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Dino Zei

Dino Zei e Anonimo Firenze Orologi

La storia di Dino Zei, colonnello di Marina prestato al settore privato e capace di inventare una delle più innovative aziende di orologeria italiane è ancora tutta da raccontare. Questo articolo e il mio e-book Il mago degli orologi sono un tentativo di fare in modo che niente vada perso


Dalla sua villa sul viale dei Colli a Firenze si può quasi vedere il laboratorio e centro di produzione dove ricercatori ed artigiani studiano, progettano e realizzano a mano gli esemplari degli orologi che portano il suo nome. Dino Zei, classe 1931, presidente di Anonimo - Firenze Orologi, è quello che gli americani definirebbero un “maverick”, un fenomeno non conformista dell’imprenditoria, inclassificabile secondo gli schemi tradizionali. Un credente senza limiti nel concetto di innovazione, che predica semplicità e scelte razionali nel campo dell’accessorio maschile per definizione.

Sotto il suo nome Firenze, che era stata capitale dell’orologeria mondiale ai tempi di Lorenzo il Magnifico, è tornata ad aprire una nuova stagione di innovazione, sperimentando con materiali, forme e funzionalità inedite che stanno lasciando una tacca nella storia dell’hâute horlogerie.

A diciannove anni Dino Zei entra in Accademia navale, si laurea in ingegneria meccanica. Per ventuno anni ha lavorato come ufficiale di Marina, responsabile del top team che sviluppava sistemi elettrici e armi, ma anche orologi che si conformavano ai duri requisiti dei sommozzatori della Marina. In quegli anni impara tutto quel che può sui materiali hi-tech e sulla ricerca avanzata, oltre che su un modo di fare ricerca che non ha pari nel settore civile. «Si lavorava – spiega nel soggiorno di casa sua – facendo tantissima ricerca, prototipi, studi. Poi tre quarti decidevamo che non ne valeva la pena e li buttavamo via. E quando producevamo il quarto restante, la serie era da 50 pezzi al massimo, ma spesso sei o sette, e poi si doveva ricominciare tutto da capo».

"Si lavorava facendo tantissima ricerca, prototipi, studi. Poi tre quarti decidevamo che non ne valeva la pena e li buttavamo via"

Nel 1972, esattamente quarant’anni fa, Zei si trasferisce da La Spezia, sede del suo ultimo comando, a Firenze, dove l’ex colonnello della Marina è stato il direttore di una famosa azienda che realizzava strumenti e orologi per immersioni sempre per le unità speciali della Marina italiana. Anche qui, trent’anni di ricerca, di studi, di sviluppo di prototipi, finalizzato alla realizzazione di poche decine, forse qualche centinaio di apparecchi. E la crescita costante dell’amore per l’orologeria, della quale in Italia Zei è uno dei padri nobili, avendo contribuito alla sua rinascita in un mercato dominato da aziende svizzere e grandi marchi industriali nel Nord Italia, portando un amore artigianale per il gusto essenziale, pulito, e la conoscenza di materiali e tecnologie all’avanguardia nel settore.

Ma la rivoluzione avviene all’inizio del nuovo millennio, con l’incontro con Federico Massacesi e Antonio Ambuchi, impegnati nella costruzione di Anonimo, l’azienda di orologeria fiorentina fondata nel 1997 per ridare spazio a una tradizione cinquantennale che era appena scomparsa.

Anonimo Polluce CNS
Anonimo Polluce CNS

Il nome “Anonimo” è singolare e deve la sua ragione a due motivi: da un lato dare più importanza al prodotto che non ad un nome altisonante della ditta che lo produce, e dall’altra rendere omaggio agli anonimi artigiani che lavorano dietro le quinte per questi prodotti che sono in realtà pezzi unici. «E non dimentichiamo che “Anonimo” suona bene in molte lingue», aggiunge Zei.

Dentro Anonimo - Firenze Orologi c’è una tradizione di ricerca e manifattura di meccanica di precisione che risale al 1939 e si lega alla tradizione delle Officine Galilei e del Nuovo Pignone tramite la famiglia Ambuchi, l’ultimo dei grandi produttori di “casse” degli orologi di una tradizione fiorentina secolare.

«Dei tre principali elementi che costituiscono un orologio meccanico di lusso – dice Zei – cioè il movimento, la lavorazione di precisione della cassa e il design – abbiamo capito subito che non potevamo competere con gli svizzeri per il primo punto. Ma potevamo realizzare orologi unici e superiori sia per i materiali e le modalità di lavorazione della cassa che per il design dell’oggetto». Così è stato: lo sforzo di innovazione di Anonimo è stato quello che ha mirato a farsi forti con quel che c’era a disposizione e riuscire ad eccellere.

Il Kodiak è l'unico cinturino in pelle (brevettato) capace di resistere a immersioni nell'acqua di mare per 24 ore

L’ambito in cui Anonimo inizia ad operare è naturalmente quello degli orologi per immersione: Anonimo collabora con la Cooperativa nazionale sommozzatori (Cns), fa ricerca, sviluppa e testa assieme ai palombari che si immergono per lavoro in ambienti estremi dove pressione, acqua salmastra, idrocarburi e solventi richiedono soluzioni innovative. Nascono gli orologi Millemetri e poi Professionale, piccoli capolavori di meccanica capaci di resistere a pressioni rispettivamente fino a mille e duemila metri, utilizzando innovazioni brevettate sulle modalità di chiusura della cassa, sul cinturino sottoposto a lavorazione Kodiak (anch’essa brevettata) che lo rende l’unico cinturino in pelle attualmente in commercio capace di resistere a immersioni per 24 ore in acqua di mare. E poi Militare, che ha brevettato un modo inedito per tenere sempre serrata la corona di regolazione dell’ora, spostandola alle “sei” dell’orologio e creando così una terza linea di prodotti divenuti in poco tempo icone del nuovo marchio fiorentino.

«È cominciato un periodo di straordinaria sperimentazione, unico, molto apprezzato dal mercato», dice Ambuchi. È vero: fioriscono in questi ultimi cinque anni le aziende che producono, in tutto il mondo e in Italia in particolare, orologi da polso: siano essi cronografi meccanici di altissima precisione o strumenti digitali capaci di sostituire un computer palmare, l’orologio si sta trasformando e diventa qualcosa di diverso. Non più uno strumento necessario per marcare il tempo (oggi telefonini, computer, Gps e altri mille strumenti forniscono misurazioni ben più precise) ma un riferimento personale. «Quel che si chiede a un orologio meccanico – dice Ambuchi – non è la precisione assoluta di un computer ma la finezza della manifattura e l’esclusività del prodotto, oltre a una funzione di backup personale, uno strumento che indipendentemente dalla rete elettronica, dai satelliti o da qualsiasi altro marchingegno, indica che ore sono».

Anonimo Millemetri Japan
Anonimo Millemetri Japan

Anonimo con Dino Zei e la competenza tecnica di Antonio Ambuchi ha aperto un filone inedito, sperimentando tra i primissimi con nuovi materiali hi-tech: leghe, ceramiche, carbonio, titanio, wolframio. Anonimo realizza ormai da anni, prima di tutti gli altri marchi svizzeri che stanno seguendo la stessa strada, orologi in una speciale lega di bronzo marino (un composto a base di rame, ferro e nickel), che si dimostra più resistente dell’acciaio alla corrosione e che sviluppa una patina unica per ciascun esemplare causata dall’ossidazione. Oppure, sviluppa prima la tecnologia Ox.Pro e poi Drass, che prevede una lavorazione in dodici passaggi tutti fatti a mano per realizzare un oggetto in acciaio di un nero profondo, che sembra assorbire la luce. «Le lavorazioni sono uniche, fatte a mano», dice Dino Zei. Le tolleranze dei materiali fresati e molati a mano sono di due ordini di grandezza migliori rispetto a quella dei più blasonati marchi svizzeri: «Ambuchi ha creato dei piccoli capolavori di meccanica, con delle casse in tre pezzi straordinarie», dice Zei.

Tutto negli orologi Anonimo è improntato al più rigido funzionalismo: quadrante di grandi dimensioni a spessore maggiorato, indici trattati con materiale luminescente di grande visibilità diurna e notturna, impermeabili sino a duemila metri. Ma qual è l’asso nella manica di Anonimo in un mondo in cui la tecnologia digitale ha preso il sopravvento?

La storia di Anonimo è solo in parte relativa alla progettazione e alla creazione “fatta a mano” di orologi rigorosamente meccanici con un cuore svizzero: meccanismi automatici e a carica manuale di Sellita, (che da sola produce il 25% dei movimenti venduti in Svizzera), Soprod e Dubois-Depraz, cioè i tre grandi attori del settore rimasti dopo che Eta (gruppo Swatch) ha deciso di contingentare fortemente la fornitura dei suoi movimenti per le aziende al di fuori della Confederazione Elvetica. Il cuore è l’unicità. Come spiega Ambuchi: «I marchi di orologi meccanici più diffusi, Rolex, Omega Breitling e Tag Heuer, fanno due milioni di pezzi all’anno. Noi produciamo 3.500 orologi l’anno, a mano uno per uno, con più di due ore solo per il montaggio finale del movimento nella cassa e tutte le regolazioni. In tutto ne abbiamo prodotti 25, forse 28mila orologi: l’esclusività è uno dei pochi lussi di oggi».

Il ruolo chiave viene giocato dall'accesso ai social: gli ambasciatori del brand vengono dai forum degli appassionati e aprono la strada ai mercati più grandi

Quelli realizzati da Anonimo, a firma interna o marchiati Dino Zei con il caratteristico disegno del casco da palombaro nel quadrante, sono questo: pezzi unici, esclusivi, di grande contenuto tecnologico e perizia artigiana nelle realizzazioni meccaniche. Nel laboratorio di Lastra a Signa gli strumenti e la mano dell’artigiano che prepara una per una le casse degli orologi produce serie numerate di 50 o cento pezzi per lotto con nomi evocativi come Argonauta, Polluce, Glauco, Nautilo, Aeronauta, Marlin e Notturnale, un omaggio agli orologiai della corte dei Medici di Firenze.

In tutto questo, gioca un ruolo chiave l’accesso ai social network. I migliori ambasciatori del brand che vuole restare anonimo sono alcuni forum di super-appassionati, dove le qualità e i difetti degli orologi vengono analizzati fin nel più minimo dettaglio. È attraverso questi forum e il lavoro spontaneo dei social media che Anonimo vende negli Stati Uniti, a Singapore, in Asia, in buona parte dell’Europa e persino in Italia.

Semplicemente una pagina su Facebook e un sito istituzionale bastano per costruire il mercato mondiale a partire da Firenze. Il successo è esploso quando la rete ha cominciato a seguire le celebrità che indossano gli orologi di Anonimo, scoprendo che Tom Cruise, il gruppo dei Kiss, il cantante dei Red Hot Chili Peppers, la modella Heidi Klum indossano un “Nimos”, come gli americani chiamano gli orologi di Dino Zei. Stelle di Hollywood, cantanti ma tutti acquirenti senza bisogno di sponsorizzazione.

Dino Zei San Marco
Dino Zei San Marco

Il pezzo di maggior successo e che ha generato il maggior entusiasmo sulla rete è un orologio molto grande, prodotto in edizioni limitate sia in acciaio che Drass e bronzo: il “San Marco” è l’omaggio di Dino Zei e Anonimo al reggimento San Marco della Marina, realizzato in collaborazione con il Comandante Franco Zavattaro, che nel corso di una lunga carriera militare ha guidato l’allora battaglione San Marco dal 1972 al 1975.

Ricerca d’eccezione, uso di materiali all’avanguardia, lavorazioni d’eccellenza. E i social network che si sono fatti principali ambasciatori dei prodotti realizzati e che vengono commercializzati in tutto il mondo. Dino Zei a 81 anni confessa: «Quando sono entrato in Marina oppure nel 1972 quando sono arrivato al settore privato, non avrei mai potuto immaginare tutto questo. Adesso anche con un nostro lungo studio interno che ha portato a un approccio innovativo nel modo di presentare le informazioni rilevanti sul quadrante dell’orologio, iniziato a partire dal San Marco e che io credo avrà sbocchi molto interessanti, ci prepariamo alle sfide del futuro». Dopotutto, come diceva Lewis Mumford, “L’orologio e non la macchina a vapore, è lo strumento della moderna era industriale”.

‌(Scritto il 21 agosto 2012)