+

Oscar del porno - AVN Awards 2007

Ogni anno, all'inizio dell'anno, a Las Vegas si assegnano gli Oscar del cinema hard. Il mio reportage


Per Terry Anderson il trentaduesimo compleanno sarà uno di quelli difficili da dimenticare. Fuma una sigaretta, rabbrividendo per il vento di una Las Vegas insolitamente fredda, subito fuori dall'hotel e casinò Mandalay Bay. Il fratello gli ha regalato il biglietto per la serata degli Avn Awards, gli Oscar del cinema porno che vengono assegnati – proprio come per i più noti premi cinematografici – ogni anno nella città del Nevada. «Gli sarà costato un occhio della testa – dice –. Ma, ragazzi, questo è il più bel compleanno della mia vita».

«È lo spirito di queste persone che piace, perché fingono molto meno degli altri attori. I loro comportamenti sessuali diventano la norma: basta pensare a che effetto hanno sulle ragazze le serie come 'Girls Gone Wild', universitarie che mostrano il seno alle feste e che poi partecipano a orge lesbo. Lo fanno per gioco e perché è cool», dice Massimo Garella, dell'italiana Delta di Venere. Al di là della porta antincendio, guardata a vista da un colossale nero della sicurezza del casinò, una serata che per qualunque appassionato del genere è meglio di una vacanza nel paese dei balocchi di Pinocchio.

Vestitevi per stupire, mi avevano detto. E, camminando per i corridoi del Sands ho capito cosa volevano dire, in effetti

Sul biglietto d'invito c'è scritto: ‘Vestitevi per stupire’. Si può restare perplessi solo se è la prima volta che si partecipa. Quando invece ci si apposta lungo il tappeto rosso, la passerella sulla quale sfilano per un'ora quasi 2 mila tra attori, attrici, registi, produttori e chiunque altro abbia a che fare con la realizzazione di un film (o sito web) per adulti, le idee si chiariscono e il ‘vestitevi per stupire’ diventa facile da capire. Era solo un blando eufemismo: scarpe coi tacchi acuminati, capigliature leonine, tendenzialmente biondo platino o nero corvino. Una festa di corpi e di abiti.

«Anche se gli attori porno hanno quel che Erving Goffman definiva ‘stigma’, un segno imposto dalla società per via del loro lavoro, in realtà la società la stanno cambiando molto, ‘pornificandola’. Stanno facendo entrare i loro costumi sessuali nella vita e nella cultura delle persone», aggiunge Garella.

La ‘pornificazione’ dei costumi emerge anche dallo stile preciso delle star del porno a Las Vegas: Jenna Jameson, Katsumi, Tera Patrick, Tory Lane, Jessica Drake e le altre alternano un look da serata di gala trash a quello ‘da riposo’, nei loro momenti liberi. Quando sono belle e normali ragazze europee e statunitensi di vent’anni, vestite in jeans e maglietta, curate nel trucco e non diverse nello stile dalle loro coetanee.

Just Friends
Just friends

Nessun divismo, se non tra le famosissime come Jenna Jameson – che è praticamente un’industria semovente, con il suo Club Jenna su Internet, le produzioni video e televisive e un'autobiografia bestseller per mesi. Il rapporto con i fan, durante la fiera organizzata nei tre giorni precedenti la serata del premio, è di massima disponibilità. Non c'è una delle attrici, infatti, che non aspetti paziente che l'appassionato scatti l'ennesima foto dal telefonino, oppure che non posi insieme a un portatore di handicap in carrozzina elettrica (ce ne sono almeno una ventina nella fiera). O che non sorrida all'ennesima richiesta di autografo su una sua foto in déshabillé.

Un'industria del porno democratica, i cui eroi sono gente qualunque, più simili per molte caratteristiche al loro pubblico di quanto non lo siano le superstar televisive o del cinema. Le abitudini sessuali degli eroi del porno diventano parte naturale della vita dei loro estimatori: maschi solitari, ma più spesso coppie, e donne, e gruppi di persone trasversali rispetto alle età e agli strati sociali, che scoprono gusti, combinazioni e pratiche alternative a quelle canoniche.

La spiegazione di quali poi siano questi costumi ‘pornificanti’ arriva indirettamente dai premi in palio. Sono introdotti da un'attrice con doti riconosciute dai fan come ‘uniche’, Jessica Drake, e da un comico del settore volgare e insopportabile come nella migliore tradizione dei 23 anni del premio, Jim Norton, in un calando di spettacolarità e attenzione. Degli oltre cento riconoscimenti assegnati, i primi 20 sono i più importanti e meglio introdotti dal corpo di ballo o da clip umoristiche in stile Saturday Night Show. Ci sono premi per quasi tutti quelli famosi e molti degli emergenti.

La piramide sociale del settore hard: scalare verso il successo passa dal lavoro di standista (e bisogna mettere in mostra il merchandising, ovviamente)

Non per Isabel Russo, però. Bruna, minuta, meno di trent’anni, dal 1998 nel settore, ha uno status molto lontano da quello di Jenna Jameson. Anziché in una suite del Mandalay Bay, è in una camera di motel lontano dallo strip di Las Vegas, insieme ad altre due ragazze. Non è candidata a nessun premio ma fa la ‘standista’ alla fiera che coinvolge quasi 500 aziende e si tiene nei quattro giorni precedenti al vicino Sands Expo.

È il vero business di Avn, cioè Adult Video News, una rivista di settore che somiglia più a un catalogo Postalmarket del video porno che non a un giornale, ma che ha portato nelle tasche del suo proprietario, Paul Fishbein, milioni di dollari. Isabel, che nella fiera si presenta con due francobolli adesivi a coprire ‘la parte vietata del seno’ (nessuna attrice o attore può mostrare interamente ciò per cui è famoso, secondo la legge del Nevada) e chiede sistematicamente ai curiosi di passaggio se vogliano «dare una controllata alla merce esposta», ha girato quasi 50 film, ma mai con parti di primo piano. Letteralmente.

«Alle volte, nel mucchio, non si capiva neanche quale fossi io. Nemmeno dai dettagli», dice serena. Durante le premiazioni, che segue dalla piccionaia del palazzetto dello sport riempito da 7 mila persone, i suoi commenti valgono più di un dottorato di ricerca sul mondo del porno. Snocciola generi, produzioni, attori, ma anche le storie e gli aneddoti di un settore in cui tutti si conoscono, ma quasi nessuno si frequenta al di fuori del set. E in cui una carriera femminile che duri più di tre anni è considerata lunghissima, mentre i pochi uomini che lavorano nel settore restano in pista per uno o due decenni.

Shameless
Shameless!

Perché le attrici e gli attori del settore scelgono di farsi una carriera nel porno? Cercano i soldi facili, sono costretti dal bisogno o da che cosa? «Molto spesso – spiega Lee Miller della rivista GoodTimes – sono donne e uomini a cui piace molto fare sesso, oppure esibizionisti, o ancora persone che appartengono a una cultura underground: tatuaggi e piercing, ma anche idee molto precise. Ormai il porno in questo Paese e nel resto dell'Occidente è normale, le attrici da questo mondo sbarcano in televisione e al cinema, iniziano a far parte del circuito delle star pubbliche».

Secondo Adult Video News, anche se non esistono stime complete, negli Stati Uniti il valore del mercato delle produzioni film e video supera i 5 miliardi di dollari solo tra noleggio e vendita e arriva a 14 miliardi nel mondo. E non c’è solo questo: un’inchiesta della Cbs afferma che un ospite su due degli hotel americani – soprattutto in luoghi come Las Vegas – paga per vedere film porno, contribuendo al 70 per cento dei guadagni complessivi dei servizi di camera delle grandi catene, generando un flusso di altri miliardi di dollari. Dopo gli Stati Uniti è l'Est europeo l’area in cui si producono più film per adulti. Uccidendo, tra l'altro, l'industria locale, ad esempio in Italia.

La misura di un uomo: Rocco Siffredi, il nostro "manzo da esportazione" che in realtà è molto più intelligente di quanto i ruoli che interpreta non farebbero sospettare (basta non stringergli la mano)

Secondo Rocco Siffredi, la pornostar nostrana che si è ritirata l'anno scorso dalle scene e ha iniziato a 42 anni una nuova carriera come produttore, non è del tutto vero: «Il futuro per le produzioni del nostro Paese è in rete. Dove però i film devono essere venduti a prezzi popolari. Magari un euro, tagliando i costi di distribuzione». Il guadagno ci sarebbe lo stesso, perché il costo di un film è di meno di 20 mila dollari e richiede un mese di produzione; vende in media 5 mila copie e viene noleggiato per almeno due anni.

È un affare con ricavi percentuali in tripla cifra, che produce decine di migliaia di titoli l'anno distribuiti dalle oltre 500 aziende del settore. E che ormai ha i suoi generi, come la letteratura, il cinema o la televisione. Anzi, con i generi di cinema e tv, oltre che con le fantasie del pubblico, ci gioca: dalla rivoluzione dei gonzo, in cui la telecamera e il suo utilizzatore entrano in scena come protagonisti, sino ai generi ‘maturo’ o reality porn. Per non parlare dei titoli, spesso caricature di film e telefilm: da Cheating Housewives a Porn Wars: Episode 1.

All’uscita dalle due ore e mezza di premiazione, intorno all'una di notte, attraversando il salone del casinò in un corteo che riesce a far staccare per un momento gli occhi dalle slot machine anche ai più accaniti, a un fan che le chiede se stia andando a qualche party nella città del peccato, Isabel risponde: «Dopo quattro giorni di fiera e quattro ore sui tacchi? Io vado in camera a dormire, tesoro. Non t'illudere, fanno così tutti quelli che conosco: la notte lavorano solo le squillo. Noi facciamo cinema».

(Pubblicato domenica 4 marzo 2007)
(Qui il dietro le quinte del reportage)