[Mostly Weekly ~102]
Romeo and Juliet
La newsletter settimanale che esce quando è pronta
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A cura di Antonio Dini
Numero 102 ~ 14 febbraio 2021
I love the stock market because when it goes up we get nothing but when it goes down we all lose our jobs. Except during a pandemic when it goes up and we still lose our jobs
–- @yeoldedad
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L'etica buddista dell'intelligenza artificiale
Il buddismo di solito attrae molto soprattutto gli occidentali curiosi e in cerca di qualcosa sospeso tra spiritualità e vita, perché porta con sé una serie di valori "filosofici" (poi, se ci si converte, la cosa diventa un po' più complicata con la dottrina e la pratica) che si offrono come sistema di vita eticamente sostenibile. Questa sostenibilità etica è l'idea alla base della tesi (opens new window) di chi vorrebbe che le AI vengano guidate dagli insegnamenti buddisti per fornire loro un'etica consistente e ragionevole; poi voglio vedere il primo scienziato induista o musulmano, o il primo programmatore cattolico cosa ne dicono. Comunque, “il buddismo propone un modo di pensare all'etica basato sul presupposto che tutti gli esseri senzienti vogliono evitare il dolore. Pertanto, il Buddha insegna che un'azione è buona se porta alla libertà dalla sofferenza. L'implicazione di questo insegnamento per l'intelligenza artificiale è che qualsiasi uso etico dell'AI deve sforzarsi di ridurre il dolore e la sofferenza. In altre parole, ad esempio, la tecnologia di riconoscimento facciale dovrebbe essere utilizzata solo se è possibile dimostrare che riduce la sofferenza o promuove il benessere. Inoltre, l'obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre la sofferenza per tutti, non solo per coloro che interagiscono direttamente con l'AI". Non li vedo bene, preferisco Asimov (che sta per sbarcare su Apple Tv+, ma questa è un'altra storia (opens new window)).
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Romeo and Juliet
Visto che oggi è San Valentino, suggerisco di ascoltare la canzone dei Dire Straits Romeo and Juliet: la musica è fantastica e il testo descrive l'esperienza dei due amanti del titolo, accennando a una situazione che vede Giulietta abbandonare il suo Romeo dopo aver avuto successo, andandosene dal quartiere dove vivevano e dove si sono incontrati. La canzone, scritta da Mark Knopfler, è stata ispirata dalla sua storia d'amore ovviamente fallita con Holly Vincent, cantante della band Holly and the Italians. Storie da San Valentino, insomma.
Importantologica
Jack Dorsey vuole creare un mercato per gli algoritmi social
Il ruolo degli apprendisti stregoni di internet, che poi sono stregoni a pieno titolo a questo punto, è creare sorpresa e scompiglio. Il ceo di Twitter, Jack Dorsey, sta facendo un buon lavoro (opens new window) da questo punto di vista: vuole che la gente sia in grado di scegliere quale algoritmo controlla i suoi contenuti sui social media pescando da un marketplace, anziché fare affidamento su una singola azienda per farlo bene. Questo, secondo Dorsey, sarà una parte importante del modo in cui funzioneranno i social network decentralizzati del futuro (che lui vorrebbe creare). Le aziende avranno accesso a molti più dati su una rete decentralizzata: competeranno in base a come possono offrire contenuti pertinenti agli utenti. La decentralizzazione potrebbe aiutare le piattaforme ad affrontare le leggi sui contenuti creati dagli utenti. Twitter ha sviluppato Bluesky, un social network decentralizzato, attivo a partire dalla fine del 2019. È ancora decisamente agli esordi ma avrete capito che ci sta provando: è il suo "piano c" (dopo Medium).
Hey Google, WTF? (la miniserie)
Cos'è che non troviamo facendo una ricerca su Google
Questo è un saggio meraviglioso, che mi fatto letteralmente ribaltare sulla mia seggiola Savonarola. L'idea è semplice ma geniale (opens new window): tutto ciò che non troviamo quando chiediamo risposte a Google. Non troviamo "scienza, arte, pratica religiosa, rapporti con altre persone, tentativi di comprendere la politica o la storia. Tutto nasce dal tipo di curiosità da cui vogliamo che Google ci liberi. Nella misura in cui il motore di ricerca nasconde l'ignoto dietro una serie di fatti e ci incoraggia a vedere la pluralità del mondo come qualcosa che possiamo scremare, Google riduce anche i nostri strumenti per vivere". Questo artcolo secondo me ce lo dovremmo leggere tutti e poi ripensare con calma a chi siamo e cosa facciamo con i computer e la rete, anziché arraparci tutti per l'ultimo social tipo ClubHouse.
La VPN di Google, per non farsi tracciare (dagli altri)
Ci sono vari motivi per i quali sembra che Google sia attivo come provider, uno di questi è sicuramente mettere pressione ai provider tradizionali e un altro è avere un accesso diretto a tecnologie e utenti per testare i suoi servizi senza la telco di turno che fa velo. Poi c'è la continua rapina dei dati, certamente. E poi chissà. Intanto, i servizi si sommano. La Fi VPN di Google (opens new window) è un servizio disponibile per gli abbonati alla rete Fi del motore di ricerca, attiva negli Usa. Le VPN, lo sapete, sono servizi che offrono agli utenti una connessione privata durante l'utilizzo di Internet pubblica, garantendo che il traffico sia crittografato. Una VPN decente di solito costa un tot e poi bisogna anche fidarsi del fornitore. Invece, Google offre gratuitamente VPN ai suoi clienti, dichiarando che lo fa per offrire uno scudo contro gli aggressori digitali e i software di tracciamento (degli altri, non quello di Google, of course: chiamatela più una "esclusiva"). Il servizio uscirà dalla beta per gli utenti Android e arriverà su iPhone in primavera. Google sta inoltre adottando misure per proteggere gli utenti Fi da varie truffe mobili.
Google sta pagando per farci leggere le notizie
News Showcase di Google è stato lanciato nel Regno Unito e in Argentina (opens new window). Il servizio consente agli utenti di accedere gratuitamente a determinati articoli protetti da paywall. Agli editori viene pagato un canone mensile per l'accesso a tutto il pacchetto di articoli. News Showcase è disponibile in Germania, Brasile e Australia tramite l'app Google News o Discover su iOS e Android, nonché sul web mobile. I legislatori australiani hanno redatto nuove regole che potrebbero costringere Google a pagare i giornali per i loro articoli. Google ha minacciato di ritirare il suo motore di ricerca dal Paese se la legge dovesse entrare in vigore. Si è offerta volontaria Microsoft con Bing e, insomma, in Australia secondo me rischiano di passare dalla padella alla brace. Più in generale, mi sto chiedendo: se Google è disposta a pagare per farci leggere degli articoli di giornale, quanto vale ciascuno di noi come utente tracciabile?
Come fu che Google graziò Facebook e poi se ne pentì
Nel 2013 Facebook dipendeva da un'applicazione chiamata Power Editor per il 25% delle sue entrate. Power Editor era responsabile di tutto ciò che poteva essere fatto sugli annunci sulla piattaforma (opens new window). Era enorme, complesso, poco intuitivo e basato su WebSQL, che era una tecnologia obsoleta. WebSQL era già stato rimosso da tutti gli altri browser tranne Chrome, e Google aveva tutto il diritto di fare lo stesso. E invece no: a Mountain View hanno inopinatamente aspettato, lasciando così sostanzialmente la spina attaccata per Facebook. Infatti, ci sono voluti più di tre anni per riscrivere le 150mila righe di codice in Power Editor durante la produzione e anche per migliorare l'app. Insomma, in qualunque momento Google avrebbe potuto staccare la spina e far chiudere Facebook, accidenti a loro.
Facebook: sul ripetere a pappagallo
Corre voce che Facebook sia nelle prime fasi di sviluppo di un suo clone di ClubHouse (opens new window). La notizia arriva pochi giorni dopo che Mark Zuckerberg è apparso come ospite a un evento dentro ClubHouse che però aveva la sponsorizzazione implicita di a16z, il venture capital che ha un suo uomo nel consiglio di amministrazione di Facebook e sta pompando ClubHouse. Facebook ha già clonato funzionalità da altri siti di social media, quindi non sorprende che ora stia copiando il social vocale. Twitter, usato spesso per definire ClubHouse (lo chiamano "il Twitter dei vocali") sta anch'esso lavorando alla propria versione dell'app. C'è il pettegolezzo economico e lo scontro con le mazze chiodate, tutto in un simpatico social dei vocali live.
Cina: come preparare la scintilla per scatenare l'inferno in cima al mondo
Le guerre si combattono per le risorse naturali, per il vantaggio economico, per lo spazio vitale. La Cina ci lavora alacremente: Pechino prevede infatti di costruire una diga idroelettrica sullo Yarlung Tsangpo (opens new window) come parte del suo piano per raggiungere la carbon neutrality entro il 2060. Lo Yarlung Tsangpo è il fiume più alto del mondo: è un fiume sacro per i tibetani e fornisce acqua potabile a circa 1,8 miliardi di persone in più Paesi. La sua altitudine lo rende ideale per la raccolta di energia idroelettrica ("casca" di più, cioè offre accesso a un quantitativo maggiore di gravità). Il progetto avrà molte conseguenze politiche e ambientali. La Cina afferma che continuerà a mantenere i rapporti con l'India e il Bangladesh attraverso i canali esistenti. La mancanza di cooperazione per il funzionamento delle dighe ha contribuito direttamente al collasso dell'ecosistema e alla distruzione delle comunità nella regione, oltre che a un paio di guerre locali.
Il digital divide caraibico
Lo sviluppo di Internet a Cuba è stato lento, diventando disponibile sui telefoni cellulari solo a partire dal 2018. Molti cittadini non possono permettersi connessioni Internet private. Gli hotspot Wi-Fi pubblici e i cybercafé gestiti dal governo sono l'unico modo con il quale la maggior parte dei cubani comunicano con il resto del mondo. Usb, dischi rigidi portatili e DVD sono lo strumento più popolare per chi ha bisogno di trasferire grandi quantità di dati da un posto all'altro. La situazione sta cambiando (opens new window), con sempre più cittadini che ottengono maggiore accesso alla rete ogni anno. Non è chiaro quale sarà l'impatto dell'aumento dell'accesso a Internet sulla popolazione di Cuba a lungo termine, ma la maggior parte dei residenti è entusiasta dei progressi compiuti finora. (ps: StarLink di Elon Musk intanto ha aperto gli ordini (opens new window) in Italia).
Burn baby burn
Ai miei tempi c'erano i Sigue Sigue Sputnik, brucia brucia Sputnik. E poi le nevrosi, le pandemie, le notti di lavoro, i ritmi folli, le folli follie. Tutto quel che volete. Però adesso ci sono i programmatori front-end che vanno in burn out. Sempre più spesso. Perché abbiamo dei problemi dentro il sistema. Alcuni sono architetturali, ma altri sono legati allo sviluppo dei progetti, le tecnologie coinvolte, e i layer di complessità. Qui ce n'è un altro a cui è saltato il tappo (opens new window): "Quindi, non voglio più fare sviluppo front-end. La gioia se n'è andata. Ho dato le mie dimissioni dalla mia attuale sede di lavoro e cercherò un ruolo esclusivamente di back-end per la mia prossima avventura, a partire da aprile. Il linguaggio non mi importa molto, ne conosco abbastanza per sapere che sono tutte molto simili e quindi abbastanza facili da imparare". Per uno che parla, mille bruciano in silenzio.
Un solo file per dominarli tutti
A proposito di burn out. Progetti software medi e grandi (o enormi) hanno bisogno di una cosa: un file che l'autore dell'articolo chiama ARCHITECTURE.md (opens new window), che ha lo scopo di dare un colpo d'occhio sul progetto e orientare sia chi ci lavora che chi ci lavora solo ogni tanto. L'ambito è quello del software open source, ma potrebbe essere applicato anche ai progetti privati: "Trovo che il file ARCHITECTURE sia un modo a basso sforzo per colmare questa lacuna. Come suggerisce il nome, questo file dovrebbe descrivere l'architettura di alto livello del progetto. Siate brevi: ogni contributore abituale dovrà leggerlo. Inoltre, più è breve, meno è probabile che venga invalidato da qualche modifica futura. Questa è la principale regola pratica per ARCHITECTURE: specificare solo le cose che è improbabile che cambino frequentemente. Non cercate di mantenerlo sincronizzato con il codice. Invece, rivisitatelo un paio di volte all'anno". Qui un esempio di ARCHITECTURE (opens new window).
Storia online del giornalismo (ma senza Paolo Murialdi)
Internet Archive ha digitalizzato Editor & Publisher, l'equivalente della nostra Prima Comunicazione, solo fatto molto meglio e molto più antico ed autorevole. E adesso si può navigare nella storia del giornalismo americano (opens new window) con grazia e stupore: "I miei due amori intellettuali sono la storia e il giornalismo: alternativamente, la storia e la sua prima bozza; e sono sempre felice di vedere che i due si sovrappongono ".
Idee improbabili: Biscuit
La messaggeria è una delle funzioni che le persone usano di più al telefono. Biscuit (opens new window) sembra un biscotto quadrato: è un telefono qwerty con tastierino orizzontale dedicato agli sms. Una memoria Usb collegabile si trova nell'angolo posteriore, che consente di trasferire un sacco di dati, immagini e altre cose fra il telefono e il computer. Fantascientifico e totalmente inutile.
Yamatologica
Harahachi bunme (腹八分目)
Per il nostro corso tematico di giapponese questa settimana parliamo di diete, anzi di regimi alimentari. Sì, perché se dite a un giapponese "vecchia scuola" che siete a dieta, vi guarderà confuso e cercherà di capire cosa state cercando di dirgli. In Giappone c'è un detto: "otto parti su dieci di una pancia piena sostengono l'uomo, le altre due parti sostengono il medico". È un'idea antica, che si ricollega a massime di saggezza conosciute da tempo: nello Zazen Yojinki (Precauzioni da osservare nello Zazen), scritto attorno al 1300 dC, si raccomanda di mangiare solo fino a riempire i due terzi dello stomaco. Ecco, Harahachi bunme (腹八分目) vuol dire "Mangia fino a quando la pancia non è piena all'ottanta per cento" (letteralmente: otto parti su dieci). Il concetto di fondo è quello della riduzione della quantità e dei cibi trattati, e comporta l'abitudine del corpo a viaggiare con un consumo molto più basso ma anche con un indice di massa corporea molto più basso della media internazionale: valori che sembrano in realtà eccessivi e che un medico sconsiglierebbe (io non credo si dimagrisca così tanto: ma in ogni caso consultate sempre un medico). A Okinawa, dove questo approccio è culturalmente più seguito (tipo la nostra dieta mediterranea al sud), dice che si mangiano meno di duemila calorie al giorno: 1.800 circa. Non è una dieta, è un regime alimentare (cioè dura tutta la vita e non il tempo di dimagrire) e si basa su due aspetti: mangiare poco, cioè smettere prima di essersi riempiti la pancia, e mangiare molto più sano. Anche se non esplicitato nel proverbio, il regime alimentare funziona solo quando si mangiano cibi sani e ricchi di nutrienti. Il corpo non può misurare con precisione il nutrimento assorbito e lil relativo senso di fame quando si consumano calorie "vuote", provenienti cioè da cibi altamente elaborati e raffinati. Sono queste calorie "vuote" che portano a mangiare troppo, perché non si è mai in grado di raggiungere il punto di "pieno all'80%". Cosa mangiare, allora? Bisogna concentrarsi su frutta, verdura, proteine e cereali integrali e lo stomaco e il cervello risponderanno di conseguenza alle vostre esigenze. Altri due consigli: bere molto, sia perché riempie sia perché fa bene. Inoltre, il corpo segnala la fame e la disidratazione quasi nello stesso modo, quindi spesso non è fame ma è semplicemente sete. Infine, c'è un problema di focalizzazione della mente: non pensate sempre al cibo. Mangiate meno, anzi poco rispetto all'abbondanza del consumismo odierno, mangiate più sano, non state a pensare in maniera ossessiva ai dettagli del cibo o in modo minuzioso alle quantità, sennò la fame vi aumenta e basta perché pensate sempre al cibo. Invece, ripeto, mangiate poco, mangiate quando avete fame, e alzatevi da tavola con ancora un po' di fame. Se mangiate meno lo stomaco dilatato come la pelle di un tamburo pian piano si ridimensiona e anche il senso di sazietà arriva prima. Se poi non bevete bibite zuccherate, alcolici il meno possibile, e camminate veloci per almeno una ventina di minuti filati al giorno, siete a cavallo. Ps: come per molte cose di cui parlo in questa newsletter, sono molto ma sono molto lontano da aver acquisito questa mentalità, stato, centratura, equilibrio o saggezza. In effetti, tutta questa cosa dello Harahachi bunme (腹八分目) l'ho in realtà scritta più per me che per voi. Ma magari serve anche a voi, chissà. Scusate, ora vado a bermi un bel bicchierone d'acqua che m'è venuta fame.
Variologica ed eventualogica
Multimedialità
"Vuoi vedere una merdosa nave Belter?" chiede Ty Franck al nostro piccolo gruppo, guidandoci fuori da un set e indicandone uno adiacente. "Andiamo laggiù, quella è una delle nostre schifose navi Belter". Il lungo e ottimo reportage (opens new window) di Andrew Liptak su come The Expanse da gioco sia diventato serie tv.
Con gli occhi di un bambino
Tadashi Tokieda, un matematico della Stanford University, ha raccolto più di 100 di quelli che chiama "giocattoli": oggetti della vita quotidiana facili da realizzare ma che mostrano comportamenti così sorprendenti che spesso lasciano perplessi anche i fisici. Nelle conferenze pubbliche e nei video di YouTube Tokieda mette in mostra i suoi giocattoli con commenti spiritosi e brillanti, anche se l'inglese è solo la sua settima lingua. Ma il suo obiettivo (opens new window) è solo in parte quello di intrattenere: è anche quello di mostrare alle persone che le scoperte scientifiche non sono appannaggio esclusivo degli scienziati professionisti.
Arriva un antibiotico rivoluzionario?
I fagi (o batteriòfagi) sono virus specializzati nell'invasione e nell'uccisione di batteri specifici. Molti fagi hanno difficoltà a combattere i batteri nell'intestino a causa di una proteina particolarmente "appiccicosa" chiamata mucina. I ricercatori hanno trovato un fago raro (opens new window) che può essere utilizzato per colpire e uccidere batteri specifici anche nell'intestino. Durante la sperimentazione in laboratorio i ricercatori sono stati in grado di dimostrare la sua efficacia sui batteri all'interno di ambienti complessi. È il primo caso in cui un'infezione batterica è stata trattata con l'uso di farmaci mirati.
Fare un vaccino: cose che dovremmo sapere
La scienza e la tecnica hanno risorse, caratteristiche e potenza inimmaginabili, al giorno d'oggi. Però quello che dimentichiamo, noi, gli economisti, i politici, e varie altre categorie di "non addetti ai lavori" è che i fondamentali sono chiari per tutti e alla portata di tutti. La scienza è open. Si tratta di volontà, intelligenza e buone prassi: la ricerca medica a Cuba ne è la dimostrazione. Il punto non sono le tonnellate di miliardi messe a pioggia o le migliaia di ricercatori reclutate per trovare i vaccini, perché si può fare ricerca applicata anche in condizioni molto più ridotte. Questo tizio che si fa i suoi vaccini (opens new window) è un buon inizio per capire la relazione tra le cose (non per curare il Covid, non voglio dire quello) e metterle in proporzione. Oppure è un pazzo, andrebbe arrestato e il suo sito messo offline e cancellato.
Buone notizie sul Covid-19 da Israele?
Ricercatori israeliani hanno riferito (opens new window) che i pazienti gravemente malati di Covid-19 trattati con un farmaco antitumorale relativamente sconosciuto hanno recuperato completamente entro cinque giorni dal trattamento. Su 30 pazienti trattati, 29 hanno mostrato un miglioramento significativo entro due giorni. EXO-CD24 è stato sviluppato come cura per alcuni tipi di cancro. Combatte la tempesta di citochine che si ritiene sia responsabile di molti decessi correlati al Covid-19.
La complessità, spiegata bene
La scienza della complessità, chiamata anche scienza dei sistemi complessi (opens new window), studia come un'ampia raccolta di componenti - che interagiscono localmente tra loro su piccola scala - può auto-organizzarsi spontaneamente per esibire strutture e comportamenti globali non banali su scale più grandi, spesso senza intervento esterno, centrale autorità o leader. Le proprietà della collezione potrebbero non essere comprese o previste in base alla sola piena conoscenza dei suoi componenti. Tale raccolta è chiamata "sistema complesso" e richiede nuove strutture matematiche e metodologie scientifiche per indagarla.
Pixel Art, fatta bene
La Pixel Art si fa con MacPaint (opens new window). Fine. Questo thread su Twitter (opens new window) è visivamente indimenticabile e squisitamente hip.
Servizio pubblico, fatto bene
Ragazzino di 8 anni scrive alla NPR per All Things Considered, trasmissione che ha appena compiuto 50 anni: "Mi chiamo Leo e ho 8 anni. Ascolto All Things Considered in macchina con mamma. La ascolto un sacco. Non ho mai sentito parlare molto di natura o dinosauri o cose del genere. Forse dovreste chiamare il vostro programma Newsy Things Considered, dal momento che non parla di tutte le cose. Oppure, per favore, parlate di più di dinosauri e altre cose interessanti. Cordiali saluti, Leo". Ovviamente, ammette NPR, Leo ha ragione. Servono più dinosauri!
Auto-alimentazione
A me questa cosa piace tantissimo! Sono anni che ci penso, praticamente era una mia fantasia da bambino, credo di averla letta in qualche vecchio Urania degli anni Settanta-Ottanta: insomma, è come vedere la fantasia diventare realtà. I ricercatori dell'Università di Colorado-Boulder hanno creato un dispositivo (opens new window) indossabile che trasforma il corpo umano in una batteria. Può essere indossato come un anello, un braccialetto o qualsiasi altro accessorio che tocchi la pelle. Il dispositivo converte il calore corporeo in elettricità utilizzando minuscoli generatori termoelettrici. Genera circa 1 volt di energia per centimetro quadrato di spazio sulla pelle, sufficiente per alimentare dispositivi come orologi o fitness tracker. Il dispositivo si ripara da solo se danneggiato ed è completamente riciclabile.
Multimediologica
Funk Night with Candy Dulfer (opens new window) è un concerto che si è tenuto in Olanda due o tre anni fa. La protagonista è Candy Dulfer, sassofonista e cantante notevole, figlia del sassofonista Hans Dulfer. Ha la mia età circa (è della fine del 1969) e ha iniziato la sua carriera da giovanissima, sulle orme del padre. Quando aveva sei anni ha iniziato a suonare e a quattordici anni ha fondato la sua band, Funky Stuff. Il concerto è fantastico.
Un po' di relax jazz con Emmet Cohen Trio feat. Cyrille Aimée (opens new window) e "La Vie en rose". Sennò, qualcosa di più strutturato: Live From Emmet's Place Vol. 43 - Veronica Swift & Johnny O'Neal (opens new window). Il trio di Cohen è uno dei motivi per cui bisognerebbe abitare a New York.
Beau Miles (opens new window) è diventato rapidamente uno dei miei narratori australiani preferiti. Il suo approccio archetipico australiano "piedi per terra e niente cazzate" per creare cose è così rinfrescante, soprattutto se uno lavora nel mondo digitale dove ogni giorno ci imbattiamo in un'altra supercazzola alla moda sul "potenziale della nuova economia dei produttori" che non ne avete un'idea. ClubHouse? Haha. A Beau non potrebbe importare di meno. Si sveglia, trova del legno in giro e costruisce una capanna per la morosa. E mentre sta martellando condivide alcune idee su cosa significhi essere umani.
"For All Mankind: Time Capsule (opens new window)" è ora disponibile sull'App Store di iOS. L'esperienza di realtà aumentata è stata costruita utilizzando il framework ARKit di Apple. Include esperienze esclusive per gli ultimi iPad Pro, iPhone 12 Pro e iPhone 12 Pro Max (per via del Lidar). L'app consente agli utenti di interagire con oggetti virtuali attraverso l'obiettivo del loro dispositivo. Si aggiunge alla storia di For All Mankind, la serie tv di Apple+, a cavallo tra la prima e la seconda serie, ma la conoscenza della storia non è richiesta per godersi l'app. L'ho scaricata e mi sono annoiato subito, devo essere sincero. Le cose che si fanno con la realtà aumentata sono pazzesche e Apple sta davanti a tutti in questo settore, secondo me. Abbiamo quasi risolto il come ma siamo ancora parecchio indietro sul perché.
Tsundokulogica
Antisocial (opens new window) di Andrew Marantz è una lettura importante (e divertente) per comprendere il ruolo che la tecnologia e i media giocano nell'alterazione della nostra società.
Vi ricordate di WeTransfer, il servizio per mandarsi grossi file con una mail? Uno dei fondatori, Damian Bradfield, ha scritto un libro (The Trust Manifesto (opens new window)) che evidenzia la ricchezza di dati che condividiamo inconsapevolmente ogni giorno e cosa significa per il futuro di Internet. "Viviamo in un'epoca straordinaria: l'era della fiducia. Ci fidiamo del linguaggio degli algoritmi e delle intenzioni dei giganti della tecnologia. Il mio Trust Manifesto è per chiunque abbia iniziato a mettere in dubbio quella fiducia; che si preoccupa di dove potrebbe finire, che teme "l'effetto Black Mirror". È per coloro che si chiedono come sarebbe una Internet alternativa, basato sulla fiducia, che funzioni per tutti". Io lo compro (e poi non lo leggo, vabbè, però secondo me merita).
Il modo migliore per capire come funzionano i computer è crearne uno da zero e questo libro di testo (opens new window) guida gli studenti attraverso dodici capitoli e relativi progetti che costruiscono gradualmente la piattaforma hardware e la gerarchia software per un sistema informatico semplice ma potente. Intanto, gli studenti acquisiscono una conoscenza pratica di hardware, architettura, sistemi operativi, linguaggi di programmazione, compilatori, strutture e algoritmi di dati e ingegneria del software. Utilizzando questo approccio costruttivo, il libro introduce gli studenti a un corpus significativo di conoscenze informatiche e dimostra come le tecniche teoriche e applicate insegnate in altri corsi di informatica si adattano al quadro generale. Il risultato di questi sforzi è noto come "da Nand a Tetris": un viaggio che inizia con la porta logica più elementare, chiamata Nand, e termina, dodici progetti dopo, con un sistema informatico generico in grado di eseguire Tetris. La prima edizione di questo popolare libro di testo ha ispirato lezioni "da Nand a Tetris" nelle università, boot camp di programmazione, club di hacker e piattaforme di corsi online. Questa seconda edizione è stata ampiamente rivista.
Un libretto in self-publishing sugli algoritmi: Algorithms (opens new window) di Jeff Erickson, pare molto bello però.
Algoritmologica
Litestream
C'è questo sviluppatore, Ben Johnson, che ha messo in discussione l'intero paradigma di funzionamento delle applicazioni moderne e dell'architettura che c'è dietro. E l'ha fatto realizzando un piccolo applicativo, Litestream (opens new window), che risolve il vero e unico problema di SQLite, per il resto la vera soluzione a quasi tutti i problemi. Qui spiega il perché e il percome (opens new window): "Nonostante un aumento esponenziale della potenza di calcolo, le nostre applicazioni richiedono più macchine che mai a causa delle decisioni architetturali prese 25 anni fa. È possibile eliminare gran parte della complessità e dei costi utilizzando SQLite e Litestream per le applicazioni di produzione".
"Those who control the narrative control history, and the future"
Remarkbox (opens new window) è un sistema di commenti che si possono aggiungere alle pagine statiche o dinamiche. Costruito per essere "bravo" e non tracciare la gente, è gratuito e ha posizioni forti contro la pubblicità dei big del tech: "Considero questo tipo di "pubblicità" una forma di stalking digitale (un'azione fuorilegge, mentalmente ed emotivamente violenta)". Interessante.
Gente furba (mica come noi giornalisti)
Quando la macchina inventa la matematica
Un team di ricercatori in Israele ha creato un sistema di congetture matematiche automatizzato chiamato Ramanujan Machine (opens new window). La macchina prende il nome da un matematico che ha sviluppato migliaia di formule innovative nella teoria dei numeri quasi senza formazione formale. Facendo più congetture, la macchina fornisce ai matematici importanti indicazioni per ulteriori ricerche in quel campo della matematica. Il sistema ha già immaginato diverse formule importanti per le costanti universali che compaiono in matematica.
MetaHuman, Epic e la stampa nostrana
L'avrete sicuramente vista in giro anche sui giornali italiani, che di solito le notizie che trovate su Mostly Weekly neanche sanno dove cercarle e casomai si "ispirano" dopo. Questa no, ma perché è una cosa che "si vede" (c'è il video) e quindi viene bene il boxino con l'animazione: Epic Games ha annunciato un nuovo strumento (opens new window) che funziona nel browser in grado di creare volti umani altamente realistici. MetaHuman Creator può essere utilizzato con le moderne tecniche di motion capture e animazione. Può creare esseri umani fotorealistici in pochi minuti, dotati di acconciature e vestiti unici. Epic non ha annunciato una data di uscita specifica, ma lo rilascerà quest'anno. Nell'articolo sono disponibili due video di un minuto di Epic per mostrare la tecnologia. Molti giornalisti sono scivolati nel delirio, vagli a spiegare che verrà usato per creare tonnellate di personaggi non giocabili nei videogame.
Mamma mi sono inventato il clone
Su Internet ci sono vari giochini in cui la rete neurale generativa di turno crea poesie, lettere, racconti, articoli, paper di ricerca e via dicendo. Un team di ricercatori estoni ha sviluppato un sistema di apprendimento automatico in grado di generare sequenze di genoma umano uniche (opens new window). Questi falsi genomi (nel senso che non esistono in natura) potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel futuro della ricerca sul Dna. I genomi artificiali sono indistinguibili dai genomi umani reali, sono cioè totalmente plausibili. Anche se la tecnologia verrà utilizzata solo per scopi etici, apre comunque alla possibilità di utilizzarla per creare "fake people" (questo termine l'avete letto prima qui!) altamente convincenti. I cloni, all'incirca, ma totalmente artificiali.
Fare tutto in casa, versione robotica
Il dipartimento CSAIL del Mit ha recentemente presentato (opens new window) un nuovo progetto per lo sviluppo di robotica, droni e altre macchine in uno "one-stop-shop". LaserFactory è un sistema costituito da un kit software e una piattaforma hardware in grado di creare strutture e assemblare circuiti. È ancora nelle sue primissime fasi di sviluppo. Nell'articolo è disponibile un video di 2 minuti che mostra LaserFactory in azione.
Coffee break
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Spyder
I miei giorni con Python sono polvere nel passato ma la proposta è interessante: Spyder (opens new window) è un ambiente scientifico gratuito e open source scritto in Python, per Python e progettato da e per scienziati, ingegneri e analisti di dati. Presenta una combinazione unica delle funzionalità avanzate di modifica, analisi, debug e profilazione di uno strumento di sviluppo completo con quelle dell'esplorazione dei dati, l'esecuzione interattiva, l'ispezione approfondita e le capacità di visualizzazione di un pacchetto scientifico. Se vi serve e siete anche una piccola azienda, potete dare un piccolo contributo economico ed essere riconosciuti come sponsor, con tanto di logo e visibilità in ambiente accademico. Fico, no?
Sorprendente Python (a.k.a. WTF)
Questo repository (opens new window) contiene snippet di codice Python che hanno comportamenti sorprendenti. Ha lo scopo di spiegare cosa succede dietro le quinte per alcune delle caratteristiche meno conosciute di Python. È disponibile una versione interattiva di Google Colab in cui è possibile eseguire gli esempi di codice nel browser.
Python implementa il pattern matching (!)
Una rivoluzione (opens new window), nientemento: Lo Steering Council di Python, dopo alcune discussioni, ha accettato la controversa proposta di aggiungere una primitiva di pattern-matching al linguaggio. «Riconosciamo il che Pattern Matching è un cambiamento radicale di Python e che raggiungere il consenso nell'intera comunità è quasi impossibile. Persone diverse hanno riserve o preoccupazioni su diversi aspetti della semantica e della sintassi (come fa lo Steering Council). Nonostante questo, dopo molte discussioni, rivedendo tutte le conversazioni sui PEP, così come proposte concorrenti e risultati di sondaggi esistenti, e dopo diverse discussioni di persona con gli autori di PEP, siamo fiduciosi che il Pattern Matching come specificato nel PEP 634 e successivi, sarà una grande aggiunta al linguaggio Python».
Just a little bit
Cominciamo con un softawre open source erogato via web per il design cross-domain: Penpot (opens new window): molto fico. Il 4 gennaio è andato giù Slack: qui spiegano cos'è successo (opens new window). Da ragazzino ce l'avevo, andavano di moda: costruirsi una trackball bluetooth da soli (opens new window). Se metti operatori sanitari al posto dei poliziotti, cosa cambia? Tutto (opens new window). Secondo Lyft le mappe di OpenStreetMap (open source, crowd-sourced e gratuite) sono buone e possono andare in produzione (opens new window). Non avete tempo per guardare quell'ennesimo video di prova di un computer su YouTube: mettetelo dentro You-Tldr (opens new window) e vi arriva la trascrizione; funziona di brutto (ed è utilissimo). Certo, dovete dargli il vostro testo, però lui ve lo converte (opens new window) da epub a qualsiasi altra cosa. Questo vi fornisce una istanza Mac M1 via cloud (opens new window) per dieci centesimi all'ora con lo scopo di fare CI/CD per iOS/macOS. Stamp (opens new window) prende una cartella e la trasforma in un file e viceversa: utile ma solo se programmate sul serio. Critiche a Ruby3 (opens new window) e un libro di ricette per Rust (opens new window). Samsung nel 2023 aprirà una fonderia di silicio negli Usa (opens new window) da 17 miliardi di dollari (fare chip è costoso), chissà cos'ha messo sul piatto il governo americano e soprattutto quale governo: Trump o Biden? Storie di vecchi videogiochi per lo ZX Spectrum (opens new window). Qui ci sono aggiornamenti sul progetto per ricreare Roma in 3D (opens new window). Indovina la città (opens new window) è un giochino divertente.
Guarda mamma, senza mouse!
Questo libro online mi insegue e mi rincorre: da più parti mi viene segnalata questa soluzione (opens new window) per tecniche e modelli che consente di sviluppare senza usare il mouse: "Do You Write Code With Your Mouse?". A pagamento, ma si trovano varie risorse in rete che spiegano più o meno le stesse cose.
Gente furba e veloce di Redmond
La facilmente prevedibile integrazione tra GitHub (acquistato da Microsoft) e Microsoft sta avvenendo in modo furbo. Dopo la possibilità di farsi pubblicità e farsi pagare, la novità è l'integrazione di VS Code (opens new window) (l'editor di codice gratuito e multipiattaforma di Microsoft). In pratica, in ogni repository di GitHub se semplicemente aggiungete "1s" dopo "github" e prima di ".com" e premete invio nel browser, vi trovate dentro l'editor in versione online e potete digitare codice. Qualunque repository. Furbi e bastardi. Sono gli editor online usati da AWS e Google Cloud, oltre ad Azure. C'è anche il plugin per Chrome, tra l'altro. Secondo me a un certo punto tutto questo Javascript esploderà.
HTTPie e ht: CLI HTTP clients
Benvenuti nel futuro, che ancora per un po' a quanto pare è fatto dalla riga di comando che si mescola alla rete. In particolare, il capostipite è HTTPie (opens new window), ma c'è anche ht (opens new window), che fanno una serie di cose interessanti. HTTPie, aitch-tee-tee-pie, è un client HTTP da riga di comando intuitivo per l'era delle API. Viene fornito con supporto JSON, evidenziazione della sintassi, sessioni persistenti, download simili a wget, plug-in e altro. ht è un clone fatto in Rust.
Remotion
Remotion (opens new window) è una suite di librerie per la creazione di video in modo programmatico utilizzando React. Con Remotion, potete renderizzare quello che volete con le vostre tecnologie web preferite, utilizzando la programmazione per creare nuovi effetti visivi. Sono disponibili tre video di esempio e viene fornito il codice sorgente per ciascun video, così volendo si impara anche qualcosa.
Impariamo a fare le app per iOS
L'università Stanford ha messo online il suo corso cs193p per programmare app su iOS (opens new window), con tutti i materiali e video (opens new window). Il corso è centrato su SwiftUI ed era stato realizzato tutto online per il lockdown della primavera 2020. Una risorsa del genere a vent'anni me la sarei sognata, mannaggia.
Guarda come t'imparo il tunnel SSH
La mia difficoltà nelle astrazioni è legata al testo: ho una mente prevalentemente visivo-sintetico-associativa (tipo raro) e la testualità per me non scala. Per questo avere a disposizione questa guida (opens new window) quando ho cominciato a generare stringe alfanumeriche da salvare dentro .ssh mi avrebbe fatto un gran comodo.
Fare di più con git
Era un po' che non tiravo fuori qualche tutorial per git. Questo in particolare (opens new window) esplora alcune funzionalità meno conosciute, ma molto utili di git. Insegna al lettore come recuperare i commit cancellati, ripulire le cronologie dei commit, utilizzare i sottomoduli per gestire il codice di terze parti e altro ancora. C'è anche un cheat sheet che elenca i comandi git più importanti.
Lo script della shell per lo spoof del Mac Address
Quando falsifichi il tuo indirizzo MAC (cioè lo "spoofi"), i punti di accesso precedenti a cui ti sei connesso penseranno che ti trovi su un dispositivo nuovo. Questo articolo (opens new window) mostra come modificare un indirizzo MAC su macOS e riassume i passaggi in uno script di shell. È disponibile un collegamento anche un articolo che spiega come modificare l'indirizzo MAC su Windows.
Gridsort
Gridsort (opens new window) ordina i dati archiviandoli in un cubo binario semplificato, che offre un eccellente utilizzo della cache. È un'implementazione semplificata di cubesort (opens new window). Sono disponibili benchmark e visualizzazioni.
L'ultima bustina (di Minerva)
Un messaggio fa ping-ping nel mio Mac. È l'amico Luca Perna che mi scrive: "Ciao Antonio, mi hanno risposto ora da Adelphi. Prossima uscita Ian Fleming prevista per fine 2021". Il tema, per Luca e me, è scottante: Adelphi ha iniziato nel 2012 (opens new window) la benemerita opera di ristampa di tutti i romanzi di Ian Fleming (opens new window), la serie di James Bond alias Agente 007. È una bella serie sia perché le storie sono notevoli sia perché la traduzione è di qualità (opens new window) e rende finalmente giustizia alle capacità di Fleming, che vanno molto oltre la resa cinematografica. Fleming è uno di quegli autori britannici che hanno fatto la guerra e che stanno in bilico, distesi di traverso su quel crinale che divide da una parte John LeCarré e dall'altra Graham Greene: romanzo di genere o letteratura? Spy story o capolavoro? Pandemia o altro, gli ottimi Flavio Santi, Massimo Bocchiola e Matteo Codignola (il cui lavoro compensa le inadeguatezze della traduzione per i gialli Garzanti degli anni Sessanta, curata all’epoca da Oreste Del Buono) hanno rallentato la produzione, saltando l'uscita di Natale 2020. Però a fine 2021 arriverà una nuova pubblicazione. Quale? "Sarà la nona uscita (penso La Spia Che Mi Amava)", mi scrive Luca. Che aggiunge: "Probabilmente aspettano l’uscita al cinema del prossimo Bond (previsto per ottobre al momento)". Vedremo. Intanto, ci sono i primi otto da leggere (opens new window) e sono una goduria.
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato. Un giorno riuscirò a renderli non tracciati.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”
– G.K. Chesterton
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