[Mostly Weekly ~112]

Treni notturni, paesaggi innevati


A cura di Antonio Dini
Numero 112 ~ 25 aprile 2021

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The creative person should have no other biography than his works
–– B. Traven



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L'occasione della Liberazione
Il 25 aprile è un luogo di memoria e, al tempo stesso, un’opportunità per riflettere sul presente. Non perdiamola, non perdetela.

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Nevi quasi eterne
Nevi quasi eterne ~ Foto © Antonio Dini

Importantologica

Bruce Schneier sulle Ai che ci hackereranno
Come dei piccoli geni creativi e maliziosi, le intelligenze artificiali esaudiranno i nostri desideri e poi li hackereranno, sfruttando i nostri sistemi sociali, politici ed economici come mai prima d'ora. Secondo Bruce Schneier (opens new window), uno dei miei miti in tema di cybersecurity, le AI hanno dei rischi effettivi, ma diversi da quelli ai quali pensiamo di solito.

Privacy
Viviamo in un mondo strano. Un mondo in cui una giornalista riesce a trovare e a intervistare (opens new window) l'uomo che pubblica le foto dei suoi piedi nudi su un sito dedicato a questo tipo di cose (che è legale ma anche no, boh). Ma anche un mondo dove una donna che fa le pulizie nelle scuole viene licenziata perché si rifiuta di installare e usare una app che la geolocalizza e la traccia (opens new window) per vedere se nell'orario di lavoro è al suo posto e fa la cosa giusta (lavorare).

Languire
In tempi di pandemia si scoprono o si riscoprono sentimenti ed emozioni che il modello mainstream della società trascura, normalmente. In questo caso è lo stato d'animo che chiamiamo "languire (opens new window)", cioè il figlio di mezzo e molto trascurato della nostra salute mentale, ma che può offuscare la motivazioni e la concentrazione delle persone. Soprattutto, potrebbe essere l'emozione dominante del 2021.

The Big Boat
Tim Maughan con una versione della storia della grande nave incagliata nel canale di Suez (opens new window) che illustra le complessità dei nostri sistemi globalizzati (e il loro deterioramento) e come pensavamo che il Covid avrebbe finalmente ribaltato le cose in meglio. «Se tutto questo suona cupo e confuso, è perché, beh, lo è. Un anno dopo e siamo tornati a sentirci come se tutto fosse di nuovo in caduta libera in un collasso senza fine che per noi è troppo da capire, figuriamoci cambiare. Ma possiamo fare entrambe le cose se lo vogliamo davvero, se davvero combattiamo per questo e se ci uniamo. Man mano che le cose peggiorano, l'unica risposta è cercare di riconquistare quella scintilla di azione collettiva».

Nuovi e vecchi capi
La Harvard Business Review affronta un tema (opens new window) molto interessante: ogni nuovo capo che ricopre un ruolo di primo piano precedentemente ricoperto da qualcun altro deve affrontare sempre la stessa sfida: affrontare i risultati e soprattutto le carenze del precedente capo in uscita.


Yamatologica

Bonsai (盆栽)
Il termine di questa settimana per il nostro dizionario tematico di giapponese a puntate è piuttosto noto in tutto l'Occidente e fa riferimento a una pratica che non è solo giapponese bensì di tutta l'Asia. I bonsai (盆栽, cioè piante coltivate in vasi piatti ovvero poco profondi, a vassoio) sono alberi curati e trattati in maniera tale da rimanere molto piccoli; vengono potati e le radici vengono ridotte per fargli assumere quelle forme da modellino di albero che colpiscono molto. La pratica richiede tantissimo tempo e attenzione, anche perché i bonsai sono piante molto delicate (nel mio piccolo ne ho fatto fuori uno, tanti anni fa) e in teoria durano secoli. Dopotutto sono alberi. Dicevo però che questa è una pratica comune a tutta l'Asia. I bonsai infatti vengono originariamente dalla Cina, dove si coltiva (letteralmente) l'arte del penzai (盆栽). A differenza del penzai, però, che mira a riprodurre uno scenario naturale in un piccolo vaso, una specie di vero e proprio diorama della natura, i bonsai giapponesi cercano di riprodurre solamente grandi alberi in scala più piccola, senza curarsi del contesto (che non siano la parte emersa della radice). Attenzione, non si tratta di alberi nani, né le tecniche utilizzate mirano a creare alberi nani. Si tratta invece semi di alberi normalissimi che vengono fatti crescere in maniera tale da sembrare dei piccoli, grandi alberi. L'arte del bonsai fa parte delle pratiche Zen ed è stata portata in Giappone dalla corte cinese dell'epoca Tang, tra il 600 e l'800 dopo Cristo, assieme al buddismo Zen e a un'estetica che cerca di mostrare all'uomo di cultura l'energia della pianta e il prodigio della sua riduzione. I bonsai sono diventati un elemento molto riconoscibile della cultura giapponese e, dato che si tratta di pratiche il cui obiettivo è l'esposizione, sono state utilizzati durante fiere ed esposizioni internazionali a partire dal secondo dopoguerra. Qui un video della Bbc (opens new window) racconta una piccola storia su una signora che coltiva bonsai nel vivaio di famiglia. Qui un video (opens new window) dell'italiano "bonsai tube" e invece questo articolo tratta un argomento ortogonale (opens new window). Il tema sono i Trophy trees, cioè la pratica di impreziosire le case dei super-ricchi (le ville da 50 milioni di dollari) trapiantando alberi di pregio all'interno della struttura architettonica. Chessò, un vero albero di ulivo nel mezzo del soggiorno di una villa. Sono alberi secolari che costano milioni e costa ancora di più spostarli e trapiantarli.

La macchina per gli hamburger di Tateishi Burger
Fondato da Toshiharu Hamano, Tateishi Burger (opens new window) è un panificio vecchio stile con una piccola offerta di hamburger e panini a basso prezzo. Ma ciò che lo distingue davvero sono i suoi mezzi stravaganti e inventivi per venderli. Costruito all'esterno del negozio c'è un "distributore automatico di hamburger" fatto a mano, da cui i visitatori possono acquistare facilmente hamburger, pizza e panini durante l'orario di apertura del negozio. Dentro, la macchina è una persona. Praticamente, il business model di Amazon.


Variologica ed eventualogica

Dentro gli accumulatori seriali
Tremo all'idea. Le rappresentazioni culturali dell'accumulo tendono a invitare la pietà piuttosto che l'empatia, la repulsione piuttosto che l'auto-riflessione. Un nuovo punto di vista sul tema (opens new window) rimette a fuoco magistralmente la vicenda.

Collezionare
Già che ci siamo, mi scrive Gary Bothe per spiegarmi perché colleziona macchine per scrivere. C’è molto più o forse molto meno di quello che potremmo immaginare.

Perché mi piacciono le macchine da scrivere? All'età di 75 anni, penso di aver raggiunto un moderato grado di consapevolezza e credo di poter rispondere a questa domanda in modo coerente.

Prima di tutto, sono sempre stato affascinato da tutto ciò che è meccanico. Uno dei miei interessi di tutta la vita sono i treni e le ferrovie. Ho iniziato con i modelli prima ancora di diventare un adolescente, e ancora oggi sono attivamente coinvolto nell'hobby, al punto da avere anche un certo numero di articoli pubblicati su riviste di modellismo ferroviario. Forse uno schizzo di sindrome di Asperger ha qualcosa a che fare con tutto questo. Riesco a guardare meccanismi complessi che si muovono molto più a lungo della persona media e non mi annoio mai. Il problema con i treni, tuttavia, è che sono grandi. Sarebbe abbastanza poco pratico raccoglierne di veri, almeno per uno con il mio reddito. Ma i ferromodelli, per quanto divertenti siano, non sono la stessa cosa dell’oggetto a grandezza naturale. Avevo bisogno di qualcosa di abbastanza piccolo da permettermi di possedere l’oggetto reale, non solo una sua versione ridotta. Mi sono venute in mente le armi da fuoco e ho avuto occasionalmente fantasie di possedere una Luger o una Mauser. Ma nonostante il loro fascino meccanico, semplicemente non riuscivo a superare il fatto che tutta quell'ingegnosità e precisione meccanica erano dedicate alla creazione di un oggetto il cui unico scopo era quello di togliere la vita a qualcun altro.

Poi sono entrate nel mio mondo le macchine da scrivere a metà degli anni '80, grazie a Andy Rooney, collaboratore di 60 Minutes, un vecchio giornalista burbero che era solito andare in onda tenendo una classica Underwood 5 sulla scrivania dietro di lui. Mi sono detto: "Devo prenderne una!” Ed è lì che è iniziato tutto. Le macchine da scrivere sembravano il modo ideale per soddisfare i miei vari desideri: posso ammirare e giocherellare con i loro meccanismi, sono abbastanza piccole da essere collezionate e servono allo scopo assolutamente ammirevole di mettere in un formato stampato il pensiero. Sebbene non le raccolga attivamente da alcuni anni (i treni sembrano essere tornati in primo piano, per il momento) e seppure abbia in qualche modo “sfoltito il gregge” in particolare alla convention di Milwaukee del 2014, tuttavia ne ho ancora una cinquantina, di tanto in tanto ci giocherello e ci scrivo ancora.

Quindi, ecco un po' di introspezione da parte mia per coloro che vogliono dedicarci del tempo. Per inciso, ho scritto la bozza di questa mail sulla mia Fox No. 3 con battuta dal basso.

I miei migliori saluti, Gary Bothe

Vacanza all'americana
Ecco un bel trucco per far impazzire qualsiasi americano. Ditegli che in Francia chiudono così tante boulangerie per le vacanze d'estate che può essere difficile trovare una baguette. O che in Italia vengono chiusi la maggior parte dei negozi delle grandi città. I fornai e i negozianti non sono gli unici a prendersi una pausa. Ad agosto, fino a metà dei dipendenti salariati dell'Europa del centro-sud si prende almeno un'intera settimana di ferie dal lavoro, anche due. Metà dei dipendenti! Sono le vacanze d'agosto che conosciamo bene fin da bambini. Da noi, intendo dire. Perché gli americani invece ci vanno fuori di testa, letteralmente. Sono bravi in tante cose diverse, ma andare in vacanza non è una di queste. Però sembra che stia per succedere qualcosa di strano. Quest'estate le stelle sembrano allinearsi (opens new window), almeno per gli americani vaccinati. Dopo un anno in cui tutti sono stati rinchiusi in casa, scrivono i giornali statunitensi (opens new window), le prenotazioni di viaggi nazionali (dentro gli Usa) stanno andando letteralmente fuori scala mentre le persone sono eccitate al massimo dall'idea di "normalità". Potrebbe esserci voluta una pandemia globale, ma per una volta gli americani sembrano pronti a prendersi un'estate di ferie, come facciamo in Europa da sempre, ovviamente se i loro capi glielo permetteranno.

Senza figli
Che articolo delizioso sulla vita delle persone senza figli! Esprimere una preferenza "senza bambini" da adulto spesso fa emergere alcune reazioni sprezzanti, ma è difficile negare che questo articolo colpisca nel segno (opens new window) in un modo esilarante, semi-serio ma reale. «A 42 anni non sono mai stato sposato e non voglio figli. Di recente ho cenato con alcuni vecchi amici, una coppia con due bambini piccoli, e quando ho raccontato loro del mio tipico sabato a New York City - le parole crociate del Times, visita a un mercatino delle pulci locale, magari un giro in bicicletta sul ponte di Brooklyn - mi guardavano come se stessi descrivendo le mie battaglie con i feroci e sfuggenti Uomini-Calamaro tra le lune di Nettuno. L'oscena ricchezza del tempo libero disponibile ai miei ordini deve essere sembrata loro inimmaginabilmente esotica, dal momento che i loro prossimi mille sabati sono già prenotati». Eh già.

Profondo blu
Un bell'esercizio di giornalismo (opens new window) che fa riflettere utilizzando illustrazioni e visualizzazione dei dati per evidenziare l'impatto degli inquinanti umani sui diversi tipi e strati di vita marina.

La cultura (e le canzoni) delle balene
Le megattere cambiano spesso e misteriosamente le loro canzoni ed è un fenomeno estremamente inquietante ma documentato. Le canzoni possono durare fino a 20 minuti. Vengono trasmesse e riprodotte perfettamente da altre balene in tutto il Pacifico. Questo articolo (opens new window) contiene una serie di immagini del fotografo del National Geographic Brian Skerry. Include immagini di megattere che allattano, beluga che giocano nelle secche e orche che insegnano ai loro cuccioli a cacciare.

Due miliardi e mezzo di T-Rex
Quanti Tirannosauri Rex sono vissuti sulla Terra? Pare in tutto siano stati 2,5 miliardi spalmati in 2,4 milioni di anni. Il calcolo è molto molto approssimativo ovviamente (opens new window). L'idea è che per due milioni di anni e mezzo ci siano stati in giro per la Terra circa ventimila di questi bestioni. O forse molti di più, o forse molti di meno. Chi può dirlo?

La vera Lightsaber è tra noi
Il presidente di Disney Parks ha recentemente concluso una presentazione sfoggiando una spada laser retrattile (opens new window). Il design sembra essere basato su un brevetto registrato nel 2018. Questo articolo (opens new window) contiene una descrizione di come funziona il design. Sono disponibili animazioni 3D del meccanismo interno della spada laser. È una mezza scemenza (e poi non si chiama "spada laser" ma "sciabola di luce") però è già qualcosa rispetto al tubo al neon con venti pile nel manico.

Giovani turchi, vecchi putridoni
Il modo in cui le generazioni più anziane si sentono nei confronti dei giovani diventati famosi è una domanda psicologica interessante a cui non avevo mai pensato molto. Questo articolo invece (opens new window) offre alcuni spunti piuttosto convincenti sul nostro difficile rapporto con le celebrità adolescenti. «"Ci piace vedere giovani di talento realizzare cose impressionanti, ma c'è anche un senso di invidia sempre in agguato sullo sfondo", dice Plucker. Al di là della gelosia, dice, le emozioni negative nei confronti dei giovani professionisti potrebbero essere dovute alla sensazione che i propri risultati vengano invece sottovalutati».

Uccidere la fatina dei denti
Sono due decenni almeno che ci penso: anziché fare gli impianti, far ricrescere i denti. Forse ci siamo. Degli scienziati giapponesi hanno scoperto un anticorpo monoclonale in grado di stimolare la crescita dei denti nei topi (opens new window) affetti da una condizione congenita chiamata agenesia dei denti. Le molecole fondamentali per la crescita dei denti modulano anche la crescita di più organi e tessuti nelle prime fasi dello sviluppo. La soppressione del gene-1 associato alla sensibilizzazione uterina (USAG-1) favorisce la crescita dei denti. Gli scienziati hanno scoperto un anticorpo monoclonale che interrompe l'interazione tra USAG-1 e un'altra molecola coinvolta nella crescita dei denti. Una singola somministrazione dell'anticorpo è stata sufficiente per generare un dente intero.

Product placement reloaded
L'industria pubblicitaria si sta rivolgendo alla tecnologia in grado di inserire senza problemi immagini generate al computer, in modo che gli elementi possano essere aggiunti digitalmente a quasi tutti i film o programmi TV. L'azienda pubblicitaria britannica Mirriad ha sviluppato una tecnologia in grado di comprendere le immagini e introdurre nuovi oggetti che sembrano reali all'occhio umano. Può essere utilizzata per aggiungere o sostituire oggetti nei video, così gli inserzionisti possono lavorare (e pagare per) il posizionamento di prodotti digitali in qualsiasi cosa, anche nei media più vecchi. Nell'articolo sono disponibili (opens new window) immagini di esempio forniti da Mirriad che mostrano la tecnologia all'opera.

Tela di ragno da calzare
Entro il 2022 potremmo indossare scarpe da ginnastica fatte con tessuto filato da robot e suole stampate in 3D (opens new window). Duemila fili di dieci diverse matasse mosse da robot che riescono a catturare il movimento del piede e di chi le indossa in maniera perfetta o comunque molto maggiori. La cosa pazzesca è che i robot dell'Adidas ottimizzano tutta la tessitura della scarpa, senza lasciare neanche un filo senza uno scopo. Il tempo di tessitura previsto per le Strung è di 90 minuti circa.

Goldfinger
Nel corso della pandemia è diventato sempre più chiaro quale sia il ruolo fondamentale che la tecnologia gioca nella nostra capacità di accedere all'assistenza sanitaria. Cose che prima sembravano una sorta di prodotti da film di fantascienza ora sembrano normali, come la telemedicina e il monitoraggio COVID-19 via smartphone. Mentre la nuova generazione di monitor sanitari indossabili può fare di tutto, dal controllare la temperatura al chiamare il medico per noi. Ma la maggior parte degli orologi e altri apparecchi da polso tendono ad essere ingombranti e imprecisi, quindi ora gli scienziati stanno sviluppando una skin elettronica indossabile in grado di monitorare le nostre biometriche. Questa nuova tecnologia (opens new window) dal suono un po' inquietante, ma davvero interessante, è stata creata presso l'Università di Tokyo. Si chiama e-skin ed è fatto di alcol polivinilico combinato con uno strato d'oro. Sì, oro. Questa combinazione di materiali trasforma l'e-skin in un sensore flessibile e indossabile in grado di tracciare i nostri segni vitali e altre importanti informazioni sulla salute.


Multimediologica

Treno notturno
Se volete farvi un bel viaggio sul treno notturno da Tokyo a Izumo-shi, nella cabina iperlusso e poi vedere il paesaggio innevato attorno a voi, i 24 minuti richiesti da questo video (opens new window) di uno youtuber che viaggia molto (e che sottotitola, anziché parlare: evviva!) sono ben spesi. A me, perlomeno, queste cose rilassano.

Rolercoaster
La monorotaia di Shonan (opens new window) attraversa l'area di Shonan a Kanagawa. Shonan ha popolari località turistiche come l'isola di Enoshima e Kamakura. È un salto nella vita del Giappone


Tsundokulogica

The Italian Fantascienza Stories
Bruno Argento è l'alter ego italiano di Bruce Sterling, famoso scrittore di fantascienza americano che ha eletto Torino a sua dimora principale. Sterling è al centro del movimento del Cyberpunk nel senso che ne è uno degli inventori (con William Gibson, che invece forse ne è l'interprete più puro, e con Neal Stephenson, che ne è l'epigono più brillante). Bruno Argento è il nome che Sterling si è dato per scrivere una raccolta di fantascienza all'italiana, spaghetti fantascienza, potremmo dire. Operazione fantastica perché nel mondo domina trasversalmente solo il paradigma statunitense e (sempre più) quello cinese, mentre gli altri sono gusti solo locali. Invece, con Robot Artists & Black Swans: The Italian Fantascienza Stories (opens new window) vediamo "la maniera italiana" nel mondo e forse, dico forse, potrebbe nascerne un interesse che potrebbe portare alla traduzione non dei soliti due autori italiani. Chissà.

Extra Bold
Sembra un libro che sulla carta (pun intended) è meraviglioso: Extra Bold (opens new window), una guida pratica al graphic design inclusivo. «In parte libro di testo e in parte fumetto, zine, manifesto, guida di sopravvivenza e manuale di auto-aiuto, Extra Bold è pieno di storie e idee che non compaiono in altri libri di carriera o panoramiche di design». Sarebbe bello se qualcosa del genere esistesse per la comunità dei web design e dei dev. Immaginate che posto diverso sarebbe la comunità tecnologica se avesse pensato all'inclusività sin dall'inizio.

Analogia
Facciamo un piccolo esperimento: vediamo se qualcuno di Adelphi o di Hoepli segue questa newsletter e corre a comprare i diritti del libro che sto per presentare. L'ambizione infatti è molta e il risultato anche. Connettere la natura, gli esseri umani e le macchine: che ambizione. Bisogna amare un libro che inserisce i risultati tecnologici nel giusto contesto storico, come fa Analogia (opens new window): «Da una spedizione russa del diciottesimo secolo negli angoli più remoti del Nord America, ai segnali speculari che annunciarono l'era delle comunicazioni digitali a lungo raggio e l'invenzione delle valvole, Analogia (opens new window) intreccia l'avventura storica con intuizioni scientifiche in una storia profondamente personale che inquadra la ricerca e il costo della rivoluzione digitale sotto una nuova, accattivante luce».


Algoritmologica

La bacchetta magica
Cosa servirebbe per progettare un bastone smart per non vedenti? Cosa manca? cosa è stato fatto? Un viaggio non banale (opens new window) che dovrebbe anche farci capire che c'è un problema culturale di scelte e di priorità, ma anche di competenze.

L'internet del futuro in Cina
La Cina ha lanciato una rete sperimentale su larga scala (opens new window) per testare il futuro della tecnologia Internet. Collega 40 delle principali università di ricerca del Paese con un'enorme larghezza di banda e una latenza di gran lunga inferiore rispetto all'Internet esistente. La rete si connetterà a quasi tutto per comunicazioni senza interruzioni in una società guidata dall'intelligenza artificiale. La Cina sta facendo un enorme titanico per sostituire l'hardware occidentale nella sua infrastruttura informatica dopo che è stato rivelato come la tecnologia occidentale fosse piena di backdoor. Eh sì: di solito parliamo del problema opposto (le backdoor cinesi negli hardware per l'occidente) ma in realtà stiamo guardando il problema dalla prospettiva sbagliata.

Esperimenti pericolosi
Gli attacchi alla catena di fornitura del software sono diventati una questione importante dopo la violazione della sicurezza di Solarwinds. Studenti dell'Università del Minnesota hanno cercato di mettere una vulnerabilità nel kernel di Linux (opens new window) per fare un esperimento a fine di studio, che ha portato l'università a essere bandita da tutti i futuri contributi al progetto. Il gruppo aveva precedentemente pubblicato un documento sull'invio di patch con bug e aveva una storia di invio di codice intenzionalmente difettoso per testare le procedure e la resilienza dei sistemi. L'introduzione intenzionale di vulnerabilità nel codice open source può essere estremamente pericoloso, specialmente nel caso del codebase del kernel Linux.

Coffee break
Mostly Weekly è una newsletter libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo che passo a raccogliere e scrivere le notizie, potete farlo magari offrendomi un caffè alla settimana (opens new window) oppure mandandomi proprio dei soldi direttamente su PayPal (opens new window) (che detto così sembra quasi un "in alto le mani, questa è una rapina", però vabbè ci siamo capiti).

Quantum internet
Si parte piccoli ma si scala veloce: è successo anche con i primi nodi di Internet. E adesso un gruppo di fisici dei Paesi Bassi ha collegato con successo tre dispositivi quantistici (opens new window). È la prima volta che una rete è stata costruita da processori quantistici. Un'Internet quantistica consentirebbe livelli sorprendenti di privacy e sicurezza. Teoricamente sarebbe in grado di fornire la potenza di elaborazione necessaria per risolvere alcuni dei problemi più impegnativi dell'umanità. L'internet quantistica pienamente realizzata è ancora lontana, ma la rete a tre nodi dimostra come i dispositivi quantistici potrebbero comunicare tra loro per creare un'Internet quantistica funzionante nel prossimo futuro.

La Blockchain diventa una Borsa
SBI Holdings e Sumitomo Mitsui Financial Group (SMFG) hanno lavorato assieme per costruire l'Osaka Digital Exchange (opens new window) (ODE), una Borsa valori basata su blockchain per competere con la Borsa di Tokyo. La nuova Borsa consentirà agli investitori di negoziare titoli digitali utilizzando la tecnologia blockchain. SBI e SMFG istituiranno l'ODE a marzo. L'exchange inizierà a negoziare titoli digitali nel 2023.


Il quartetto c'era
Il quartetto c'era ~ Foto © Antonio Dini

L'ultima bustina di Minerva

Esprimere il proprio potenziale
Sono affascinato fin da piccolo dall'idea che ognuno di noi abbia un potenziale da esprimere. La nonna della protagonista di Divergent, scopriamo nei primi minuti del film, era solito dire che imparare chi siamo è un'arte molto difficile. Forse non riuscirò mai a capirlo (Tris, la protagonista, ci arriva nel corso del suo fantascientifico romanzo di formazione) però il gioco che viene subito dopo, ovverosia guardare le traiettorie interrotte e chiedermi what if?, come sarebbe andata se non si fosse perso per strada il tizio o la tizia quasi famoso o un po' famoso, rimane uno dei miei sport preferiti.

Ad esempio, se incontrate Eric Clapton per strada probabilmente lo riconoscente, anche se è un po' invecchiato. Invece, se anche lo aveste adorato perché era un altro dio della chitarra, quest'altro non lo riconoscereste. Parlo di Peter Green, che oggi ha un aspetto molto diverso da come era nel 1967, quando all'età di 20 anni divenne il fondatore e il frontman di quello che sarebbe diventato uno dei gruppi di maggior successo e duraturi nella storia della musica. Ma quando la band che aveva creato vendeva milioni di album e suonava in arene strapiene, Green se n'era andato da tempo: indigente, senzatetto e diciamocelo anche bello bipolare, che è un modo per dire quello che mia nonna invece classificava come "matto".

Peter Green era stato una stella nascente nel revival blues britannico degli anni '60. Fin da giovanissimo il suo modo di suonare la chitarra aveva attirato l'attenzione del frontman dei Bluesbreakers John Mayall, che non solo l'aveva notato, ma l'aveva anche voluto tenere vicino: l'adolescente Green suonava con la band quando il chitarrista principale non era disponibile. Il chitarrista principale in quel periodo era Eric Clapton. E poi, quando alla fine Clapton lasciò i Bluesbreakers per formare i Cream, Mayall diede il posto nella band a Green, e si sbilanciò anche a dire che entro pochi anni "quel ragazzino" avrebbe eclissato Clapton come il più grande chitarrista blues d'Inghilterra

Le cose non andarono esattamente così. Intanto, un anno dopo aver iniziato a suonare con Mayall e i ‌Bluesbreakers, Green era ansioso di fare la sua band. "Rubò" due dei suoi compagni di band, Mick Fleetwood e John McVie, invitandoli a unirsi a lui. La nuova band si chiamò Fleetwood Mac (Mac era il soprannome di McVie) ed era la band di Peter Green.

I Fleetwood Mac di Peter Green suonavano un mix di standard blues e composizioni originali dello stesso Green, ed ottennero un successo immediato. Dietro la voce piena di sentimento di Green e il suono crudo e intenso della sua chitarra, il loro album omonimo di esordio, Fleetwood Mac, rimase per 37 settimane nelle posizioni alte delle classifiche musicali del Regno Unito e alla fine totalizzò un ottimo risultato (per il tipo di mercato dell'epoca) diventando il quarto album più venduto dell'anno. Green stava rapidamente maturando come autore, creando composizioni come Black Magic Woman (in seguito suonata da Santana che ne fece il suo personale simbolo) e la strumentale Albatross, che raggiunse la mitica posizione numero uno della classifica inglese.

Con l'aumentare della loro fama e popolarità, i compagni di band di Green iniziarono a notare cambiamenti nel suo comportamento. Nel 1970, durante un tour in Europa, Green bruscamente lasciò il gruppo per diverse settimane, per andare a unirsi a una comune tedesca dove si fece di notevoli quantità di LSD. Il suo comportamento schizoide si intensificò; si fece crescere la barba e iniziò a indossare lunghe vesti e crocifissi, e parlò del suo desiderio che la band donasse i soldi che avevano guadagnato (punto sul quale gli artisti della scena rock britannica erano particolarmente sensibili). Le composizioni (soprattutto i testi) in questo periodo divennero sempre più oscure, come si vede se si vanno a leggere le parole di The Green Manalishi (with the Two Prong Crown):

Now, when the day goes to sleep and the full moon looks
The night is so black that the darkness cooks
Don't you come creepin' around - makin' me do things I don't want to

Can't believe that you need my love so bad
Come sneakin' around tryin' to drive me mad
Bustin' in on my dreams - making me see things I don't wanna see

Due mesi dopo l'esperienza nella comune tedesca, Green lasciò i Fleetwood Mac. L'anno successivo pubblicò un album da solista, registrò alcune sessioni con B.B. King e poi è letteralmente svanito.

Al verde e incapace di prendersi cura di se stesso, si trasferì a casa di suo fratello e sua cognata, che lo spinsero a sottoporsi a delle cure psichiatriche. Alla fine degli anni '70 gli fu diagnosticata una forma di schizofrenia piuttosto grave e iniziò una lunga strada per cercare di ristabilirsi. Gli furono somministrati farmaci antipsicotici per gestire i suoi sintomi, ma secondo Green gli causarono anche una completa perdita di interesse per la musica. Così, per diversi decenni, mentre continuava a prendere le medicine, Green è musicalmente scomparso. Ed è una lotta che dura fino ai giorni nostri.

A un certo punto, forse grazie a nuove molecole o forse per un dosaggio più leggero, Green ha ritrovato la voglia di suonare e nel 1997 ha formato il Peter Green Splinter Group. La band è stata prolifica ma dimenticabile, e comunque ha pubblicato nove album negli otto anni successivi. Fino a quando Green ha improvvisamente sciolto il gruppo.

Green ha poi vissuto in un pensionato di lusso nel sud dell'Inghilterra, assistito da amici intimi. Mick Fleetwood una volta è andato a trovarlo, diversi anni fa, e ha descritto la giornata come un momento particolarmente agrodolce: "È ancora una persona gentile e affettuosa, ma per il resto non è più l'uomo che conoscevo". Un anno fa circa, il 25 luglio del 2020, Green è morto "pacificamente nel sonno". Aveva 73 anni.

Ma non è la sua fine che interessa qui, quanto i suoi anni perduti e la sua carriera completamente devastata e interrotta. Ancora oggi non è chiaro se l'LSD preso da Green abbia innescato la sua schizofrenia o l'abbia semplicemente esacerbata, ma una cosa sembra chiara: se fosse rimasto in buona salute, Peter Green sarebbe probabilmente diventato uno dei musicisti più influenti di tutti i tempi. Avrebbe dovuto superare altre prove e altri ostacoli, certamente, molti gli sbagli da evitare. Ma aveva un talento e una creatività enormi, una carica di energia che avrebbe potuto esplodere con una forza un ordine di grandezza superiore a quella di Eric Clapton. Oppure no. Non possiamo ovviamente saperlo, ma a me, questa storia dei potenziali che non si realizzeranno mai ma che avrebbero potuto dare un sapore e un gusto diverso al mondo intero, mi continua ad affascinare. What if.




I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.



“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton


END




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