una petizione dell'Organizzazione mondiale del commercio per concedere deroghe di emergenza ai brevetti sui vaccini covid.

La documentazione depositata delle attività di lobbying rivela che Big Pharma sta usando importanti raccolte di fondi per pagare ex funzionari del Rappresentante commerciale degli Stati Uniti e mediatori di potere del partito repubblicano per la proposta, come riporta Lee Fang per The Intercept (opens new window).

Anche lo sforzo è transatlantico: un lobbista farmaceutico biotech ha ripetuto la menzogna razzista sui paesi poveri che non sono in grado di produrre i propri vaccini sull'Economist. L'editoriale dell'Economist (opens new window) è paradossale perché ammette che la vera preoccupazione del settore farmaceutico è che se sono costretti a subordinare i propri azionisti al bene pubblico, si solleveranno domande sull'intero sistema farmaceutico. Dopotutto, è un sistema che praticamente NON FA ricerca di base; invece, campa sui risultati dei laboratori finanziati con fondi pubblici e genera assurdi margini di guadagno grazie al monopolio sui suoi prodotti, ricaricando sugli utenti margini amplissimi perché questi ultimi possano godere dei frutti del lavoro che in realtà hanno già sovvenzionato con la ricerca pubblica.

Questi profitti vengono convertiti in forme di lobbying che mantengono alti i prezzi e al tempo stesso proteggono i dirigenti farmaceutici e gli investitori dalle conseguenze di falsificare i propri dati sulla sicurezza e ingannare il pubblico (come con l'epidemia di oppioidi). L'industria farmaceutica sa molto bene di essere impegnata in un comportamento indifendibile e comprende che qualsiasi crepa nelle razionalizzazioni che assicurano le sue fortune potrebbe far saltare l'illusione.

Il settore è così irragionevole che i suoi lobbisti usano un argomento idiota come (opens new window): "rinunciare all'IP potrebbe consentire a Cina e Russia di sfruttare piattaforme come l'mRNA, che in futuro potrebbe essere utilizzato per altri vaccini o anche terapie per malattie come il cancro e i problemi di cuore".

Sul serio, è veramente questo tutto quello che possono dire? Cioè: non possiamo porre fine al "Vaccine-Apartheid" e salvare due miliardi e mezzo di persone non vaccinate e prevenire una supervariante che potrebbe distruggere la nostra specie perché questo potrebbe portare a una cura per il cancro e le malattie cardiache?

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In pausa caffè
In pausa caffè ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

L'inizio della fine
Le super-multinazionali globali sono una cosa fantastica perché sembrano dotate veramente di vita propria. Soprattutto quando hanno il nome di una persona, anche se quella persona è morta da tempo. Prendete la Walt Disney Company. C'è una legge per la durata del copyright che è sostanzialmente basata sui bisogni di tutela (opens new window) da parte di quell'azienda della sua principale proprietà intellettuale, cioè Topolino (che tra l'altro ti seppelliscono di cause se usi anche solo il nome o una immagine). Tuttavia, due fratelli stanno combattendo una interessante battaglia legale (opens new window) per recuperare i diritti di una opera da loro creata e ceduta a Disney (cioè a 20th Century non-più-Fox) per farci il film, cioè Predator, adesso che sono passati 35 anni. Se questa causa andasse in porto per Jim e John Thomas, ci sarebbe una montagna di lucrosissimi franchise degli anni Ottanta (opens new window) che potrebbero all'improvviso smettere di produrre soldi e finire fuori dall'azienda. Orrore.

Essere egoisti non paga
Gli aspetti negativi della nostra esistenza anticomunitaria (opens new window) in Occidente. “La casa unifamiliare e gli standard di vita che l'accompagnavano erano una volta rari, ma poiché incentivavano un maggiore consumo, sono diventati aspirazionali. Il sogno era quello di sfuggire alla dipendenza o alla vicinanza con altre persone. Ora la casa unifamiliare è onnipresente, ma il sogno che l'ha accompagnata è andato in acido. Duplichiamo inutilmente così tanto lavoro: ogni famiglia prepara la cena, lava i piatti, fa il bucato. Ci sforziamo di trovare un'assistenza all'infanzia e per gli anziani a prezzi accessibili o di trovare una copertura reciproca in caso di catastrofe o malattia. Le nostre reti di sicurezza sono a brandelli perché, almeno negli Stati Uniti, il governo le ha trascurate, ma anche noi, come individui, le abbiamo trascurate".

Vi ricordate l'ufficio?
Il New York, secondo me sta attraversando una stagione strepitosa: questa volta pubblica una bella serie di articoli (opens new window) dedicati al tema dell'ufficio, questo sconosciuto luogo della mente che quasi nessuno frequenta più da mesi e mesi. Ci sarebbero da aggiungere e dire tante altre cose, se non fosse che in realtà il lavoro fatto dai giornalisti è tale che resta poco da aggiungere e molto da indicare. Tra le cose che mi hanno colpito: l'effetto della cattiva illuminazione (opens new window), com'era lavorare alla Paris Review negli anni Ottanta (opens new window), la storia degli uffici e di New York, in un rapporto di interdipendenza spettacolare (opens new window), le feste d'ufficio (opens new window) e poi una coppia di giovanissimi designer asiatici a NYC (opens new window) che arredano angolini da topo post-hipster con materiali poveri in spazi luminosi ma di risulta.

Osama bin Laden down
La notte del 1 maggio del 2011 ad Abbottabad (Pakistan) un commando di Navy Seal americani hanno fatto irruzione in un complesso fortificato e hanno ucciso il ricercato numero uno al mondo, Osama bin Laden. Questa raccontata da Politico (opens new window) è la storia orale del flusso di decisioni che hanno portato a quell'evento (nome in codice: Operazione Lancia di Nettuno) dal punto di vista dei dirigenti presenti nella situation room della Casa Bianca. È un punto di vista inedito nel senso che non era stato ancora raccolto in maniera così organica e argomentata.

L'arma dell'ironia
A quanto pare, secondo alcune ricerche (opens new window) che si occupano di estremismo all'interno degli Usa, parecchi gruppi riescono a mascherare la propria pericolosità ricorrendo in maniera sistematica all'ironia. Che oltretutto attira anche molti giovani, che trovano il modo di comunicare "cool". Neofascisti ironici?

Un piccolo respiro per un uomo
Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment (MOXIE) è una macchina in grado di estrarre ossigeno respirabile dall'anidride carbonica su Marte (opens new window). Bisogna riscaldare l'aria marziana a 800 gradi centigradi e quindi si estrae l'ossigeno utilizzando un processo chiamato elettrolisi dell'ossido solido. MOXIE ha prodotto con successo circa cinque grammi di ossigeno il 20 aprile, abbastanza per mantenere in vita un astronauta per 10 minuti. Il suo tasso di produzione massimo è di 10 grammi di ossigeno all'ora. L'ossigeno sarà necessario per alimentare il viaggio di ritorno da Marte.

Salvate la Terra, non andate su Marte
Conosco molte persone, alcune anche particolarmente vicine a me, che ritengono che la corsa ad altri pianeti sia uno spreco, un affare sporco, una manipolazione, se vogliamo anche una forma di neo-neo-colonialismo (andare a devastare altri pianeti per appropriarsi delle loro ricchezze minerali). L'argomento razionale che viene da questo, e contro l'ideologia dei vari Elon Musk, è che bisogna salvare la Terra, non costruire razzi per andarsene. In ogni caso che funzioni o no. Lo pensa ad esempio anche la Terra stessa: Marte fa schifo (opens new window). La Terra invece era bellissima: guardate le foto restaurate scattate da fuori il pianeta (opens new window): solo 24 persone in tutta la storia dell'umanità hanno goduto di questa prospettiva spaziale.

Le Maldive galleggianti
In Italia abbiamo fatto la diga fluttuante per proteggere la laguna di Venezia e la Serenissima. Alle Maldive stanno pensando a una città galleggiante, la Maldives Floating City (opens new window) (MFC) perché con il cambiamento climatico entro il 2050 gli atolli dovrebbero andare tutti sott'acqua. Di poco ma sott'acqua. Anziché fare delle palafitte (perché poi l'acqua continua a salire) vogliono sfruttare il buco al centro dell'atollo, bello grosso, per farci una serie di pontili agganciati tra di loro che galleggiano: case, negozio, ospedali, scuole e tutto il resto. Inizieranno nel 2022. A me sembra una enorme stupidaggine, però non ho altre soluzioni da proporre se non "evacuate le Maldive!".


Yamatologica

Honkaku misuteri (本格 ミステリ)
Bentornati al nostro dizionario tematico settimanale di giapponese. Questa volta parliamo di un'espressione che rappresenta un genere letterario: honkaku misuteri (本格ミステリ), cioè (romanzi) del mistero autentici, ovvero ortodossi. Gli americani direbbero "old style", probabilmente. Il genere è definito dall'associazione di scrittori del mistero giapponesi (本格ミステリ作家クラブ, Honkaku Misuteri Sakka Kurabu) fondata nel novembre 2000, che ogni anno ha il premio Honkaku Misuteri Taishō (本格ミステリ大賞) che dal 2001 riconosce chi ha scritto il romanzo di genere migliore. L'honkaku è in realtà uno dei vari sotto-generi della letteratura che definiamo gialla solo da noi in Italia (per via della collana "Giallo Mondadori") di tipo poliziesco. In inglese è "mystery", che i giapponesi hanno traslitterato come "misuteri" (ステリ). La letteratura del mistero e il poliziesco sono nati a metà del 1800 e si sono sviluppata molto nel 1900, peraltro in maniera trasversale a media diversi: dalla letteratura alla radio, al cinema sino ai fumetti e alla televisione. L'obiettivo del genere giallo-poliziesco ruota attorno a un crimine e ne descrive sia chi lo ha commesso che chi cerca di prevenirlo o risolverlo. Il genere diventa poliziesco quando la narrazione si concentra attorno all'indagine della vicenda criminale. Ci sono tantissimi sottogeneri (spionaggio, noir, thriller di tipo legale e medico) e oltretutto il giallo si può intrecciare anche con altri generi (il romanzo storico, la fantascienza). Insomma, tanta roba che evolve rapidamente così come evolvono i gusti dei lettori. Impossibile stabilire delle regole, piuttosto è possibile creare un canone e ragionare poi su cosa viene portato alla ribalta dai nuovi scrittori. Il Giappone, che ama conservare la purezza delle tradizioni, anziché identificare direttamente le caratteristiche di quello che definisce il modo di scrivere gialli "ortodosso" (honkaku, appunto), lo fa tramite un comitato: grazie al lavoro dei membri dell'Honkaku Misuteri Sakka Kurabu, appunto. Il genere ortodosso, cioè honkaku, è quello basato sostanzialmente sul fair play: sono i gialli dell'epoca d'oro, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del novecento (Ellery Queen e Agatha Christie) in originale costruiti a loro volta attorno al Decalogo di Knox (1929) cioè le dieci regole per il giallo deduttivo compilate da Ronald A. Knox (opens new window) (la prima, ad esempio, dice: "Il colpevole dev'essere un personaggio che compare nella storia fin dalle prime pagine; il lettore non deve poter seguire nel corso della storia i pensieri del colpevole"). Ora, l'ortodossia seguita dal Giappone non è tanto quella dell'ambientazione storica quanto quella del metodo, all'interno del quale ci sono margini di interpretazione che il club degli scrittori si preoccupa di vagliare e giudicare. Ogni anno, oltre al vincitore, viene pubblicata da Kodansha una antologia con i migliori autori "ortodossi". Il padre del genere dei gialli giapponesi basati sul metodo deduttivo è Edogawa Rampo (1894-1965), che è di suo un personaggio enorme e leggendario, il cui vero nome era Tarō Hirai (平井 太郎, Hirai Tarō) e che ha vissuto, come molti autori americani da lui adorati, "facendo mille lavori" per poi diventare lo scrittore e il critico più influente, capace di fondare un intero genere nazionale praticamente da solo. L'honkaku è in questo senso una interpretazione del "misuteri" più realista del re, cioè ancora più "corretta" di quella portata avanti da Rampo.

Muoversi, in Giappone
A quanto pare con il video della scorsa settimana (opens new window) che mostrava in viaggio in cuccetta in treno (ma bisognerebbe dire in cabina) da Tokyo alla neve delle montagne (12 ore di viaggio, tra l'altro, condensate in 15 minuti) ha riscosso una certa attenzione e successo. Quindi, ecco la parte due: com'è andare sull'alta velocità giapponese più costosa di tutte (opens new window), più di 600 euro di biglietto (e si parla anche del mitico JR Rail Pass); ma c'è anche la possibilità di spostarsi in autobus: anziché prendere lo Shinkanzen, perché non l'autobus notturno (opens new window) per andare da Tokyo a Kyoto? È il primo autobus con le cuccette che vedo in vita mia! (Immancabile paragone con i capsule hotel (opens new window) per quanto riguarda il risparmio e gli spazi minimi). E poi, dopo tanto viaggiare, finalmente camminare in pace: nella prefettura di Nagano, a Kamikōchi (opens new window), in piene Alpi giapponesi.


Variologica ed eventualogica

Il dollaro mancante: un problema per grandi e piccini
Tre turisti si fermano in un hotel e il gestore dice loro che una stanza condivisa costa 30 dollari. Trovando il prezzo accettabile, raccolgono 10 dollari ciascuno e si ritirano nella loro stanza. Più tardi quel pomeriggio il direttore, che è onesto, si rende conto che il prezzo della camera doveva essere di 25. Il manager ordina al fattorino di restituire i 5 in eccesso ai propri ospiti. Il fattorino, che non è onesto, prende 5 dal registratore di cassa ma ne restituisce solo uno a ciascun turista, intascando i restanti due. Tra l'altro, gli ospiti non devono preoccuparsi di accordarsi per un resto non divisibile per tre, in questo modo. Ora, ciascuno dei tre turisti ha speso 9 dollari, per un totale di 27 dollari. Il fattorino però si è intascato due dollari, il che porta il totale a 29. Dove è andato a finire l'ultimo dollaro?

L'arte della persuasione di Jeff Bezos
C'è una vera e propria mitologia dietro alle lettere agli azionisti, inclusa l'ultima (opens new window), di Jef Bezos. Che è ritenuto uno dei più grandi geni del nostro tempo. Personalmente, non disponendo di una definizione operazionale di "genio", la escluso automaticamente e sposto l'onere della prova sul soggetto (cioè sono gli altri che devono dimostrare l'esistenza di un genio, non io negarlo). Questo articolo mi dà una mano a mostrare che il genio di Bezos è per una parte figlio di una retorica ("arte del convincere", non del dire il vero) da illusionista. L'articolo (opens new window), che cominciava con un piacevole quiz che avete appena letto qui sopra per il vostro e il mio divertimento, si trasforma in una analisi che riesce a spiegare perché Bezos sia stato un illusionista più che un narratore onesto nel ricapitolare i suoi successi a capo di Amazon, l'azienda che ha fondato e guidato. Se volete vedere i trucchi di illusione economico-matematica, basta che leggete l'articolo. Il trucco potremo definirlo quello del "dollaro mancante". La sublime ignoranza di giornalisti, analisti e investitori fa il resto dell'illusione.

La casa del nonno del nonno del nonno...
Secondo alcuni archeologi la casa più antica nella storia degli ominidi è la Wonderwerk Cave situata in Sud Africa (opens new window). La grotta mostra prove di un'occupazione continua per diversi milioni di anni, con segni dell'uso del fuoco e manufatti ritrovati nel sito. I suoi abitanti non erano completamente umani e la caverna potrebbe essere stata abitata da più di una delle prime specie di antenati degli esseri umani. La grotta era chiaramente un sito di valore, in passato, ed è ancora oggi è un luogo sacro per la gente del posto.

Home stagers
Una storia che non conoscevo: negli Usa ci sono famiglie intere che cambiano casa ogni 3-6 mesi perché vivono in villette difficili da vendere che vengono date in affitto a prezzi molto più bassi del mercato. Una cosa strana e intrigante (anche l'articolo per come è scritto (opens new window)) ma la cosa che ne viene fuori è l'idea che gli Usa siano veramente un posto difficile da capire, anche per chi ci vive.

Vita e lavoro, why not?
Un ex professionista dei sistemi informativi spiega perché (opens new window) mescolare il lavoro e la vita personale sugli stessi strumenti tecnologici - praticamente, usare telefono, tablet e computer di lavoro per la vita o viceversa - è una pessima idea, soprattutto per l'utente, ma anche per il suo datore di lavoro. Ma proprio brutta. Anche e soprattutto in questa epoca di telelavoro forzato.

Una modesta proposta aziendale
La logica è che, quando c'è una singola funzione estremamente costosa, vale la pena investire per automarizzarla. La persona più costosa in azienda è il suo amministratore delegato, che costa letteralmente quanto migliaia di dipendenti. Quando verrà fatto fuori dalle AI (opens new window)? E quali sarebbero eventualmente le conseguenze?

Il vaccino dei vaccini
A quanto pare il covid ha un dividendo inaspettato: tanta la pressione nella ricerca che ci sta facendo innovare in maniera sostanziale il modo con il quale si approccia la creazione di vaccini. Ci sono miglioramenti che possono essere riutilizzati in altri vaccini. Ma soprattutto si fa avanti un'idea (opens new window): perché non creare un vaccino polivalente per SARS, MERS, COVID-19 e qualsiasi altro tipo di virus collegato ai coronavirus, in modo tale da cacciarli fuori dal pianeta e soprattutto dal nostro ecosistema per sempre?

La pillola del giorno dopo del covid
Una cosa spiazzante della pandemia è che non si riesce a curare ma si può prevenire: questo crea un corto circuito logico prima che medico: i vaccini sono diventati un argomento delicato, come sappiamo, a differenza delle cure durante la fase patologica di una malattia che per qualche motivo decisamente psicologico sembra che invece vadano bene a tutti. Ecco Pfizer sta testando (opens new window) la pillola da prendere se ci si ammala di covid per curarsi. La cosa più normale del mondo da fare, ognuno (che non sia un Amish) lo fa milioni di volte nel corso della vita. Ma prendere una pillola anziché fare una puntura che diavolo di differenza fa?

Accendere e spegnere i geni
CRISPRoff è un nuovo strumento che può disattivare i geni per centinaia di generazioni di cellule. Questi geni possono essere riattivati in qualsiasi momento utilizzando uno strumento complementare, CRISPRon. Gli strumenti sono progettati (opens new window) per sfruttare un processo epigenetico naturale per spegnere i geni. Avere uno strumento affidabile per l'epigenetica che dura generazioni potrebbe cambiare per sempre l'editing genetico.

I robot in agricoltura
Dobbiamo produrre di più, ottimizzando quello che già facciamo: togliere le erbacce, ad esempio, dai campi coltivati a mano anziché con i pesticidi. Oggi lo fanno gli uomini e le donne, di solito immigrati pagati due soldi ma per loro è uno dei modi per uscire da differenti contesti sociali e trovare un'entrata economica nei paesi più ricchi. Adesso però ci sono robot (opens new window) che possono far fuori 100 mila erbacce all'ora con il laser: una persona può ripulire meno di un ettaro al giorno (0,4 ettari), un robot otto.

Per un preservativo migliore
I preservativi offrono una protezione dell'80% o superiore contro la maggior parte delle malattie sessualmente trasmissibili, anche tenendo conto di un loro uso scorretto o incoerente (e non aggiungo altro). Quasi 30 miliardi di preservativi vengono venduti in tutto il mondo ogni anno, ma convincere le persone a usarli correttamente è una vera sfida. Questo articolo (opens new window) esamina diversi progetti incentrati sullo sviluppo di preservativi migliori, inclusi preservativi a base di grafene, preservativi con migliori proprietà lubrificanti, preservativi che hanno farmaci anti-STD incorporati nella loro struttura e altro ancora.

Il piano di Tesla per rendere ogni casa una centrale elettrica va avanti
Elon Musk ritiene che (opens new window) un sistema di rete elettrica distribuita offra un percorso migliore per arrivare a zero emissioni. Ricerche precedenti suggeriscono che gli Stati Uniti potrebbero raggiungere una rete a zero emissioni di carbonio più che raddoppiando la propria capacità. L'impostazione suggerita da Musk è piena di problemi burocratici e logistici da superare. La scorsa settimana Tesla ha aggiornato il suo sito web Usa per richiedere ai clienti di acquistare un sistema di pannelli solari e di energia insieme, piuttosto che come articoli separati. In Italia la struttura delle città penso che impedirà un approccio di questo tipo.

The End of Kimye's Wild Ride
È scoppiata la super-coppia del gossip (opens new window) e dei rotocalchi americani: Kanye West e Kim Kardashian divorziano.


Multimediologica

Sisters with Transistors
Un documentario (opens new window) racconta la storia segreta delle donne nella musica elettronica ed è solo l'inizio: dentro ci sono talmente tanti stimoli che possiamo solo sperare vengano fuori ancora molte altre cose.

Foundation for Success (un corso video)
Nella mente del guru: consigli di business di Jim Rohn (opens new window), come solo gli americani sanno dare: "Perché le cose cambino per te, devi essere tu a cambiare"
"Non volere che sia più facile, desidera essere migliore"
"Non desiderare meno problemi, desidera più abilità"
"Non sono meno problemi che ti fanno avere successo, sono più abilità che ti fanno avere successo"
"Non lasciare che il tuo apprendimento porti alla conoscenza. Diventerai uno stupido. Lascia che il tuo apprendimento conduca all'azione: diventerai ricco".

Disegnare i videogiochi a mano
Molti giochi sempre più spesso hanno uno stile da "disegnato a mano" e negli anni stanno aumentando sempre di più. Disegnare a mano può significare molte cose diverse per persone diverse: le tecniche e le tecnologie sono molte. In questo articolo (opens new window), 10 sviluppatori parlano di ciò che rende i loro giochi "disegnati a mano". Gli sviluppatori discutono il processo e le tecniche utilizzate per creare l'arte nei loro giochi.

M6
C'è una certa macchina fotografica a pellicola che non solo è una leggenda, ma anche oggettivamente una gran macchina fotografica da utilizzare ancora oggi. È più sofisticata della mia M2, più comoda di quelle che seguono, più bella della M5. È la Leica M6 (opens new window).

Radiooooo
Musica (opens new window)! "Scegliete un paese sulla mappa del mondo, scegliete un decennio dal 1900 ad oggi e lasciatevi trasportare dalla più bella raccolta musicale del pianeta, selezionata con amore da esseri umani per altri esseri umani".

Giganti di acciaio, cemento e vetro (per tacer della pietra)
New York City è un posto abbastanza interessante, per usare un eufemismo. La sola Manhattan è abbastanza grande e densamente costruita da accumulare storie per più di una vita. Se abitate a Milano e vi interessa un minimo l'architettura sarete probabilmente cultori del libro di Hoepli, Guida all'architettura di Milano (opens new window) di Marco Biraghi. Ecco, a NYC serve un'intera Billy per mettere assieme l'equivalente in proporzione. Però c'è questo video che tocca uno snodo importante: la storia dell'Equitable Building (opens new window) e il motivo per cui la forma dei grattacieli (che definiscono lo skyline della città) è fatta com'è fatta: è il primo piano urbanistico ed è tutta una questione di dimensioni e di ombre proiettate, che alla fine si trasformano in strutture a forma conica. Accanto, suggerisco questo travelogue Why New York City is so Huge (opens new window).

Un piccolo tocco di verde
Riprendendo lo spirito dei migliori youtuber che mostrano il loro posto di lavoro casalingo (perché con la pandemia questo è rimasto, a noi nomadi digitali), ho deciso di mettere un piccolo tocco di verde sul tavolo. Cioè il bonsai della Lego (opens new window), serie Creator, appena uscito. Che poi i bonsai sono una cosa vera e interessante (come avete letto la scorsa settimana qui su Mostly Weekly (opens new window)) ed ecco quindi un paio di punti di vista sull'argomento: prendersi cura di una pianta di ficus (opens new window) e salvare un ginepro mezzo morto (opens new window).

Groot meglio di Groot
Lo avete sicuramente già visto ma non posso esimermi da metterlo anche qui da me: Project Kiwi è un attore robotico a movimento libero e piccoletto (opens new window) sviluppato da Imagineers della Disney. È un robot bipede completamente mobile con trame accuratamente renderizzate per assomigliare a Groot, il personaggio dell'Universo Marvel. Il robot ha occhi espressivi e movimenti realistici. È ancora un work in progress e probabilmente non sarà usato ancora a lungo per niente di ufficiale. L'obiettivo del progetto è costruire un personaggio che possa camminare da solo e interagire con gli ospiti del parco divertimenti di Disney.


Tsundokulogica

Dark Matter and Trojan Horses
Avrei voluto questo libro (opens new window) di Dan Hill quando sono andato a lavorare come interno al Sole 24 Ore. Mi avrebbe aiutato a capire le trappole e le insidie delle organizzazioni complesse e come lavorare con loro, non contro di loro.

Robot Artists & Black Swans
"Fantascienza" è la parola italiana per Science Fiction, ma fantascienza ha i suoi tropi, ritmi e convenzioni che la distinguono in modi difficili da riassumere; queste caratteristiche uniche hanno acceso l'immaginazione del nostro Paese per generazioni. Pochissima fantascienza (o qualsiasi altra letteratura straniera) viene tradotta in inglese. C'è una sorta di ragionamento circolare dietro questo: c'è così tanta roba prodotta in inglese che non c'è mercato per opere straniere, e nessuno legge opere straniere, quindi perché tradurne qualcuna?

Il che ci porta a un libro molto strano, almeno dal punto di vista di un americano: Robot Artists & Black Swans (opens new window), la raccolta di storie di fantascienza di Bruce Sterling originariamente pubblicata con il suo pseudonimo italiano, "Bruno Argento". Non ho letto il libro quindi non saprei dire se i racconti siano rappresentativi del settore, ma secondi i critici americani sono completamente diversi da qualsiasi altra sf che abbiano letto, inclusa quella di Sterling, eppure assolutamente e inconfondibilmente storie di Bruce Sterling (un bel trucco, no?).

Sono per lo più ambientati nella città adottiva di Sterling, Torino, e sebbene si estendano dal Medioevo alla fine del XXII secolo, dipingono un'immagine vivida di un'antica città le cui fortune sono diminuite nel corso dei secoli. Torino - che Sterling spiega essere la città con un falso sudario di Cristo, un tempo la capitale della produzione di film horror muti, un tempo sede del gigante high-tech Olivetti e della Fiat - è il personaggio principale di questi racconti, come spiega anche Cory Doctorow (opens new window).

Torino è una città che fu e che forse sarà di nuovo, dove la vita è sia signorile che infestata dal peggior militarismo, con crisi e sconvolgimenti politici continui. Sterling racconta storie di albergatori dell'era dei crociati, hacker che saltano le dimensioni, inseguitori di robot ossessionati dall'arte, il tutto mescolato a Torino. Queste sono storie ironiche e sarcastiche, come di solito fa Sterling e piene di quelle intuizioni tecnosociali che definiscono il suo lavoro, ma sono anche storie folli, farse all'italiane piene di umorismo terra-terra, uomini forti del bunga-bunga che ottengono le loro ricompense, e tutte le grandi passioni con le quali un popolo anglosassone vede noi poveri latini (per quanto a Torino).

Sterling è stato determinante per la fondazione sia del cyberpunk che dello steampunk; ha avviato movimenti ambientalisti tra i più influenti e visionari e fa anche l'impresario di arte elettronica. Ama l'esoterico e la sua narrativa lo porta in vita in modi che nessun altro può eguagliare. Nella sua veste di Bruno Argento è allo stesso tempo assolutamente strano e meravigliosamente familiare, un nuovo capitolo nella strana e avvincente vita artistica di Bruce Sterling.

‌Power to the Public
C'è un nuovo settore tecnologico chiamato Public Interest Technology. Questo nuovo libro (opens new window) delinea molti dei temi che tratta: "Un nuovo potente progetto per come i governi e le organizzazioni non profit possono sfruttare la potenza della tecnologia digitale per aiutare a risolvere i problemi più seri del ventunesimo secolo".

Stanno vincendo gli oscurantisti?
Prendo provocatoriamente il parere di uno dei giornalisti più reazionari e le cui idee meno condivido per accendere un'altra prospettiva sulla cancel culture. Pigi Battista affronta il tema spinoso (opens new window) della biografia di Philip Roth scritta da Blake Bailey che è stata forse solo momentaneamente ritirata dal mercato perché il suo autore è stato accusato (opens new window) di molestie sessuali e in alcuni casi anche di stupro a maggiorenni e minorenni, in parte anche abusando del suo ruolo di professore di liceo. Peraltro anche la biografia stessa (e Philip Roth, oltre a Bailey) sono stati già criticati (opens new window) per avere atteggiamenti borderline rispetto alle donne. Qui c'è un problema molto grosso che sta trascendendo il suo motivo e leggerlo in modo superficiale o populista, da un lato o dall'altro, è purtroppo molto facile. Dove possiamo trovare non-violenza, dialogo e ascolto attivo?

Io sono il potere
Il potere per essere esercitato ha bisogno di relazioni e discrezione. Ci deve essere un punto di contatto tra la parte politica e la parte amministrativa, tra il cervello del ministro e la macchina, l'apparato burocratico. Questa figura è il capo di gabinetto. E un capo di gabinetto, che ha scelto di restare anonimo (ma a Roma mi dicono che sapere chi sia è un po' il segreto di Pulcinella) ha scelto di scrivere un libro, Io sono il potere (opens new window), per fare un exposé di come funzionano le cose nei palazzi della Capitale. Aiutato da Giuseppe Salvaggiulo, che ha fatto da ghost writer, il loro è un libro lirico e leggero, ma non nel senso degli argomenti che tratta, e si legge in maniera gustosa: “So, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno, broglio e sbroglio. Io sono il potere”. Ci sono anche molti dietro le quinte di vari governi, fino a Renzi e a Conte I e II. A me ha divertito moltissimo.

Compro libri, anche in grandi quantità
Il libro di Giovanni Spadaccini (opens new window), librario emiliano classe 1980, è un libro di storie gustose ben fatto e ancora meglio stampato (l'editore è Utet Libri, che offre anche l'ebook gratuitamente, vivaddio) ma soprattutto è un libro velenoso che mette in circolo un po' dell'orrore e della miseria dietro la vita di chi passa il suo tempo attorno ai libri, e di quanto questi siano, beh, libri.

Sand Talk
Un libro notevole: il ricercatore Tyson Yunkaporta guarda i sistemi globali da una prospettiva indigena. Il suo libro (opens new window) “fornisce un modello per vivere. Riguarda il modo in cui linee, simboli e forme possono aiutarci a dare un senso al mondo. Riguarda come apprendiamo e come ricordiamo. Si tratta di parlare con tutti e ascoltare attentamente. Si tratta di trovare modi diversi di guardare le cose".


Algoritmologica

Copia-e-incolla
Alcuni giorni fa sono stato ospite di un bel podcast italiano di sviluppatori, Continuous Delivery (opens new window) nella loro Guest Room (opens new window) e a un certo punto i miei ospiti mi hanno chiesto se programmassi. No, so forse mettere le mani dentro alcune cose (e muovermi più o meno dentro alcuni strumenti) ma certamente non sono un programmatore, neanche per sbaglio. Ma ne scrivo tutti i giorni, potreste dire voi. Ma faccio il giornalista, vi risponderei io. Il mio lavoro non è saper fare il lavoro di un analista, di un programmatore o di un sistemista. Questo non perché non ne so niente (anche), ma soprattutto perché faccio un lavoro diverso. Dopotutto, non vi aspettereste che il giornalista che fa la radiocronaca di un mondiale di calcio possa fare l'allenatore o andare a battere un calcio di rigore al posto del centrocampista, no? Per dire: scrivo anche di economia ma a nessuno viene in mente di chiedermi di fargli la dichiarazione dei redditi. Però, nella chiacchierata con gli amici di cui sopra citavo StackOverflow come un posto dove mi capita spesso di andare a cercare spiegazioni e soluzioni per fare delle cose con il computer un po' più nerd della media. E da qui è venuta fuori per l'appunto la mia curiosità per questo articolo di The Overflow (opens new window) che mostra alcune cose interessanti. Quelli di Stack Overflow hanno infatti messo nelle loro pagine del codice javascript che telefona a casa quando qualcuno copia e incolla (incredibile quante cose si possono sapere dell'interazione tra utente e pagina web, eh?). Così, solo per il periodo tra il 26 marzo e il 9 aprile, hanno scoperto che la gente ha fatto copia di almeno una cosa entro i primi cinque minuti di visita a una pagina: sono 40,6 milioni di copie su 7,3 milioni di post e commenti. Il rapporto tra codice e testo normale è di dieci a uno, mentre dalle risposte si copia dieci volte di più rispetto alle domande (e 35 rispetto ai commenti). Insomma, sono in buona compagnia direi.

Il sito del capo
Werner Vogels è un professore di informatica olandese molto molto bravo nonché il CTO di Amazon, e il padre del cloud (con altri, ma insomma, la "bestia" è sua). Su Twitter spiega che ha rifatto finalmente (opens new window) il tema del suo sito, All Things Distributed (opens new window). In realtà la cosa è più complessa di così: il sito (che è una specie di blog con articoli scritti con un linguaggio (opens new window) da marketing tecnologico (opens new window) di alto livello) è molto seguito e probabilmente ha uno staff per la creatività dietro. Ma forse il professore ci tiene a mantenere la parte tecnica in prima persona, chi può dirlo? Perché Vogels spiega che, dopo 15 anni di onesta militanza, ha buttato il suo template ereditato dai tempi Movable Type e stufo delle varie versioni di Ruby e da tutte le varie dipendenze necessarie per usare Jekyll, è passato a Hugo. Anche se questo vuol dire che ha dovuto imparare a gestire i template in Go. (E poi aggiunge che metterà a posto il feed rss, e lo fa rivolgendosi direttamente a Corey Quinn, "l'analista che fa ridere", titolare di una newsletter totalmente dedicata ad Amazon e anche abbastanza critica che ha un notevole successo: Last Week in AWS (opens new window)). Tutto questo però significa che Vogels è un adepto dei siti statici, quella cosa di cui vado parlando da qualche anno pure io, nel mio piccolo. La reazione alla dichiarazione di Vogels è stata fantastica, perché il mondo di AWS è quello del cloud in cui il servizio è l'infrastruttura. Ed è una infrastruttura alquanto complicata, che attrae gente che costruisce soluzioni complicate, e le espone, in tutta la loro bizantina bellezza. Come Technodrone (opens new window) di Maish Saidel-Keesing, che spiega la sua "semplice procedura" per pubblicare il suo blog statico (opens new window). Un incubo. Questo evoca l'idea della settarizzazione del mondo dev attorno a "nuvole" diverse e la pervasività delle funzioni lambda, la cosa sicuramente più pratica ma meno elegante del pianeta se usata così. Ah, quasi dimenticavo: ho trovato anche bella intervista al nostro Vogels su passato, presente e futuro di S3 (opens new window), lo storage cloud da dove (quasi) tutto è iniziato.

Come raggiungere la digital self sovereignty e vivere felici
Ricominciare da capo, senza fare gli errori della prima volta. Chi non vorrebbe provarci? (Alcuni no, lo so, ma è un incipit retorico, per così dire). Comunque, nel digitale adesso c'è una consapevolezza che si trova solo in chi ha attraversato stagioni diverse e ha visto cambiamenti profondi nel modo con il quale si fanno le cose. Ci sono delle chicche. Questo anonimo utente, ad esempio, si è spesso chiesto (opens new window) come avrebbe fatto a fare la sua identità digitale da zero se ne avesse una chance. Tra l'altro, penso si applichi anche a chi vuole "scomparire" per sempre dal radar. "Se dovessi ricominciare da capo, ecco cosa farei. Penso che potrei farlo anche piuttosto a buon mercato". Leggete e lasciate che la vostra ghiandola della paranoia inizi a pompare come mai prima.

ToS;DR
Una classifica dei "Termini di servizio". Questo progetto (opens new window) sembra molto "meta" ma il fatto stesso che esista dovrebbe farci riflettere a lungo: "Termini di servizio; Didn't Read" (cioè ToS;DR (opens new window)) è una directory e una piattaforma di valutazione modificata apertamente che analizza i termini di servizio che gli utenti devono accettare quando si registrano ai siti web. ToS;DR semplifica questi documenti legali fuori dall'ordinario e li valuta in base alla loro facilità d'uso". C'è anche un'estensione del browser che avvisa quando il servizio che state visitando è coperto da ToS; DR.

Nginx e il monopolio tecnologico
Nginx è stato rilasciato nel 2004. Attualmente detiene il 35,3% del mercato con un totale di 419,6 milioni di siti. Ci sono molte configurazioni già pronte per Nginx, ma un dev non deve semplicemente copiare e incollare il codice. Deve conoscerlo e magari lavorarci sopra. Questo materiale (opens new window) fornisce un'introduzione a Nginx e insegna al lettore come configurare Nginx come server web, server proxy e load balancer da zero.

Buone prassi se volete darvi all'open source
Prima di rendere open source un pezzo di software interno (opens new window), è importante assicurarsi che il codice sia pronto per essere visto dal pubblico. Il codice dovrebbe essere scansionato alla ricerca di segreti aziendali e contatti interni, il repository dovrebbe essere impostato con linee guida e processi chiari e dovrebbe esserci almeno un'introduzione al progetto. Questo articolo (opens new window) fornisce un elenco di controllo e una guida per configurare correttamente un repository open source.

Delivery drivers del sud-est asiatico
Gojek è l'equivalente indonesiano di Postmates, Apple Pay, Venmo e Uber. Opera in più di 200 città nel sud-est asiatico. Alcuni corrieri utilizzano app non ufficiali per filtrare gli ordini e falsificare la loro posizione GPS per rendere più facile il loro lavoro. Gli sviluppatori di app addebitano quote di iscrizione mensili per il supporto continuo e l'accesso ai gruppi online. Gojek ha vietato l'uso di queste app (opens new window) e organizza campagne per scoraggiare i conducenti dall'utilizzarle. L'azienda però ha adottato alcune funzionalità originariamente create da app non autorizzate.

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

Cambiare directory
Usare il terminale è complesso, soprattutto per il neofita, e anche poco divertente. Se non si ha nulla da fare di specifico, è scomodo perché non è un sostituto ragionevole di una interfaccia grafica. Uno dei maggiori ostacoli è la gestione dei documenti, cioè la possibilità di spostarsi tra directory. Per questo però c'è da dire che esistono modi più efficaci ed efficienti di quelli che ci diciamo solitamente. Max J. Hoffman ne ha messi assieme un po' (opens new window) che sono interessanti.

Il browser nelle nuvole per Mac
Si chiama Mighty e sta diventando un piccolo caso (opens new window). È un browser basato su Chromium (la parte open source di Chrome) solo per macOS, che usa il cloud per gestire le tab. Cioè, come i videogiochi nel cloud tipo Stadia, che vedono arrivare solo lo streaming video ma non devono fare le cose che fanno i motori grafici dei videogiochi per generare il video (tanta roba, che richiede tanto processore), questo browser carica le tab sul server e poi manda solo la schermata, senza rallentare il computer neanche se ce ne fossero alcune migliaia. In pratica, si tiene lui in pancia tutti i javascript e le altre cose "dentro" le pagine. La parte sul Mac, il thin client, usa meno di 500 B di Ram, e funziona a 4K e 60 frame al secondo. Serve una connessione da almeno 100 Mbps e un abbonamento da 30 dollari al mese. A quanto pare non ci sono limiti al numero di tab aperte. Mighty promette di essere rispettoso della privacy dei dati.

Alcune cose sui robot
Facciamo dei pasticci con le parole che la metà basterebbero. Perché c'è una relazione tra le parole, il loro suono e i significati. Solo che non è solido: è fluido, cambia. E come facciamo a gestirlo? Prendete "robot": prima che un significato tecnologico questa parola ha anche e soprattuto un significato politico. Lo aveva (i "robota", gli schiavi) e lo ha adesso (l'alienazione e poi la perdita del lavoro causa automatizzazione). Questo articolo della Treccani (opens new window), scritto da Vincenzo Latronico, fa un bel lavoro per far vedere e capire cosa siano i robot nel corso dell'evoluzione della società.

Ricattare la polizia
La banda di Babuk Locker è un gruppo ransomware che ha iniziato ad operare nel gennaio di quest'anno. Il suo ransomware può crittografare i file archiviati sui dischi rigidi virtuali condivisi via eSXI di VMWare. Il gruppo ha bloccato (opens new window) il dipartimento di polizia metropolitana del distretto di Columbia (quelli del Campidoglio occupato, ricordate?) e ha minacciato di far trapelare file sensibili che potrebbero esporre le indagini della polizia a meno che non accetti di pagare un riscatto. I cattivi affermano di avere più di 250 gigabyte di dati presi dai server della polizia. I funzionari hanno tre giorni per rispondere.

Cose che si possono fare con le custom properties del css
Le custom properties (opens new window) vengono utilizzate come variabili in css. Possono rendere il codice più facile da mantenere e il loro utilizzo può sbloccare interessanti possibilità. Questa (opens new window) è una guida completa all'uso delle proprietà personalizzate. Contiene molti esempi e risorse aggiuntive.


En passant
En passant ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina (di Minerva)

Un'idea
"Una mappa non è il territorio" è una frase utile da ricordare ogni volta che vi trovate di fronte a studi, articoli o mappe. Le astrazioni sono utili ma possono anche essere fuorvianti perché ci sono sempre dettagli e sfumature nascoste. E se la mappa e il terreno sono diversi, ricordatevi di seguire sempre il territorio che sta di fronte a voi.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


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