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Io posso dire d’aver vissuto, voi no

Un appuntamento particolare, di quelli che dopo niente è più come prima


La cosa più normale del mondo: telefoni alla ragazza, le dici: “Ci vediamo alle sette e mezza”, riattacchi e accendi il computer. Da quel momento, per due ore, la spii con dodici videocamere mentre si prepara, discute con le amiche cosa mettersi, si lamenta del mal di piedi. Niente paura, non è la confessione che ho reso alle forze dell’ordine al momento dell’arresto. E’ tutto legale: succede se vai a cena fuori con la protagonista di un reality. A me, per esempio, è successo sabato scorso.

Perché il giornalista si fa anche così, spendendosi in prima persona. Niente di eroico, per carità: a meno che il ristorante cinese in Paolo Sarpi non fosse a rischio salmonella. Ma andiamo con ordine. Proprio da questi server, una settimana fa, è stata trasmessa MacchiaRadio edizione speciale Grande Fratello (il reality in onda su Canale 5, avete presente, no?) alla quale, oltre al sottoscritto, hanno partecipato anche due ragazzi reclusi ma fino a un certo punto: Rudy e Emily, quattordici ore nella casa e dieci di “libera uscita”. Un po’ come fare il militare col pernotto a casa. Si tratta di ViteSpiate.com, il reality tutto in rete ambientato in un ex centro estetico alle porte di Milano.

I due, più altri cinque concorrenti, dal sette gennaio sono lì, sotto l’occhio impudico delle videocamere che li riprendono anche in bagno, persino sotto la doccia (priva di tendina, tanto per non sbagliarsi). Inutile girarci intorno: un reality “furbetto” che alla fine, dicono gli autori, piace e ha anche un certo successo. Insomma, una storia da raccontare. Quindi, nella migliore tradizione del giornalismo investigativo all’italiana, il sottoscritto ha colto la palla al balzo e fissato subito un appuntamento con uno dei protagonisti, cioè la simpatica Emily, pisana scatenata, occhi cerulei da favola, parlata mozzafiato. Ci scambiamo i numeri, ci risentiamo due giorni dopo per fissare l’ora e il posto.

A questo punto, bando alle ipocrisie e dimentichiamoci il reality: va bene, va male, è fatto bene, è fatto male. E’ un reality. Punto. Che c’è da dire di più? Che in rete (dove peraltro s’era già visto varie volte, anche dalle nostre parti) è più interattivo che in tivù? Che per qualcuno è scandaloso e per altri meraviglioso? Che le storie dei sette potrebbero diventare un romanzo? Parliamoci chiaro: chissenefrega. E’ un format, se lo guarda chi gli piace, gli altri saranno anche fatti loro. No, mi dispiace ma la storia è molto più ombelicale. Per questo c’è più sugo a raccontarla.

Lei è una celebrità, in qualche modo. Dopotutto sta dentro a un reality, anche se lo trasmettono solo su Internet

Il presupposto è che quando inviti a cena una ragazza bionda e carina, anche se è per lavoro, c’è tutta una retorica dietro che non puoi evitare. Te scegli il ristorante, lei ti chiede se si fa “una cosa elegante o in jeans”, tanto per sapere come vestirsi. Questo ti fa venire il dubbio: oddìo, e adesso io che mi metto? Ci sono quattro secoli di melodramma che pesano sulle nostre spalle di italiani: mica possiamo far finta di niente. E poi, lei è un po’ una celebrità, in qualche modo. Sta dentro un reality, anche se lo danno solo su Internet: lei la riconoscono per la strada (ok, due volte in tre settimane, ma è già un inizio), magari un giorno sarà famosa. Te, invece, sei solo un cronista da redazione di provincia, mica un personaggio televisivo. Un po’ d’emozione ci sarà, no?

Per farla breve, il meccanismo avete capito tutti che è antico e scontato. Quello che è straordinario è lo svolgimento. La chiami sul cellulare, come si fa milioni di volte al giorno in tutta Italia, fissi l’appuntamento, e poi succede: inizia il trip. Ti trasformi in una mosca, appoggiata al soffitto. In uno spirito, un ectoplasma onnipotente. Nel giocatore di un “God-view-game”. Insomma, sei lì, in casa sua, e per due ore la vedi mentre si prepara. E’ questa, ammettiamolo, la vera notizia, la vera soddisfazione. Ripercorri mentalmente tutti gli appuntamenti col gentil sesso della tua vita e pensi: “finalmente lo so cosa fate, prima di uscire con me”. Tutto il resto è cronaca – già vista – di infiniti reality e di infinite cene di lavoro.

E aggiungo anche una cosa, scusandomi per la presunzione: se non avete mai dato un appuntamento a una ragazza che stava nella “casa”, guardandola poi sul video del computer mentre si prepara per uscire con voi, vuol dire che non avete vissuto. Io sì. Il resto sono dettagli che lascio agli invidiosi.

(Pubblicato il 25 gennaio 2006)